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IN AUTO. - Circolo del Cinema di Bellinzona

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Auto_LIBRICC<strong>IN</strong>O_08.08.08.qxp 18/08/2008 16.34 Pagina 22<br />

Cruscotto selvaggio. Antropologia <strong>del</strong>l'automobile<br />

Duccio Canestrini<br />

Duccio Canestrini è antropologo, scrittore e conferenziere. Insegna Antropologia<br />

<strong>del</strong> turismo al Master of Tourism Management e nel Corso <strong>di</strong> laurea<br />

in Scienze <strong>del</strong> turismo al Campus <strong>di</strong> Lucca. Alternando ricerca e <strong>di</strong>vulgazione,<br />

per più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni ha viaggiato in tutti i continenti da inviato <strong>del</strong>la<br />

rivista geografica Airone. Ha lavorato nei campi <strong>del</strong> turismo responsabile e<br />

<strong>del</strong>la me<strong>di</strong>azione culturale. Principali pubblicazioni: La salamandra (1985);<br />

Una penna tra i tamburi (1993); Turistario (1993); Il supplizio dei tritoni<br />

(1994); Turpi tropici (1997); Lo spirito <strong>del</strong>la quercia (2000); Trofei <strong>di</strong> viaggio<br />

(2001); Andare a quel paese (2003); Non sparate sul turista (2004).<br />

http://www.homoturisticus.com<br />

L'automobile accompagna tutte le fasi <strong>del</strong>la nostra vita. Non ce ne<br />

accorgiamo più, ma è così. Se l'automobile, come <strong>di</strong>ceva Mc Luhan,<br />

è il "carapace" <strong>del</strong>l'uomo, il parabrezza è un monitor attraverso<br />

cui ve<strong>di</strong>amo il mondo.<br />

Sulla e nella automobile nasce un folclore che non può essere trascurato<br />

dalla nuova etnografia. Nell'abitacolo si cerca <strong>di</strong> riprodurre<br />

le con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong>la nostra quoti<strong>di</strong>anità. L'oggettistica che racchiude<br />

testimonia il passaggio epocale dalla magia (ve<strong>di</strong> l'Albero magico)<br />

alla tecnologia (lettori, monitor, computer, ecc.). Ma nonostante la<br />

filosofia degli optional, alcuni orpelli resistono alla razionalità : cornetti<br />

portafortuna, peluche appesi con ventosa, magneti laici e religiosi,<br />

cani che muovono la testa, da<strong>di</strong> penzolanti, bruchi <strong>di</strong> pannolenci,<br />

adesivi sexy... storia <strong>del</strong>le meraviglie e <strong>del</strong>le metamorfosi<br />

<strong>del</strong> buon vecchio carro.<br />

giovedì 23 ottobre <strong>Bellinzona</strong>, Biblioteca cantonale, ore 20:30<br />

Un continente a quattro ruote.<br />

Automobile, società e ambiente in Europa<br />

Federico Paolini<br />

Federico Paolini è docente a contratto <strong>di</strong> Storia <strong>del</strong>l’ambiente presso la<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche <strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Siena. È membro <strong>del</strong>l’American<br />

Society for Environmental History (ASEH) e <strong>del</strong>l’European Society for Environmental<br />

History (ESEH). È autore dei volumi Storia <strong>del</strong> Sindacato ferrovieri<br />

italiani 1943-1958 (1998); Il sindacato in ferrovia dal fascismo alle federazioni<br />

dei trasporti (2000); L’esperienza politica <strong>di</strong> Oliviero Zuccarini (2003); Un<br />

paese a quattro ruote. Automobili e società in Italia (Venezia, 2005); Storia<br />

sociale <strong>del</strong>l’automobile in Italia (2007).<br />

L’automobile non ha rappresentato soltanto un mezzo <strong>di</strong> locomozione<br />

e un prodotto <strong>del</strong>la tecnologia capace <strong>di</strong> rivoluzionare i trasporti<br />

terrestri, ma è stata attrice <strong>del</strong>la trasformazione sociale, simbolo, allo<br />

stesso tempo, <strong>di</strong> libertà, in<strong>di</strong>pendenza, benessere e progresso.<br />

Dopo il 1950, ha contribuito ad accorciare le <strong>di</strong>stanze fisiche anche<br />

attraverso la creazione <strong>di</strong> una nuova simbologia che andò ra<strong>di</strong>candosi<br />

nell’immaginario collettivo, nel quale la modernizzazione assunse<br />

le forme dei «boli<strong>di</strong>» da corsa, <strong>del</strong>le utilitarie, dei viadotti e dei trafori<br />

<strong>del</strong>le autostrade, <strong>del</strong>le ar<strong>di</strong>te architetture stradali.<br />

L’automobile, però, non ha mo<strong>di</strong>ficato solamente la vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Con l’avanzare <strong>del</strong>la «rivoluzione <strong>del</strong> motore», infatti, anche lo spazio<br />

fisico è mutato ra<strong>di</strong>calmente. Lo stesso spazio urbano, inoltre, appariva<br />

ri<strong>di</strong>segnato in funzione <strong>del</strong>la nuova mobilità. Le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

ambientali indotte dall’automobile, poi, hanno posto problemi <strong>del</strong><br />

tutto nuovi: ambientali, territoriali e <strong>di</strong> salute pubblica.<br />

Nonostante tutto l’auto continua a piacere: <strong>di</strong>fficile affermare se per<br />

la velocità e la potenza <strong>del</strong> motore, invece che per la confortevolezza<br />

degli interni e il design <strong>del</strong>le carrozzerie o ancora per la como<strong>di</strong>tà e la<br />

flessibilità d’uso. Probabilmente per tutto questo insieme.<br />

giovedì 30 ottobre <strong>Bellinzona</strong>, Biblioteca cantonale, ore 20:30<br />

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