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Patriarchi della Natura in Provincia di Roma - Centro Studi Soratte

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PATRIARCHI DELLA NATURA IN PRVINCIA DI<br />

ROMA: C’È ANCHE QUALCHE ESEMPLARE<br />

ARBOREO DEL MONTE SORATTE<br />

Primi risultati del censimento <strong>in</strong> Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

Gli alberi plurisecolari ci raccontano l’Italia unita<br />

Gli alberi plurisecolari e millenari che noi chiamiamo <strong>Patriarchi</strong> <strong>della</strong> <strong>Natura</strong> ci raccontano la<br />

storia del paesaggio agrario, vale a <strong>di</strong>re la storia <strong>di</strong> base <strong>di</strong> un Paese antichissimo che tuttavia si<br />

com<strong>in</strong>ciò a chiamare Italia nel periodo <strong>della</strong> seconda guerra punica, sotto la m<strong>in</strong>accia <strong>di</strong> Annibale,<br />

e che è stato def<strong>in</strong>itivamente unificato nel 1861, centoc<strong>in</strong>quant’anni fa. Avendo poi, dal 1870,


<strong>Roma</strong> quale sua capitale. Nella matt<strong>in</strong>ata del 13 settembre prossimo la Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, con la<br />

collaborazione del Comitato per la Bellezza, organizza una conferenza per illustrare i primi<br />

risultati del censimento degli alberi monumentali che l’Associazione “<strong>Patriarchi</strong> <strong>della</strong> <strong>Natura</strong> <strong>in</strong><br />

Italia” sta realizzando sul territorio prov<strong>in</strong>ciale e che è mirato, oltre che alla conoscenza dei vecchi<br />

alberi, anche alla riscoperta delle antiche varietà <strong>di</strong> frutti. In quell’occasione viene anche<br />

<strong>in</strong>augurata a Palazzo Valent<strong>in</strong>i una mostra pomologica, che presenta antiche varietà frutticole <strong>di</strong><br />

varie regioni d’Italia. Va ricordato che per una regione, l’Emilia-<strong>Roma</strong>gna, promosso da questo<br />

ente regionale, è stato già concluso e pubblicato <strong>in</strong> due volumi illustrati un accurato censimento dei<br />

<strong>Patriarchi</strong> da frutto, con scoperte <strong>di</strong> grande <strong>in</strong>teresse, sia <strong>in</strong> coll<strong>in</strong>a e <strong>in</strong> montagna che <strong>in</strong> pianura,<br />

documentando l’esistenza, ad esempio, <strong>di</strong> olivi <strong>in</strong> un’area molto a nord, fra Parma e Piacenza, e la<br />

persistenza <strong>di</strong> essenze arboree da frutto conosciute e utilizzate dai <strong>Roma</strong>ni, soprattutto nei terreni<br />

“centuriati” assegnati ai veterani delle campagne contro i Galli nella valle del Po.<br />

L’esposizione rimarrà aperta dal 13 al 16 settembre ed ospiterà oltre 250 tipi <strong>di</strong> frutti antichi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse regioni d’Italia fra le quali, oltre al Lazio e all’Emilia <strong>Roma</strong>gna: il Piemonte, la<br />

Lombar<strong>di</strong>a, la Liguria, il Trent<strong>in</strong>o Alto A<strong>di</strong>ge, le Marche, l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la<br />

Basilicata, la Sicilia e la Sardegna.<br />

Come procede il censimento nella Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

Il lavoro <strong>di</strong> censimento degli alberi plurisecolari presenti nella Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, voluto da questa<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>ciale, è stato avviato dall’Associazione “<strong>Patriarchi</strong> <strong>della</strong> <strong>Natura</strong> <strong>in</strong> Italia”<br />

nel gennaio 2011 e term<strong>in</strong>erà alla f<strong>in</strong>e del 2012. Il monitoraggio è <strong>in</strong>iziato dalle aree protette <strong>di</strong><br />

competenza prov<strong>in</strong>ciale, sia con la <strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione “a vista” percorrendo a bassa velocità le strade<br />

<strong>di</strong> ogni tipo, sia con escursioni a pie<strong>di</strong> effettuate nelle zone ritenute più “vocate” alla presenza <strong>di</strong><br />

esemplari arborei significativi. Lavoro facilitato anzitutto dai responsabili delle stesse aree protette,<br />

che hanno accompagnato i rilevatori nelle escursioni alla ricerca <strong>di</strong> esemplari da schedare. Molto<br />

<strong>di</strong>sponibili si sono mostrati pure i proprietari dei fon<strong>di</strong> e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> delle piante da censire, i quali<br />

hanno gentilmente fornito altre preziose <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni. Così come i titolari degli Agriturismi e degli<br />

Alberghi e gli abitanti del luogo <strong>in</strong>contrati durante il censimento a tappeto dei <strong>Patriarchi</strong>.<br />

Le aree naturalistiche tutelate dalla Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> dalle quali il presente censimento ha preso<br />

le mosse sono quelle del Monte <strong>Soratte</strong>, del Monte Catillo, del Nomentum, <strong>della</strong> Macchia <strong>di</strong><br />

