ARGONAUTI - Auditorium Parco della Musica
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21 e 22 Settembre 2005<br />
Sala Santa Cecilia ore 21<br />
Introduzione al concerto<br />
ore 20,30<br />
Orchestra dell'Accademia<br />
Nazionale di Santa Cecilia<br />
direttore Franz Brüggen<br />
pianoforte Bruno Canino e<br />
Antonio Ballista<br />
Concerto per due pianoforti<br />
n. 10 K 365<br />
Sinfonia n. 31 K 297 Paris<br />
25 Settembre 2005<br />
Sala Santa Cecilia ore 21<br />
Orchestra Sinfonica Statale<br />
Nuova Russia<br />
direttore e solista<br />
Yuri Bashmet<br />
Sinfonia concertante<br />
per violino e viola K 364<br />
Sinfonia in sol min. n. 40<br />
K 550<br />
K297PARIS<br />
Tra i più apprezzati dei filologi che negli anni ’70 svelarono al mondo le nuove,<br />
sorde, stridenti, ma così spudoratamente “autentiche” sonorità degli strumenti originali,<br />
compiendo una rivoluzione estetica di immensa portata, dopo la quale per<br />
molti non è quasi più stato possibile ascoltare Bach o Vivaldi eseguiti dalle normali<br />
orchestre sinfoniche, Frans Brüggen debutta sul podio dell’Accademia di Santa<br />
Cecilia. Fondatore dell’Orchestra del 18° secolo e direttore principale ospite insieme<br />
a Simon Rattle dell’Orchestra of the Age of the Enlightenment, il direttore<br />
Olandese aprirà il concerto con la splendida Ouverture dell’Idomeneo K 366 e lo<br />
chiuderà con la Sinfonia n. 31 K 297 Paris, composta da Mozart nella capitale francese<br />
dove, in fuga dall’opprimente ambiente salisburghese, si era recato in cerca<br />
di un successo che dava per scontato. Ma a Parigi, dove pure la Sinfonia gli regalò<br />
l’unica sincera approvazione di un pubblico altrimenti freddo e indifferente alla sua<br />
come alla musica di molti altri compositori stranieri, il 22enne ex-fanciullo prodigio<br />
passò momenti tutt’altro che sereni. Proprio nei giorni <strong>della</strong> prima esecuzione <strong>della</strong><br />
Sinfonia (giugno 1778) morì sua madre, colpita da una terribile febbre e grande fu<br />
la preoccupazione di Amadeus di come riuscire a dare la notizia al lontano (e tanto<br />
apprensivo) padre Leopold... Al centro <strong>della</strong> serata Bruno Canino e Antonio Ballista<br />
(40 anni di fortunatissimo “matrimonio” musicale con un Duo che è tra i più celebri<br />
e apprezzati al mondo) saranno i solisti del bellissimo Concerto per due pianoforti<br />
e orchestra K 365 (decimo dei 27 per pianoforte) del 1779, e nell’esecuzione<br />
del quale ci piace immaginare, uno di fronte all’altro alle tastiere, lo stesso<br />
Mozart e la sua sorellina Nannerl...<br />
K364SINFONIACONCERTANTE<br />
Quando compose la Sinfonia Concertante per violino, viola e orchestra K 364, uno dei suoi (numerosi) massimi capolavori, di incredibile<br />
profondità e devastante dolenza espressiva (nessun ascoltatore è mai uscito indenne dal secondo movimento!...), Mozart aveva<br />
23 anni. Più o meno l’età media degli strumentisti dell’Orchestra Sinfonica Statale Nuova Russia, fondata nel 1990 da Yuri Bashmet che,<br />
sempre graditissimo, torna sul podio dell’<strong>Auditorium</strong> nella doppia veste di direttore e solista alla viola. “Uno dei massimi musicisti viventi”,<br />
come lo ha definito il Times, Bashmet è di quei musicisti per i quali la musica è, prendendo a prestito le parole di Don Giovanni,<br />
“come il pan che mangio, come l’aria che spiro”. Sarà magnifico vederlo affrontare insieme ai suoi giovanissimi talenti, dopo la graziosa<br />
e scatenata sinfonia di un altro giovanotto, la N.3 D 200 di un Franz Schubert diciottenne, la penultima, drammatica e celeberrima<br />
(anzi, senz’altro la più celebre tra tutte le composizioni di ogni tempo, saccheggiata perfino dalle suonerie dei cellulari) Sinfonia in sol<br />
minore K 550, una delle due sole fra le 41 che Mozart scrisse in tonalità minore. Abbiamo raccontato quali travagli stesse affrontando<br />
Mozart nel periodo <strong>della</strong> composizione delle sue ultime (non commissionate e mai pubblicate lui vivente) tre sinfonie, e la scelta <strong>della</strong><br />
disperata e scura chiave di sol minore potrebbe essere indice <strong>della</strong> sua angoscia. Tuttavia, se pensiamo alla sinfonia successiva, la Jupiter,<br />
non potremmo immaginare una più perentoria e ottimistica affermazione <strong>della</strong> voglia di vivere. Il sol minore e l’agitazione che attraversa<br />
la Sinfonia, con la sola eccezione del comunque tutt’altro che sereno secondo movimento, sono piuttosto ascrivibili al movimento<br />
letterario e artistico dello Sturm und Drang (“Tempesta e Assalto”) che in quegli anni infiammava i cuori di tanti giovani intellettuali mitteleuropei<br />
e che stava spianando la strada all’imminente Romanticismo.