IN AUTO. - Circolo del Cinema di Bellinzona

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IN AUTO.
Muoversi tra sé e il mondo
Una rassegna culturale sull’automobile
25 settembre - 5 novembre 2008

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Automobile
Esci lentamente dal flusso di traffico. Accosti. Posteggi sotto al platano secolare.
Chiudi gli occhi e cominci a pensare. Automobile. Politica dei trasporti. Progettazione
e costruzione dell’automobile. Progettazione e costruzione delle vie
di comunicazione per le automobili. Tasse di circolazione. Bollo autostradale.
Inquinamento atmosferico. Libertà di andare. Libertà individuale. Rumore. Colonne.
Tempi morti. Oneri e introiti assicurativi. Riparazioni. Benzina. Prezzo della
benzina. Tensioni internazionali. Vacanze. Moda e pubblicità. Incidenti. Introiti
finanziari per lo Stato. Costi sanitari. Ecoincentivi. Ecocarburanti. Crisi
alimentare. E ancora, SUV e auto ecologiche. Limiti di velocità e diritti dei pedoni.
Rally e Formula 1. E ancora, crescita e decrescita. Due miliardi e quattrocento
milioni di cinesi e indiani che vorranno la loro auto. Ma quante persone
lavorano direttamente o indirettamente per l’universo automobilistico? Prova a
tracciare un collegamento tra questi pensieri. Una ragnatela di relazioni che
può lasciarti spaesato.
Dopo l’invisibilità, il deserto, il camminare e l’ozio, itemi.ch ritorna con una rassegna
culturale sull’automobile. Le prime quattro biennali davano spazio a temi
più intimi e più utopici. Con l’automobile abbiamo pensato di offrirvi un ciclo di
riflessione e qualche attività su uno degli oggetti più totalizzanti della nostra
epoca. La complessità generata dall’automobile coinvolge le discipline più svariate
e darne conto nel suo complesso è una sfida assai ardua.
Il programma si articola tra conferenze, attività più o meno ludiche e l’immancabile
rassegna cinematografica. Daremo anche i numeri: come tutti gli oggetti
di consumo anche l’auto si presta ad essere letta dalla statistica. Visto che
queste proposte nascono anche in ambiente bibliotecario non mancherà una
bibliografia ragionata. Vi aspettiamo.
Un’automobile efficiente, una scelta sostenibile
È vero che grazie all’automobile il Ticino ha avuto un marcato sviluppo economico
negli ultimi cinquant’anni. È vero anche che il comfort e la flessibilità che
ci offre l’auto sono senza pari e che quindi è difficile rinunciarvi.
Ma come la mettiamo con il crescente costo del carburante, dovuto principalmente
alla crescente domanda, soprattutto da parte delle nazioni cosiddette
emergenti? Come la mettiamo con gli allarmi ozono e polveri fini? Come la
mettiamo con il riscaldamento terrestre, le cui conseguenze nel medio termine
sono tutt’altro che rosee?
Trovare un compromesso è possibile: esistono soluzioni che ci permettono
di muoverci per le nostre attività quotidiane, senza dover rinunciare a
niente, anzi...
Auto elettriche, ibride, a metano o semplicemente molto efficienti. Bici e scooter
elettrici. Nuove tecnologie, carburanti alternativi, ecoincentivi, etichettaenergia...
Come fare a districarsi nella giungla della mobilità moderna?
Il Centro di competenze per la mobilità sostenibile – infovel vi dà una mano con
informazioni, cataloghi veicoli, la possibilità di provare i veicoli, ad esempio a VEL
EXPO TICINO, che si tiene ogni anno a Lugano (dall’11 al 14 settembre 2008).
infovel
Via Angelo Maspoli 15
6850 Mendrisio
0916460606
info@infovel.ch
www.infovel.ch
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Gli organizzatori
Biblioteca cantonale di Bellinzona
v.le S. Franscini 30a, 6500 Bellinzona, tel. 091 814 15 00,
www.sbt.ti.ch/bcb/home/
Circolo del cinema Bellinzona
c.p. 1202, 6501 Bellinzona, tel. 091 829 26 78, www.cicibi.ch
Circolo del cinema Locarno
c.p. 1425, 6601 Locarno, www.cclocarno.ch/
Fahrenheit-forum per le biblioteche
c.p. 1508, 6501 Bellinzona, www.fahrenheit.org
Gea-associazione dei geografi
c.p. 1605, 6501 Bellinzona, www.gea-ticino.ch/
I luoghi
Bellinzona, Biblioteca cantonale di Bellinzona
V.le S. Franscini 30a, tel. 091 814 15 00
Bellinzona, Cinema Forum 1+2
Viale Stazione, tel. 091 825 08 09
Bellinzona, Garage AMAG
Via S. Gottardo 71, tel. 091 820 60 40
Biasca, Centro professionale
Stradone Vecchio sud, 29, tel. 091 874 31 11
Contone, Masseria al Ramello
tel. 091 858 11 62
Kaufdorf (Be), Historischer Autofriedhof Gürbetal
www.autofriedhof.ch
Locarno, Cinema Morettina
Via Chiesa 17
Collaboratori
Roberto Cortinovis (Centro professionale, Biasca)
Raffaele Domeniconi (Infovel, Mendrisio)
Garage Caracing Tuning, Mezzovico
Giacomo Jacoma (Garage AMAG, Bellinzona)
Alberto Martinelli (Gea-associazione dei geografi, Bellinzona)
Renzo Papa (direttore ACS Ticino)
Giancarlo Rossi (Slot Club Eldorado, Bellinzona)
Elena Salvioni (coordinatrice DT)
tiKINÒ
Xtreme Tuning, Lugano
Piergiorgio Zanetti (DFE/USTAT)
Comitato organizzatore
Theo Mossi (coordinatore), Sarah Caccia, Giosanna Crivelli, Michele Dell’Ambrogio.
Si ringraziano per l’aiuto Paolo Buletti e Roberto Mossi.
Con il sostegno finanziario di
Pro Helvetia, Percento culturale Migros, Repubblica e Cantone Ticino-Fondo Swisslos
Informazioni
Per informazioni sulla rassegna scrivere a info@itemi.ch . Addetto stampa Theo Mossi,
info@itemi.ch
Grafica Consuelo Garbani, Omar Espi
Sito internet Patrick Felder
Revisione testi Fabio Chierichetti, Lucia Dell’Ambrogio
Foto di copertina Theo Mossi
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IN AUTO.
Giovedì 25 settembre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale,
ore 20:30
La mobilità che viene
Conferenza di Guido Viale
Sabato 11
Domenica 12 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale
Corsa di automobiline a pulsante
(Slot car)
Con l'Eldorado Slot club Bellinzona
Domenica 28 settembre
Kaufdorf (Be),
ore 14:00
Mercoledì 1 ottobre
Bellinzona,
Garage AMAG,
ore 20:30
Sabato 4 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale
ore 13:15
Visita al cimitero delle auto
di Kaufdorf nella Gürbetal*
Un’escursione in car pooling
Ticino terra di piloti?
I piloti Max Massimo Beltrami, Ivan Jacoma,
Philipp Peter e Tiziano Riva discutono con il giornalista
Stefano Ferrando (RTSI).
Da strade di aperta campagna
ad arterie di una città diffusa*
Sul Piano di Magadino con l'architetto
e urbanista Fabio Giacomazzi
Giovedì 16 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale
ore 20:30
Giovedì 16 ottobre
Biasca,
Centro professionale
ore 15:00
Giovedì 23 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale,
ore 20:30
Lo spazio dell'automobile
nel territorio
Conferenza di Antonella Steib e Andrea Felicioni
Il futuro dell'auto. L'auto del futuro
Conferenza di Raffaele Domeniconi e Lino Guzzella
Cruscotto selvaggio.
Antropologia dell'automobile
Conferenza di Duccio Canestrini
Giovedì 9 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale,
ore 20:30
Venerdì 10
Domenica 12 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale
Wrooooomm. L'auto tra le pagine.
