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LIUTERIA<br />

Achille De Lorenzi<br />

TECNICA<br />

Lasse Johansson<br />

Eric Lugosch<br />

Bruskers<br />

SCHERTLER<br />

dalla Svizzera<br />

con passione<br />

LUCA PEDRONI<br />

Fuori dagli schemi<br />

AGM SARZANA<br />

Il fe<strong>st</strong>ival<br />

e gli arti<strong>st</strong>i<br />

AGM SARZANA<br />

La mo<strong>st</strong>ra<br />

degli <strong>st</strong>rumenti<br />

IN PROVA: Schertler Classic CP - Schertler David Deluxe - Fender CD 280 SCE Nat - DPA 4099 GTR - Samson Studio GT


sommario<br />

Venerdì scorso sono <strong>st</strong>ato invitato<br />

a suonare nella Casa Circondariale<br />

di Varese. Grazie all’entusiasmo<br />

e alla passione di Michele<br />

Erpoli, alcuni detenuti avevano<br />

seguìto un corso di chitarra acu<strong>st</strong>ica.<br />

Alla fine di que<strong>st</strong>o corso,<br />

Michele aveva manife<strong>st</strong>ato il desiderio<br />

di organizzare un concerto/<br />

workshop, per coinvolgerli ancora<br />

di più e spronarli in una passione<br />

di sicuro aiuto e supporto alla loro<br />

attuale condizione.<br />

Come solitamente avviene in<br />

casi del genere, ho ricevuto una<br />

richie<strong>st</strong>a di aiuto via e-mail da<br />

parte di Michele, che pur senza<br />

conoscermi si era affidato a <strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

nella speranza di<br />

un feedback positivo. Ricevuto<br />

il messaggio, ho accettato immediatamente<br />

l’invito ritenendo<br />

la cosa di sicuro interesse, ma<br />

sopratutto desideroso di vivere<br />

un’esperienza così intensa.<br />

Lo spettacolo sarebbe dovuto<br />

durare due ore e mezza, tanto<br />

era il tempo concesso ai detenuti.<br />

Allora, per evitare di propinare ai<br />

poveri malcapitati una dose ‘letale’<br />

di fingerpicking, ho chie<strong>st</strong>o a<br />

Giorgio Cordini di accompagnar-<br />

Una prigione<br />

a sei corde<br />

mi, invitandolo a parlare della<br />

sua esperienza con De André e<br />

a preparare una seconda parte<br />

dello spettacolo dedicata al canto<br />

accompagnato dalla chitarra.<br />

Il tutto doveva iniziare alle due<br />

e noi, all’una e mezza, eravamo<br />

in un bar cercando di accordarci<br />

sul programma da presentare.<br />

Sia Giorgio che io eravamo<br />

un po’ in tensione, non sapendo<br />

esattamente cosa ci aspettava<br />

e come avrebbero accolto una<br />

musica così ‘difficile’. Ci rasserenava<br />

sapere che erano <strong>st</strong>ati<br />

in sette a seguire il corso, quindi<br />

immaginavamo una cosa molto<br />

tranquilla e intima, per gli ‘addetti<br />

ai lavori’ o per lo meno per gli ‘appassionati’.<br />

Dopo i vari controlli, siamo<br />

entrati in una sala dove era già<br />

montata l’amplificazione e dove<br />

il no<strong>st</strong>ro pubblico ci attendeva:<br />

cinquanta detenuti, guardie e<br />

assi<strong>st</strong>enti sociali erano pronti,<br />

seduti sulle loro sedie. L’idea del<br />

momento intimo era svanita e ci<br />

ritrovavamo di fronte a una folta<br />

platea, alla quale io per primo<br />

avrei dovuto spiegare cos’è la<br />

chitarra fingerpicking…<br />

3<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

sr<br />

Vi racconto solo il finale: un<br />

grande coro a cantare “Il Gorilla”<br />

(coraggiosa intuizione di Giorgio)<br />

e “Bocca di rosa”. Applausi e richie<strong>st</strong>e<br />

di bis da parte di tutti, ma<br />

i tempi erano quelli e non si poteva<br />

trasgredire. All’invito da parte<br />

delle guardie di abbandonare la<br />

sala, rimarrà indelebile negli occhi<br />

e nel cuore mio e di Giorgio la<br />

lunga fila che si è formata, poiché<br />

ognuno di loro voleva <strong>st</strong>ringerci<br />

personalmente la mano e ringraziarci<br />

prima di uscire.<br />

Due sole riflessioni: la prima è<br />

che, per me e Giorgio, si è trattato<br />

sicuramente di uno dei concerti<br />

più coinvolgenti e con il pubblico<br />

migliore, silenzioso, attento<br />

e curioso, ma pronto a scatenarsi<br />

in applausi fragorosi alla fine di<br />

ogni brano. La seconda è che<br />

attività di que<strong>st</strong>o genere, forse,<br />

dovrebbero diventare una sorta<br />

di obbligo in certe situazioni. La<br />

musica riesce a creare ancora<br />

entusiasmo e a tirar fuori il meglio<br />

da ogni uomo. Chissà, forse la<br />

no<strong>st</strong>ra rivi<strong>st</strong>a que<strong>st</strong>o mese avrà<br />

cinquanta nuovi lettori.<br />

Reno Brandoni<br />

Editoriale<br />

Sarzana, il Lago d’Orta, Ferentino, la Franciacorta… di Andrea Carpi pag. 3<br />

