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Fabbrica musices sacrarum, tomo unico, fasc. 24, c.s.n.: “Il primo <strong>di</strong> decembre dell’annom<strong>il</strong>le ottocento <strong>di</strong>eci si è a<strong>per</strong>ta al pubblico <strong>di</strong>vin culto questa chiesa maggiore <strong>di</strong> questacittà, e collegiale (al momento, dunque, non più cattedrale, visto che, con l’accorpamentodelle <strong>di</strong>ocesi, <strong>il</strong> vescovo V<strong>il</strong>laret aveva preferito trasferire la sua sede a Casale), surrogataall’antico duomo demolito <strong>per</strong> causa delle fortificazioni nuove nel 1802 (…). Fu benedettalo stesso giorno dal rev.mo sig.r vicario generale Salina venuto a bella posta da Casale, sotto<strong>il</strong> titolo de’ SS.ti Pietro, e Marco. Nel giorno seguente, non essendosi potuto farenell’anzidetto a motivo delle <strong>di</strong>rotte piogge, si è fatto <strong>il</strong> solenne trasporto del SS.mosacramento dalla chiesa <strong>di</strong> S. Alessandro (…), accompagnato processionalmente dalleconfraternite tutte, compresa quella della Dottrina cristiana, dal clero, e capitolo, e da unseguito universale d’ogni classe <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, e del popolo, concorso con torcie, o candelesecondo lo stimolo della pietà, e le forze <strong>di</strong> ciascuno”.18. Ad esempio, la sezione trasversale della cattedrale in corrispondenza della cappella dellaSalve, <strong>di</strong>segno a penna e acquarello grigio e rosa (37,4 x 77,4 cm.), oppure la sezionelongitu<strong>di</strong>nale, sempre a penna e acquarello grigio e rosa (52,1 x 111,9 cm): entrambi redattidalla medesima mano (Cristoforo o Leopoldo Valizzone?) in ASAL, ASCAL, s. III, cat. 17,Archivio Valizzone, cart 2261/II cit., nn. 342 e 316 rispettivamente.19. Si tratta <strong>di</strong> una bella tavola <strong>di</strong> grande formato (65,6 x 101 cm) a penna e acquarello nero,grigio, rosa e celeste, sempre in ASAL, ASCAL, Arch. Cit. cart. 2261/II cit., n. 349.20. Come del resto suggerisce – oltre che l’epoca della stesura, <strong>per</strong> la quale v. più sopra leconsiderazioni della nota 10 – la qualità dell’esecuzione grafica. Piuttosto la <strong>di</strong>dascalia cheidentifica <strong>il</strong> soggetto, apposta in basso, sembrerebbe dovuta ad altra mano, forse già a quella<strong>di</strong> Leopoldo Valizzone.21. “Progetto <strong>di</strong> facciata <strong>per</strong> la cattedrale <strong>di</strong> <strong>Alessandria</strong> formato d’or<strong>di</strong>ne dall’<strong>il</strong>l.mo sig.rmarchese Cesare Cuttica <strong>di</strong> Cassine, gent<strong>il</strong>uomo <strong>di</strong> camera da S. M., consigliere dell’Or<strong>di</strong>nede’ SS. Maurizio, e Labaro, e primo sindaco <strong>di</strong> detta città, de<strong>di</strong>cato al prelodato sig.rmarchese, ed alli rispettab<strong>il</strong>issimi sig.ri fabbricieri <strong>di</strong> detta cattedrale”, <strong>di</strong>segno a penna eacquarello nero, grigio, seppia e celeste (80,7 x 59,4 cm.), in ASAL, ASCAL, Arch. Cit.cart. 2261/II cit., n. 348.22. Cf la convenzione con <strong>il</strong> “capo marmorino” Carlo Bottinelli <strong>per</strong> “quadretti ottanta tre circa<strong>di</strong> mearolo rosso a servizio della facciata, che si è stab<strong>il</strong>ito costruirsi alla detta chiesa delduomo”, del 14 settembre 1820 (ACVAL, IV.L.3: De paroeciis – cattedrale, vol. II, cc.256r-257r); <strong>il</strong> preventivo del “picha pietra” Carlo Bottinelli del 2 gennaio 1821 (ib, c. 74r);un “Calcolo <strong>per</strong> <strong>il</strong> primo progetto colle collonne, basi, e capitelli <strong>di</strong> pietra cogli ornati delletre porte”, e, in alternativa, l’altro “Calcolo <strong>per</strong> <strong>il</strong> secondo progetto, cioè formando lecollonne, e capitelli <strong>di</strong> cotto, ed impiegando soltanto le pietre in quei luoghi, in cui sonoin<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i” del 13 gennaio 1821, qui anonimo e sottoscritto <strong>per</strong> visione da CristoforoValizzone (ib. cc. 76r-76v); due lettere da M<strong>il</strong>ano del “marmorino” Nicola Pirovano del 10 e26 maggio 1821 circa l’esecuzione in corso delle basi in miagolo rosso (ib. cc. 252r, 253 r);inoltre la lista <strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> pietra d’Acqui “somministrate dall’impresa Perratone, ecompagnia al sig.r architetto Valizzone”, dell’11 agosto 1821 (ib. c.s.n.).23. Si veda, ad esempio, <strong>il</strong> passo <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> mons. d’Angennes, scritta oltre un decenniodopo, <strong>il</strong> 4 <strong>di</strong>cembre 1828: “(…) la chiesa mancherebbe ancora <strong>di</strong> due cappelle, <strong>di</strong> ornati, <strong>di</strong>pitture, della ristorazione del tetto, osservandosi già più <strong>di</strong> una crepatura nella volta …”. InACVAL, IV.L.4: De paroeciis – cattedrale, vol. III, c. 151r.24. G. M. Panizza, Nota introduttiva all’inventario della raccolta Valizzone(ASCAL, s. III, cat.17), in ASAL.25. La relazione <strong>di</strong> vista al campan<strong>il</strong>e è conservata in ASAL, ASCAL, s. III, cat 11, Culto, m1804 cit., c.s.n.

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