Serata di letture con la Casa del teatro
Laboratorio di ripresa, montaggio
e proiezioni di cortometraggi
sull'automobile*
Con il collettivo tiKINÒ
Giovedì 30 ottobre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale,
ore 20:30
Mercoledì 5 novembre
Bellinzona,
Biblioteca cantonale,
ore 20:30
Un continente a quattro ruote
Conferenza di Federico Paolini
Tavola rotonda sull'automobile
Maurizio Canetta incontra Renzo Papa (ACS),
Werner Herger (ATA), Armando Sonvico (UPSA)
e Sergio Savoia (Verdi del Ticino)
Sabato 11 ottobre
Bellinzona, Posteggi
Biblioteca cantonale
ore 14:00 - 18:00
La passione per il Tuning
Raduno di auto modificate
*
Iscrizioni e dettagli nelle schede interne.
P.f. rispettare i termini d'iscrizione.
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a l cinema
Circolo del cinema Bellinzona
Cinema Forum 1+2
Circolo del cinema Locarno
Cinema Morettina
sab 27.9 ore 18.00
Cortometraggi Actif-Trafic
lun 29.9 ore 20.30
Cortometraggi Actif-Trafic
sab 4.10 ore 18.00
mar 7.10 ore 20.30
sab 11.10 ore 18.00
mar 14.10 ore 20.30
sab 18.10 ore 18.00
sab 25.10 ore 18.00
sab 8.11 ore 18.00
Badlands La rabbia giovane
di Terrence Malick, USA 1973
Il sorpasso
di Dino Risi, Italia 1962
American Graffiti
di George Lucas, USA 1973
The Goddess of 1967
La dea del 1967
di Clara Law, Australia 2000
Crash
di David Cronenberg, Canada 1996
Senza patente
di Bianca Conti-Rossini, Svizzera 2008
The Fast and the Furious
Fast and Furious
di Rob Cohen, USA 2001
ven 3.10 ore 20.30
ven 10.10 ore 20.30*
ven 17.10 ore 20.30*
ven 24.10 ore 20.30
lun 3.11 ore 20.30
Senza patente
di Bianca Conti-Rossini, Svizzera 2008
Duel
di Steven Spielberg, USA 1971
American Graffiti
di George Lucas, USA 1973
Rebel without a Cause
Gioventù bruciata
di Nicholas Ray, USA 1955
À bout de souffle
Fino all’ultimo respiro
di Jean-Luc Godard, Francia 1959
*
In collaborazione con GGL
Gruppo genitori locarnese
Entrata: fr. 10.- / 8.- / 6.-
www.cicibi.ch
www.cclocarno.ch
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La Mobilità che viene
Guido Viale
Guido Viale è economista e si occupa di politiche attive del lavoro in campo
ambientale. Ha svolto la sua attività nei campi dello sviluppo locale, della
cooperazione allo sviluppo, della gestione di rifiuti e della mobilità sostenibile.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il Sessantotto. Tra rivoluzione e restaurazione
(1978); Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà
(1994 e 2000); Tutti in taxi. Demonologia dell’automobile (1996); A casa.
Una storia irritante (2001); Governare i rifiuti (1999) e Vita e morte dell’automobile.
La mobilità che viene (2007).
L'automobile è da tempo la principale fonte del malessere
urbano. Aumenta le distanze, sospingendoci verso l'hinterland
per allontanarci dalla congestione; divora il nostro tempo
negli spostamenti e negli ingorghi; rende l'aria irrespirabile;
ci assorda con il rumore; contribuisce più di qualsiasi
altra fonte all'emissione di gas di serra; grava in misura pesante
sui nostri redditi e sui bilanci comunali; è un fattore di
isolamento per tutti e di discriminazione per le persone senza
auto o senza patente; distrugge la socialità, consegnando
al traffico e alla sosta strade, piazze e persino marciapiedi,
cioè lo spazio pubblico dell'incontro. Con il trasporto
flessibile (servizi a domanda e carsharing) tutto ciò può essere
evitato. Informatica e telecomunicazioni consentono
già oggi di garantire spostamenti porta-a-porta a costi economici,
sociali e ambientali molto inferiori a quelli che si pagano
con un'auto privata. Progettare il trasporto flessibile in
una società complessa richiede la partecipazione consapevole
e negoziata di molti soggetti: utenti, maestranze, amministrazioni,
imprese, enti, associazioni, tecnici, educatori.
giovedì 25 settembre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20:30
Visita al cimitero delle auto di Kaufdorf
nella Gürbetal
Un’escursione in car pooling
Tra Thun e Berna, nel bel mezzo della Gürbetal, si trova il piccolo paese di
Kaufdorf.
L’azienda di Franz Messerli fa parte dell’economia locale da diversi decenni.
La famiglia ha sempre commerciato in pezzi di ricambio d’automobili. Da qui
è nato il cimitero dove riposano in pace vetture “nate” tra gli anni ’30 e ’70
del secolo scorso.
L’azienda purtroppo non soddisfa più le esigenze in materia
di protezione dell’ambiente e dovrebbe scomparire entro il
mese di marzo del 2009. Un comitato per la salvaguardia
del cimitero sta facendo l’impossibile per salvare questo
ecosistema unico in Svizzera, patrimonio culturale che testimonia
la storia del riciclaggio, e opera d’arte vivente dove la
natura, lentamente ma inesorabilmente, sta prendendo
possesso delle spoglie delle automobili. Per rendersi conto
della grande suggestione del luogo vi invitiamo a consultare
il sito http://www.autofriedhof.ch/
La visita al cimitero dell’automobile è anche l’occasione per
sperimentare il car pooling. Ci si può iscrivere fino a martedì
23 settembre, mandando una nota a info@itemi.chcon
le seguenti indicazioni: nome e cognome, domicilio, numero
di telefono e indirizzo di posta elettronica, disponibilità a
trasportare quante persone oppure “sono senz’auto e
senza patente e cerco un passaggio” oppure telefonando
al seguente numero 091 814 15 01 (orari d’ufficio).Una volta
organizzati, ci daremo appuntamento per le 14:00 di domenica
28 settembre direttamente a Kaufdorf.
domenica 28 settembre Kaufdorf (Be) ore 14:00
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Ticino terra di piloti?
I piloti Max Massimo Beltrami, Ivan Jacoma, Philipp Peter e
Tiziano Riva dialogano con il giornalista Stefano Ferrando
(TSI)
Questi uomini - ci sono anche delle donne pilota?- racconteranno
della loro passione e di come un sogno è
diventato realtà.
L’incontro con piloti professionisti è anche un’occasione
preziosa per mettere l’accento su che cosa significhi velocità
e pericolo, ma anche senso di responsabilità e rispetto
del codice stradale. Correre sulle piste è un rischio, ma
pur sempre un rischio calcolato. Correre sulle strade può
invece diventare un azzardo che mette a repentaglio non
solo la propria vita, ma anche quella di altre persone.
Durante la serata verremo a sapere che tipo di relazione
intrattengono queste persone con la lentezza, con la natura,
con la lettura e con il senso dell’ineluttabile.
L’incontro è reso possibile grazie al sostegno finanziario e
logistico del Garage AMAG di Bellinzona. L’ACS Ticino ha
creato i contatti con i piloti.
mercoledì 1° ottobre Bellinzona, Garage AMAG, ore 20:30
Da strade di aperta campagna ad arterie di una
città diffusa
Sul Piano di Magadino con l’architetto e urbanista Fabio
Giacomazzi
Fabio Giacomazzi è architetto e urbanista. È attivo nella pianificazione locale
e regionale, nella progettazione urbanistica e nel management territoriale.
È membro di diverse associazioni professionali e presiede la Commissione
d’ammissione della Federazione svizzera degli urbanisti (FSU).
Dopo una breve introduzione sul territorio delle Bolle di
Magadino e sulla sua storia, percorreremo in autobus diverse
strade, che mostreranno le varie generazioni di infrastrutture
stradali susseguitesi nel corso dei decenni fra
l’800 e il ‘900 e della loro più recente trasformazione da
strade di aperta campagna ad arterie di una città diffusa.
