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Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore

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uscire dal suo trombone, e, quindi, il suo originale mododi suonare; oppure l’espressione prungòmetro, dettaper manifestare la sua poca stima nei confronti diqualche persona; oppure gnistincòvich, riferita alla reliquiadi San Nonnoso, un piccolo osso, preso dallostinco <strong>del</strong> nostro patrono, che giace nella tomba postasotto la cripta <strong>del</strong> duomo di Freising. Se, <strong>del</strong>la banda,era il primo trombone di accompagnamento, con gliamici Mazziere si dilettava a suonare anche la fisarmonica.La sua figura era singolare: piccolo e magro,con i capelli neri e lisci abbassati dalla brillantina, evidenziava,con il suo passo claudicante, un handicap,che non gli impedì di affrontare la vita. Infatti, mise sufamiglia e, per mantenerla, fece il muratore - insieme alpadre Fiore -, come se non avesse nessun impedimentofisico: potremmo dire che Umberto era un “falsovalido”. Poi lasciò questo lavoro pesante perché fu assunto,con la quota degli invalidi, presso il Ministero<strong>del</strong>la Difesa, a Roma. Umberto Cenci è rimasto nelcuore dei membri <strong>del</strong>la banda per il suo impegno costante.Quando ero allievo ed andavo ad imparare ilsolfeggio, Mazzierosky era uno degli insegnanti: aprivai locali <strong>del</strong>la scuola di musica alle 4 <strong>del</strong> pomeriggio e lichiudeva alle 7. Questo servizio l’ha svolto gratuitamenteper tanti anni, anzi per sempre, fino a quando lasalute gli ha permesso di frequentare la sua amatabanda.Stradario. Via di Porta Sant’Edisto.Intitolata così nel 1931 perché conduce allaPorta omonima. Nel passato una parte era chiamataVia dei Pozzi e terminava in Piazza dei Pozzi, con duepozzi ed alcune piante, dove poi fu costruita la molaDe Julis. Oggi la via parte da Piazza Vittorio Emanuelee conduce direttamente alla seconda porta <strong>del</strong> paese.Lungo questa via, nei sotterranei <strong>del</strong> palazzo che ospitavala bettola comunali e le carceri, fu costruito allafine <strong>del</strong> 1800 il Cisternone che doveva servire a sopperirealle esigenze idriche <strong>del</strong> paese. La Porta si presentacome una costruzione rinascimentale con grossicunei disposti a raggiera. La data <strong>del</strong> 1891, incisa sullachiave di volta <strong>del</strong>l’arco, ricorda i lavori di restaurocompiuti in quell’anno. E’questo è il lato in cui le murapresentano il loro aspetto più antico, mostrando unatecnica assai rozza in blocchetti di calcare irregolarmentetagliati, in alcuni punti lasciati quasi allo statonaturale e cementati con malta assai porosa e friabile.Appaiono rialzate in diversi tempi e rinforzate specialmentenegli angoli e nelle zone superiori, con inserti dilaterizi. Vi si aprono frequenti feritoie incorniciate datravetti <strong>del</strong>la stessa pietra.L’angolo di Williama <strong>cura</strong> di William SersantiRUBRICA RELIGIOSA: UN MONDO SENZAGESÙA <strong>cura</strong> di Oreste Malatesta“Per la prima volta, per la prima voltadopo Gesù, noi abbiamo visto, sotto i nostri occhi, noistiamo per vedere un nuovo mondo sorgere; una societànuova formarsi; la società moderna, il mondomoderno; un mondo, una società costituirsi, o, almeno,assemblarsi, nascere e ingrandirsi dopo Gesù, senzaGesù. E ciò che è più tremendo, amico mio - non bisognanegarlo – è che ci sono riusciti. E’ ciò che vi ponein una situazione tragica, unica. Voi siete i primi deimoderni a vivere in un mondo dopo, senza e controGesù”. Charles Peguy, da Veronica. Dialogo <strong>del</strong>lastoria con l’anima carnale.Regolamento di Polizia Urbana <strong>del</strong> Comunedi Sant’Oreste. Articolo 