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Page 1 1 Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore ...

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<strong>Redazione</strong> a <strong>cura</strong> <strong>del</strong> <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Soratte</strong> - <strong>Direttore</strong> responsabile: Francesco Zozi –e-mail: zoziFra@hotmail.com<br />

DISTRIBUZIONE GRATUITA – www.centrostudisoratte.com<br />

N. 143 – LUGLIO 2013<br />

Sant’Oreste – Portaladentro - trombette<br />

Dopo 35 anni di presenza a Sant’Oreste<br />

come Parroco, Don Guido lascia<br />

Sant’Oreste. Ricordiamo un arrivo turbolento<br />

ed un paese spaccato che riuscì col<br />

tempo e con i fatti a sanare. Per anni si dedicò ad opere<br />

di restauro, chiese e palazzo. Il restauro <strong>del</strong>la chiesa<br />

parrocchiale è l’ultima sua opera e la più importante<br />

nella storia <strong>del</strong>la chiesa stessa. Un ‘opera che lo farà<br />

ricordare, non solo come “muratore”. Sin dall’inizio<br />

molti gli sono stati vicino e con loro ha condiviso questi<br />

anni. Ha cercato sempre di far crescere questa comunità<br />

nella fede e nel suo impegno sociale e culturale,<br />

ricordiamo le sue numerose iniziative ed esperienze<br />

come quella <strong>del</strong>la presenza dei bambini <strong>del</strong>la Bielorussia.<br />

Sant’Oreste ricorderà i 35 anni di presenza in paese<br />

perché forieri di novità, non ultima la sua gestione<br />

<strong>del</strong> <strong>Soratte</strong>, qualche anno dopo la presenza di Padre<br />

Antonio, a cui si deve una ricostruzione <strong>del</strong> monastero.<br />

Speriamo che Don Guido non dimentichi questo paese.<br />

Francesco Zozi<br />

* * *<br />

Serata di socializzazione con musiche,<br />

balli, pensieri, poesie ed assaggi di piatti<br />

tipici. La Comunità Rumena di Sant’Oreste<br />

in collaborazione con la Proloco organizza<br />

la festa che si terrà Sabato 29 Giugno 2013 in Piazza<br />

Cavalieri Caccia alle ore 20.00.<br />

Comunitatea romaneasca din Sant’Oreste, in colaborare<br />

cu Asociatia Proloco organizeaza o seara de socializare<br />

cu muzica, dans, ganduri, poezie si degustari de<br />

preparate tipice Romanesti<br />

Un anno ricco di iniziative e mostre quello<br />

<strong>del</strong>le sale espositive <strong>del</strong> museo naturalistico<br />

<strong>del</strong> <strong>Soratte</strong> gestite dalla Proloco di<br />

Sant’Oreste. Si sono avvicendati laboratori<br />

di scultura, di restauro e molti artisti che<br />

hanno scelto di esporre le loro opere in questo splendido<br />

contesto. Ricordiamo la rassegna internazionale<br />

“mail-art”, la personale di Marianna Mariotti, i “millenari”<br />

di Cignetti e da ultimo Symbolum <strong>del</strong> Ghatta Group<br />

con il patrocinio <strong>del</strong>la Regione, <strong>del</strong>la Provincia e <strong>del</strong><br />

Comune di Sant’Oreste. Dopo il successo <strong>del</strong> restauro<br />

<strong>del</strong> tondo raffigurante “Madonna”, la Proloco ha annunciato<br />