Notizie<br />

Un paese a sei corde 2011 pag. 6<br />

Ferentino Acu<strong>st</strong>ica 2011 pag. 8<br />

Blog<br />

L’evoluzione di Internet di Mario Giovannini pag. 10<br />

La chitarra e il web di Daniele Bazzaini pag. 11<br />

Chitarra e Internet? di Beppe Gambetta pag. 12<br />

I luoghi della musica di Luca Francioso pag. 13<br />

Didattica Ignorante? - 2 di Giovanni Pelosi pag. 14<br />

L’arrangiamento e la rivisitazione - 2 dei Brusker pag. 17<br />

I miei video di Franco Morone pag. 18<br />

Come nasce un liutaio di Aldo Illotta pag. 19<br />

Recensioni pag. 20


sr<br />

Arti<strong>st</strong>i<br />

Luca Pedroni di Mario Giovannini pag. 26<br />

Acou<strong>st</strong>ic Night 11 di Germano Dantone pag. 30<br />

Sarzana 2011: gli Arti<strong>st</strong>i di Andrea Carpi pag. 32<br />

Strumenti<br />

AGM Sarzana 2011: l’esposizione di Mario Giovannini pag. 38<br />

Chitarra Classica Schertler Classic CP di Mario Giovannini pag. 42<br />

Amplificatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica Schertler David Deluxe di Mario Giovannini pag. 44<br />

Chitarra Acu<strong>st</strong>ica Fender CD 280 SCE NAT di Mario Giovannini pag. 46<br />

Achille De Lorenzi di Alberto Ziliotto pag. 48<br />

Microfono DPA 4099 GTR di Daniele Bazzani pag. 50<br />

Samson Studio GT di Daniele Bazzani pag. 52<br />

IK Multimedia AmpliTube 3.5 di Mario Giovannini pag. 54<br />

Notizie di mercato dalle aziende pag. 56<br />

Tecnica<br />

Tracce di Spagna a New Orleans di Lasse Johansson pag. 58<br />

St. Thomas di Erich Lugosh pag. 63<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock di Stefano Barbati pag. 66<br />

Esercizi per la mano De<strong>st</strong>ra di Eugenio Polachini pag. 74<br />

www.chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />

Direttore responsabile<br />

Andrea Carpi<br />

andrea.carpi@fingerpicking.net<br />

Editore<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

Via Prati, 1/10<br />

40057 Granarolo dell’Emilia (BO)<br />

info@fingerpicking.net<br />

www.fingerpicking.net<br />

Ammini<strong>st</strong>razione e coordinamento<br />

Reno Brandoni<br />

reno.brandoni@fingerpicking.net<br />

Pubblicità<br />

Tel. +39 349 0931913<br />

adv@fingerpicking.net<br />

4<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Progetto grafico<br />

Outline s.a.s. di Matteo Dittadi & C.<br />

Impaginazione e coordinamento web<br />

Mario Giovannini<br />

Chitarra Acu<strong>st</strong>ica è una pubblicazione mensile<br />

Regi<strong>st</strong>razione del Tribunale di Bologna<br />

n. 8151 del 07.12.2010<br />

Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si re<strong>st</strong>ituiscono.<br />

È vietata la riproduzione anche parziale di te<strong>st</strong>i, documenti,<br />

disegni e fotografie.


editoriale<br />

Sarzana, il Lago d’Orta,<br />

Ferentino, la Franciacorta…<br />

Ci sembra appena ieri che<br />

siamo tornati dalla grande<br />

abbuffata di musica e chitarre<br />

dell’Acou<strong>st</strong>ic Guitar<br />

Meeting di Sarzana, al quale<br />

consacriamo in que<strong>st</strong>o<br />

numero due ampi servizi.<br />

E già ci troviamo di fronte a<br />

nuovi ed entusiasmanti appuntamenti.<br />

Sta per iniziare la rassegna<br />

di Un Paese a Sei Corde<br />

e, scorrendo il programma, c’è veramente da re<strong>st</strong>are<br />

sopraffatti dall’altissimo livello dei musici<strong>st</strong>i invitati. Pre<strong>st</strong>o<br />

si svolgerà anche Ferentino Acu<strong>st</strong>ica, dove avremo tra le<br />

altre cose l’occasione di riascoltare quel fenomeno di Francesco<br />

Buzzurro, che tanto ci aveva impressionato all’AGM<br />

sul Palco della Torre della Fortezza Firmafede, dove <strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

ha organizzato i suoi open mic. Parte infine<br />

il nuovo concorso organizzato da Acou<strong>st</strong>ic Fr anciacorta,<br />

que<strong>st</strong>’anno sul tema di “Una canzone di Fabrizio De André<br />

per la chitarra acu<strong>st</strong>ica”. L’anno scorso eravamo rima<strong>st</strong>i<br />

molto soddisfatti dell’edizione ispirata alle canzoni dei Beatles,<br />

avendo avuto modo di apprezzare gli arrangiamenti<br />

dei numerosi partecipanti. Ci aspettiamo quindi dei risultati<br />

altrettanto positivi e vi invitiamo a mandare i vo<strong>st</strong>ri MP3 a<br />

info@fingerpicking.net per poter partecipare alle selezioni.<br />

Desideriamo d’altra parte dare un rilievo particolare anche<br />

alla sezione della rivi<strong>st</strong>a riservata a novità e prove di<br />

<strong>st</strong>rumenti. Abbiamo così voluto dedicare la <strong>st</strong>oria di copertina<br />

di que<strong>st</strong>o mese a un’accoppiata di <strong>st</strong>rumenti del marchio<br />

elvetico Schertler, la chitarra Classic CP e il nuovo amplificatore<br />

David Deluxe, con due approfonditi servizi interni,<br />

affiancati da dettagliate dimo<strong>st</strong>razioni video realizzate da<br />