68. Accatastamentodi legna e di altro materiale infiammabilenei cortili.E’vietato accatastare o tenere accatastate allo scopertonei cortili circondati da fabbricati da più di due lati,legna, paglia e qualsiasi altra materia di facile accensione,se non adottando le cautele che, caso per casoil Sindaco riterrà di dover prescrivere.Toponimi. Cerqueto. Nel 1543 “vocaboloCerqueto”, nel 1445 “vocabolo Cerqueti”. Locazioneenfiteutica dei beni nel territorio di S.Edisto “in contrada Querqueto, fatta dal monastero diS. Paolo 1458.”La forma dissimilata da una base*cerqua è predominante in tutto il territorio.A Fiera i San Nonnosu«Caru bardàsciu, a fiera i San Nonnosu,‘na vòta atèra gròssa e tantu bèlla:mo ‘nvece atè checcòsa i vergognosu,nun c’è um pollastru né ‘na callinèlla!».Cusintu predicava ‘na vecchjettacu sàngue che bulliva pa gran ràbbia«Mo tròvi areché u càmmiu da porchettao ‘che pucinu seccu drent’a gàbbia!».Quellu ch’ha dittu sarrà pure veru,pe’carità, nun vògghjo fà ‘na guèrra,però io vi dirràgghjo ‘stu penzieru:se ògghje ‘n zi commatte più ca tèrrae c’hanno tutti u pòstu lì all’uffici,e bèstje chi e guèrna, zì Tommasu?Difatti sò aremasi quattro micia ghj ghjó fò; ècco aresòrtu u casu!A stòria du curtèllu da potature(da una favola di Pietro Biancini, detto Pietrùcciu)«Ner ‘46 sò statu ordinatu ladda Cerinu (u pate): daallora sò statu sèmpre ‘n zaccòccia i Pietru e n’àgghjofatti d’innèsti! Ci sò statu sèmpre, quanno sò servitu: pe’‘ppizzutà i bastoni, pe’temperà l’àpisi, pe’‘ffettà u pane:3


La missione in CinaCronaca epistolare <strong>del</strong>viaggio di Tullio Abballedall’Italia verso la Cina.La vita di Tullio è stataraccolta da Annarita in unlibro e, se avremooccasione, pubblicheremoaltri brani <strong>del</strong>la sua intensavita da missionario in Cina(1947-1952) e Brasile(1953-1969).Tullio nel Giugno <strong>del</strong> 1947, all’età di 27 anni, lasciaSant’Oreste per dare inizio alla sua vita missionaria inCina. Tornò a Milano e si preparò per la partenza. Il 18Agosto, insieme ad altri missionari partì per Genova.Lo stesso 18 Agosto 1947 dalla nave scrive a casa: “Visento al mio fianco... il vostro ricordo mi porta nostalgia(e quanta) ma non tristezza”. Fanno sosta a New Yorke scrive il 31 Agosto 1947: “Sono ormai americano!...Siamo arrivati a New York questa mattina alle 8... Ilviaggio è andato benissimo... fino a Gibilterra il mareera una meraviglia, entrati poi nell’Oceano Atlantico cisono stati dei brutti giorni. Però nonostante tutto nonho sofferto il mal di mare... Ho sempre sentito grandementela vostra lontananza e non vi nascondo chequalche volta ho anche pianto... qui in America ci fermeremofino al 12 Settembre e poi con la stessa naveproseguiremo fino in Cina... Consideratemi sempre inmezzo a voi e se ad ogni istante dite: ora Tullio pensaa noi, state tranquilli che non vi sbagliate!” L’11 Settembrescrive: “Ormai la nostra vita di americani è aglisgoccioli! Sinceramente non mi dispiace!”. Dall’OceanoPacifico scrive il 24 Settembre: “Siamo ormai vicino aLos Angeles... sono 12 giorni che siamo di nuovo inviaggio... Ci siamo fermati una giornata nell’isola diCuba e siamo scesi nella capitale Avana, e lì abbiamofatto provvista di banane che costano quasi niente.Abbiamo poi attraversato il canale di Panama, ed è lacosa più bella che io abbia mai visto. Prima di entrarenel canale hanno chiuso la nave in una conca e cihanno alzati di 20 metri, e così per tre volte. Allorasiamo entrati nel lago che attraversa lo stato di Panama,ed è a 60 metri sul livello <strong>del</strong> mare... Domani entreremoa Los Angeles e dopo avremo ancora 15 giornida fare un po’ in treno, la maggior parte in barca.Speriamo di arrivare sani e salvi!”