l’inizio dei lavori anche per riportare<br />

all’originale splendore il secondo tondo con San Giuseppe<br />

e Bambino. Le sale espositive presto daranno<br />

spazio ad una rassegna artistica (mail-art) dedicata a<br />

Pinocchio e ad una mostra di pittura <strong>cura</strong>ta da sedici<br />

artisti internazionali.<br />

* * *<br />

Castelnuovo di Porto figura tra i comuni<br />

“ricicloni” che in provincia di Roma hanno<br />

superato l’obiettivo minimo <strong>del</strong> 65% di raccolta<br />

differenziata, raggiungendo addirittura<br />

il 79%. L’indagine promossa da Legambiente premia<br />

il Sindaco Stefoni con il quale ci congratuliamo, e<br />

noi aspettiamo il nostro turno.<br />

* * *<br />

Ricordiamo Innocenzo Abballe nel primo anniversario<br />

di morte con una poesia di William Sersanti.<br />

COSÌ<br />

Rimiro le volute immacolate<br />

che formano le nuvole silenti<br />

Foriere d’una nuova e greve estate:<br />

in esse vedo pecore ed armenti.<br />

E a un anno dalla cruda dipartita<br />

ridesto un tempo intriso di colore.<br />

Di quanto tu, Innocenzo, ancora in vita,<br />

narravi a me <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> pastore.<br />

Così ti voglio sempre ricordare,<br />

Così come una fulgida conchiglia<br />

che impreziosisce il lido di un bel mare<br />

tra le cui onde c’è la tua famiglia.<br />

1


Il Fiume, i Polverini, i<br />

Saletti, luoghi che<br />

ricorrono sempre nei<br />

ricordi di tanti santorestesi,<br />

giovani e<br />

meno giovani. Ricordi<br />

che possono essere<br />

belli, oppure<br />

drammatici, che riportano<br />

agli anni <strong>del</strong>la giovinezza ed alle prime avventure.<br />

Dalla poesia di Giovanna è scaturito un dibattito<br />

che, se i lettori, vorranno, potranno integrare ed approfondire.(ndr)<br />

I SALETTI<br />

di Giovanna Balerna<br />

Una volta nei Saletti vi pascolava molto bestiame.<br />

Sempre mio madre raccontava che, prima <strong>del</strong>l’alba,<br />

doveva stare lì a portare al pascolo il bestiame.<br />

Tante volte, anche la notte, dormiva<br />

all’aperto, in letti di paglia improvvisati,<br />

perché la mattina doveva svegliarsi presto,<br />

per andare a lavorare con le mucche.<br />

Adesso, i Saletti non li riconosci più:<br />

è sorto anche lì un outlet, con tanti negozi, bar<br />

e tanti giochi, con le piazze grandi,<br />

da far girar la testa, e tante strade intorno.<br />

Gente che parte, altra che arriva: sembra il finimondo.<br />

Non so se, potendo ritornare mio padre, si ritroverà<br />

bene come ai suoi tempi, quando,<br />

in quel posto, c’era solo il suo bestiame.<br />

IL POLVERINO DEI SANTORESTESI<br />

Oreste Malatesta<br />

Nelle guide turistiche su Sant’Oreste si evidenziano<br />

la bellezze <strong>del</strong> <strong>Soratte</strong>, <strong>del</strong> suo panorama e<br />

<strong>del</strong>la sua posizione unica. Nessuno, invece, fa cenno<br />

ad un’altra preziosa risorsa paesaggistica, presente<br />

nel nostro territorio: il fiume Tevere. Un mese fa, invece<br />

di prendere l’autostrada A1, mi sono avventurato<br />

per una stradina dei Saletti: volevo andare a vedere le<br />

rive <strong>del</strong> fiume più famoso <strong>del</strong>l’antichità, che non avevo<br />

mai visitato in quella parte che scorre sulla terra <strong>del</strong><br />

<strong>Soratte</strong>. Ad un certo punto ho chiesto a due signore<br />

anziane, che vi stavano passeggiando, se quella fosse<br />

la strada giusta. Una di esse mi ha risposto che stavo<br />

proprio sulla via che porta al Polverino dei Santorestesi.<br />

Detto con una certa enfatizzata sottolineatura, ho<br />

pensato che la signora volesse manifestare il suo orgoglio<br />

di essere Santorestese. Invece non lo era; anzi<br />

l’accento <strong>del</strong> suo parlare sembrava quello tipico <strong>del</strong>la<br />