Dario Fornara e filmate da Reno Brandoni. Come sempre,<br />

le no<strong>st</strong>re dimo<strong>st</strong>razioni video possono essere visualizzate<br />

nella sezione “In<strong>st</strong>ruments” all’indirizzo http://fingerpicking.<br />

net/category/<strong>st</strong>rumenti/.<br />

Sempre nel settore <strong>st</strong>rumenti della rivi<strong>st</strong>a segnaliamo<br />

la prova del piccolo microfono a condensatore DPA 4099<br />

GTR, realizzata da Daniele Bazzani, e le novità relative alle<br />

nuove chitarre acu<strong>st</strong>iche Cort.<br />

Peraltro non è ovviamente da trascurare nemmeno la sezione<br />

riservata alla tecnica <strong>st</strong>rumentale, con i nuovi spartiti<br />

di Lasse Johansson ed Eric Lugosch, e le nuove rubriche<br />

di Stefano Barbati e dei Bruskers.<br />

Buona lettura!<br />

Andrea Carpi<br />

5<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

ed<br />

Due scorci caratteri<strong>st</strong>ici di Ferentino (sopra) e del<br />

Lago D’Orta... non di sola chitarra vive l’uomo


nt notizie<br />

Un Paese a Sei Corde 2011<br />

Chitarre sul lago d’Orta e non solo…<br />

L’Associazione culturale “La Fine<strong>st</strong>ra sul Lago”<br />

presenta la se<strong>st</strong>a edizione di “Un Paese a Sei Corde”.<br />

Quella che fino a pochi anni or sono pareva<br />

una scommessa azzardata, oggi è realtà. La musica<br />

per chitarra torna a offrire momenti di altissimo<br />

livello nell’e<strong>st</strong>ate del 2011.<br />

“Un Paese a Sei Corde” offre 19 concerti gratuiti<br />

in 15 Comuni delle Provincie di Novara e del Verbano<br />

Cusio Ossola, con alcuni tra i massimi interpreti<br />

mondiali della chitarra acu<strong>st</strong>ica e giovani di grandissimo<br />

talento. La rassegna offre anche l’opportunità<br />

di visitare alcune tra le più sugge<strong>st</strong>ive località tra<br />

il basso Novarese e l’alta Val d’Ossola, scoprendo<br />

paesi e luoghi dal fascino <strong>st</strong>raordinario dai panorami<br />

formidabili.<br />

Dal lago d’Orta al Maggiore, dalla pianura alla<br />

montagna, 33 musici<strong>st</strong>i offriranno il meglio della<br />

loro produzione. Ci sentiamo di poter affermare<br />

che, nono<strong>st</strong>ante le difficoltà di un momento molto<br />

sfavorevole, si sia realizzato un cartellone di livello<br />

assoluto, del quale non possiamo che essere orgogliosi.<br />

In sei anni la propo<strong>st</strong>a di “Un Paese a Sei<br />

Corde” è sempre co<strong>st</strong>antemente cresciuta e que<strong>st</strong>a<br />

rassegna può ormai essere considerata alla pari dei<br />

migliori fe<strong>st</strong>ival Europei. Vi aspettiamo per serate<br />

indimenticabili di grande musica.<br />

PROGRAMMA<br />

– Sabato 18 giugno, San Maurizio d’Opaglio,<br />

Giardino Lagna, ore 21, ingresso gratuito: Dario<br />

Fornara e Francesco Biraghi. La ‘<strong>st</strong>rana coppia’<br />

fomata da un chitarri<strong>st</strong>a classico e uno acu<strong>st</strong>ico,<br />

che sul web ha spopolato con un video con migliaia<br />

di visualizzazioni, propone una serata unica nel suo<br />

genere per fusioni e commi<strong>st</strong>ioni di <strong>st</strong>ili. Il programma<br />

prevede brani vecchi e nuovi, alcuni evergreen<br />

e alcuni <strong>st</strong>andard, senza contare incursioni nel classico<br />

(Vivaldi) o nel blues: un volo musicale a 360<br />

gradi, dodici corde e quattro mani, per dimo<strong>st</strong>rare<br />

che i confini tra le varie ‘chitarre’ sono sovente solo<br />

delle fragili ‘etichette’.<br />

– Venerdì 24 giugno, Orta San Giulio, Palazzo<br />

Ubertini ore 22.30, ingresso gratuito: Gabor Lesko.<br />

Chitarri<strong>st</strong>a, compositore e arrangiatore, turni<strong>st</strong>a<br />

molto richie<strong>st</strong>o, l’arti<strong>st</strong>a bergamasco da alcuni<br />

anni <strong>st</strong>a riservando il meglio della sua produzione<br />

proprio alla chitarra acu<strong>st</strong>ica. In uscita per il 2011 il<br />

nuovo disco.<br />

– Sabato 25 giugno, Crevoladossola, Centrale<br />

ENEL Green Power, ore 18.30, ingresso gratuito:<br />

Guitar Republic con Pino Fora<strong>st</strong>iere, Sergio Altamura<br />

e Stefano Barone. Tre personalità musicali<br />

originali, unite in un progetto dall’impatto molto forte.<br />

La ‘republica delle chitarre’ di Altamura, Barone<br />

e Fora<strong>st</strong>iere è basata sulla sperimentazione e sulla<br />

necessità di oltrepassare i limiti co<strong>st</strong>ruttivi della chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica.<br />

6<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Dario Fornara e Francesco Biraghi<br />