Questa si sta sviluppando nei corridoi lungo le strade cantonali
con una funzionalità, una morfologia, una spazialità e
un linguaggio formale strettamente connessi con l’automobile
e la circolazione. Dalla piattaforma sulla sommità
della discarica del Pizzante, esamineremo la questione del
tracciato di una nuova strada di scorrimento attraverso il
Piano. A Camorino, accanto al cantiere AlpTransit, osserveremo
gli effetti sul territorio dello svincolo autostradale A2,
che ha trasformato questo sito in una tra le localizzazioni
più interessanti del Ticino per attività commerciali e di servizio.
L’escursione si concluderà verso le 17:00 con un aperitivo
presso l’azienda agricola Al Ramello a Contone.
Per iscriversi mandare una nota a info@itemi.ch oppure telefonare al seguente numero
091 814 15 01 (orari d’ufficio), al massimo 30 partecipanti.
sabato 4 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 13:15
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Wroooooomm. L’auto tra le pagine
Serata di lettura in collaborazione con la Casa del
Teatro
«(…) mandava dei respiri atletici e deliziosi a udirsi, Stefano stringeva voluttuosamente
il cerchio del volante, accarezzava la turgida pelle della leva del cambio,
il piede sull'acceleratore andava su e giù con la tenerezza di chi preme
amate carni.»
Dino Buzzati, Suicidio al parco, dalla raccolta Il Colombre (1966)
Protagonista o comparsa, l’automobile appare nelle opere
letterarie già dalla sua nascita. Inizialmente mito positivo e
progressista, strumento di autorità e di emancipazione,
mezzo di avventura e di conoscenza, nel corso del tempo,
l’auto diventa oggetto di vita quotidiana e inevitabilmente
anche le sue rappresentazioni letterarie subiscono trasformazioni.
Sempre molto presente nel nostro immaginario, il
mito deve però fare i conti con gli aspetti meno piacevoli
della motorizzazione: traffico, costi, inquinamento ecc.
Resoconti di viaggio, una delle prime poesie dedicate all’auto
del 1918, Raymond Carver e la sua macchina, il racconto
di Sebastiano Vassalli Un proprio parcheggio, visite ad abitacoli,
percorsi a tutta velocità, colonne, strade deserte, visioni
cyborg.
Lettori: Antoinette Werner e Stefano Barcella
giovedì 9 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20.30
MiniKabaret in collaborazione con tiKINÒ
Da venerdì 10 ottobre (ore 18.00) a domenica 12 ottobre 2008
Realizzare in 48 ore cortometraggi che ruotino attorno al tema
“l’automobile”. Questo lo scopo del miniKabaret, organizzato
in collaborazione con tiKINÒ alla Biblioteca cantonale
di Bellinzona. Un’officina cinematografica, una corsa di
cinema spontaneo, dove i partecipanti pensano, scrivono,
girano, montano e proiettano cortometraggi nello spazio di
un weekend. Per partecipare basta mandare una nota a ti-
KINÒ, info@tikino.ch, con specificato:- il vostro nome- il ruolo
o i diversi ruoli per i quali vi proponete (regista, collaudatore,
attore, montatore, musicista, meccanico...)- il materiale
che potete portare (videocamera, computer con stazione di
montaggio (specificare che programma), cavalletto, luci...)
Per maggiori informazioni, consultare il sito www.tikino.ch
(calendario)
tiKINÒ si propone di favorire l'espressione, la maturazione e la promozione di
cineasti ticinesi, stimolando la produzione e la distribuzione di cortometraggi.
Attraverso incontri mensili e l'organizzazione di eventi, l'associazione ha
creato uno spazio per chiunque, professionista e no, cerchi un’area di confronto
attorno alla creazione cinematografica. In quasi 4 anni sono stati prodotti
più di 150 corti no budget, visionabili sul sito www.tikino.ch Fate bene
con nulla, fate meglio con poco ma fatelo ora! Questo è il nostro motto.
tiKINÒ è nato nel 2004 e dal 2005 organizza cabaret internazionali (in collaborazione
con il Festival di Locarno) o locali (nel 2006 ad Arzo al Festival del
Racconto, nel 2007 a Losone a La Fabbrica, nel 2008 a Lugano al Museo
d’Arte,…)
domenica 12 ottobre proiezione dei cortometraggi. Bellinzona, Biblioteca cantonale,
ore 20.30
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La passione per il Tuning
Raduno di auto modificate
In collaborazione con Garage Caracing Tuning, Mezzovico e
Negozio Xtreme Tuning, Lugano
Vi sarà già capitato di imbattervi in un’automobile verniciata con
colori sgargianti, prese d’aria sul cofano, specchietti dal profilo particolare,
paraurti abbassati e dalla quale forse proviene una musica
che la fa sembrare una discoteca ambulante. Si tratta di tuning:
l'arte di modificare il proprio mezzo di trasporto, al fine di personalizzarlo
e renderlo unico. Le radici del moderno tuning si possono
trovare nelle pratiche in uso negli anni '60 con le Hot-Rod, le T-
bucket e le Lowrider per restare nel campo delle quattro ruote o,
in campo motociclistico, nei Chopper.
Le modifiche si dividono in diversi livelli a seconda della profondità
degli interventi e possono riguardare l'estetica, la meccanica e
l'audio. Per esempio, gli interventi estetici esterni sono quelli volti
a modificare la parte visibile del veicolo (lamierati, appendici supplementari
in vetroresina, cristalli, fari, luci varie, terminale di scarico
ecc.).
Il tuning viene da molti considerato come indice di corse clandestine,
violenza e aggressività. In realtà, come in molte manifestazioni
di gruppo, l'approccio dei singoli alla propria passione varia:
esistono tuner che sconfinano nell'illegalità e nella pericolosità e ci
sono quelli che rimangono nell'ambito della legalità, non partecipano
a corse clandestine, non fanno dell'infrangere le regole della
strada il centro della loro passione.
Corsa di automobiline a pulsante (Slot car)
Eldorado Slot Club di Bellinzona
L’Eldorado Slot Club è punto di ritrovo tra amici che hanno riscoperto
il piacere e la magia di far correre le automobiline in scala
1/32 sulle piste elettriche. La pista del club è una Carrera a 4 corsie.
Ne monteremo una simile nella corte interna della Biblioteca
cantonale di Bellinzona e chi vorrà potrà provare l’ebbrezza di una
corsa. L’invito è rivolto a tutti, in particolar modo alle famiglie.
Slot car è un termine inglese con cui si indicano modellini di automobili
progettate per correre su piste elettrificate. La sfida in questo
gioco consiste nel cercare di percorrere la pista il più velocemente
possibile evitando che l'automobilina perda aderenza ed
esca dal solco. La piste possono essere a due, quattro, sei o otto
corsie.
http://www.eldoradoslot.com/
Per informazioni telefonare a Giancarlo Rossi 079 421 22 88
Orari:
Sabato: 9:00-12:00 – 13:30-18:00
Domenica: 10:00-12:00 – 13:30-17:00
Non è necessario iscriversi, le gare verranno organizzate man mano che le
persone arriveranno.
sabato 11 e domenica 12 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale
Sabato 12 ottobre, nel pomeriggio, vi sarà la possibilità di vedere da vicino
le automobili modificate, parlare con i loro proprietari e conoscere meglio la
realtà del tuning.
sabato 11 ottobre Bellinzona, posteggio Biblioteca Cantonale, dalle ore 14 alle ore 18
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Lo spazio dell’automobile nel territorio
Trasporto privato, sviluppo degli insediamenti e pianificazione
territoriale in Ticino
Antonella Steib Neuenschwander, geografa, e Andrea Felicioni, architetto,
lavorano presso la Sezione dello sviluppo territoriale del Dipartimento
del territorio. Dal 2003 si occupano principalmente della revisione del Piano
direttore, lo strumento cantonale per governare e indirizzare le
trasformazioni territoriali.
L’automobile come oggetto del desiderio, come simbolo di
libertà individuale, ha un suo equivalente nella casetta unifamiliare.
