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DaNZa prIMaVEra al coMUNalE - Teatro Comunale di Modena

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la troppa re<strong>al</strong>tà, perde la sua concretezza <strong>di</strong>ventando memoria <strong>di</strong> uno stato;<br />

è come un oggetto rotto che nonostante la riparazione non sarà mai più<br />

quell’oggetto, ma solo la memoria <strong>di</strong> quella cosa. Ed è in questa memoria che<br />

i nostri personaggi si muovono, quasi come se le cose fossero un labirinto<br />

necessario <strong>al</strong>lo stare nel mondo e a ricordarsi ciò che si era.<br />

Immagino un luogo dove le cose vivono <strong>di</strong> una propria luce, sono le cose che<br />

illuminano i corpi, fantasmi <strong>di</strong> una memoria, mostruose nel loro esserci state e<br />

nel loro esserci anche dopo la morte.<br />

Le cose sopravvivono <strong>al</strong> tutto. Le cose ci sopravvivono.<br />

Arthur Miller rimproverava Williams <strong>di</strong> non immergere i suoi personaggi in un<br />

concreto tessuto <strong>di</strong> circostanze storiche. Io credo che proprio questa sia la<br />

grandezza <strong>di</strong> T. Williams: svuotando i suoi testi da un contesto storico ha reso<br />

i personaggi memorabili, enormi ed univers<strong>al</strong>i, sembrano a tratti eroi ed eroine<br />

delle gran<strong>di</strong> trage<strong>di</strong>e greche, dove l’eroe questa volta accetta la decadenza del<br />

vivere quoti<strong>di</strong>ano senza sfidare gli dei, ma lottando con le proprie ossessioni,<br />

proprio come fa Blanche, la protagonista del nostro testo, troppo amm<strong>al</strong>ata <strong>di</strong><br />

vita per riuscire a vivere.<br />

In lei tutto sembra menzogna, finzione, artificio ma quella maschera tragica è<br />

troppo dolorosa per non sgretolarsi e scoprire che l’urlo non è un buco in un<br />

volto <strong>di</strong> argilla ma è uno squarcio dell´anima impossibile da sopportare e che<br />

gli unici déi moderni che possono s<strong>al</strong>varla sono i me<strong>di</strong>ci (figure spesso presenti<br />

nei testi <strong>di</strong> T. Williams). A loro ci si affida pur <strong>di</strong> morire vivendo in un lirismo <strong>di</strong><br />

assenze, in un ultimo tentativo <strong>di</strong>sumano che ci obbliga e ci costringe ad usare<br />

tutte le nostre forze pur <strong>di</strong> adeguare la re<strong>al</strong>tà ad un ide<strong>al</strong>e e vincere l´angoscioso<br />

senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne".<br />

Antonio Latella<br />

Antonio Latella<br />

É dunque il re<strong>al</strong>ismo <strong>di</strong> Williams che il regista cerca <strong>di</strong> far emergere<br />

d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>lestimento, inteso come una natura morta, una <strong>di</strong>mensione dove il re<strong>al</strong>e<br />

perde la sua concretezza <strong>di</strong>ventando memoria <strong>di</strong> uno stato. I personaggi si<br />

muovono in una sorta <strong>di</strong> labirinto della storia, Tennessee Williams li priva<br />

tot<strong>al</strong>mente <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>siasi riferimento storico e proprio questa è la sua grandezza:<br />

solo così è possibile trasformare i personaggi in memorabili, eterni ed univers<strong>al</strong>i<br />

eroi greci, che lottano contro l’accettazione della decadenza del vivere<br />

quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Così fa Blanche, protagonista femminile interpretata da Laura Marinoni che<br />

ha già lavorato con Antonio Latella nel 2007 per Le lacrime amare <strong>di</strong> Petra Von<br />

Kant <strong>di</strong> R. W. Fassbinder, spettacolo con cui vince il premio Eleonora Duse e<br />

che il pubblico <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> ricorderà tra le interpreti de Le signorine <strong>di</strong> Wilko<br />

<strong>di</strong>retto da Alvis Hermanis per Emilia Romagna <strong>Teatro</strong> Fondazione.<br />

Un cast d’eccezione, che oltre <strong>al</strong>la Marinoni vede in scena Vinicio Marchioni,<br />

attore che si è perfezionato <strong>al</strong>la scuola <strong>di</strong> Luca Ronconi e che deve la sua<br />

notorietà <strong>al</strong> ruolo de Il Freddo nella serie tv Romanzo crimin<strong>al</strong>e vista su Sky;<br />

protagonista <strong>di</strong> numerosi film e serie tv, Marchioni vince il Premio Biraghi <strong>al</strong><br />

Festiv<strong>al</strong> <strong>di</strong> Venezia 2011 come miglior attore nel fim 20 sigarette <strong>di</strong> Aureliano<br />

Amadei, ed è attu<strong>al</strong>mente nelle s<strong>al</strong>e cinematografiche con Sci<strong>al</strong>la! <strong>di</strong> Francesco<br />

Bruni.<br />

I protagonisti <strong>di</strong> Un tram che si chiama desiderio <strong>di</strong>ventano parti gener<strong>al</strong>i<br />

ed assolute dell’animo umano, eroi feriti d<strong>al</strong> loro vuoto interiore, costretti ad<br />

accettare la quoti<strong>di</strong>anità del vivere: “Il lirismo person<strong>al</strong>e non è che un grido da<br />

prigioniero a prigioniero, lanciato d<strong>al</strong>la solitu<strong>di</strong>ne della cella in cui ciascuno è<br />

confinato per tutta la durata della propria vita”.<br />

Tennessee Williams<br />

CONVERSANDO DI TEATRO<br />

FOYER DEL TEATRO STORCHI<br />

LARGO GARIBALDI 15, MODENA<br />

sabato 18 febbraio 2012 ore 17.30<br />

Incontro con<br />

LAURA MARINONI<br />

VINICIO MARCHIONI<br />

e la compagnia <strong>di</strong><br />

UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO<br />

- Ingresso libero -<br />

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