. Il 12 Ottobre 1947scrive: “Finalmente sono al termine <strong>del</strong> mio viaggio...Stiamo entrando in porto. E’ sera e su in coperta fafreddo. Quindi vi scrivo dalla cabina, in mezzo ai cinesiche stanno giocando coi dadi e fanno una confusionegrandissima... Il viaggio da Los Angeles fino a Shangaiè stato un po’burrascoso! Per la via abbiamo incontratopiù di un tifone. In certi momenti sembrava che lanave dovesse rivoltarsi poiché si piegava sul fiancoche se uno non si aggrappava in fretta a qualche sostegnoveniva buttato in mare. Quando si era a lettobisognava fare certi salti che Dio ce ne liberi; in refettoriopoi era un problema poiché si rivoltava tutto. Questostato di cose è durato quasi 15 giorni”. Da Shanghaiil 26 Ottobre 1947 confessa che all’inizio la Cinagli faceva impressione per quanto riguarda la pulizia,ma ora, dice che è un paese nel quale gli sembra diesserci sempre stato e commenta: “Si vede proprioche il Signore mi concede anche la grazia di potermiambientare subito, altrimenti sarebbe un mezzo pasticcio”.Arrivato finalmente a destinazione il 5 Novembre1947 scrive ai genitori: “Finalmente sono a casamia! Se ne sentiva ormai il bisogno... dopo essere partitiil 29 Ottobre 1947 da Shanghai in aereo fino a Siandove ci siamo fermati per due giorni per poi ripartirecon un camion, di cui non potete avere neppure l’ideatanto era fracassato... il viaggio, riguardo al lato panoramicoè forse il più bello che abbia fatto in vita mia...Abbiamo camminato sempre per tre giorni in mezzo agole dei monti e siamo saliti oltre i 2.000 metri. Sonoposti bellissimi, i migliori di tutta la Cina, tutti pieni divegetazione e di frutti. Il panorama era bello, ma il camion,cari miei, era da mettersi le mani nei capelli,sembrava l’arca di Noè... La sera, durante il viaggio sidormiva in albergo, cioè in una stanza con un letto dilegno e una coperta, e l’immancabile tazza di acquacalda”. “Arrivati a Haghung tutta la gente, pagani e cristiani,erano davanti alla residenza... ad attenderci. Cihanno abbracciati e dato il benvenuto e poi hanno cominciatoa sparare castagnole e a suonare il gong:Una confusione straordinaria. Poi siamo andati in Cattedralea cantare il Te Deum... Il vescovo ci ha dettoche ci terrà qui in residenza fino alla Madonna di mezzoAgosto, finché abbiamo imparato la lingua, poi cidarà la destinazione”. Il 9 Dicembre 1947 scrive: “E’già un po’ di tempo che ho cominciato a studiare il cinese,tanto è vero che già mi arrangio a parlare conchi mi trovo. E’ vero che dico tanti spropositi, ma, chevolete, se non si ha la faccia tosta non si impara niente...Il mio Vescovo e anche gli altri padri mi voglionoun gran bene specialmente perché sono il più allegro<strong>del</strong>la compagnia... I seminaristi, poi, specialmente i piùpiccoli mi vogliono un bene matto... sto sempre inmezzo a loro sia per insegnare il canto e sia per giocare,e così imparare a parlare... Un altro amico affezionatissimoè Simone, il nostro cuoco, un cinese... che ètutto contento quando può stare con Nghé Scen Fu,cioè con padre Nghé, poiché questo è il mio nome cinese(vi piace?)... Il vitto è più o meno all’europea, poichéSimone è molto bravo. Però anche il cibo cinesenon è cattivo... peccato che sia composto di roba grassae di erbe o fagioli o peperoni guasti, i quali hannoun sapore buonissimo, ma un puzzo, che Dio ce nescampi”. Il 22 Giugno 1948 scrive: “Prima di tutto unanotizia importante da darvi e cioè che sono diventatomissionario sul serio. Da mons. Vescovo sono statodestinato in paese distante circa 30 km da Hanchung emi ci trovo già da 15 giorni. C’è una bella chiesetta, laresidenza dei padri e una scuola. Io sono con un padreanziano veneto e spesso resto solo in residenza per<strong>cura</strong>re un po’ l’andamento generale poiché abbiamoanche i conigli, i piccioni, i maiali, le galline... le pulci,le zanzare e le rane in