Apparentemente contrapposti - movimento versus
radicamento - questi due desideri convivono in ognuno
di noi e la loro soddisfazione contribuisce a generare lo spazio
che ci circonda, caratterizzato dall’uso individualizzato e
poco parsimonioso dello spazio, una scarsa sensibilità per
la qualità dello spazio pubblico e la continua estensione
degli insediamenti.
La mobilità è uno dei principali motori dello sviluppo degli
insediamenti. La pianificazione del territorio ha il compito di
orientarne il disegno, anche attraverso la pianificazione dei
trasporti. Questo rapporto è tuttavia complesso e tutt’altro
che lineare poiché sono molteplici e spesso contrapposti gli
interessi in gioco.
A partire da un rapido sguardo all’evoluzione degli insediamenti
nel nostro Cantone, in relazione alla rete dei trasporti
(ferrovia e autostrada), i relatori affronteranno le specificità
dei diversi spazi funzionali (suburbano, periurbano ecc.)
illustrandone le caratteristiche. Dopo aver mostrato una
serie di situazioni caratteristiche del rapporto tra automobile
e insediamento (centri commerciali, aree residenziali
estensive ecc.) verranno presentate le proposte che
potrebbero - se coniugate con una nuova sensibilità verso il
valore dello spazio pubblico, sia da parte dei cittadini che dei
politici - contribuire a realizzare un territorio maggiormente
sostenibile. Tali proposte rappresentano gli indirizzi del
nuovo Piano direttore cantonale.
giovedì 16 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20:30
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Auto_LIBRICCINO_08.08.08.qxp 18/08/2008 16.34 Pagina 20
Il futuro dell’auto. L’auto del futuro
Raffaele Domeniconi e Lino Guzzella
Raffaele Domeniconi (1968). Diplomato in energia elettronica nel 1993.
Dal 2001 dirige il Centro di competenze per la mobilità sostenibile – infovel
(già progetto Cantonale VEL2) che promuove veicoli efficienti e soluzioni di
mobilità alternativa. Presidente di Citelec, associazione europea delle città
per l’auto elettrica e vicepresidente di e’mobile, associazione svizzera per la
promozione dei veicoli efficienti, è sovente chiamato in Svizzera e all’estero
per fare il punto sulle nuove tecnologie automobilistiche.
L’automobile oggi: benefici e ricadute negative.
Anche se la storia dell’automobile comincia con l’auto elettrica,
che alla fine dell’Ottocento infrangeva il “muro” dei
cento chilometri orari, è stata dominata, fino ai giorni nostri,
dalle automobili dotate di motore a scoppio. Dai tempi di
Ford ai giorni nostri, è aumentato il comfort, la sicurezza, è
migliorata l’economicità... Anche i problemi, purtroppo però,
si sono moltiplicati...L’industria automobilistica si sta
dando da fare, proponendo soluzioni alternative interessanti
e... ad alte prestazioni.
Lino Guzzella (1957). Diplomato in ingegneria meccanica al Politecnico
federale di Zurigo. Dopo aver conseguito il dottorato nel 1986, ha iniziato la
sua carriera professionale nel settore privato, collaborando con aziende
come Sulzer e Hilti. Nel 1993, ha ripreso il suo percorso accademico che lo
ha portato a conseguire il titolo di professore per la cattedra di termotronica
presso il Politecnico zurighese. Consulente per l’industria automobilistica
(Daimler&Chrysler, Robert-Bosch GmbH), ha ottenuto diversi premi e onorificenze,
tra cui, nel 2005, l’Energy Globe – World Award for Susthainability.
Che cosa può fare la scienza per l’auto di domani?
Applichiamo i principî fondamentali della fisica al mondo dell’auto:
massa, attriti... Efficienza dei motori... Dove è possibile arrivare
con le tecnologie oggi conosciute, in termini di consumi e prestazioni?
PAC CAR II, un’“automobile” che con un solo litro di benzina
può percorrere oltre 5000 chilometri rappresenta il confine attuale
del fattibile. Con questo progetto, il professor Guzzella e il
suo gruppo, hanno conquistato fama ed onori a livello mondiale.
Giovedì 16 ottobre Biasca, Centro professionale ore 15:00. Aperto a tutti
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Cruscotto selvaggio. Antropologia dell'automobile
Duccio Canestrini
Duccio Canestrini è antropologo, scrittore e conferenziere. Insegna Antropologia
del turismo al Master of Tourism Management e nel Corso di laurea
in Scienze del turismo al Campus di Lucca. Alternando ricerca e divulgazione,
per più di dieci anni ha viaggiato in tutti i continenti da inviato della
rivista geografica Airone. Ha lavorato nei campi del turismo responsabile e
della mediazione culturale. Principali pubblicazioni: La salamandra (1985);
Una penna tra i tamburi (1993); Turistario (1993); Il supplizio dei tritoni
(1994); Turpi tropici (1997); Lo spirito della quercia (2000); Trofei di viaggio
(2001); Andare a quel paese (2003); Non sparate sul turista (2004).
http://www.homoturisticus.com
L'automobile accompagna tutte le fasi della nostra vita. Non ce ne
accorgiamo più, ma è così. Se l'automobile, come diceva Mc Luhan,
è il "carapace" dell'uomo, il parabrezza è un monitor attraverso
cui vediamo il mondo.
Sulla e nella automobile nasce un folclore che non può essere trascurato
dalla nuova etnografia. Nell'abitacolo si cerca di riprodurre
le condizioni della nostra quotidianità. L'oggettistica che racchiude
testimonia il passaggio epocale dalla magia (vedi l'Albero magico)
alla tecnologia (lettori, monitor, computer, ecc.). Ma nonostante la
filosofia degli optional, alcuni orpelli resistono alla razionalità : cornetti
portafortuna, peluche appesi con ventosa, magneti laici e religiosi,
cani che muovono la testa, dadi penzolanti, bruchi di pannolenci,
adesivi sexy... storia delle meraviglie e delle metamorfosi
del buon vecchio carro.
giovedì 23 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20:30
Un continente a quattro ruote.
Automobile, società e ambiente in Europa
Federico Paolini
Federico Paolini è docente a contratto di Storia dell’ambiente presso la
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Siena. È membro dell’American
Society for Environmental History (ASEH) e dell’European Society for Environmental
History (ESEH). È autore dei volumi Storia del Sindacato ferrovieri
italiani 1943-1958 (1998); Il sindacato in ferrovia dal fascismo alle federazioni
dei trasporti (2000); L’esperienza politica di Oliviero Zuccarini (2003); Un
paese a quattro ruote. Automobili e società in Italia (Venezia, 2005); Storia
sociale dell’automobile in Italia (2007).
L’automobile non ha rappresentato soltanto un mezzo di locomozione
e un prodotto della tecnologia capace di rivoluzionare i trasporti
terrestri, ma è stata attrice della trasformazione sociale, simbolo, allo
stesso tempo, di libertà, indipendenza, benessere e progresso.
Dopo il 1950, ha contribuito ad accorciare le distanze fisiche anche
attraverso la creazione di una nuova simbologia che andò radicandosi
nell’immaginario collettivo, nel quale la modernizzazione assunse
le forme dei «bolidi» da corsa, delle utilitarie, dei viadotti e dei trafori
delle autostrade, delle ardite architetture stradali.
L’automobile, però, non ha modificato solamente la vita quotidiana.
Con l’avanzare della «rivoluzione del motore», infatti, anche lo spazio
fisico è mutato radicalmente. Lo stesso spazio urbano, inoltre, appariva
ridisegnato in funzione della nuova mobilità. Le modificazioni
ambientali indotte dall’automobile, poi, hanno posto problemi del
tutto nuovi: ambientali, territoriali e di salute pubblica.
