Christian Elia - E - il mensile online
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Storie in fuorigioco<br />
e la vittoria era andata ai nazionalisti guidati da Tudjman. Il calcio è<br />
uno specchio della società e la partita, pochi giorni dopo <strong>il</strong> voto, diventa<br />
un’occasione per i tifosi croati di dare sfogo alle loro ambizioni<br />
indipendentiste contro <strong>il</strong> simbolo calcistico di Belgrado: la Stella Rossa.<br />
Il capo degli ultras belgradesi è un certo Zeljko Raznatovic. Un poco di<br />
buono che alla testa dei suoi fedelissimi, che ama chiamare Tigri, parte<br />
alla volta di Zagabria. Solo dopo diventerà noto in tutto <strong>il</strong> mondo con <strong>il</strong><br />
suo nome di battaglia: <strong>il</strong> comandante Arkan.<br />
Arkan, finito assassinato a Belgrado nel 2000, in un’intervista r<strong>il</strong>asciata<br />
nel 1994 ricorda così quel giorno: «Avevo previsto la guerra<br />
proprio dopo quella partita a Zagabria». Forse perché era lui stesso<br />
parte del meccanismo micidiale, nutrito di falsi sentimenti patriottici<br />
e di interessi <strong>il</strong>legali, che si scatenò nella ex Jugoslavia all’inizio degli<br />
anni Novanta. Fatto sta che Arkan e i suoi prima devastarono <strong>il</strong> treno<br />
per Zagabria, poi fecero a pezzi tutto quello che trovarono sulla strada<br />
per lo stadio. Nell’impianto i tifosi della Dinamo li attendono con cori<br />
violenti e offese anti serbe.<br />
E’ incredib<strong>il</strong>e pensare che solo dieci anni prima, <strong>il</strong> 4 maggio 1980,<br />
le stesse due squadre, in lacrime, sospesero la partita alla notizia<br />
della morte del maresciallo Tito. Si piangeva sugli spalti e sul terreno<br />
di gioco, cantando Druze Tito mi ti se kumeno, promessa eterna di<br />
fratellanza e unità.<br />
Quel giorno, a Zagabria, però, i sentimenti in campo erano fac<strong>il</strong>i da<br />
strumentalizzare. Lo speaker non ha ancora finito di leggere le formazioni<br />
che i tifosi serbi, al comando del loro “eroe”, sfondano le recinzioni<br />
e si avventano su tutto quello che riescono a distruggere nello<br />
stadio. I Bad Boys non si fanno pregare e attaccano. La polizia non sa<br />
che pesci pigliare. Cominciano i corpo a corpo in mezzo al campo, tra<br />
i tifosi compaiono anche alcuni giocatori. Uno di loro è Zvonimir Boban.<br />
Anche se ha solo 21 anni è <strong>il</strong> capitano della Dinamo, la stella della<br />
squadra, che davanti a sé ha una br<strong>il</strong>lante carriera in Italia. Prima, però,<br />
si butta nella mischia. I tifosi della Dinamo sfondano le recinzioni e si<br />
lanciano verso la curva opposta, i poliziotti tentano di evitare un massacro<br />
manganellando tutto quello che passa loro davanti.<br />
Compreso Boban. «Non ci vidi più. Mi avventai su un poliziotto e gli<br />
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