rapporto 2000 - JRS - Jesuit Refugee Service
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ETIOPIA<br />
Un accordo di pace tra l’Etiopia e l’Eritrea, negoziato grazie alla<br />
mediazione dell’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA) e<br />
firmato a dicembre, ha messo fine a un conflitto sulle frontiere<br />
durato due anni e che ha causato morti, deportazione e<br />
sfollamento. Il conflitto fratricida era ricominciato nel 1998<br />
nonostante il fatto che le due nazioni fossero in preda a una<br />
carestia causata dalla siccità, che ha colpito otto dei 10 milioni di<br />
abitanti. Nonostante gli ostacoli affrontati dall’Etiopia, la guerra è<br />
terminata e il governo e le ONG sono state in grado di affrontare<br />
efficacemente la carestia, in particolar modo per ciò che<br />
concerne l’assistenza alle vittime. In Etiopia, ci sono 271.000<br />
rifugiati provenienti da più di 15 nazioni africane, soprattutto dal<br />
Sudan e dalla Somalia. Quest’anno, la popolazione sudanese<br />
rifugiata è cresciuta per i 10.000 nuovi arrivi, mentre il numero dei<br />
rifugiati somali è diminuito come risultato di rimpatri volontari.<br />
Direttore del <strong>JRS</strong> Etiopia<br />
Ozy Gonsalves SJ<br />
Progetti del <strong>JRS</strong> in Etiopia<br />
sostegno alle<br />
parrocchie<br />
integrazione<br />
centro comunitario<br />
ADDIS ABEBA Il programma in corso ha fornito assistenza a rifugiati e richiedenti asilo<br />
che cercavano di sopravvivere in città. Tra i servizi vi erano cure mediche, distribuzione di<br />
buoni pasto e assistenza finanziaria di sussistenza.<br />
Coordinatrice del progetto: Hanna Petros<br />
Beneficiari:<br />
1.774 rifugiati, 84% dei quali sudanesi<br />
KALITI, dintorni di Addis Abeba Il progetto è stato avviato quest’anno allo scopo di<br />
organizzare corsi di formazione e offrire capitali agli sfollati interni, per metterli nelle<br />
condizioni di poter tornare a casa o reintegrarsi altrove in Etiopia. I beneficiari sono stati<br />
gli sfollati della guerra terminata nel 1991 che vivevano in condizioni deplorevoli.<br />
Direttore del progetto: Abiy Alazar<br />
Beneficiari:<br />
283 famiglie<br />
ADDIS ABEBA Un centro per la comunità ha continuato a funzionare, con lo scopo di<br />
accrescere la fiducia dei rifugiati nelle proprie capacità. Tra i servizi vi sono attività per la<br />
produzione di reddito, un centro d’ascolto, supporto medico e assistenza d’emergenza.<br />
Erano inoltre disponibili una biblioteca, attività ricreative, corsi di lingue e musica.<br />
Tra i beneficiari:<br />
• in 244 hanno ricevuto assistenza medica o si sono rivolti al centro d’ascolto;<br />
• 30 bambini hanno frequentato un centro con attività diurne per corsi di studio;<br />
• in 70 hanno partecipato alle attività sportive e alla formazione;<br />
• 25 hanno beneficiato dei progetti per la produzione di reddito.<br />
Insieme a P. Tony Calleja SJ (programma pastorale del <strong>JRS</strong>), ci dirigiamo nel campo di<br />
Karago, Tanzania occidentale, dove celebrerà la Messa. Karago è un nuovo campo<br />
aperto solo un anno fa. La chiesa suscita il mio interesse perché, nella mia ultima<br />
visita, i lavori di costruzione erano appena iniziati e la gente preparava i mattoni di<br />
fango, li passava di mano in mano e li fissava al suolo. Ora è lì: nuova, grande e con il<br />
soffitto fatto di teloni di plastica. Tony dice di temere che sia troppo grande, ma si rivela<br />
essere già troppo piccola. Sembra essere la parrocchia di Tony, i visi delle persone si<br />
illuminano in sorrisi mentre lui stringe le loro mani in segno di pace. Credo che ci<br />
fossero non meno di 1.500 persone a seguire questa sola Messa.<br />
Stephen Power SJ, direttore del <strong>JRS</strong> Africa orientale<br />
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