Nonostante tutto l’auto continua a piacere: difficile affermare se per
la velocità e la potenza del motore, invece che per la confortevolezza
degli interni e il design delle carrozzerie o ancora per la comodità e la
flessibilità d’uso. Probabilmente per tutto questo insieme.
giovedì 30 ottobre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20:30
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Posizioni a confronto
L’Automobile club svizzero, l’Associazione traffico e ambiente,
l’Unione professionale svizzera dell’automobile e I Verdi
del Ticino mettono a confronto le loro idee sull’automobile
Il dibattito sull’automobile è sempre molto acceso. Da una parte si mette
l’accento sulla libertà individuale, dall’altra sul degrado ambientale. Studi indipendenti,
elaborati in tutto il mondo, concordano sul fatto che l’automobile
è una variabile importante del cambiamento climatico in atto. Ma di automobile
non si discute solo per questioni ambientali: l’economia, la pianificazione
territoriale, la salute pubblica e molte altre discipline sono letteralmente investite
da questo fenomeno. Sin dal primo dopoguerra l’automobile ha concorso
a creare un nuovo uomo e nuove società.
Per discutere di queste ed altre problematiche abbiamo invitato Renzo Papa
(direttore ACS Ticino), Werner Herger (segretario ATA - Si), Armando
Sonvico (responsabile della comunicazione dell’UPSA sezione Ticino) e
Sergio Savoia (coordinatore I Verdi del Ticino).
La tavola rotonda è posta alla fine di questo ciclo di conferenze e di attività
per cercare di fare il punto della situazione. Viste le posizioni spesso contrapposte
delle associazioni chiamate a dibattere, sarà interessante verificare
anche i punti di contatto tra idee diverse.
La tavola rotonda sarà moderata da Maurizio Canetta (responsabile
cultura TSI).
Noi siamo le auto
(uno specchietto statistico)
L’auto sono io
Che attraverso uno specchietto retrovisore si riesca (con un minimo di fatica)
a leggere le cifre della targa dell’automobile che sta dietro, è una cosa
che sa ogni persona sedutasi almeno una volta con le mani su un volante. Il
tentativo che facciamo nella sezione statistica del sito della rassegna è di
usare altri specchietti (tabelle, grafici) per visualizzare altre cifre, quelle che
ci permettono una prima messa a fuoco della realtà delle automobili (e, di riflesso,
di chi le usa). Con altrettanta minima fatica, pochi dati e una breve
guida alla loro lettura ci porteranno verso alcuni crocevia, pochi punti di riferimento
dai quali potrà ripartire chi volesse andare più lontano nella comprensione
di questo universo.
Due le dimensioni (tra le tante possibili) che sono state scelte. “Noi siamo le
auto” è la prima, una visione dall’alto del “popolo delle auto”, tante o poche di
numero, con le loro ripercussioni globali sull’economia, sul territorio, sull’ambiente
e sulla vita sociale. Nella seconda, dove “l’auto sono io”, si cercherà di
vederla non tanto come mezzo di trasporto, ma come mezzo di espressione:
l’espressione di un’individualità libera quanto lo permette il budget familiare.
www.itemi.ch
mercoledì 5 novembre Bellinzona, Biblioteca cantonale, ore 20:30
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Corso di fotografia in due scuole medie
con Giosanna Crivelli
Quale visione hanno i ragazzi del territorio in cui vivono? Che percezione hanno
della mobilità e dello spazio occupato dall’auto? E quale il loro rapporto
con l’automobile? Questi gli interrogativi che faranno da spunto al corso fotografico,
organizzato da Giosanna Crivelli in due Scuole Medie del Canton Ticino.
Sono state scelte due scuole che si trovano in luoghi molto diversi tra loro:
Stabio e Russo. Il primo con grossi problemi di traffico, l’altro periferico e
quindi non toccato dai problemi di viabilità.
L’idea è di proporre ai ragazzi giornate in cui possano osservare con occhio
critico lo spazio che li circonda e il rapporto uomo-auto. Dapprima verranno
svolte ricerche durante le lezioni (studio delle carte topografiche,delimitazione
delle zone in cui lavorare, approfondimento del tema), in seguito vi sarà
l’approccio al lavoro fotografico (che cosa e come fotografare, prove), poi le
uscite sul territorio, muniti di apparecchi fotografici e infine la visione e la
scelta delle fotografie. Inoltre agli studenti verrà chiesto di scattare foto alle
automobili come oggetto in sé: l’auto di famiglia, l’auto che sceglierebbero,
l’auto scassata ecc.
Le lezioni e gli incontri saranno coordinati da Sonia Rossi e Manuel Weiss,
per le Scuole Medie di Stabio e da Luciano Chiesa, per la Scuola Media di
Russo.
Giosanna Crivelli è fotografa indipendente, lavora nel campo del reportage e della fotografia
di paesaggio. http://www.fotolife.ch
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L’auto nel cinema
Cinema e automobile si possono praticamente considerare coetanei: quindi una
rassegna sull’auto nel cinema rischierebbe di essere interminabile. Ci sono generi
in cui l’auto assume lo statuto di un vero e proprio personaggio: a partire dalle
comiche del muto, passando per il noir metropolitano, il gangster film, il road
movie, fino ai film spettacolari sulle corse automobilistiche. L’automobile è mezzo
di trasporto, oggetto di culto, feticcio, luogo di incontri d’affari o sessuali, protesi
per ambizioni di potere e di velocità, responsabile del degrado ambientale.
Testimoniare di tutto questo con una decina di film è impresa titanica. Abbiamo
scelto, quindi, soprattutto dei film che ci piacessero e che, oltre ad illustrare le
diverse funzioni assunte dall’auto nel cinema, potessero essere visti o rivisti con
interesse, dal punto di vista antropologico, sociale, ma soprattutto cinematografico.
Fra gli innumerevoli road movie americani possibili abbiamo scelto
Badlands, il capolavoro d’esordio di quel regista anomalo che è Terrence Malick,
ironico e distaccato ritratto di una realtà provinciale banale e violenta. Il mondo
dei teenagers degli anni Sessanta (sempre americani, sempre di provincia) che
a bordo delle loro auto consumavano le proprie inquietudini sentimentali ed esistenziali
ci sembrava caratterizzato nel migliore dei modi da American Graffiti di
George Lucas. L’automobile come simbolo principale del boom economico italiano
è al centro de Il sorpasso del compianto Dino Risi, al pari di quanto lo sia il
suo istrionico proprietario interpretato da Vittorio Gassman; ed è veicolo di sfida
nel capolavoro di Nicholas Ray, Gioventù bruciata; di fuga e di esibizione nel filmculto
della Nouvelle Vague, À bout de souffle di Jean-Luc Godard. Tutto questo
per inquadrare un passato nel quale l’auto, lungi dall’essere demonizzata, era il
sogno di giovani e meno giovani. Oggi invece che le strade sono intasate e l’inquinamento
sembra non più darci scampo, che cosa può ancora condurre i nostri
desideri verso questo oggetto di consumo? Qualche risposta la si può trovare
nella fredda e lucida analisi del connubio tra sesso e meccanica condotta da
David Cronenberg in Crash; o in altri due film come The Goddess of 1967 di Clara
Law e Fast and Furious di Rob Cohen. Completano questo troppo breve programma
il film d’esordio di Steven Spielberg, Duel (dove il viaggio in automobile
si trasforma in incubo), i cortometraggi selezionati dall’associazione ecologista
Actif-Trafic e il documentario di Bianca Conti Rossini dedicato a chi la patente
non ce l’ha e proprio non vuol saperne di averla.
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13 cortometraggi sul tema automobile proposti
dall’associazione Actif-Trafic
Ever is Over All, di Pipilotti Rist, Svizzera 1997, 4’, senza dialogo.
Una giovane donna rompe con un fiore i parabrezza delle automobili parcheggiate.
The Best of Actif-Trafic, Svizzera 2000, 10’ 47’’, v.o. svizzero-tedesca.
Presentazione dell’iniziativa per ridurre il traffico stradale della metà, votata
nel 2000.
On a Wednesday Night in Tokyo, di Jan Verbeek, Germania 2004, 6’,
senza dialogo.
Una visione infernale dei trasporti pubblici giapponesi, come questi non
dovrebbero mai essere.
I’ve Been Looking for Freedom, di Anna Luif, Svizzera 2005, 0’ 47’’, senza
dialogo.