grande quantità perché siamocircondati da tante risaie... Oggi mi trovo a Hanchungper fare <strong>del</strong>le spese. Domani mattina ritornerò alla miamissione, perché il padre deve andare a visitare i cristianidei monti. Io ho aperto un dispensario di medicinae faccio il dottore. Perché qui tutti, grandi e piccoli,sono ricoperti di piaghe e cerco di <strong>cura</strong>rli, meglio chemi è possibile. Anzi qui a Hanchung, nel nostro ospedaleho preso anche <strong>del</strong>le medicine poiché devo accrescereil mio ambulatorio e, state tranquilli, che mi soarrangiare abbastanza bene”.5


RUBRICA: Tanto per chiarire...Voltaire? Quale Mo<strong>del</strong>lo...!di G.B.O.Maestro di tolleranza, libero pensatore ”illuminato” eilluminista, apostolo <strong>del</strong>la Ragione e santo laicissimo.Mah?? Lo sapevate che Francois Marie Arouet, in arteVoltaire, era un antisemita viscerale? Scrive Leon Poliakov,il più grande storico <strong>del</strong>l’antisemitismo: ”E’ unmistero che Voltaire resti nel ricordo come il principaleapostolo <strong>del</strong>la tolleranza a dispetto di uno spietato e-sclusivismo occidentale a cui non si potrebbe darealtro nome che quello di razzismo”. Dopo gli Ebrei, ilProfeta <strong>del</strong>l’educazione al rispetto degli altri, se laprende con i negri considerati più o meno come scimmie.Si legge infatti sul Saggio sui costumi: “I negri sonoper loro natura, schiavi di altri uomini”. Molti lettorisprovveduti e sempliciotti, non sanno, per esempio chegran parte <strong>del</strong> patrimonio di monsieur Voltaire era investitoin compagnie di navigazione che praticavano iltrasporto degli schiavi - negri! - verso l’America. Aggiungoche il Tollerante, udite udite, in accordo con unebreo, cercò di truffare lo Stato prussiano con operazionisui titoli pubblici. Imbrogliato lui stesso dal suosocio ebreo, fu portato in tribunale e, ci potete giurare,il Filosofo se la segnò al dito e aumentò la sua già altadose di “tolleranza” contro gli israeliti. Ciò non toglieche la lezione sulla tolleranza rappresenti ancora uninno ecumenico contro l’intransigenza e l’ingiustiziacivile, ma certo è che la santificazione postuma e laicistaha seguito percorsi di lettura non troppo lineari.Locuzione latina. Corruptio optimi pessima(Ciò che era ottimo, una volta corrotto, èpessimo) - Gregorio Magno.U rispettu(anonimo)Se mo scrivo do’parole e via,nun vordì ch’atè ‘na poesia;‘Na cosa agghjo notatu:u rispettu ‘n è statu ‘mparatu.Se si va a ‘na presentazione,oppure a ‘na riunione,zittu-zittu hai da stà:hai da sentì chi sta a parlà.Sì vinutu sorridente,ma ‘nf onnu nun ti fregava niente.Doppu ch’hai ”giocatu”,t’eri pure un po’stufatu.Pe’finilla e falla corta,mo ci va ‘na frese storta:“Ma chi te c’ha mannatu?”.Riceviamo e pubblichiamoL’Associazione di Volontariato “Protezione<strong>Soratte</strong>”, attenta alla salvaguardia <strong>del</strong> territoriodi Sant’Oreste ed alla sicurezza dei suoi abitanti,intende promuovere una serie di iniziative rivolte allaconoscenza ed alla messa in atto <strong>del</strong> “pianod’emergenza ed evacuazione” degli edifici scolastici.Il piano d’emergenza ed evacuazione è lo strumentocon il quale vengono pianificati in modo sistematicotutte le operazioni ed i comportamenti che le personepresenti nell’edificio (bambini, insegnanti e personaleausiliario etc.) devono mettere in atto nei casi di emergenzain cui è necessario evacuare l’edificio. Questainiziativa ed altre faranno parte di un progetto informativoche possa arrivare alla gente che in vario modo cisostiene e ci è vicina. Verranno attivati progetti informativicome- La pubblicazione <strong>del</strong> piano e <strong>del</strong>le principali informazionein esso contenute, attraverso materiale informativoda divulgare nella scuola.