Grattaceca e <strong>di</strong> quella del Barco, <strong>della</strong> Villa Borghese <strong>di</strong> Nettuno. In seguito sarà esteso al resto<br />

dell’<strong>in</strong>tera Prov<strong>in</strong>cia. I <strong>Patriarchi</strong> arborei <strong>in</strong>teressanti s<strong>in</strong>ora censiti sono oltre 400. Per ognuno <strong>di</strong><br />

essi è stata compilata una scheda tecnica contenente i dati biometrici, cioè la misura <strong>della</strong><br />

circonferenza, quella dell’altezza, l’età stimata, ecc. Sono state memorizzate le coord<strong>in</strong>ate<br />

geografiche <strong>in</strong> modo da poterli posizionare su mappe e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> renderli facilmente visitabili. Sono<br />

state <strong>in</strong>oltre realizzate foto <strong>di</strong>gitali da usare <strong>in</strong> una eventuale pubblicazione.


Quali sono le pr<strong>in</strong>cipali novità e “scoperte”<br />

Ma quali sono le pr<strong>in</strong>cipali curiosità e novità emerse da questo lavoro paziente <strong>in</strong> atto dal gennaio<br />

2011? Anzitutto il r<strong>in</strong>venimento dell’olivo probabilmente più antico del Lazio. F<strong>in</strong>ora era<br />

considerato tale quello <strong>di</strong> Canneto, <strong>in</strong> Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Rieti. Ma l’olivo – detto dagli abitanti <strong>della</strong><br />

zona “Olivò” – più antico, certamente millenario, e più grande per <strong>di</strong>mensione dell’<strong>in</strong>tera regione è<br />

molto probabilmente quello che ancora cresce a Palombara Sab<strong>in</strong>a (<strong>Roma</strong>), <strong>di</strong> proporzioni<br />

veramente imponenti. Nel Comune <strong>di</strong> Velletri, lungo la strada che conduce a Nemi, è stato censito<br />

un ciliegio monumentale <strong>di</strong> oltre 3 metri <strong>di</strong> circonferenza e <strong>di</strong> un’altezza vic<strong>in</strong>a ai 18 metri, che i<br />

tecnici dell’Associazione Nazionale dei <strong>Patriarchi</strong> ritengono sia fra i più gran<strong>di</strong> d’Italia.<br />

Altre curiosità. Nel Parco dei Lucretili, nel comune <strong>di</strong> Marcell<strong>in</strong>a, sono stati ritrovati alcuni<br />

<strong>Patriarchi</strong> degni <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse, ma, soprattutto, un <strong>in</strong>tero bosco monumentale <strong>di</strong> faggi ultracentenari<br />

dalle forme bizzarre e dalle <strong>di</strong>mensioni colossali che rendono degno <strong>di</strong> visita questo fantastico<br />

luogo. Interessanti anche i ritrovamenti sul Monte <strong>Soratte</strong>, area protetta gestita dalla Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong><br />

<strong>Roma</strong>, bosco sacro s<strong>in</strong> dall’antichità, col mito pagano degli Hirpi Sorani e quello cristiano <strong>di</strong> papa<br />

Silvestro I, rifugiatosi <strong>in</strong> queste grotte perché perseguitato dall’ancora pagano imperatore<br />

Costant<strong>in</strong>o: alcuni lecci risultano qui <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni gigantesche, col più grosso che supera i 4 metri<br />

<strong>di</strong> circonferenza. Questi lecci, localmente denom<strong>in</strong>ati “elci”, erano già ammirati a f<strong>in</strong>e ‘800 e sono<br />

riprodotti <strong>in</strong> cartol<strong>in</strong>e d’epoca.<br />

I “fratelli” giovani dei <strong>Patriarchi</strong> romani<br />

Gli alberi plurisecolari, <strong>in</strong> particolare quelli da frutto, rappresentano un valore molto importante<br />

per il paesaggio agrario – base <strong>della</strong> bellezza del Belpaese - la cui conservazione è <strong>in</strong>coraggiata<br />

anche da organismi <strong>in</strong>ternazionali come l’Unesco, per ragioni culturali e sociali. Sono un pilastro<br />

essenziale <strong>della</strong> identità <strong>di</strong> un territorio e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> un popolo.<br />

Per gli alberi più significativi i tecnici dell’Associazione hanno provveduto a prelevare nel periodo<br />

primaverile alcune “marze”, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> riprodurre <strong>in</strong> vivaio quegli alberi plurisecolari. L’obiettivo è<br />

quello <strong>di</strong> riprodurne il prezioso patrimonio genetico, come nel caso del millenario “Olivò” <strong>di</strong><br />

Palombara Sab<strong>in</strong>a. I “fratelli” così ottenuti garantiranno la specie anche quando la pianta-madre<br />

non ci sarà più. Questi alberi che hanno sfidato senza danni i secoli rimanendo pienamente<br />

produttivi offrono <strong>in</strong>fatti le migliori garanzie <strong>di</strong> durata, tanto più <strong>in</strong> tempi <strong>di</strong> forti cambiamenti<br />

climatici. Le pianticelle conservate e fatte crescere, a cent<strong>in</strong>aia, nel primo vivaio<br />

dell’Associazione, sito a Forlì, conservano dunque <strong>di</strong> già il germoplasma degli alberi più antichi<br />

d’Italia e forse del mondo, dando un contributo fondamentale al mantenimento <strong>della</strong> nostra<br />

formidabile bio<strong>di</strong>versità.