Un’abitante infastidita dal rumore del traffico ricorre a metodi di autodifesa
insoliti.
30 secondes en Suisse – 30 Sekunden Schweiz, di Chris Niemeyer e
H.C. Vogel, Svizzera 2005, 0’ 47’, senza dialogo.
The Break (Prestavka), di Vit Klusak, Repubblica ceca 2006, 6’ 29’, senza
dialogo.
La musica come mezzo di autodifesa contro l’incessante proliferazione del
traffico.
24 heures, di Albert Heiser, Germania 2002, 1’, senza dialogo.
Uno spot televisivo mostra una giornata media della vita di un’automobile…
Girl Power, di Per Carleson, Svezia 2004, 3’ 45’’, senza dialogo.
La piccola astuzia di un’anziana signora per trasportare la propria bicicletta
senza problemi.
Love Tricycle, di Andrei Goode, Australia 2003, 14’, senza dialogo.
Una bicicletta da uomo si innamora perdutamente di una bicicletta da donna.
Ma interviene un rivale accanito. Film che ha ricevuto diversi premi internazionali.
Delivery, di Till Nowak, Germania 2005, 8’ 42’’, senza dialogo.
Una storia surrealista sulla trasformazione del mondo…
L’expert, di Mike Huber, FFS, Svizzera 2005, 6’
Film distintosi al Festival internazionale del tram e del metro Cinérail 2006.
Not There Yet, di Jason Tammenagi, Irlanda 2004, 5’ 30’’, v.o. inglese.
Descrizione di un viaggio con diversi mezzi di trasporto in Irlanda.
Bus-Stop 99, di Reto Caffi, Svizzera 2000, 8’, senza dialogo.
Lunedì mattina alla fermata del bus in una grande città: sinfonia per cernieralampo,
container e attrezzi di cantiere. (Scheda dell’Associazione Actif-Trafic)
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BADLANDS. La rabbia giovane
di Terrence Malick, USA 1973
dvd, colore, v.o. st. it, 95’
Sceneggiatura: Terrence Malick; fotografia: Tak Fujimoto, Stevan Larner, Brian Probyn;
montaggio: Robert Estrin; musica: George Tipton; interpreti: Martin Sheen, Sissy Spacek,
Warren Oates, John Carter, Ramon Bieri, Alan Vint…; produzione: Terrence Malick.
Dopo aver ucciso il padre della sua ragazza Holly, l’ex spazzino Kit Carruthers
fugge con lei in automobile attraversando sud Dakota e Montana e lasciandosi
dietro una scia di sangue. La passione tra i due fuggiaschi (25 e 15 anni,
rispettivamente), se mai c’è stata, finisce in fretta: Holly assiste agli omicidi
con un misto di sbigottimento e indifferenza; Kit, per conto suo, uccide senza
odio e, per quanto si atteggi a James Dean, ostenta buone maniere e idee
conformiste.
Primo film girato da Malick, allora noto solo come sceneggiatore di Per una
manciata di soldi. La scelta di ambientare un noir negli spazi sconfinati delle
Badlands è di per sé vincente, ma la forza di Malick (che ha scritto la storia
ispirandosi a un fatto di cronaca, il caso Starkweather-Fugate) risiede soprattutto
nell’alternare distanza e partecipazione emotiva: la violenza (dal padre
di Holly che le uccide il cane per punizione, agli inutili omicidi di Kit) è filmata
senza nessuna adesione emotiva, ma raccontata con un senso dell’assurdo
che elimina qualsiasi compiacimento, così come manca, nei personaggi,
ogni traccia di facile ribellismo. L’uso della voce off di Holly, che racconta la
storia leggendo passi del suo diario, tende ad avvolgere gli eventi di un alone
favolistico e permette al regista di giocare con i cliché di quella cultura americana
– da Grant Wood a Norman Rockwell – che descrive la provincia come
“un paradiso perduto (o sonnolento) che rifiuterebbe la violenza” (Coursodon-Tavernier).
L’ironia, il surrealismo sottotono, l’assoluta mancanza di
retorica ne fanno uno dei film più insoliti e preziosi del cinema americano.
Malick compare nel ruolo dell’uomo che bussa alla porta di casa. (Mereghetti)
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IL SORPASSO
di Dino Risi, Italia 1962
35mm, bianco e nero, v.o. it., 108’
Sceneggiatura: Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari; fotografia: Alfio Contini; montaggio:
Maurizio Lucidi; musica: Riz Ortolani; interpreti: Vittorio Gassman, Jean-Louis
Trintignant, Catherine Spaak, Claudio Gora, Luciana Angiolillo, Luigi Zerbinati, Franca Polesello,
Linda Sini, Mila Stanic, Bruna Simionato, John Francis Lane, Annette Stroyberg;
produzione: Mario Cecchi Gori per Fair Film/Incei Film/Sandro.
In una Roma deserta per il Ferragosto, il trentaseienne cialtrone Bruno riesce
a convincere il timido studente Roberto a seguirlo sulla sua “Aurelia decappottabile
e supercompressa”, dandogli lezioni di edonismo spicciolo. Alla ricerca
di un tabaccaio o di un ristorante i due arrivano fino a Castiglioncello,
dove Bruno ritrova l’ex moglie Gianna e Lilli, la figlia sedicenne: il giorno dopo
vorrebbero andare fino a Viareggio, ma un incidente metterà tragicamente fine
a questo viaggio iniziatico.
Uno spaccato di grande precisione sociologica dell’Italia del boom, di cui Gassman
incarna con istrionismo tutti i difetti (l’euforia artificiale, la presunzione,
l’irresponsabilità, il vuoto di fondo) e i pochi pregi (la generosità, la disponibilità).
In un paese dove anche i burini si lasciano tentare dagli ancheggiamenti
del twist (la colonna sonora è una vera antologia dei motivi di moda, da Guarda
come dondolo, a Pinne fucile ed occhiali, a Quando quando quando, a Vecchio
frac, a St. Tropez Twist), dove “i frigoriferi intasano i tir e i tir le strade”,
Bruno Cortona si trasforma in una specie di “commesso viaggiatore spavaldamente
alle prese con l’inventario dei beni che il miracolo economico squaderna
alla vista dell’italiano rapito” (Brunetta) e che coerentemente chiede al timido
Roberto: “Non bevi, non fumi, non sai nemmanco guidare la macchina:
ma che te godi della vita, tu?”. La storia, però, ricca di molti dialoghi improvvisati
da Gassman durante le riprese, non risolve alcune ambiguità e il finale tragico
suona come una morale appiccicata a un elogio della strafottenza e dell’arte
di arrangiarsi. Snobbato dai critici all’uscita ma applauditissimo dal
pubblico, è diventato oggi un mito della critica di casa nostra. Il cugino Alfredo
è interpretato dal giornalista John Francis Lane; nella scena del ping pong, tra
il pubblico, si intravede il giovane Vittorio Cecchi Gori, ai tempi solo figlio del
produttore Mario. Una delle due turiste tedesche seguita al cimitero è Annette
Stroyberg, futura fidanzata di Gassman. (Mereghetti)
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DUEL
di Steven Spielberg, USA 1971
dvd, colore, v.o. st. it., 88’
Sceneggiatura: Richard Matheson, da un suo racconto; fotografia: Jack A. Marta; montaggio:
Frank Morris; musica: Billy Goldenberg; interpreti: Tennis Weawer, Jacqueline
Scott, Eddie Firestone, Lou Frizzell, Tim Herbert, Charles Seel, Shirley O’Hara; produzione:
Gorge Eckstein per MCA-TV.
Un camion insegue una macchina e, senza nessun motivo plausibile, cerca
di distruggerla assieme al suo autista fino all’epico scontro finale.