gente di Ponzano Romano. Arrivato sul luogo ho capito<br />

perché tanti miei amici e parenti vanno in quella località<br />

<strong>del</strong> Tevere, a trascorrere qualche attimo <strong>del</strong> loro<br />

tempo libero: è proprio un bel posto! Quel giorno il fiume<br />

era gonfio, a causa <strong>del</strong>le abbondanti piogge. Mi<br />

sono messo a guardare, in silenzio, le acque gialle che<br />

scorrevano veloci, con i caratteristici mulinelli, e che<br />

portavano, ogni tanto, un ramo staccatosi da qualche<br />

albero lontano. In quel punto, il Tevere fa una curva<br />

che gli impone di restringere il suo alveo, dopo aver<br />

creato, prima, un allargamento. Per questa conformazione<br />

idrogeologica, mentre la sponda sabina (di Stimigliano)<br />

<strong>del</strong> fiume è alta e senza spiaggia, quella santorestese,<br />

invece, ha un ampio e lungo arenile, a cui si<br />

accede da una grande spianata, un bel luogo per fare<br />

il pic nic. Quello deve esser un punto ideale anche per<br />

pescare. Infatti, sulla spiaggia, in quel momento, c’era<br />

un ragazzo che stava preparando diverse canne per la<br />

sua pesca. Non mi sono avvicinato troppo alla sponda<br />

<strong>del</strong> fiume, non solo per non disturbare il giovane pescatore,<br />

ma, soprattutto, perché ho avuto paura. Mi è<br />

tornata alla mente la tragedia di due compagni <strong>del</strong>la<br />

mia adolescenza, Torindo e Sergio, morti 40 anni fa,<br />

inghiottiti dai mulinelli <strong>del</strong> Tevere, mentre stavano pescando.<br />