– Domenica 26 giugno, Pella, Piazza Motta, ore<br />

21, ingresso gratuito: Clive Carroll. John Renbourn<br />

da anni lo vuole in tour con sé. Perché l’arti<strong>st</strong>a<br />

britannico sul palco è una vera forza della natura,<br />

capace di trascinare e coinvolgere come pochi altri.<br />

Un vero spettacolo.<br />

– Sabato 2 luglio, Briga Novarese, Chiesa di San<br />

Tommaso, ore 21, ingresso gratuito: Pietro Nobile.<br />

Uno dei capiscuola della chitarra acu<strong>st</strong>ica italiana,<br />

capace di creare atmosfere delicate e rarefatte. Il<br />

chitarri<strong>st</strong>a milanese ha appena pubblicato un nuovo<br />

CD in cui dimo<strong>st</strong>ra di essere a proprio agio anche<br />

con le tecniche più moderne.<br />

– Sabato 9 luglio, Cressa, Cortile del Municipio,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Rolando Biscuola. Vincitore<br />

nel 2008 del New Sounds Of Acou<strong>st</strong>ic Music<br />

di Sarzana – il concorso di chitarra acu<strong>st</strong>ica di maggior<br />

pre<strong>st</strong>igio in Italia – è uno dei nuovi talenti più<br />

interessanti, dotato anche di una tecnica impressionante.<br />

– Sabato 16 luglio, Gozzano, Cortile del Municipio,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Peppino D’Ago<strong>st</strong>ino.<br />

Entra di diritto nel piccolo, ri<strong>st</strong>retto gruppo degli<br />

arti<strong>st</strong>i che negli ultimi anni hanno fatto la <strong>st</strong>oria<br />

della chitarra acu<strong>st</strong>ica. Un musici<strong>st</strong>a da cui non si<br />

può prescindere nello <strong>st</strong>udio dello <strong>st</strong>rumento, per<br />

innovazione, sensibilità oltre che padronanza delle<br />

tecniche più moderne. Apre il concerto: Luciano<br />

Pizzolante.<br />

– Sabato 23 luglio, Gravellona Toce, Parco pubblico,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Paolo Giordano.<br />

Freddie House, Ma<strong>st</strong>er of Ceremonies per la Convention<br />

2002 della Association of Finger<strong>st</strong>yle Guitari<strong>st</strong>s,<br />

dopo averlo sentito suonare ha chie<strong>st</strong>o, tra<br />

l’impressionato e l’incredulo: «Is it legal to play like<br />

this in the States?»<br />

– Sabato 30 luglio, Casale Corte Cerro, Cortile<br />

delle Scuole, ore 21, ingresso gratuito: Paolo Bonfanti<br />

& Martino Coppo. Uno dei pochi, veri uomini<br />

di blues in Italia, accompagnato per l’occasione dal<br />

mandolini<strong>st</strong>a dei Red Wine. Un sodalizio, umano e<br />

arti<strong>st</strong>ico, che negli anni ha riservato grandi sorprese<br />

e regalato serate indimenticabili.<br />

– Sabato 6 ago<strong>st</strong>o, Stresa, Palazzina Liberty, ore


21, ingresso gratuito: Peter Finger. Oltre ad essere<br />

uno dei più grandi virtuosi della sei corde in Europa,<br />

Peter Finger per la sua attività di divulgazione e produzione<br />

arti<strong>st</strong>ica è <strong>st</strong>ato sicuramente uno dei fautori<br />

della rinascita della chitarra acu<strong>st</strong>ica in que<strong>st</strong>i ultimi<br />

anni. Apre il concerto: Val Bonetti.<br />

– Mercoledi’ 10 ago<strong>st</strong>o, Paruzzaro (NO) Conc.<br />

Autoarona, ore 21, ingresso gratuito: Beppe Gambetta<br />

& Tony McManus. Difficile condensare in<br />

poche righe due talenti di que<strong>st</strong>o calibro, in grado<br />

di regalare uno spettacolo unico per energia e coinvolgimento.<br />

Una collaborazione che dura da anni e<br />

che ha dato frutti eccellenti.<br />

– Sabato 20 ago<strong>st</strong>o, Madonna del Sasso, Piazza<br />

dello scalpellino, ore 21, ingresso gratuito: Volare<br />

in alto, serata dedicata a giovani esordienti, promesse<br />

del chitarrismo italiano. Si esibiscono: Lorenzo<br />

Favero, Nick Mantoan, Alberto Ziliotto.<br />

– Sabato 27 ago<strong>st</strong>o, Soriso, Chiesa di S. Marta,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Chitarra Femminile Singolare<br />

con Sara Collodel. Giovane talento emergente<br />

della chitarra classica, svolge da anni attività<br />

concerti<strong>st</strong>ica come soli<strong>st</strong>a e in formazioni cameri<strong>st</strong>iche,<br />

in particolare si dedica al duo voce e chitarra<br />

con un repertorio di musica popolare e folk songs.<br />

Apre il concerto: Teresa Tringali.<br />

– Domenica 28 ago<strong>st</strong>o, Orta San Giulio, Fraz.<br />

Corconio, ore 21, ingresso gratuito: Luca Pedroni.<br />

Con due dischi come soli<strong>st</strong>a e svariate collaborazioni<br />

alle spalle, il chitarri<strong>st</strong>a milanese è l’autore della<br />

sigla del talk show L’ultima parola in onda su Rai<br />

Due, oltre che di diversi commenti musicali per la<br />

<strong>st</strong>essa rete.<br />

– Venerdì 2 settembre, Galliate, Cortile del Ca<strong>st</strong>ello,<br />

ore 21, in coproduzione con il Galliate Ma<strong>st</strong>er<br />

Guitar: Antonio Forcione. Lo chiamavano il ‘Jimi<br />

Hendrix’ della chitarra acu<strong>st</strong>ica, non solo per il vizietto<br />

di bruciare la chitarra… mentre continuava a<br />

suonarla. È considerato uno dei musici<strong>st</strong>i più creativi<br />

oltre che uno dei migliori performer della scena<br />

europea.<br />

– Sabato 10 settembre, Nonio, Fraz. Brolo,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Maurizio Geri Trio. In<br />