I giard<strong>in</strong>i <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />

Nel vivaio <strong>di</strong> Forlì – un altro si spera <strong>di</strong> poterlo impiantare nell’area <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, che gode <strong>di</strong> un clima<br />

più mite – è riprodotto il famoso e pluricentenario Castagno dei Cento Cavalli, il più imponente<br />

che si conosca, sulle pen<strong>di</strong>ci dell’Etna. Allo stesso modo il Melo <strong>di</strong> Fondo <strong>in</strong> Val <strong>di</strong> Non (culla<br />

<strong>della</strong> coltura delle mele) che ha una circonferenza <strong>di</strong> quasi 3 metri e che, fatto straord<strong>in</strong>ario per<br />

questa specie poco longeva, conta alcuni secoli <strong>di</strong> vita. Esso stava però morendo e i suoi “figli”<br />

perpetueranno la vita <strong>di</strong> quella essenza pomacea.<br />

Una parte <strong>di</strong> queste piant<strong>in</strong>e così riprodotte sono servite a realizzare <strong>in</strong> Emilia-<strong>Roma</strong>gna una vera e<br />

propria “Rete <strong>della</strong> Bio<strong>di</strong>versità”, grazie all’impegno <strong>della</strong> Regione e <strong>della</strong> sua Azienda per<br />

l’Ambiente, l’A.R.P.A. A Cesenatico, alla Villa Ghigi, sulla coll<strong>in</strong>a bolognese, nel cuore del centro<br />

storico <strong>di</strong> Ferrara (la città del “Giard<strong>in</strong>o dei F<strong>in</strong>zi Cont<strong>in</strong>i” <strong>di</strong> Giorgio Bassani), a Gattatico <strong>di</strong><br />

Reggio Emilia, presso il Museo che ricorda la famiglia antifascista <strong>di</strong> papà Cervi e dei suoi figli<br />

martiri <strong>della</strong> Resistenza. In questi casi la bio<strong>di</strong>versità non è stata soltanto censita, ma anche<br />

riprodotta e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> salvata dal rischio <strong>di</strong> est<strong>in</strong>zione.<br />

L’olio bianco del Crisma<br />

Il referente calabrese <strong>della</strong> “Rete Nazionale dei <strong>Patriarchi</strong>” ha segnalato che <strong>in</strong> Calabria è vivo un<br />

olivo molto particolare, l’Olivo del Crisma, caratterizzato da olive bianchissime, colore <strong>della</strong> neve,<br />

dalle quali veniva <strong>in</strong> passato ricavato un olio chiarissimo che veniva usato per l’ord<strong>in</strong>azione dei<br />

sacerdoti e per l’estrema unzione. Olivo oggi a rischio <strong>di</strong> est<strong>in</strong>zione dal quale è stato ricavato un<br />

“fratello”, che verrà donato dall’Associazione a Benedetto XVI, aff<strong>in</strong>ché possa venire trapiantato<br />

nei Giard<strong>in</strong>i Vaticani dove sorgono altri importanti <strong>Patriarchi</strong>. Un dono, fra l’altro, molto<br />

apprezzato.<br />

I gran<strong>di</strong> alberi hanno sempre avuto un importante significato culturale presso i <strong>di</strong>versi popoli,<br />

<strong>in</strong>fatti li ve<strong>di</strong>amo protagonisti dei miti, delle cosmogonie, dei valori fondanti, delle visioni del<br />

mondo. I <strong>Patriarchi</strong> suggestionarono i nostri antenati per la stabilità, le <strong>di</strong>mensioni, la forza, la<br />

consistenza del tronco, il doppio ruolo <strong>di</strong> creature telluriche, con le ra<strong>di</strong>ci <strong>in</strong>nervate nella madre<br />

terra e nello stesso tempo celesti, con la chioma, aerea nel cielo. Gli alberi sono anche un elemento<br />

fondamentale del paesaggio e contrad<strong>di</strong>st<strong>in</strong>guono, isolati o <strong>in</strong> filari, gran parte delle zone d’Italia.<br />

Associazione <strong>Patriarchi</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Natura</strong> <strong>in</strong> Italia<br />

Sergio Gui<strong>di</strong><br />

Comitato per la Bellezza<br />

Vittorio Emiliani


Arburone (Quercus ilex L.): foto scattata da Sergio Gui<strong>di</strong>, durante il periodo <strong>in</strong> cui sono stati censiti alcuni<br />

lecci secolari del <strong>Soratte</strong>, con la collaborazione dell’Associazione Culturale “Avventura <strong>Soratte</strong>”.

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