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numerose varianti e redatto una memoria (35) “sul soggetti <strong>di</strong> fare nella cappella della B. V. dellaSalve in questa cattedrale, un o<strong>per</strong>a che valga a maggiormente decorarla, e che in modo particolarepresenti un segno <strong>di</strong> particolare devozione, e gratitu<strong>di</strong>ne al benefizio ricevuto <strong>di</strong> essere stata questacittà preservata dal collèra (…)”. Le varie proposte <strong>di</strong>scusse in quei suoi “riflessi” si riconduconosostanzialmente a tre, tutte documentate dalle relative piante. (36) In esse, si prevedeva <strong>di</strong>mantenere comunque l’o<strong>per</strong>a paterna, che veniva anzi <strong>di</strong>fesa in qualche modo dalle eventualicritiche in atto: “Checché si possa <strong>di</strong>re sul <strong>di</strong>ssegno dell’attuale cappella, egli è <strong>per</strong>ò costante, cheda angusta in fuori, massime <strong>per</strong> le funzioni che in essa si praticano, nel resto non è <strong>di</strong>spregiab<strong>il</strong>e,sia <strong>per</strong> la pianta, che <strong>per</strong> gli ornati, che sono <strong>di</strong> ottimo gusto, e ben ripartiti, e ciò massime si osservadall’interno <strong>di</strong> essa che presenta una forma graziosa e compita, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quando si esamina <strong>il</strong>corpo <strong>di</strong> chiesa, da dove appaiono troppo confuse le colonne che l’adorano (…)”. Nel nuovoprogetto, <strong>per</strong>tanto, essa sarebbe stata adattata a vestibolo – demolitane la parte <strong>di</strong> fondo –dell’erigenda nuova cappella: ricavata in profon<strong>di</strong>tà, al <strong>di</strong> là dell’arco <strong>di</strong> separazione previsto fra lecoppie <strong>di</strong> colonne angolari preesistenti. Nella prima variante (37), l’ad<strong>di</strong>zione si presenta in forma<strong>di</strong> rotonda con ambulacro <strong>per</strong>iferico e po<strong>di</strong>o isolato <strong>per</strong> <strong>il</strong> simulacro; nella seconda (38) in guisa <strong>di</strong>coretto, concentrico al vestibolo, con la nicchia terminale <strong>per</strong> la Madonna, così come nella terza(39) a sv<strong>il</strong>uppo semicircolare; in un’altra, (40) infine – non presentata, né accennata nei “riflessi” –<strong>di</strong> forma circolare con tribune laterali, proprio alla maniera alfieriana della cappella <strong>di</strong> S. Evasionella cattedrale <strong>di</strong> Casale (1764).E tuttavia, a quel punto, dopo averle esaminate partitamene, è lo stesso Valizzone asconsigliare le sue proposte: “(…) non si crederebbe conveniente <strong>il</strong> seguire alcuno dei sunarratiprogetti, ma <strong>di</strong> appigliarsi in vece ai seguenti altri partiti, li quali potranno essere subor<strong>di</strong>nati aimezzi pecuniari, che si presenteranno”. Suggerisce <strong>per</strong>tanto un nuovo altare marmoreo con larelativa ancona, e poi stucchi luci<strong>di</strong> alle pareti, dorature non solo ai capitelli bensì anche ai r<strong>il</strong>ievi instucco, e infine “<strong>per</strong> <strong>il</strong> caso che si possa avere a <strong>di</strong>sposizione una ragguardevole somma, <strong>di</strong> eseguireun’o<strong>per</strong>a che mentre darebbe un maggior risalto alla cappella istessa, concorrerebbe anche adecorare la chiesa, e questa consisterebbe nel formare una cupola nella nave <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong> essa chiesasopra l’arcata corrispondente alle cappelle della Beata Vergine e <strong>di</strong> S. Giuseppe, o<strong>per</strong>azione, cherisanerebbe l’intiera chiesa e darebbe luce a quest’arcata, che ne è quasi priva (…)”. (41) Date leimmancab<strong>il</strong>i gravezze finanziarie, si poterono realizzare allora soltanto le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> abbellimentopreviste, (42) mentre <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> una cupola restò ancora accarezzato a lungo e si riproposenuovamente – con un’articolata memoria al riguardo (43) – nel 1863, rimanendo un’altra volta sullacarta, nonostante le buone intenzioni <strong>di</strong> tutti e lo sforzo progettuale del Valizzone, che cosìesor<strong>di</strong>va: “L’<strong>il</strong>l.mo e reverend.mo sig.r vicario generale capitolare <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>ocesi si compiacque<strong>di</strong> onorarmi dell’incarico <strong>di</strong> esaminare questi progetti, e <strong>di</strong>etro a tutte le cognizioni che io tengodella località <strong>per</strong> tutti gli anni, che io ne ebbi <strong>il</strong> carico della vig<strong>il</strong>anza, comp<strong>il</strong>are un progetto tale apoter essere eseguito, avuto riguardo a tutte le circostanze, <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>tà, e <strong>di</strong> euritmia in correlazione<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e coll’insieme della <strong>di</strong>stribuzione attuale delle parti, fra le quali la medesima dovrebbeessere stab<strong>il</strong>ita”.Note1. Cf <strong>il</strong> verbale in ASAL, ASCAL, s. III, cat. 1, Città e sua amministrazione, vol. 117:Convocati del consiglio municipale, t. 52 (17 settembre 1802-26 agosto 1803), cc. 119r ss.2. Lettera <strong>di</strong> Raimondo Baggiani, presidente della commissione officiosa <strong>di</strong> S. Marco, aiconsiglieri municipali, s.d. (1807), in ASAL, ASCAL, s. III, cat. 11, Culto, m. 1804: Anticacattedrale – demolizione.3. G. A. Chenna, II, 1786, p. 190 ss.

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