vent’anni di carriera, Maurizio ha fatto parecchia<br />

<strong>st</strong>rada. Partendo dalla musica popolare della sua<br />

terra, la Toscana, ha frequentato vie poco battute,<br />

per approdare infine al jazz manouche, che interpreta<br />

con talento e passione.<br />

Pierre Bensusan<br />

7<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

nt<br />

– Domenica 11 settembre, Pogno, Chiesa di S.<br />

Caterina, ore 21, ingresso gratuito: Edoardo Bignozzi<br />

& Sándor Szabó. Bignozzi è un chitarri<strong>st</strong>a<br />

dallo <strong>st</strong>ile sobrio ed elegante, piani<strong>st</strong>a e compositore,<br />

cresciuto nel circuito jazzi<strong>st</strong>ico della capitale. In<br />

patria Szabó è considerato un autentico mo<strong>st</strong>ro sacro,<br />

vero motore del movimento legato alla chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica in continua crescita negli ultimi anni. Duo<br />

eccezionale che crea visionarie intuizioni con l’utilizzo<br />

di <strong>st</strong>rumenti a 7, 8, 16 corde, baritone, <strong>st</strong>eel<strong>st</strong>ring<br />

anche senza ta<strong>st</strong>i.<br />

– Sabato 17 settembre, Soriso, Chiesa di S. Giacomo,<br />

ore 21, ingresso gratuito: Chitarra Femminile<br />

Singolare con Anabel Montesinos. Vincitrice<br />

dell’ultima edizione del ‘Pittaluga’ di Alessandria,<br />

grande concerti<strong>st</strong>a fin dall’età di dodici anni, Anabel<br />

Montesinos è una delle più acclamate signore della<br />

chitarra classica sulla scena europea. Apre il concerto:<br />

Silvia Faggion.<br />

– Domenica 18 settembre, Pella, Chiesa di S.<br />

Albino, ore 21,00 - ingresso gratuito: Pierre Bensusan.<br />

Gli arti<strong>st</strong>i veri, come il chitarri<strong>st</strong>a parigino, sono<br />

in grado di far vibrare le corde più profonde dell’anima.<br />

Sarà per que<strong>st</strong>o che è uno dei pochi in circolazione<br />

capace di mettere d’accordo appassionati di<br />

ogni genere: europei e americani, tradizionali<strong>st</strong>i e<br />

sperimentatori.<br />

Info: http://www.unpaeseaseicorde.it<br />

Anabel Montesinos


nt notizie<br />

Ferentino Acu<strong>st</strong>ica 2011<br />

Una breve presentazione degli arti<strong>st</strong>i<br />

Cari amici, siamo arrivati alla nona edizione del<br />

fe<strong>st</strong>ival.<br />

In generale, cerco ogni anno di proporre degli arti<strong>st</strong>i<br />

nuovi per la manife<strong>st</strong>azione, ma sento anche l’e<strong>st</strong>remo<br />

bisogno di una certa continuità. Ciò perché<br />

ho sempre inteso Ferentino Acu<strong>st</strong>ica come il fe<strong>st</strong>ival<br />

di <strong>Fingerpicking</strong>.net, e que<strong>st</strong>o significa ‘persone’,<br />

non un’idea a<strong>st</strong>ratta.<br />

Quindi sono particolarmente felice di annunciare<br />

che, come avevo promesso, ci sono in programma i<br />

concerti di Fulvio Montauti, con la sua ‘Teleca<strong>st</strong>er<br />

acu<strong>st</strong>ica’ ed il suo jazz, e di Roberto De Luca, con<br />

la sua fanta<strong>st</strong>ica creatività. Entrambi hanno animato<br />

la prima edizione del fe<strong>st</strong>ival, nell’ormai lontano<br />

2003, quando non c’immaginavamo che sarebbe<br />

diventato un appuntamento <strong>st</strong>abile, internazionale<br />

e di crescente pre<strong>st</strong>igio.<br />

Alex Di Reto, Reno Brandoni ed io siamo un po’<br />

i genitori di <strong>Fingerpicking</strong>.net, e Giorgio Cordini<br />

quantomeno uno zio pre<strong>st</strong>igioso.<br />

Non mancheranno, come dicevo, le novità; la più<br />

soft è rappresentata dall’intervento ‘in quartet’ di Micki<br />

Piperno.<br />

Per la prima volta a Ferentino, ci saranno:<br />

– Sergio Altamura, con la sua originalissima<br />

‘acu<strong>st</strong>ica-elettronica’, anche lui, come Pino Fora<strong>st</strong>iere<br />

e Stefano Baroni, della pre<strong>st</strong>igiosa scuderia<br />

Sergio Altamura<br />

8<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Clive Carroll<br />

CandyRat Records.<br />

– La ‘pe<strong>st</strong>e’ Andrea Valeri: da timido ragazzino<br />

già in grado di <strong>st</strong>upirci tutti a perfomer internazionale<br />

di grande valore, il passo è <strong>st</strong>ato brevissimo.<br />

– Max De Bernardi & Veronica Sbergia: chi ha<br />

vi<strong>st</strong>o i loro video su <strong>Fingerpicking</strong>.net non vorrà perdere<br />

l’occasione di ascoltarli dal vivo! Che siano<br />

dobro, ukulele o quello che volete, simpaticissimi e<br />

<strong>st</strong>repitosi.<br />

– Clive Carroll: l’erede di John Renbourn, ma<br />

non solo. Que<strong>st</strong>o ragazzo è un patrimonio dell’umanità,<br />

per simpatia, tecnica, classe. Uno dei grandi<br />

del mondo, un globetrotter apprezzato ovunque.<br />

– Gina Trio: il ‘no<strong>st</strong>ro’ Daniele Bazzani, la (almeno<br />

un po’) ‘no<strong>st</strong>ra’ Gina Fabiani, con il contrabbassi<strong>st</strong>a<br />