Un tv-movie che impose all’attenzione di tutti il ventriquatrenne Spielberg,
capace, con la sola forza della messinscena, di trasformare in una bella
metafora il tema della minaccia oscura di un mondo tecnologico, trasformando
il telefilm in una specie di duello mitologico fra l’uomo e il mostro contemporaneo,
novello Moby Dick o King Kong. La fortunata carriera del regista
spinse la Universal a distribuire nel 1983 il tv-movie anche nei cinema, in
un’edizione ampliata, dagli originali 73’ a 88’ (le scene aggiunte riguardano
soprattutto la moglie del protagonista. (Mereghetti)
SENZA PATENTE
di Bianca Conti Rossini, Svizzera 2008
dvd, colore, v.o. it., 52’
Sceneggiatura: Bianca Conti-Rossini; fotografia: Camilo Cienfuegos; montaggio: Dominique
Paris; suono: Remo Belli, Denis Séchaud; produzione: PCT cinéma-télévision SA.
In questo documentario vengono interrogate quattro persone (uomini e donne)
che vivono senza licenza di condurre. Perché non possiedono questo prezioso
documento, oggi quasi necessario come l’aria che si respira? Come riescono
ad organizzare la loro vita a partire da questo “handicap”? Attraverso
il loro vissuto, il film cerca di rispondere a queste domande. Al di là delle ragioni
soggettive dei protagonisti, si profilano delle problematiche più universali,
che concernono non solo l’individuo ma anche il funzionamento della nostra
società nel suo insieme nella sua evoluzione. (Catalogo delle Giornate di
Soletta 2008)
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AMERICAN GRAFFITI
di George Lucas, USA 1973
35mm, colore, v. it. st. f/t, 110’
Sceneggiatura: George Lucas, Gloria Katz, Willard Huyck; fotografia: Haskell Wexler; musica:
Kim Fowley, Karin Green; interpreti: Richard Dreyfuss, Ronnie Howard, Paul LeMat,
Charlie Martin Smith, Cindy Williams, Candy Clark, Joe Spano, Bo Hopkins, Harrison
Ford…; produzione: Francis Ford Coppola per Universal Picture/Lucasfilm.
L’ultima notte da liceali, nell’estate 1962, di quattro amici: Steve sembrerebbe
non avere problemi a lasciare la fidanzata per andare all’università; Curt invece
non è altrettanto interessato alla partenza perché vuole a tutti i costi rivedere
una ragazza; John si preoccupa solo della sua auto truccata; Terry cerca di nascondere
il proprio imbarazzo con le donne. Tra gli hit di Lupo Solitario, misterioso
dj che Curt riuscirà a conoscere, e le scorribande di un gruppo di rockers, i Faraoni,
le ore passano in fretta (quasi tutte a bordo delle rispettive automobili). Al
mattino le strade dei quattro amici divergeranno definitivamente e i destini di
ciascuno sono spiegati nelle didascalie finali.
Una commedia per teenager che, al di là dell’apparenza spensierata, affronta il
tema della dolorosa iniziazione alla vita adulta. La notte immaginata da Lucas,
che significativamente è retrodatata di dieci anni rispetto all’epoca della realizzazione
del film (in quel 1962 che precede di pochi mesi l’assassinio di Kennedy,
la guerra del Vietnam e la fine dell’American Dream), ha il valore di una vera e
propria linea d’ombra per i giovani protagonisti: il furto di una macchina, l’incendio
di un’altra, l’esperienza della violenza, gli incontri di coppia mancati sono i
primi segnali di turbamento di una vita provinciale che di solito scorre tranquilla.
La stessa inquietudine è avvertibile sul piano formale, nella struttura aneddotica
e disgregata, che non rappresenta soltanto un furbo adeguamento registico alle
modifiche percettive che la tv stava producendo sulla nuova generazione di
spettatori. L’impressione complessiva di fluidità e armonia è dovuta alla colonna
sonora praticamente ininterrotta (con tutti gli hit di quegli anni, Rock Around the
Clock, Only You, Smoke Gets in Your Eyes, Sixteen Candles) e alla figura del misterioso
Lupo Solitario, presenza “eterea” ed eufemizzante che veglia sui personaggi
proteggendoli con la musica dalle insidie rappresentate simbolicamente
dalla notte. Permeato da una sottile vena di romanticismo, American Graffiti ha
dato origine al filone nostalgia, sull’adolescenza e le illusioni perdute. Produzione
indipendente, curata da Coppola per la Lucasfilm. Con un seguito. (Mereghetti)
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THE GODDESS OF 1967. La dea del 1967
di Clara Law, Australia 2000
35mm, colore, v.o. st. f/t, 118’
Sceneggiatura: Clara Law, Eddie Fong; fotografia: Dion Beebe; montaggio: Kate
Williams; musica: Jen Anderson; interpreti: Rose Byrne, Rikiya Kurokawa, Nicholas
Hope, Elise McCredie; produzione: Eddie Fong, Peter Sainsbury per Still Life Picture.
Un collezionista d’auto giapponese vola in Australia per comprarsi la mitica
DS (“Déesse”, in francese, cioè la “Dea” del titolo). Ma trova i corpi massacrati
dei proprietari e inizia un viaggio on the road con una misteriosa ragazza
cieca, che sconta traumi fanatico-religiosi e pedofilo-incestuosi (mostrati in
flashback) e ritroverà il padre-padrone in una simbolica grotta.
Giunta ormai al suo decimo film, Clara Law è una regista che ha affinato, in
quindici anni di carriera, non solo la tecnica e lo stile, ma anche una profonda
sensibilità personale nei confronti di certi temi e certi luoghi particolarmente
congeniali alla sua modalità di racconto. Nata a Macao, cresciuta a Hong
Kong, educata a Londra, vissuta a New York, la regista è emigrata a Melbourne
e là vive dal 1995. Dopo aver realizzato film cinesi, hongkonghesi e di
produzione mista, dopo essersi dedicata a film minimalisti e realistici e a filmoni
in costume ambientati durante antiche dinastie, Law sembra aver trovato
ora un terreno favorevole in un percorso di ricerca nei territori dell’alienazione,
della distanza, dell’isolamento (…) Qui l’alienazione è percepita
come un’esperienza a doppio senso: si parte già da una condizione altra per
raggiungere un’ulteriore alterità. In questo scenario la Citroën DS, la Dea, rappresenta
un tramite indispensabile, è la navicella per poter esplorare questa
nuova realtà (…), è un “mito d’oggi” e nello stesso tempo partecipa della
condizione eterna della divinità. (Mereghetti e “Cineforum”, 403, aprile 2001)
REBEL WITHOUT A CAUSE Gioventù bruciata
di Nicholas Ray, USA 1955
35mm, colore, v.o. st. f/t, 111’
Sceneggiatura: Stewart Stern, Irving Shulman, da una storia originale di Nicholas Ray;
fotografia: Ernest Haller; montaggio: William Ziegler; musica: Leonard Rosenman; interpreti:
James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo, Jim Backus; Ann Doran, Corey Allen,
Dennis Hopper, Edward Platt, Staffi Sidney, Marietta Canty, Virginia Brissac, Beverly
Long, Ian Wolfe, Frank Mazzola, Robert Foulk, Jack Simmons, Tom Bernard, Nick Adams,
Jack Grinnage, Clifford Morris; produzione: David Weisbart per Warner Bros.
Figlio unico di buona famiglia, Jim Stark non avrebbe alcun motivo, agli occhi
dell’America calvinista degli anni Cinquanta, per ribellarsi al mondo degli
adulti. Bisognoso di autenticità, trova un amico nel tormentato e forse troppo
affezionato Plato, e conquista il cuore di Judy, la ragazza del capo di una
banda rivale. Dopo avere sfidato quest’ultimo nella “corsa del coniglio”
(perde chi salta fuori per primo da una macchina lanciata verso uno strapiombo),
si ritrova inseguito dai suoi compari e dalla polizia. E vedrà sfasciarsi
anche la famiglia alternativa che ha costruito.
