DaNZa prIMaVEra al coMUNalE - Teatro Comunale di Modena
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URGE<br />
24, 25 FEBBRAIO ORE 21.00<br />
TEATRO STORCHI<br />
urge, foto <strong>di</strong> riccardo rodolfi<br />
regia ALESSANDRO BERGONZONI e RICCARDO RODOLFI<br />
scene Alessandro Bergonzoni<br />
<strong>di</strong> e con Alessandro Bergonzoni<br />
ALLIBITO<br />
Fuori abbonamento<br />
Dopo il successo <strong>di</strong> Nel, replicato in oltre 250 piazze per il qu<strong>al</strong>e ha vinto il<br />
Premio Ubu come miglior attore nel 2008, Alessandro Bergonzoni torna in<br />
scena con Urge, uno spettacolo <strong>di</strong> cui è autore e regista, che fin d<strong>al</strong> titolo<br />
segn<strong>al</strong>a un’<strong>al</strong>lerta, una necessità artistica senza sosta. Artista poliedrico,<br />
attore, scrittore, Bergonzoni è stato definito funambolo, giocoliere, scienziato<br />
del nonsenso, ma anche agitato, ansimante e fremente.<br />
A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Nel, Urge non è un semplice monologo, è uno spettacolo più<br />
‘fisico’: un vero e proprio corpo a corpo con la scena in cui, partendo d<strong>al</strong>la<br />
parola, si arriva <strong>al</strong> canto e <strong>al</strong>la danza.<br />
Ma cosa “urge” a Bergonzoni? Come afferma lo stesso artista, «urge ingran<strong>di</strong>rsi,<br />
che non significa avere manie <strong>di</strong> grandezza ma <strong>al</strong>largarsi nell’arte, nello<br />
spettacolo, nel sapere. Non dobbiamo accontentarci <strong>di</strong> ciò che la tv, la politica,<br />
i giorn<strong>al</strong>i patinati ci comunicano, ma urge essere superiori, cambiando il nostro<br />
linguaggio, la nostra esistenza, la nostra mente. L’emergenza sta nel cercare non<br />
una nuova verità ma <strong>al</strong>tre verità da far conoscere, fare la <strong>di</strong>fferenza, cambiare<br />
la serratura della porta d’ingresso del proprio spirito». In particolare l’intento<br />
<strong>di</strong> Urge è quello <strong>di</strong> mostrare <strong>al</strong> pubblico il “voto <strong>di</strong> vastità” <strong>di</strong> Bergonzoni, che<br />
lo porta ad invadere con urgenza ogni campo esplorabile d<strong>al</strong>la mente umana:<br />
Riccardo Rodolfi, che con Bergonzoni firma la regia <strong>di</strong> questo spettacolo,<br />
definisce il suo ‘voto <strong>di</strong> vastità’ come «un vero e proprio canone artistico che<br />
lo obbliga, sia come uomo ma soprattutto come artista, a non <strong>di</strong>stogliere mai<br />
gli occhi d<strong>al</strong> tutto: un tutto composto d<strong>al</strong>l’enormità, d<strong>al</strong>l’inivisbile, d<strong>al</strong>l’onirico,<br />
d<strong>al</strong>lo sciamanico, d<strong>al</strong> trascendent<strong>al</strong>e».<br />
Per Bergonzoni è quin<strong>di</strong> fondament<strong>al</strong>e ricercare l’ebbrezza della conoscenza<br />
nella tot<strong>al</strong>ità più piena, anche nei luoghi più inaspettati: così si spiegano le visite<br />
dell’artista nelle scuole, negli asili, nelle carceri e negli osped<strong>al</strong>i.<br />
Urge costituisce un forte invito a non ricercare l’arte soltanto nei luoghi ad esso<br />
deputati, siano essi cinema, teatri o musei ma anche e soprattutto <strong>al</strong>l’interno<br />
delle persone stesse: «Dobbiamo andare, ascoltare, conoscere. Non basta<br />
leggere. Devo collegarmi a quel morto che non conosco, a quella donna che ha<br />
subito violenza. Si può farlo anche attraverso la comicità. Grave. Non greve»,<br />
afferma lo stesso Bergonzoni.<br />
Urge infine compiere la propria rivoluzione person<strong>al</strong>e, in cui il sapere – solo se<br />
inteso come uscire nelle piazze, conoscere e ricercare tutto, anche quello che<br />
sembra più lontano da noi - gioca un ruolo fondament<strong>al</strong>e fino a costituire la vera<br />
e propria energia del cambiamento.<br />
Uno spettacolo che promette <strong>di</strong> stupire, come ha sempre fatto la regia a due<br />
mani <strong>di</strong> Bergonzoni e <strong>di</strong> Riccardo Rodolfi, che dopo anni <strong>di</strong> p<strong>al</strong>coscenico<br />
mantiene una comicità mai ban<strong>al</strong>e.<br />
«Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto <strong>di</strong> vastità, scavando il fosso,<br />
usando il confine tra sogno e bisogno (l’incubo è confonderli).<br />
Come un intimatore <strong>di</strong> <strong>al</strong>t, come un battitore <strong>di</strong> ciglia che mette <strong>al</strong>l’asta gli apostrofi<br />
delle p<strong>al</strong>pebre, come l’inventore del cuscino antic<strong>al</strong>vizie o del transatlantico<br />
anti aggressione, come chi è posseduto da sciamanesimo estatico, a suon<br />
<strong>di</strong> decibellezze da scorticanto, come giaguaro che <strong>di</strong>venta uno degli anim<strong>al</strong>i<br />
più lenti se in ascensore e come lumaca che <strong>di</strong>venta uno dei più veloci se in<br />
aereo, così tra tellurico e onirico, tra lo scoppio delle <strong>al</strong>te cariche dello stato<br />
(delle cose), tra me e me, in uno spazio da antipo<strong>di</strong>, in un limbo dell’impara<strong>di</strong>so<br />
(infermo <strong>di</strong> mente piu’ che fermo <strong>di</strong> mente), ho avuto un sentore: urge. »<br />
Alessandro Bergonzoni<br />
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