Lorenzo Feliciati, vincitori con il loro album<br />

Segreto del Premio Ciampi 2008 per il miglior disco<br />

d’esordio, saranno con noi in un set che si annuncia<br />

come indimenticabile.<br />

– Pietro Nobile: non dovrei aggiungere altro, è<br />

una delle poche persone da cui ha avuto origine la<br />

diffusione della chitarra acu<strong>st</strong>ica italiana; uno dei<br />

pochissimi arti<strong>st</strong>i del genere ad essere messo sotto<br />

contratto da una major discografica. Un autore, un<br />

insegnante, un concerti<strong>st</strong>a, e tutto ad altissimi livelli.<br />

– Francesco Buzzurro. Me ne vergogno, fino a<br />

pochi mesi fa non lo conoscevo. Si tratta, per chi<br />

avesse la <strong>st</strong>essa ‘colpa’, di un fenomeno di umanità,<br />

arte, tecnica. Non a caso, è <strong>st</strong>ato scelto da Antonella<br />

Ruggiero per accompagnarla in diversi concerti.


Veronica Sbergia<br />

Sarà, per molti, una autentica rivelazione. Curiosate<br />

su YouTube per farvene un’idea… Praticamente un<br />

pre<strong>st</strong>igiosissimo esordio nel circuito dei fe<strong>st</strong>ival acu<strong>st</strong>ici.<br />

Presenterà brani del suo CD L’ esploratore ed<br />

altri del suo immenso repertorio.<br />

– Gabin Dabiré ci porterà dal Burkina Faso, con<br />

la sua voce e la sua chitarra, nella più nobile world<br />

music che si possa ascoltare. Autore e sponsor del<br />

progetto “Felicità in Azione”, si produrrà in un trascinante<br />

set denso di musica e umanità.<br />

– Jacqueline ‘Jackie’ Perkins: la cantautrice e<br />

chitarri<strong>st</strong>a newyorkese, apprezzata nelle sue esibizioni<br />

anche nei maggiori fe<strong>st</strong>ival di chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

presenterà brani del suo ultimo CD, The Still<br />

Awakening. Delicata ed energica, rappresenta al<br />

meglio la canzone d’autore americana.<br />

Programma<br />

– Giovedì 23 giugno, Palazzo Consolare, Piazza<br />

Mazzini, ore 17: workshop “Tecniche chitarri<strong>st</strong>iche<br />

di base” tenuto da Micki Piperno; Piazza Mazzini,<br />

ore 21: Fulvio Montauti, Giovanni Pelosi, Micki<br />

Piperno Delta Blues Quartet, Sergio Altamura.<br />

– Venerdì 24 giugno, Palazzo Consolare, piazza<br />

Pietro Nobile<br />

9<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

nt<br />

ACOUSTIC FRANCIACORTA<br />

& FINGERPICKING.NET<br />

Una canzone di Fabrizio De André<br />

per la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

Anche que<strong>st</strong>’anno nell’ambito di Acou<strong>st</strong>ic Franciacorta<br />

si svolgerà una competizione tra chitarri<strong>st</strong>i,<br />

aperta a tutti. I partecipanti dovranno presentare<br />

un arrangiamento inedito di un brano del<br />

repertorio di Fabrizio De André, realizzato con<br />

una sola chitarra, completamente <strong>st</strong>rumentale.<br />

Come per lo scorso anno, saranno valutati arrangiamento,<br />

esecuzione e interpretazione. Anche<br />

le selezioni avverranno nello <strong>st</strong>esso modo,<br />

inviando una regi<strong>st</strong>razione in formato MP3,<br />

tramite e-mail, a info@fingerpicking.net entro il<br />

15 ago<strong>st</strong>o 2011. Uno dei tre brani finali<strong>st</strong>i sarà<br />

scelto dal pubblico che frequenta il sito di <strong>Fingerpicking</strong>.net,<br />

gli altri due da una giuria compo<strong>st</strong>a<br />

da sei musici<strong>st</strong>i. Gli interpreti dei brani così scelti<br />

saranno invitati ad eseguirli sul palco di Acou<strong>st</strong>ic<br />

Franciacorta nel pomeriggio di domenica 11 settembre<br />

2011. L’interpretazione ritenuta migliore<br />

dalla giuria riceverà in premio un amplificatore<br />

SR Technology JAM 150. La giuria è compo<strong>st</strong>a<br />

da Reno Brandoni, Alberto Caltanella, Andrea<br />

Carpi, Giorgio Cordini, Franco Morone, Giovanni<br />

Pelosi.<br />

Mazzini, ore 17: workshop su “La cura del suono<br />

acu<strong>st</strong>ico” tenuto da Daniele Lupi; Piazza Mazzini,<br />

ore 21: Reno Brandoni, Andrea Valeri, Max De<br />

Bernardi & Veronica Sbergia, Clive Carroll.<br />

– Sabato 25 giugno, Cortile del Palazzo Roffi-<br />

Sabelli, via Consolare, ore 17: “Open Mic” di <strong>Fingerpicking</strong>.net;<br />

Piazza Mazzini, ore 21: Giorgio<br />

Cordini, Gina Trio, Pietro Nobile, Francesco<br />

Buzzurro.<br />

– Domenica 26 giugno, Palazzo Consolare,<br />

Piazza Mazzini, ore 10: ma<strong>st</strong>er class di Francesco<br />

Buzzurro (con prenotazione al tel. 348 6521194);<br />

Cortile del Palazzo Roffi-Sabelli, ore 17: “Open Mic”<br />

di <strong>Fingerpicking</strong>.net; Piazza Mazzini, ore 21: Alex<br />

Di Reto, Roberto De Luca, Gabin Dabiré, Jackie<br />

Perkins<br />

– Sabato 9 luglio, Grottone di Fumone, ore<br />

21.30, serata <strong>st</strong>raordinaria con Micki Piperno Delta<br />

Blues Quartet.<br />

Info: http://www.ferentinoacu<strong>st</strong>ica.it<br />

Giovanni Pelosi


l blog<br />

L’evoluzione di Internet<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net 2.0<br />

