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1 - sociologo e direttore marketing italia donna impresa

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Un'azienda importante, la sua. Quanto c'è di Nadia<br />

Beani in tutto questo?<br />

Tanto, tantissimo. Tutto il cuore, la passione e l’energia di<br />

cui dispongo. Sto comunque trattando per farmi<br />

restituire dall’ azienda almeno qualche porzione della<br />

mia anima.<br />

C’è stata negli anni una occasione in cui lei abbia<br />

seriamente valutato di “ gettare la spugna” ?<br />

Si, una volta in particolare. È successo in un incontro con<br />

un dirigente di una grande azienda pubblica economica<br />

che mi accolse esordendo con un “io ritengo che l’unico<br />

ruolo compatibile con le donne sia quello di stare in<br />

cucina..” restai in silenzio, tanto era lo sconcerto per<br />

quella affermazione così indelicata operata nei miei<br />

confronti, quanto irriguardosa nei confronti di tutte le<br />

donne<br />

E la soddisfazione più grande in riferimento al suo<br />

percorso professionale?<br />

Le soddisfazioni sono state molte nel tempo. La più<br />

grande in assoluto è sapere che oggi il ruolo della <strong>donna</strong><br />

viene riconosciuto e rispettato alla stregua di quello<br />

dell’uomo, salvo rare eccezioni e comunque in ambiti<br />

circoscritti.<br />

Sorride silenziosa Nadia e risponde al telefono. Poi un<br />

tocco al mouse del computer per verificare un dato e<br />

torna di nuovo a raccontare e a raccontarsi in una<br />

stanza accogliente arredata con poltrone e divani a<br />

tinte pastello.<br />

Ma se non fosse diventata imprenditrice cose avrebbe<br />

voluto fare?<br />

La ricercatrice, ma poi gli eventi della vita mi hanno fatta<br />

approdare ad altre spiagge.<br />

Parliamo di donne, visto che lei le rappresenta in<br />

campo istituzionale. Fare <strong>impresa</strong>, per una <strong>donna</strong>, è<br />

più difficile?<br />

Ritengo che le difficoltà siano le medesime che<br />

incontrano i colleghi uomini nel fare <strong>impresa</strong>, con un<br />

distinguo, le donne hanno un ulteriore grande impegno<br />

storicamente assegnatole: la gestione della famiglia.<br />

Nonostante le trasformazioni sociali il carico familiare è<br />

ancora onere delle donne..Un vero sdoganamento di ruoli<br />

potrebbe essere operato attraverso la creazione e<br />

razionalizzazione di servizi di supporto alla famiglia:<br />

asili nido e scuole con orari flessibili e compatibili ai<br />

ritmi di lavoro aziendali.<br />

Coraggio e decisione, ingentilito dalla classe e dalla<br />

discrezione: la ricetta incarnata da Nadia Beani.<br />

Lavoro e vita privata: come ha conciliato queste due<br />

realtà?<br />

Praticamente sovrapponendole. Perfettamente conscia<br />

che il lavoro avrebbe fagocitato tutti gli altri spazi ho<br />

cercato di circondarmi di persone, il più possibile<br />

piacevoli, allacciando talvolta anche ottimi rapporti di<br />

amicizia spesso senza soluzione di continuità con il<br />

mondo del lavoro.<br />

Le donne hanno la fiducia in sé stesse necessaria per<br />

fare il salto di qualità nel mondo del lavoro ed essere<br />

imprenditrici di sé stesse?<br />

Questo è un problema atavico. Molto è stato fatto e molto<br />

è stato detto anche se osservo, con una certa<br />

preoccupazione, che noi donne siamo, probabilmente,<br />

andate troppo oltre e rischiamo di non essere più<br />

comprese. Adesso è forse giunto il momento di rallentare<br />

e se necessario, fermarsi e confrontarsi con serenità.<br />

Vizi e virtù del mondo femminile rispetto al lavoro?<br />

Il vizio più grande è forse quello di volere sempre<br />

privilegiare la ragione rispetto al sentimento, ritenendo<br />

così di riuscire a competere con l’universo maschile . La<br />

virtù è che non riuscendoci ci accontentiamo, o almeno<br />

cerchiamo, di conseguire un improbabile equilibrio tra<br />

cuore e raziocinio.<br />

L’ingresso delle donne nella vita lavorativa ?<br />

Avviene sempre più tardi, nel 60 per cento dei casi la<br />

scelta imprenditoriale matura tra i 30 e i 50 anni. I<br />

motivi sono molteplici e spesso concomitanti. Una elevata<br />

scolarizzazione delle donne ritarda l’ingresso nel mondo<br />

del lavoro e spesso viene privilegiata l’acquisizione di<br />

competenze specifiche, magari attraverso rapporti di<br />

lavoro dipendente, prima di intraprendere l’iniziativa<br />

imprenditoriale.<br />

Perché la maggior parte delle imprese al femminile è<br />

individuale?<br />

L’<strong>impresa</strong> individuale è caratterizzata da una minore<br />

capitalizzazione, riconducibile alla dimensione aziendale<br />

generalmente media e molto più spesso piccola. Si tratta<br />

di una caratteristica tutta <strong>italia</strong>na, con una<br />

estremizzazione verso la micro <strong>impresa</strong> quando riguarda<br />

la conduzione femminile. Gli elementi alla base di questo<br />

dato oggettivo possono ricondursi a motivazioni di tipo<br />

storico e sociologico; il ritardo di cui si diceva, con cui si<br />

entra nel mondo dell’<strong>impresa</strong>, il carico familiare che<br />

spesso costituisce una distrazione dall’obiettivo<br />

aziendale e fa essere molto caute ed oculate nelle spese e<br />

più razionali negli investimenti. Il tutto ci propone un<br />

ritratto della <strong>donna</strong> che intraprende, con una minore<br />

propensione al rischio rispetto agli omologhi maschili.<br />

Un consiglio alle donne che vogliono lanciarsi in<br />

un'avventura imprenditoriale?<br />

Se si ha una idea imprenditoriale credibile, portala avanti<br />

con tenacia ed entusiasmo. Il coraggio verrà compensato<br />

da grandi soddisfazioni.<br />

Qualcosa alla quale una <strong>donna</strong>, anche imprenditrice,<br />

non dovrebbe rinunciare mai?<br />

Alla propria femminilità. Siamo a volte troppo omologate<br />

ad un rigido modello di riferimento maschile che spesso<br />

ci siamo, addirittura, autoimposto.<br />

Quale aspetto dell’<strong>impresa</strong> è il più difficile?<br />

Ignorare il motto “gli affari sono affari”. Ritengo infatti<br />

che il “business” non possa essere utilizzato per<br />

giustificare soprusi. Al contrario, uno dei doveri sociali<br />

dell’<strong>impresa</strong> è di operare in modo etico e corretto.<br />

www.<strong>donna</strong><strong>impresa</strong>.com

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