- La realizzazione di seminari teorici, con la presenzadi esperti nel settore sicurezza emergenza in grado diillustrare e insegnare le modalità ed i comportamenticorretti per gestire al meglio le situazioni di emergenza.- Il posizionamento di cartellonistica adeguata.- Una simulazione pratica di situazione d’emergenza,con evacuazione degli edifici scolastici da realizzarsi incollaborazione con gli organi istituzionali preposti allatutela <strong>del</strong>la sicurezza pubblica (Vigili Urbani, Carabinieri,Vigili <strong>del</strong> fuoco) e con le altre realtà locali e nazionali<strong>del</strong> settore (Protezione Civile Croce Rossa etc,)La realizzazione <strong>del</strong> progetto, oltre che alla stretta collaborazione<strong>del</strong>le istituzioni locali (Comune e IstitutoComprensivo in primis) e alla sensibilizzazione <strong>del</strong>lapopolazione santorestese, necessita di risorse economichedi cui l’Associazione non dispone. Per questomotivo durante gli eventi <strong>del</strong>l’estate santorestese èstata promossa una raccolta fondi finalizzata al finanziamento<strong>del</strong>l’iniziativa che prevede la stampa di opuscoli,cartellonistica e quant’altro necessita per taleiniziativa. Grazie alla partecipazione dei santorestesied alla collaborazione degli organizzatori sono statiraccolti € 450,00 (Festa dei trattori), €350,00 (Festa deivicoli con il ristoro Spiazzo), €-500,00 (AGS con la Festadei Giovani). Per un totale di €1300,00 che sarannodestinati alle iniziative illustrate.Il Presidente, Cerasoli EnzoFesta patronale di Sant’Edisto con eventia partire dai giorni 8 e 9 Ottobre. Escursione“l’anello di Santa Romana e i misteriosiMeri <strong>del</strong> <strong>Soratte</strong>”; Mostra InternazionaleColtelli d’Arte; Cavalcata di Sant’Edisto; Gruppo Storico;Sbandieratori e musici; Gara di tiro con l’arco; RadunoAuto storiche; Palio di Sant’Edisto; Presentazione<strong>del</strong> libro “Un sogno chiamato <strong>Soratte</strong> – Storia <strong>del</strong>calcio santorestese”; Tributo a Pisone e Pelosino; Cerimoniadi riconoscimento <strong>del</strong> Comune ai neo laureati ediplomati; Torta Gigante. Mercoledì 12 Ottobre nellaricorrenza festiva: programma religioso con S.Messaanimata dal Coro “Rosa Proserpio”, Processione accompagnatadalla Banda “Innocenzo Ricci”. Fuochid’artificio.


ELIO PAOLUCCI – “PISONE”Il <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Soratte</strong> e <strong>Soratte</strong> Nostro Nuovoricordano Elio Paolucci dedicandogli questoinserto con alcune testimonianze di amicie poeti.Ad Eliodi Fidanza VandoMe piace ricordatte come eriPersona sempre allegra spensierataPassa li giorni ma pare ieriSpoetavamo lì nella contrada.Stavamo proprio bene in compagniaGni vorta se cambiava er vicolettoUsavi er romanesco e sia er dialettoUn vero amante <strong>del</strong>la Poesia…Triste è er ricordo de l’amici persiUn tempo tu abitavi a me vicinoIo nun te scordo e te lo dico in versiDentro sto core lascio un posticino.Ultimo AddioDi Franco PaolucciCaro fratello,son passati tanti anni ma per me è come se fosseieri: due piccoli che giocavano insieme, sempreuniti nel cammino <strong>del</strong>la vita.Nulla ci spaventava perché consapevoli <strong>del</strong>la forzae determinazione che c’era l’uno per l’altro.Tanto lavoro, tante gioie e tanti errori, ma semprerisolti per l’amore che c’era tra di noi.Ogni dispiacere, ogni ferita si sentiva nei nostricuori e nel fisico come fratelli siamo.Ora sono solo e non riesco a rassegnarmi.Non ci voglio credere, sarà dura.Ho avuto altri lutti, tutti superati con determinazione,ma così no!Come faccio se si perde una parte di se stessi?La mente l’anima se ne faranno una ragione?Caro fratello, ho avanti il tuo libro di poesie, moltedi esse ironiche con la