La conqui<strong>st</strong>a della Rete è partita, almeno qui da<br />

noi, alla fine degli anni ’90. Con il consueto slancio,<br />

con il caratteri<strong>st</strong>ico ardore tutto ‘italico’. L’importante<br />

era esserci, piantare la bandierina con su scritto<br />

www.ilmionome.it ed entrare in possesso del relativo<br />

indirizzo di po<strong>st</strong>a elettronica. Sia per i mezzi<br />

tecnici dell’epoca quanto per la scarsa conoscenza<br />

del medium, l’entusiasmo su Internet si è sgonfiato<br />

con la <strong>st</strong>essa velocità della relativa bolla economica<br />

sulle borse mondiali. Lasciando sparse per la<br />

Rete tante piccole isole, prive di contenuti quanto<br />

di qualsiasi collegamento con ciò che le circonda.<br />

Anche per quanto riguarda l’ambito musicale, ancor<br />

più forse per quanto concerne la chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

in pochissimi hanno saputo sfruttarne le enormi potenzialità<br />

di tramite, di contatto, più che di potere<br />

divulgativo in sé.<br />

Del re<strong>st</strong>o la totale disponibilità di accesso all’informazione<br />

e alla promozione sulla Rete può essere<br />

uguale alla sua totale assenza, senza i mezzi adeguati<br />

per affrontarla. L’eccesso di <strong>st</strong>imoli, è <strong>st</strong>ato<br />

dimo<strong>st</strong>rato a più riprese, può ridurre a zero la curiosità<br />

dell’uomo e la sua capacità di fronteggiarli.<br />

E, come era logico aspettarsi, l’uomo telematico ha<br />

reagito esattamente come fa dai tempi dei tamburi e<br />

dei segnali di fumo: ha creato dei punti di aggregazione<br />

e si è dato delle regole, eleggendo qualcuno<br />

che sia prepo<strong>st</strong>o a farle rispettare. Le community<br />

si sono moltiplicate in maniera esponenziale negli<br />

ultimi anni, veri vincitori della sfida al web 2.0. Facebook<br />

e youtube sono <strong>st</strong>ati i trionfatori di que<strong>st</strong>a fase<br />

dell’evoluzione di Internet.<br />

Mentre gli espertoni si interrogano su quale sarà<br />

the next thing, il prossimo gradino dell’evoluzione<br />

telematica, per <strong>Fingerpicking</strong>.net è arrivato il momento<br />

di sfruttare in maniera adeguata quello che<br />

offre attualmente la tecnologia della rete. E lo farà<br />

con la passione, il calore umano che ha sempre<br />

contraddi<strong>st</strong>into il sito e, soprattutto, il forum che in<br />

que<strong>st</strong>i anni è <strong>st</strong>ato il vero cuore pulsante della comunità.<br />

Ma lo farà anche con la serietà e la profes-<br />

10<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

sionalità che in que<strong>st</strong>i anni ne hanno sempre contraddi<strong>st</strong>into<br />

le varie ‘mutazioni’. Il salto sarà enorme,<br />

per qualità e quantità delle propo<strong>st</strong>e e dei nuovi collaboratori,<br />

che si affiancheranno allo <strong>st</strong>aff <strong>st</strong>orico e<br />

ai tanti appassionati frequentatori del forum. Quello<br />

che non cambierà assolutamente è lo spirito che <strong>st</strong>a<br />

alla base di que<strong>st</strong>a comunità, que<strong>st</strong>a passione che<br />

ci unisce e ci ‘tormenta’.<br />

The next thing? Chi può dirlo, ma è probabile che<br />

avrà la cassa in palissandro e la tavola in abete!<br />

Mario Giovannini<br />

P.S. Riproporre a più di un anno di di<strong>st</strong>anza un<br />

articolo che tratta della Rete è un piccolo atto di incoscienza,<br />

data la rapidità con cui evolvono le cose<br />

in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o. Ma, vi<strong>st</strong>o che la next thing di cui<br />

si parla è, probabilmente, que<strong>st</strong>a nuova rivi<strong>st</strong>a e la<br />

sua forma innovativa...


log<br />

La chitarra e il web<br />

Quando un link può cambiarti la vita<br />

Non è difficile parlare di cose che si conoscono<br />

bene, quando sono le proprie esperienze. Alla<br />

fine degli anni ’90 ho avuto il mio primo PC, e la<br />

connessione al web. Così, navigando, mi imbatto<br />

in un sito dedicato alla chitarra acu<strong>st</strong>ica, e scopro<br />

che è italiano, messo su da tale Reno Brandoni. Gli<br />

scrivo, ci scriviamo, mi chiede un arrangiamento da<br />

mettere sul sito, trascrivo il mio di “Azzurro” e glielo<br />

mando (il web, che cosa meravigliosa). Qualche<br />

mese dopo, camminando per i corridoi dell’hotel<br />

Sheraton di Nashville - durante il fe<strong>st</strong>ival dedicato<br />

a Chet Atkins - incrocio una coppia italiana, ognuno<br />

di noi ha la propria etichetta spillata alla maglietta,<br />

con il nome e la nazionalità, per facilitare le amicizie<br />

ed evitare brutte figure se non si ricorda il nome di<br />

qualcuno. Vedo che lui mi guarda, guarda la mia<br />

targhetta, e mi fa: «Tu sei quello di Azzurro!» In quel<br />

momento ho capito che molte cose non sarebbero<br />

più <strong>st</strong>ate le <strong>st</strong>esse, per molti come me, in molti po<strong>st</strong>i<br />