Forse essi morirono proprio in quel tratto di<br />

spiaggia, mentre erano seduti nell’attesa che i pesci<br />

abboccassero all’amo <strong>del</strong>le loro canne. La loro tragedia<br />

fu causata dalle correnti più basse <strong>del</strong> fiume, che<br />

avevano eroso e fatto franare, portandosela via, proprio<br />

quella lingua di terra, su cui essi si erano appostati.<br />

Ho girato un po’ e, purtroppo, ho constatato che, in<br />

alcuni tratti, quel luogo è stato trasformato in una discarica<br />

a cielo aperto: tra i tanti rifiuti ho notato persino<br />

uno scheletro di barcone di una decina di metri, abbandonato<br />

tra gli arbusti cresciuti sulla riva, Allora mi è<br />

tornata in mente la signora anziana, che mi aveva indicato<br />

la strada. Alla luce <strong>del</strong>le cose che ho visto, la sua<br />

espressione accentuata “il Polverino dei Santorestesi”,<br />

non mi è più sembrata, come ho detto all’inizio, una<br />

manifestazione di orgoglio, ma di esplicito un rimprovero,<br />

quasi per dire che l’incuria di quel luogo dipende<br />

dai Santorestesi. Quest’estate tornerò si<strong>cura</strong>mente a<br />

visitare il Polverino. Spero di tornarci insieme a qualche<br />

volenteroso per ripulire il luogo, per renderlo accogliente,<br />

vivibile e frequentabile, così che le guide turistiche<br />

di Sant’Oreste possano presentare anche questa<br />

bellezza e tutti noi possiamo tornare a dire, con<br />

orgoglio, il Polverino dei Santorestesi.<br />

***<br />

Caro Oreste, io sono stato, per anni, un assiduo frequentatore<br />

<strong>del</strong> Polverino dei Santorestesi e di tutte le<br />

spiaggette attigue: roba esclusiva per VIS (Very Important<br />

Santorestesi) e non VES (Very Exported Santorestesi)<br />

come te. Pensa che al Polverino “me cci so fattu<br />

u bagnu armenu venti voti ... ma mi so sarvatu, nun<br />

tantu dai mulinelli che so pericolosi, quantu dai veleni<br />

<strong>del</strong>l’acqua”. Comunque, c'è un aspetto che non tieni in<br />

considerazione e che solo chi frequenta assiduamente<br />

il fiume conosce bene. E’ un po' come sul Monte Bianco:<br />

ogni tanto passa un evento catastrofico, ma naturalissimo<br />

e sfascia tutto! Purtroppo le piene <strong>del</strong> Tevere<br />

sono spesso regolate dalle dighe a monte di Gallese e<br />

di Corbara, che, per salvare Roma, allagano tutti i nostri<br />

Saletti. Alcuni anni fa, con i miei amici, abbiamo<br />

addirittura costruito, nel Polverino dei santorestesi un<br />

casaletto in legno (facevo architettura e mi fingevo architetto,<br />

mentre u Cuccu, cioè Giammaria, era diplomato<br />

in agraria e <strong>del</strong> legno si intendeva). Questo casaletto<br />

è stato spazzato via due volte dalle piene <strong>del</strong> Tevere:<br />

una volta lo abbiamo costruito, rialzato, come<br />

una palafitta: ha retto per le piene di due anni, ma al<br />

terzo anno una nuova piena ha sfasciato anche quello.<br />

Insomma, nonostante tutti i trucchi, il fiume si portava<br />

via sempre tutto. E quello che tu ritieni uno scheletro di<br />

barcone abbandonato è un approdo, che è stato scardinato<br />

dalle piene <strong>del</strong> Tevere di quest’anno. Capisco<br />

che certe cose le confondi perché nun si archibugiu<br />

cum’e me! Con gli amici avevamo <strong>cura</strong>to un bellissimo


orto al polverino: i ravanelli bastava solo seminarli, così<br />

come l'insalata, e tutto cresceva rigogliosissimo. Ma<br />

se pioveva e il fiume si ingrossava, al posto dei piedi<br />

d'insalata trovavamo scarpe vecchie e bottiglie di vetro<br />

o di plastica: purtroppo la vera discarica a cielo aperto<br />

è il Tevere che trasporta incontrollati rifiuti, non il Polverino.<br />

Perciò parlare di pulizia <strong>del</strong> fiume è difficile: è<br />

una attività che va fatta con professionalità ed il tuo<br />

apprezzabile spirito di collaborazione può essere utile,<br />

se ben coordinato da chi conosce la materia. Altrimenti<br />

rischiate di farvi male. So che Michelettu (Michele Fioretti)<br />

col figlio ultimamente (a settembre e ottobre), debitamente<br />

autorizzati, hanno investito diversi soldi per<br />