vita, ma tutte hanno unsignificato. In molte di esse parli sempre <strong>del</strong>lamorte senza timore, anzi con rassegnazione.Tu ci hai lasciato con il tuo corpo, ma i ricordi,l’anima, i pensieri, miei, e credo di tutti quelli cheti conoscono saranno nelle menti fino alla fine!Ciao fratello,ci rivedremo un giorno chi sa! Ma fintanto che sarairicordato tu non morirai mai.Addio amico e unico fratello.Tante persone tu hai saputo amareA tutti noi Elio hai detto addioMa assieme a tutte le persone careCe rivedremo su davanti a Dio.Prati coperti da ‘n ber verde veloE tu da lì ce manni un ber sorrisoLì tutti noi tra l’angeli der cieloSpoeteremo pure in paradiso.L’amicizia con Elio è iniziata sin da quando eravamobambini, vicini di casa.E’ stato per me un privilegio il colloquio che abbiamocontinuato nell’età adulta.Entrambi felici di questa reciproca emozione interiore<strong>del</strong> “ ritrovarsi” e ricchi <strong>del</strong>l’immenso bagagliodi esperienza che ci ha offerto la vita, avevamoripreso a godere insieme <strong>del</strong> piacere di sorridercicon lo spirito e la gioia che hanno i bambiniquando incontrano l’amico.E amico Elio lo è nel senso più nobile e goliardico<strong>del</strong>la parola, amico di serietà e di scherzi, amicodi suoni e di urla.Uomo di qualità.Non c’è psicologo o ragione che tenga, caro Elio.Oggi il mio dolore è innocente come la tua morte,come te.E’infinito come l’orizzonte entro il quale avremmopotuto continuare a volerci bene per costruire,ancora più forte, questa magnifica amicizia, anticama fresca come una rosa.Giorgio7


Un pensiero a Eliodi Innocenzo AbballeIl cuore, l’amore e tanta poesiaL’aveva incastonata dentro il suo corpoChe la esternava che era una poesia.Amava il suo paese e i suoi paesaniCi parlava e metteva a suo agio anche i più strani.Ogni parola qualsiasi cosa che vedeva,lui ci ricavava subito un sonetto, poilo recitava perché era attore e poeta perfetto.Quelle due ruote e quel motor rombanteSegnarono il suo destino, anche se di lei,lui era un amante.Ora le mie lacrime bagnano questo foglioE spero di dimostrartiIl bene che ti voglio.Il cacciatoreDi Elio PaolucciTutto bardato e con l’armi in pugnoPronto pe annà a combatte coll’uccelliÈ attrezzato si de tutto puntoPe annà a sparà a li poveri fringuelliMa quale gusto cià sto cacciatore?Er tempo <strong>del</strong>la caccia mo è fenitoE non se sente triste dentro ar coreQuanno che butta giù er car<strong>del</strong>lino;E’certo che l’omo è cacciatorece l’ha d’istinto da oltre millannima l’omo è omo non è sterminatoree deve capi che mò fa solo danni.Il tuo sorriso tra le ditadi William SersantiE si non sa resiste dalla cacciaAnnasse co la fionda o cor sfreccinoSolo così fa er vero cacciatorePer dare una scians ar povero uccellino.Chissà se esiste in cielo un’altra vita,nessuno ha mai potuto raccontarlo;rimane, in fondo al cuore, una ferita,ed il dolore è ostico domarlo.Or stringo il tuo sorriso tra le dita,lo tengo forte, non voglio lasciarlo:quest’inattesa e cruda dipartita,mi lacera la mente, come un tarlo.Ma non potrà morire la memoriae questa è la più bella sensazione,è la più dolce e splendida vittoria.Salutaci le stelle, caro istrione,che voli in cielo per cercare gloria:ci mancherai, angelo burlone.Il <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>Soratte</strong> ringrazia tutti coloroche hanno contribuito alla realizzazione diquesto numero. I nostri ringraziamentivanno inoltre a: Panificio Giosi di CampanaGiorgio, Paolo Bertollini, Maria Piante e Fiori, BarPizzeria Da Cipria, Farmacia Buonfantino, MacelleriaLeoni, Bar Nonna Rosa.Elio Paolucci, detto Pisone,allieta il pubblico di“S… poetar cantando”con la sua proverbiale simpatia(Sant’Oreste, 11 settembre 2011)

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