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PERCORSI - Società Italiana di Fisica

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s. talas: la fisica nel settecento: nuove lezioni, spettacolo, meravigliaParts of Mathematics, whose Object is Quantity in general” [8].Il testo, pubblicato per la prima volta nel 1720–21 e poiesteso nelle e<strong>di</strong>zioni del 1725 e del 1742, riscosse grandesuccesso in tutta Europa, <strong>di</strong>ventando uno dei trattatifondamentali della fisica del Settecento (fig. 5). Tradotto daDesaguliers, venne dato alle stampe in inglese già nel 1721,con il titolo Mathematical Elements of Natural Philosophy,Confirm’d by Experiments: or, an Introduction to Sir IsaacNewton’s Philosophy, e venne poi pubblicato in francese nel1747. Comprendeva sezioni de<strong>di</strong>cate al moto dei corpi, alleforze, allo stu<strong>di</strong>o dei flui<strong>di</strong> (idrostatica e idro<strong>di</strong>namica), allapneumatica, al “fuoco” – sezione che includeva lo stu<strong>di</strong>o delcalore, della luce e dell’elettricità ottenuta per strofinio – ,alla descrizione del sistema solare e dei suoi moti. Vale lapena notare che si parla nel titolo latino <strong>di</strong> “fisica” e nel titoloinglese <strong>di</strong> “filosofia naturale”, eppure il trattato non contienenulla riguardo alla biologia, alla geologia o alla chimica,che rientravano tra<strong>di</strong>zionalmente nella filosofia naturaleseicentesca: il termine “filosofia naturale”, così come il termine“fisica”, si andava <strong>di</strong> fatto trasformando in quegli anni in sensosempre più ristretto fino a corrispondere alla fisica intesa insenso moderno, e lo stesso ’s Gravesande stava attivamentecontribuendo a questo drastico cambiamento.Per quanto riguarda Pieter van Musschenbroek, fratellodel costruttore Jan van Musschenbroek, questi insegnòdapprima a Duisburg e a Utrecht, per poi succedere a’s Gravesande a Leida. Anch’egli newtoniano entusiasta eamico <strong>di</strong> ’s Gravesande, conobbe Desaguliers in occasione <strong>di</strong>un viaggio in Inghilterra. Le sue lezioni <strong>di</strong> fisica sperimentale<strong>di</strong>ventarono famose attraverso i suoi <strong>di</strong>versi trattati –ricor<strong>di</strong>amo in particolare l’Elementa physicae (Leiden, 1734)e il testo postumo in due volumi Introductio ad philosophiamnaturalem (Leiden, 1762) – che vennero tradotti in olandese,inglese, francese e tedesco [9]. Molto interessato allo stu<strong>di</strong>odell’elettricità che, come vedremo, stava conoscendo un fortesviluppo in quel periodo, Pieter van Musschenbroek la inserìnei propri trattati de<strong>di</strong>candogli uno spazio sempre maggiore.Eccellenti <strong>di</strong>datti della nuova fisica, ’s Gravesande evan Musschenbroek attirarono alle loro lezioni studenti datutta Europa. Tra questi, Jean-Antoine Nollet (1700–1770) sisarebbe rivelato uno dei principali pala<strong>di</strong>ni del nuovo tipo<strong>di</strong> insegnamento [10]. Di origini conta<strong>di</strong>ne, Nollet avevadapprima stu<strong>di</strong>ato teologia <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong>acono – è notocome abbé o abate Nollet – , ma si era via via appassionatoalla scienza. Era entrato in contatto con alcuni dei maggioriesponenti della vita scientifica francese, in particolareC. F. Dufay e R. A. F. de Réaumur, da cui aveva imparatoelementi <strong>di</strong> fisica e tecniche <strong>di</strong> laboratorio. Furono proprioDufay e Réaumur a condurlo con sé in Olanda e in Inghilterra,dove scoprì con entusiasmo le nuove lezioni <strong>di</strong> fisicasperimentale. Tornato in Francia nel 1735, Nollet ripreseil corso <strong>di</strong> Pierre Polinière, introducendo i contenuti e laFig. 6 Ritratto <strong>di</strong> Jean Antoine Nollet (“Leçons de physiqueexpérimentale”, vol. 1, 9e éd. (Guérin, Paris) 1783).metodologia che tanto lo avevano colpito, ma raffinandoliulteriormente (fig. 6).Secondo i più <strong>di</strong>ffusi pregiu<strong>di</strong>zi dell’epoca, la conoscenzadella fisica era riservata solo agli eru<strong>di</strong>ti e agli stu<strong>di</strong>osi. Permolti infatti, secondo Nollet, “la Physique ne se présente[…] qu’avec des caractères géométriques & toute hérisséed’Algèbre” [11] 2 . Al contrario Nollet, sulla falsa riga deilecturers inglesi e olandesi, si proponeva <strong>di</strong> mettere la fisicaalla portata del maggior numero <strong>di</strong> persone. Come spiegalui stesso, destinava le proprie lezioni al pubblico più vario:a persone esperte e agli studenti delle università, per i qualisi addentrava in dettagli e approfon<strong>di</strong>menti, ma soprattuttoagli “amateurs” (<strong>di</strong>lettanti), in modo che la fisica “devînt un2 “la <strong>Fisica</strong> si presenta solo […] con caratteri geometrici e tutta irta <strong>di</strong>Algebra”.vol27 / no5-6 / anno2011 > 41

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