allestire, nel Polverino, strutture di accoglienza, tipo<br />

passerelle, approdi, staccionate sulle passeggiate ed<br />

un chioschetto, ma la piena di quest'anno (che è arrivata<br />

a 8 metri di altezza) s’è portata via tutto, anche<br />

l’investimento in strutture che sono andate perdute. Il<br />

Polverino non è un posto normale e, quando il fiume<br />

esonda, spacca tutto. Il tuo articolo è un po' romanticone<br />

e ti ho proposto queste mie riflessioni per farti<br />

capire come stanno i fatti e fornirti qualche elemento<br />

per una più corretta rappresentazione <strong>del</strong>la realtà.<br />

Gregory Paolucci<br />

***<br />

Caro Gregory, le tue preziose considerazioni permettono<br />

di chiarire molti aspetti che io (VES - Very Exported<br />

Santorestese) ignoravo e che, in effetti, non avevo<br />

considerato. Grazie. Oreste<br />

Il Parroco confida al Medico: “Vede dottore, quel campo<br />

là mi rende molto”. “Sia sincero signor Parroco –<br />

risponde il Medico – quello là (indicando il cimitero) le<br />

rende di più”.<br />

“Si, è vero: grazie a lei, dottore”.<br />

* * *<br />

Un medico apprezzato nel paese è chiamato al capezzale<br />

di un malato poverissimo. Commosso, dopo la<br />

visita, non chiede di essere pagato, anzi fa scivolare<br />

nella mano <strong>del</strong>la moglie un biglietto da € 100.<br />

Dopo qualche giorno torna dal malato povero e gli<br />

chiede: “Va meglio? I pochi soldi che vi ho lasciato vi<br />

sono stati utili?”<br />

“Tantissimo dottore: sto meglio perché i suoi soldi mi<br />

hanno permesso di farmi visitare da un altro medico”.<br />

* * *<br />

NOTIZIARIO - GRAFFITI EXTRA-METROPOLITANI<br />

- Ci segnalano le cattive condizioni <strong>del</strong> pavimento<br />

in legno <strong>del</strong>l’anfiteatro nella Riserva.<br />

Un’opera che merita una manutenzione ordinaria,<br />

soprattutto in vista <strong>del</strong>la stagione estiva;<br />

- Poca <strong>cura</strong> all’arredo urbano ed alle strade <strong>del</strong> Paese<br />

che segnaliamo all’Assessore ai Lavori Pubblici per un<br />

pronto intervento.<br />

- A cielo aperto: munnezzari, e .. buce!<br />

RUBRICA RELIGIOSA: LA POVERTÀ DELLA<br />

CARNE DI CRISTO<br />

A <strong>cura</strong> di Oreste Malatesta<br />

Fa male al cuore dirlo: oggi, trovare un barbone morto<br />

di freddo non è notizia. Oggi è notizia, forse, uno<br />

scandalo. Uno scandalo: ah, quello è notizia! Oggi,<br />

pensare che tanti bambini non hanno da mangiare non<br />

è notizia …. se gli investimenti nelle banche calano un<br />

po’: tragedia! come si fa? Ma se muoiono di fame le<br />

persone, se non hanno da mangiare, se non hanno<br />

salute, non fa niente! Questa è la nostra crisi di oggi! E<br />

la testimonianza di una Chiesa povera per i poveri va<br />

contro questa mentalità. Noi non possiamo restare<br />

tranquilli! Noi non possiamo diventare cristiani inamidati,<br />

quei cristiani troppo educati, che parlano di cose<br />

teologiche mentre prendono il tè, tranquilli. Questo è il<br />

problema: la carne di Cristo, toccare la carne di Cristo,<br />

prendere su di noi questo dolore per i poveri. La povertà,<br />

per noi cristiani, non è una categoria sociologica o<br />

filosofica o culturale: no, è una categoria teologale.<br />

Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio<br />

di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare<br />

con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la<br />

povertà <strong>del</strong>la carne di Cristo … Una Chiesa povera per<br />

i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo.<br />

Papa Francesco, Veglia di Pentecoste, 19 maggio<br />

2013.<br />

- Nasce “Sant’Oreste in movimento” che si presenta<br />

con un manifesto dove spiega i suoi obiettivi.<br />

- A proposito <strong>del</strong>la Madonnina a Portavalle, sotto le<br />

poste, dobbiamo ricordare che oltre ai commercianti<br />

hanno contribuito tante altre persone.<br />

- Vignola nel corso de "il tempo di ciliege" ha rinnovato<br />

il gemellaggio con Sant’Oreste il quale ha contribuito<br />

piantando due piante di Sirole nel parco <strong>del</strong>le città gemellate.<br />

