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Come nasce un liutaio<br />
La mia passione per la liuteria ha inizio nell’ormai<br />
lontano 1990, quando, con la complicità di alcuni<br />
amici, ho co<strong>st</strong>ruito la mia prima chitarra classica.<br />
Strumento che mi ha accompagnato fino al diploma<br />
del quinto anno di Conservatorio. L’interesse per<br />
la co<strong>st</strong>ruzione ha lentamente soppiantato gli <strong>st</strong>udi<br />
musicali. Nell’anno 2000 ho deciso di intraprendere<br />
professionalmente l’attività di liutaio, dopo aver<br />
frequentato la Civica Scuola di Liuteria di Milano,<br />
per quattro anni. Parallelamente a tale attività sono<br />
<strong>st</strong>ato per otto anni docente di laboratorio di co<strong>st</strong>ruzione<br />
degli <strong>st</strong>rumenti a pizzico moderni, presso la<br />
scuola medesima. Nel periodo scola<strong>st</strong>ico mi sono<br />
specializzato nella co<strong>st</strong>ruzione e nel re<strong>st</strong>auro degli<br />
<strong>st</strong>rumenti a pizzico e mi sono diplomato con una<br />
tesi sulle chitarre dell’800 della famiglia Guadagnini<br />
di Torino. Inizialmente mi sono occupato esclusivamente<br />
di chitarre classiche, <strong>st</strong>rumento che conoscevo<br />
bene grazie agli anni di <strong>st</strong>udio al Conservatorio,<br />
successivamente mi sono dedicato anche<br />
alla produzione di alcuni modelli di acu<strong>st</strong>iche (folk).<br />
Que<strong>st</strong>e ultime hanno poi occupato gran parte della<br />
mia produzione.<br />
Ma… come ‘nasce’ un liutaio? O meglio, come<br />
dovrebbe ‘nascere’ – secondo me – un liutaio.<br />
È solo un mio pensiero, forse legato alla mia <strong>st</strong>oria<br />
professionale, quindi discutibile e valido fino a<br />
prova contraria. È un modo per me di ripercorrere<br />
un cammino intrapreso vent’anni fa e ragionare su<br />
quali aspetti siano <strong>st</strong>ati importanti e fondamentali<br />
per la mia formazione.<br />
Prima di tutto vi è sicuramente la passione per<br />
la musica, nel no<strong>st</strong>ro caso di quella suonata con la<br />
chitarra. Se mi permettete, aggiungo che per me è<br />
<strong>st</strong>ata fondamentale anche la passione per la lavorazione<br />
del legno, aspetto che magari per altri sorge<br />
in un secondo momento. Ricordo con gioia la prima<br />
volta che andai in Brianza ad acqui<strong>st</strong>are i legni per<br />
co<strong>st</strong>ruire le prime chitarre: un set in abete e acero e<br />
due set in cedro e palissandro indiano. Per me andare<br />
‘per legno’ allora era una fe<strong>st</strong>a e dopo vent’anni<br />
lo è ancora di più!<br />
Ma le passioni non ba<strong>st</strong>ano, ci vuole la formazione.<br />
Probabilmente non tutti hanno la possibilità di iniziare<br />
il proprio percorso frequentando una scuola,<br />
che ritengo sia la soluzione ideale per evitare una<br />
serie di errori e onerose perdite di tempo; un’interessante<br />
alternativa è quella di frequentare la bottega<br />
di un liutaio.<br />
Esi<strong>st</strong>e anche chi si avvicina alla liuteria da autodidatta,<br />
l’ho fatto anch’io ma poi ho sentito l’esigenza<br />
di avere dei mae<strong>st</strong>ri.<br />
Chi ha iniziato in una scuola oltre che le esercitazioni<br />
pratiche ha seguito corsi di disegno tecnico,<br />
organologia (<strong>st</strong>oria degli <strong>st</strong>rumenti musicali), chimi-<br />
19<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />
bl<br />
ca, fisica acu<strong>st</strong>ica, verniciatura, re<strong>st</strong>auro.<br />
Formazione è anche <strong>st</strong>udiare una chitarra nei minimi<br />
dettagli per capire com’è fatta, leggere un libro<br />
che tratti argomenti inerenti alla liuteria, visitare collezioni<br />
di chitarre, mo<strong>st</strong>re, musei.<br />
A tutto ciò si affianca poi la parte co<strong>st</strong>ruttiva, perché<br />
la curiosità, l’entusiasmo per cercare di riprodurre<br />
ciò che si è scoperto è grande.<br />
Per co<strong>st</strong>ruire non ba<strong>st</strong>a acqui<strong>st</strong>are il legno, serve<br />
anche un po<strong>st</strong>o dove lavorarlo che non sia il tavolo<br />
della cucina, le polveri sono nocive! Anche chi frequenta<br />
una scuola, parallelamente deve attrezzarsi<br />
una po<strong>st</strong>azione di lavoro: una cantina (non troppo<br />
umida!), un sottoscala, un garage, insomma un locale<br />
anche piccolo da dedicare interamente alla no<strong>st</strong>ra<br />
attività.<br />
Non ci possiamo dimenticare degli attrezzi: pialle,<br />
lime, scalpelli, trapani… quelli imprescindibili e poi<br />
tutti gli altri, secondo l’insorgere della necessità.<br />
Quando ho sentito l’esigenza di avere un mae<strong>st</strong>ro,<br />
di frequentare dei corsi, mi ero reso conto di<br />
essere in grado solo di co<strong>st</strong>ruire dei ‘mobili’, belli ma<br />
privi di personalità.<br />
Studiare <strong>st</strong>rumenti di mae<strong>st</strong>ri quali Torres, Hauser,<br />
Gallinotti, Martin e altri che hanno fatto la <strong>st</strong>oria<br />
della liuteria chitarri<strong>st</strong>ica mi ha permesso di capire<br />
che uno <strong>st</strong>rumento musicale deve avere un’anima,<br />
una forte caratterizzazione trasmessa dalla sensibilità<br />
di chi l’ha creato, influenzata a sua volta dall’ambiente,<br />
dal conte<strong>st</strong>o culturale e dalla sensibilità musicale<br />
dell’epoca in cui il liutaio è vissuto.<br />
Essere in grado di cogliere que<strong>st</strong>e sfumature permette<br />
di crearsi una personalità e di trasferirla ai<br />
propri <strong>st</strong>rumenti. Strumenti che dovranno poi soddisfare<br />
anche e soprattutto le esigenze dei musici<strong>st</strong>i<br />
per i quali sono <strong>st</strong>ati co<strong>st</strong>ruiti.<br />
È sempre una forte emozione, e ritengo la più<br />
grande soddisfazione del no<strong>st</strong>ro lavoro, ottenere la<br />
fusione tra l’arte liutaria e quella musicale.<br />
Aldo Illotta<br />
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