Il film che, dopo La valle dell’Eden, impose definitivamente Dean come mito
di una generazione, è anche un saggio di regia, sempre funzionale alla messa
in scena drammatica: vedi l’uso espressionista del colore, la funzionalità del
formato panoramico (CinemaScope), il taglio obliquo di certe inquadrature, il
montaggio frenetico e l’audacia di certe soggettive. Sequenze come il dialogo
iniziale di Dean ubriaco col fiore, la “corsa del coniglio” o il finale tragico
sono entrate nella memoria del cinema. Un classico, allora in anticipo sui
tempi, che non ha smesso di emozionare. Battezzò una generazione di attori
che, Wood a parte, si bruciò in fretta: Dean morì il 30 settembre di quello
stesso anno e Mineo non si levò più di dosso il clichè del ribelle triste. Dennis
Hopper, nella parte di Goon, è al suo primo ruolo di qualche spicco. Ray compare
nell’ultima inquadratura. (Mereghetti)
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CRASH
di David Cronenberg, Canada 1966
35mm, colore, v.o. st. f/t, 98’
Sceneggiatura: David Cronenberg, dal romanzo omonimo di James G. Ballard; fotografia:
Peter Suschitzky; montaggio: Ronald Sanders; musica: Howard Shore; interpreti: James
Spader, Deborah Hunger, Alias Koteas, Holly Hunter, Rosanna Arcquette, Peter MacNeil,
Cheryl Swarts, Yolande Julian, Judah Katz; produzione: David Cronenberg, Jeremy Thomas,
Robert Lantos per Alliance Communications.
Grazie a un incidente d’auto quasi letale, il regista pubblicitario James Ballard
impara ad associare il piacere sessuale al rischio di morire su un’autostrada:
inizia una relazione con la dottoressa Helen Remington, che nello
scontro ha perduto il marito, coinvolge la moglie Catherine in complessi
scambi di coppia, e subisce il fascino del sinistro Vaughan, autore di ricostruzioni
live di celebri incidenti (James Dean, Jayne Mansfield), che arriverà a
mettere in pratica le sue teorie in cui la meccanica dell’automobile fa da raccordo
tra eros e thanatos.
Cronenberg trova nel romanzo di James G. Ballard pane per le proprie ossessioni:
la nascita di nuove forme di sessualità indotte dalla tecnologia, il rapporto
perverso e autodistruttivo tra eros e civiltà. Ma dai tempi del Demone
sotto la pelle non è cambiata solo la forma, allora sgangherata da B-movie,
oggi gelida e controllatissima, si è trasformato anche il suo cinema: ridotto a
un occhio tanto inflessibile (non ci nasconde niente) quanto privo di curiosità
(le ossessive carrellate laterali che girano intorno ai corpi negano per prima
cosa la libertà dello spettatore, impedendogli di allontanarsi o di avvicinarsi
alle cose). Come in un quadro di Bacon, la carne martoriata rende esplicito e
visibile il dramma nascosto che dilacera uomini e donne: un sogno di liberazione
attraverso il sesso che si rivolta contro chi lo insegue e che ci consegna
l’immagine di un mondo che può solo autodistruggersi. (Mereghetti)
À BOUT DE SOUFFLE Fino all’ultimo respiro
di Jean-Luc Godard, Francia 1959
35mm, bianco e nero, v.o. , 89’
Sceneggiatura: Jean-Luc Godard, da un soggetto di François Truffaut; supervisione tecnica:
Claude Chabrol; fotografia: Raoul Coutard; montaggio: Cucile Décugis, Lila Herman;
musica: Martial Solal e Mozart; interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg, Daniel
Boulanger, Jean-Pierre Melville, Liliale Robin, Henri-Jacques Huet, Van Doude, Claude
Mansard, Michel Fabre, Jean-Luc Godard, Jean Domarchi, Richard Calducci, Roger
Hanin, Jean-Louis Richard, André S. Labarthe…; produzione: Georges de Beauregard
per la Société Nouvelle de Cinéma, Parigi.
Breve e burrascosa storia d’amore, a Parigi, fra l’omicida di un poliziotto e
una studentessa americana, prima che lei si stufi e lo denunci.
Il film-bandiera della Nouvelle Vague, il manifesto del cinema che piaceva ai
giovani redattori dei Cahiers du cinéma: budget ridotto, pochi giorni di lavorazione,
riprese effettuate lontano dagli studi e nelle strade, in mezzo alla
gente, tanto amore per il poliziesco americano e per un linguaggio visivo lontano
dai moduli classici, fatto di sguardi in macchina e di un montaggio sconnesso,
di movimenti frenetici e di una narrazione dove è l’azione a essere
funzionale ai personaggi e ai loro slanci, e non viceversa. A tanti anni di
distanza, non ha perso nulla della sua carica espressiva. Né si può dimenticare,
in questa gemma prodotta dal binomio Godard (alla sua prima regia di
lungometraggio) e Truffaut (autore del soggetto), il contributo determinante
di un Belmondo in stato di grazia nella parte del gangster nevrotico e umorale.
Il regista Jean-Pierre Melville interpreta la parte di Pavulesco. Rifatto nel
1983 da Jim McBride (All’ultimo respiro). (Mereghetti)
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THE FAST AND THE FURIOUS Fast and Furious
di Rob Cohen, USA 2001
35mm, colore, v.o st f/t, 105’
Sceneggiatura: Gary Scott Thompson, Eric Bergquist, David Ayer, da un soggetto di Gary
Scott Thompson; fotografia: Ericson Core; montaggio: Peter Honess; musica: Sandy De
Crescent; interpreti: Paul Walker, Vin Diesel, Jordana Brewster, Michelle Rodriguez, Rick
Yune, Chad Lindberg, Johnny Strong, Ja Rule, Ted Levine…; produzione: Neal H. Moritz
per Universal Pictures.
Los Angeles: l’agente Brian O’Conner si infiltra nel mondo delle gare di accelerazione
(drag racing) alla ricerca di una banda che sta rapinando gli autotreni
sulle autostrade. Chi sarà il capo? Forse il carismatico Dominic Toretto che, ignaro,
prende Brian sotto la sua ala protettiva?
La sceneggiatura fonde Point/Break e Fuori in 60 secondi. Tra musica, rumore e
montaggio a raffica, l’assalto ai sensi dello spettatore viene portato a un nuovo
limite; mentre l’ideologia di fondo – fra vecchio moralismo, tocchi di razzismo e
nuova amoralità di sapore vagamente fascista (gli eroi sono al di sopra della
legge) – è emblematica della confusione dei tempi. È per questo che il film è
diseducativo, non perché alcuni ragazzini deficienti hanno emulato le imprese al
volante dei personaggi. Confezione professionale, appiglio spettacolare sicuro:
ma le automobili sono più espressive degli attori. Con due sequel: 2 Fast 2
Furious (2003) e The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006). (Mereghetti)
La maggior parte delle schede sui film nelle pagine seguenti
sono tratte (con qualche ritocco o qualche omissione) da
Il Mereghetti. Dizionario dei film 2008, Milano, Baldini Castaldi Dalai, 2007.
Negli altri casi si è indicata la fonte.
Per l’ottenimento delle copie e dei diritti si ringraziano:
- Association Actif-Trafic, Genève
- Cinémathèque Suisse, Lausanne
- Istituto cinematografico “La lanterna magica”, L’Aquila
- Universal Pictures International Switzerland, Zürich
- Trigon-film, Ennetbaden
- Columbus Film, Zürich
- Cac-Voltaire, Genève
- PCT Cinéma Télévision, Genève
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«Talvolta vi appaiono dei colori particolarmente austeri, invernali,
di bosco e di neve, che daccapo ti fanno pronunciare la
bella parola “pazienza”, che ti fanno pensare alla pazienza dei
vecchi contadini o a quella del monaco, con il suo saio bigio:
un silenzio simile a quello che regna sotto la neve o tra i muri
di calce di una cella. La pazienza che significa aver vissuto,
aver penato, aver “resistito”: con modestia, sopportazione, ma
senza rivolta, né indifferenza, né disperazione; come se, dentro
questa pazienza, si attendesse nonostante tutto una sorta di
arricchimento; quasi che la pazienza permettesse di impregnarsi
sordamente dell'unica luce che conta».
Edizioni Casagrande
www.edizionicasagrande.com
Philippe Jaccottet

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