EFFEMERIDE<br />

Morti: Sersanti Giuseppe (69). E’ scomparso<br />

un amico un devoto alla Madonna<br />

di Maggio, “Peppone”. Di Peppone ricordiamo<br />

il suo impegno attivo nella preparazione <strong>del</strong>la<br />

festa, dalla cerca alla preparazione<br />

dei moccoletti per i lampioncini. Lo<br />

ricordiamo al pranzo <strong>del</strong>la festa, le<br />

sue battute scherzose, il suo buon<br />

umore anche quando, durante una<br />

cerca cadde e lo accompagnai<br />

all’ospedale. Ciao (FZ)<br />

Lina Bartoli (86). Ai familiari le nostre sentite condoglianze.<br />

Al nipote William, nostro collaboratore tutta la<br />

nostra comprensione.<br />

Cursi Quartino (95).<br />

UMORISMO EXTRA-METROPOLITANO<br />

3


IL LAMENTO DEL PASTORE<br />

di Abballe Innocenzo<br />

Di certo il mestiere è nobile ed antico,<br />

ma da tutti viene scansato.<br />

E per risollevarlo nessuno muove un dito.<br />

Fra pendolari, impiegati e quelli <strong>del</strong>l’edilizia,<br />

vorrebbero cancellare la pastorizia.<br />

Ma quando a Natale e Pasqua mangiamo l’agnello,<br />

e gustare il formaggio genuino,<br />

non si chiedono quanta fatica e stenti,<br />

per produrlo il contadino.<br />

Quando spunta l’alba,<br />

e l’aurora risplende per tutta la natura,<br />

il pastore è pronto<br />

e presta al suo gregge la prima <strong>cura</strong>.<br />

COMPAGNA LUNA<br />

Gabriele Sacchi<br />

“Compagna luna..” da sempre idolatrata: gli Egizi ti<br />

adoravano, i Greci ti pregavano, i Romani costruivano<br />

statue per te, gli uomini medievali ti temevano. “Compagna<br />

luna..” sei sempre stata nella testa e nel cuore<br />

di ogni uomo, fonte di ispirazione per poeti, scrittori e<br />

musicisti. “Compagna luna..” mamma consolatrice dei<br />

fanciulli che temono la notte; culla per zingari, vagabondi<br />

e bestie feroci; regina dei cantautori. “Compagna<br />

luna..” invidiata dai romantici, osannata dagli Dei, donna<br />

vogliosa per i marinai, fonte di progresso per l'uomo<br />

moderno. “Compagna luna..” tutto questo tu sei per gli<br />

uomini, gli uomini liberi. A me piace chiamarti semplicemente<br />

compagna, compagna dei miei sogni nelle<br />

calde notti estive, per questo ti voglio parlare. E allora<br />

tu, con la pazienza che da sempre hai avuto, mettiti lì,<br />

ritagliati un angoletto di cielo e ascoltami: ”C’è una<br />

donna in questo mondo, una donnaccia che porta fame<br />

e distruzione, paura, dolore, è la guerra, amata e<br />

odiata al tempo stesso. Nessuno confessa di volerla,<br />

eppure esiste da quando esiste l'uomo. La guerra è<br />

donna, come donna è la lotta, la lotta per la libertà, la<br />

lotta per toglierci dai potenti, la lotta per i nostri diritti, la<br />

lotta per uscire da questo non luogo ed entrare in un<br />

luogo, farsi luogo, apparire al mondo, prendere in<br />

braccio i bambini, vedere il mondo al di fuori di questi<br />

vetri. Insomma, la guerra è donna, come donna è la<br />

vita; donna come te, signora luna. Verrà il giorno, però,<br />

in cui la malefica signora sarà stanca, stanca di far<br />

male, stanca <strong>del</strong>la morte, stanca degli uomini.. Quegli<br />

uomini che ogni giorno tolgono la libertà, la speranza,<br />

la gioia, l'allegria, parti essenziali <strong>del</strong>l’essere donna. In<br />

