RASSEGNA STAMPA 2015

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varie scene del crimine. Glielo dissi, e lui mi rispose che avevo ragione: le macchie erano proprio quelle. Bisogna prenderla con filosofia. Abituarsi questo tipo di lavoro è difficile, e ognuno fa quello che può per metabolizzare ciò che è costretto a vedere quotidianamente». Parliamo di Florian. In primo luogo, cos’è che spinge una madre ad abbandonare il proprio figlio fra i cassonetti? «In ogni società consumista, la spazzatura rappresenta sempre il nulla, o meglio l’inutile e il rimosso, l’indesiderato. Oppure il superfluo. C’è stato bisogno, in alcuni comuni italiani, di affiggere un cartello sui bidoni: si chiede alle madri di lasciare i loro bambini nelle strutture adeguate, piuttosto che per la strada, garantendogli che potranno usufruire dell’anonimato.». E dopo, che destino hanno questi bambini? «Prima di tutto, gli si da quasi sempre il nome di chi lo ha trovato. Io ho scelto di chiamare il mio personaggio Florian: pensavo a “Via del Campo” di De André, quando dice “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Poi, c’è il lungo percorso dell’affidamento. Ci sono anche colleghi che si affezionano al bambino che hanno trovato, e ne seguono a distanza la crescita e i progressi. Comunque, quasi sempre la forza di questi ragazzi è la forza della vita stessa: inevitabilmente, anche nella segregazione del campo nomadi in cui cresce, Florian viene attratto dal mondo esterno. In particolare, dalla scuola e dalla lettura». Quindi è dall’educazione scolastica che nasce l’integrazione? «Certo, dall’istruzione e sopratutto dai libri. È un percorso difficile, che pone degli ostacoli in primo luogo burocratici. L’accesso alla scuola per questi bambini è sempre molto complicato, ma è proprio attraverso la forza dei libri che Florian prova a rompere lo schema di una vita che altri hanno già tracciato per lui». 15 aprile <strong>2015</strong> | 16:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.salernotoday.it/eventi/mostre/gente-da-festival-salerno-18-30-aprile-<strong>2015</strong>.html La “Gente da Festival” si incontra a Palazzo Fruscione a Salerno Da sabato 18 aprile si inaugura la mostra "Gente da Festival" a Salerno. Si apre alle ore 18 a Palazzo Fruscione la mostra fotografica “Gente da Festival”, che raccoglierà i migliori scatti di Salerno Letteratura 2014. Le fotografie sono state realizzate dalle alunne del Liceo Artistico Sabatini-Menna di Salerno, coordinate dal Professor Vittorio Morrone, e portano la firma di Eviana Alvino, Monica Carillo, Roberta Forlenza, Simona Guerra e Simona Russo. Giovedì 23 aprile alle 18, nella stessa sede, i giovani aspiranti fotografi avranno la possibilità di incontrare un maestro d'eccezione, Mimmo Jodice (foto), che si confronterà con loro approfondendo i vari aspetti del suo mestiere. L'evento è dedicato in primo luogo ai ragazzi, ma è aperto a tutti gli appassionati e gli amanti dell'opera di uno dei più importanti fotografi italiani. La mostra rimarrà aperta fino al 30 aprile.
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