2012-02-razzabrunaCH
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panorama<br />
18<br />
Intervalli prolungati tra i parti<br />
per le vacche ad alte produttività?<br />
MICHAEL EUGSTER, MARTIN RAAFLAUB, Università<br />
professionale per l’agricoltura ◇ La base dei dati per le<br />
ricerche sull’intervallo tra i parti (IP) presso vacche da<br />
elevate produttività era costituita da 100’000 chiusure<br />
di lattazione di vacche della razza Bruna (1 a a 3 a lattazione)<br />
e i rispettivi dati di fertilità dall’anno di controllo<br />
2008/2009. Da questa serie di dati sono state selezionate<br />
le bovine appartenenti al miglior dieci percento<br />
per quanto riguarda la produttività lattiera. Sono state<br />
paragonate le lattazioni standard (IP 365 giorni) con le<br />
lattazioni prolungate di 30, 60 o 90 giorni (rispettivamente<br />
IP prolungato).<br />
Risparmio sui costi, ma anche meno entrate<br />
Il modello di calcolo utilizzato si basava da una parte<br />
sui risultati ottenuto dall’analisi della serie di dati e<br />
dall’altra su ipotesi: quando la lattazione si prolunga,<br />
aumenta la produzione di latte per lattazione, ma<br />
la produzione di latte per anno diminuisce poiché la<br />
produzione al momento della messa in asciutta è nettamente<br />
inferiore alla media di lattazione e continua a<br />
diminuire. In questa maniera, con ogni giorno di ritardo<br />
del parto si ha un ”deficit di latte”. Per lo meno, il<br />
latte al termine della lattazione presenta dei contenuti<br />
nettamente superiori.<br />
La valutazione della serie di dati ha mostrato che le<br />
bovine con un’inseminazione dopo il 70° giorno di<br />
lattazione avevano una produttività a 305 giorni superiore<br />
di 150 kg. Il motivo è probabilmente da ricercare<br />
nel fatto che il vitello che si sviluppa ha bisogno una<br />
maggiore quantità di nutrimento e limita lo spazio a<br />
disposizione nel rumine.<br />
La probabilità di una gestazione aumenta con delle<br />
inseminazioni tardive. 60% delle bovine in seconda<br />
lattazione inseminate prima del 70° giorno di lattazione<br />
hanno dovuto essere inseminate una seconda volta.<br />
Con un’inseminazione tra il 130° e il 160° giorno di<br />
lattazione, solo 38% delle bovine hanno dovuto essere<br />
inseminate una seconda volta.<br />
Inoltre, si è partiti dal fatto che dopo 305 giorni di lattazione<br />
non ci sono più costi per il veterinario e costi per<br />
i foraggi concentrati, anche se le vacche continuano<br />
ad essere munte. È evidente che le entrate del vitello<br />
diminuiscono con ogni giorno di differenza dal prossimo<br />
parto poiché si riduce il numero di vitelli per anno.<br />
Le indicazioni sui costi medi per il foraggio concentrato<br />
e per il veterinario sono stati ripresi dalla pubblicazione<br />
”margini lordi” di Agridea.<br />
Entrate inferiori non compensate…<br />
Le bovine da elevate produttività selezionate dalla serie<br />
di dati hanno raggiunto una media produttiva giornaliera<br />
di 30.9 kg latte durante la lattazione di 305 giorni.<br />
Mediante la persistenza di lattazione e la quantità di<br />
latte prodotta all’ultima pesatura sono state calcolate<br />
delle produttività giornaliere medie di 21.0 kg latte per<br />
i primi 30 giorni di prolungamento della lattazione,<br />
19.8 kg per un prolungamento di 30 a 60 giorni e 19.6<br />
kg latte al giorno tra 60 e 90 giorni.<br />
I risparmi sui costi non erano sufficienti per recuperare<br />
le perdite di entrate. La differenza rimanente ammonta<br />
a 21 franchi a favore della lunghezza di lattazione<br />
normale. Con un prolungamento a 60, rispettivamente<br />
90 giorni, la differenza aumenta a 201, rispettivamente<br />
358 franchi. Si può quindi affermare che di regola, un<br />
prolungamento dell’intervallo tra i parti non rende.<br />
…tranne per le primipare<br />
Il risultato è però fortemente sotto l’influsso della<br />
persistenza. L’analisi delle singole 100’000 lattazioni ha<br />
mostrato che le primipare hanno una persistenza nettamente<br />
migliore di quella di vacche in lattazioni successive.<br />
Se si considerano solo le primipare, la situazione<br />
cambia e la differenza a favore di un prolungamento<br />
dell’intervallo tra i parti di 30 giorni ha così raggiunto<br />
18.57 franchi. I calcoli hanno mostrato che un prolungamento<br />
dell’intervallo tra i parti di 30 giorni può<br />
essere sensato con una persistenza superiore di circa<br />
90%. Prolungamenti di 60 o 90 giorni sono sempre<br />
svantaggiosi.<br />
I risultati permettono pure la conclusione che un<br />
prolungamento della lattazione potrebbe essere<br />
vantaggioso anche per vacche con costi del foraggio<br />
concentrato sopra la media, costi veterinari sopra la<br />
media o con un pessimo risultato d’inseminazione.<br />
Lattazioni prolungate aumentano<br />
la produttività nella lattazione seguente<br />
Nel modello non è stato considerato l’influsso del<br />
prolungamento della lattazione sulla lattazione<br />
seguente. Una ricerca effettuata in Israele ha mostrato<br />
che le bovine inseminate 60 giorni più tardi hanno<br />
raggiunto un aumento della produttività durante la<br />
lattazione seguente. Sarebbe interessante verificare<br />
questi risultati con i dati della razza Bruna svizzera.<br />
[38] ◆<br />
n. 2 • febbraio <strong>2012</strong>