quel giorno l’ uomo tornerà a sognare e il sogno sarà<br />

desiderio. Allora cercherà essa stessa un uomo, per<br />

cacciare le sue donne lacrime: vorrà l’uomo sorriso per<br />

ritrovare la vita!!”<br />

“Sono stanca, stanca <strong>del</strong>la guerra ormai, al lavoro di<br />

un tempo tornerei, ad un vestito da sposa, ad un qualcosa<br />

di bianco, per nascondere questa mia vocazione<br />

al trionfo e al pianto.” (Cit. Fabrizio De Andrè, Giovanna<br />

d’arco, traduzione Leonard Cohen)<br />

Tempo fa lessi sui giornali che, a distanza di anni dal<br />

viaggio <strong>del</strong>l’uomo sulla luna, qualche scienziato metteva<br />

ora in dubbio l’avvenuto viaggio. Mi ritorna il pensiero<br />

ai giorni <strong>del</strong>la conquista, alle discussioni nei bar, alle<br />

varie congetture per un evento lontano vissuto solo<br />

come fatto di cronaca, allo scetticismo dei più anziani.<br />

Ed ogni tanto alzando gli occhi al cielo poteva sconvolgere<br />

il pensare che lassù ora c’era un intruso. Aveva<br />

un nome e cognome. Lo avevamo visto dalle immagini;<br />

era stato lui. Ma gli ostinati, legati alla tradizione<br />

ed alla loro cultura osavano scandalizzare i loro<br />

amici al bar: Ma dove saranno iti a girà quel film. Ostinatezza<br />

incrollabile anche di fronte ai riscontri eppure il<br />

credere che nessuno avrebbe potuto infrangere il muro<br />

<strong>del</strong>la tradizione e <strong>del</strong>la cultura contadina e di quella<br />

piccola conoscenza, sufficiente che fa <strong>del</strong> mondo una<br />

famiglia, senza segreti e senza misteri. Segreti e misteri<br />

che rimarranno sempre tali.<br />

ATTEGGIAMENTI COMUNI<br />

Tosco<br />

Tanti atteggiamenti comuni sono molto curiosi ma ultimamente<br />

ne ho scoperto un altro. Parlavo con un amico<br />

ed esprimevo la mia ammirazione verso la fioritura<br />

vellutata di un albero nei pressi di casa mia. Il mio<br />

amico ne conveniva pienamente ma, in più, considerava<br />

che l’albero lasciando poi cadere fiori e foglie in<br />

grande quantità sporcasse in maniera eccessiva. A<br />

quel punto mi sono ricordato di aver già sentito questa<br />

accusa nei confronti <strong>del</strong>le piante. I pini sporcano, pure<br />

le acacie sporcano in pratica tutte le piante decidue o<br />

che sfioriscono perdendo fiori secchi e frutti sporcano.<br />

Allora abbasso le piante che sporcano. Sfido chiunque,<br />

però a trovare una pianta che non sporca. Tutto sta nel<br />

decidere cosa significa sporcare. Stranamente non ho<br />

sentito nessuno lamentarsi dei mozziconi di sigarette,<br />

<strong>del</strong>le lattine, dei cartoni, dei sacchetti, <strong>del</strong>le cartacce,<br />

<strong>del</strong>le bottiglie, dei palloncini gonfiabili, dei cadaveri di<br />

bici, elettrodomestici, televisori, letti materassi etc. Uno<br />

luoghi più belli di questo paese, laggiù davanti al bar<br />

sala giochi, si può ammirare un panorama unico solo<br />

se si tiene alto lo sguardo vero l’orizzonte lontano perché<br />

se si guarda in basso tra i cespugli sotto la balaustra<br />

vedi una vera e propria discarica a cielo aperto.<br />

Ma anche lungo le nostre strade la dove hanno tagliato<br />

l’erba è apparsa una vera e propria pattumiera. Ecco,<br />

qualcuno ora mi spieghi perché le foglie sporcano e il<br />

resto no!<br />

ARTIGIANI DI<br />

SANT’ORESTE.<br />

Alberto Corinaldesi.<br />

Lavorazione corno<br />

Il <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Soratte</strong> ringrazia tutti coloro che hanno<br />

contribuito alla realizzazione di questo numero. I<br />

nostri ringraziamenti vanno inoltre a: Non solo<br />

Pane di Giulia Riccioni, <strong>Centro</strong> Raccolta Arcobaleno, Paolo<br />

Bertollini, Maria Piante e Fiori, Bar Pizzeria Da Cipria, Farmacia<br />

Buonfantino, Bar Nonna Rosa, Ristorante Alessandro al<br />

Campanile, Macelleria Cingolani<br />

L’UOMO SULLA LUNA<br />

Racconto tratto da “I sassi” di Francesco Zozi.

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