del mondo.<br />

Non ero nessuno (più o meno come ora) e nono<strong>st</strong>ante<br />

ciò, qualcuno, mentre ero dall’altra parte del<br />

mondo, sapeva chi io fossi. E oggi quei due, Alberto<br />

e Luciana, sono per fortuna miei amici, e so che non<br />

li avrei conosciuti se non grazie al web. E Alberto mi<br />

ha fatto capire quanto siano grandi chitarri<strong>st</strong>i come<br />

Guy Van Duser e Jerry Reed.<br />

Il web ha cambiato tutto. Mi chiedo come facessero<br />

prima quelli che facevano il mio lavoro. È come<br />

vivere tutti nello <strong>st</strong>esso quartiere, ci si incontra subito,<br />

o mai, ma siamo tutti potenzialmente vicini.<br />

Vendo dischi e libri a Roma come a Hong Kong, in<br />

Au<strong>st</strong>ralia e in Usa, a Cagliari e a Dortmund. Suono<br />

più all’e<strong>st</strong>ero che in Italia, e come tutti, se cerco<br />

qualcosa su internet, in pochi click ho la possibilità<br />

di scoprire nuova musica, nuovi amici, o semplicemente<br />

perdere tempo.<br />

Certo, la confusione aumenta, una pagina web<br />

non dice molto, siamo più o meno tutti uguali ad un<br />

primo sguardo, e siamo tutti lì, quindi è più facile ma<br />

anche più difficile, ma alla fine la qualità fa la differenza.<br />

Un buon chitarri<strong>st</strong>a rimane tale, come della<br />

musica scritta bene. Ba<strong>st</strong>a cercare. E in que<strong>st</strong>o, siti<br />

come fingerpicking.net sono fondamentali, per metterci<br />

in contatto, darci una possibilità, fare selezione,<br />

pubblicare dischi, far lavorare insieme persone<br />

che non si sarebbero mai conosciute.<br />

Oggi molti dei miei amici musici<strong>st</strong>i sono entrati<br />

nella mia vita proprio così, e quando dico amici intendo<br />

persone con cui vado a cena, in vacanza, con<br />

cui viaggio o divido camere di albergo. Di cui vedo<br />

nascere figli e a cui faccio una telefonata quando<br />

11<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

bl<br />

ne ho voglia, giu<strong>st</strong>o per sentirli se non ci si vede da<br />

un po’.<br />

Ci vogliono anni, la Rete è veloce ma il mondo<br />

reale ha i suoi tempi, ne sono passati una decina<br />

da quando molti di noi si sono incontrati, ma chi la<br />

dura la vince.<br />

Il web è <strong>st</strong>raordinario, le possibilità quasi infinite,<br />

qualcuno ne abusa scrivendo tutti i santi giorni sulle<br />

pagine di “cosiddetti” amici solo per farsi vedere, ma<br />

que<strong>st</strong>a è la vita.<br />

Un tempo potevamo cercare sugli scaffali di qualche<br />

negozio di dischi ben fornito, o aspettare il nuovo<br />

numero di una rivi<strong>st</strong>a <strong>st</strong>raniera che forse non<br />

sarebbe mai arrivato, magari ne avevano smesso<br />

l’importazione o addirittura la pubblicazione. Oggi<br />

apriamo il browser e non c’è che l’imbarazzo della<br />

scelta, e può darsi non sia un caso che i fe<strong>st</strong>ival<br />

dedicati alla chitarra acu<strong>st</strong>ica siano aumentati in<br />

maniera esponenziale e le rivi<strong>st</strong>e specializzate ci<br />

dedichino sempre più spazio.<br />

Siamo tutti nello <strong>st</strong>esso grande, immenso negozio,<br />

gli scaffali sono le pagine web, i click sono i<br />

passi che facciamo nello “<strong>st</strong>ore”, c’è roba buona e<br />

schifezze galattiche, non avremo mai il tempo di<br />

ascoltare tutto, ma ci sono i video ad aiutarci e noi -<br />

che fino a ieri eravamo in una nicchia - ci sentiamo<br />

dei piccoli Re, sotto gli occhi di tutti, anche se magari<br />

nessuno ci <strong>st</strong>a guardando.<br />

Ma quello spazio dobbiamo meritarcelo, ogni giorno,<br />

e lavorare duro per convincere chi non ci conosce<br />

che non suoniamo da soli perché non abbiamo<br />

trovato nessuno che volesse suonare con noi.<br />

Daniele Bazzani<br />

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l blog<br />

Chitarra e Internet?<br />

Certo que<strong>st</strong>o argomento per un ‘attempato’ chitarri<strong>st</strong>a<br />

come me è certamente controverso, o comunque<br />

si tratta di un mondo completamente diverso<br />

da quello in cui sono cresciuti i miei sogni, le mie<br />

passioni, le mie speranze. Mi fa un po’ impressione<br />

iniziare dicendo «ai miei tempi…» ma, in effetti, ai<br />

miei tempi era tutto diverso, la crescita e la maturazione<br />

arti<strong>st</strong>ica nascevano dal viaggiare, dal cercare<br />

di incontrare gli altri musici<strong>st</strong>i, dal cercare di capire<br />

i meccanismi tramite l’incontro diretto con l’arti<strong>st</strong>a,<br />

con l’evento o con la scena musicale ed esi<strong>st</strong>eva<br />

un buon margine dedicato al sogno e all’immaginazione,<br />

specie per lo sviluppo di quella parte che si<br />

rivelava inaccessibile ed era spesso quella la zona<br />

creativa.<br />

Tutte le conoscenze che io ho maturato durante il<br />

mio primo viaggio negli USA, viaggiando con mezzi<br />

diversi sulle colline intorno ad Atlanta, al Fe<strong>st</strong>ival di<br />

Dahlonega, Georgia per poter finalmente incontrare<br />

e vedere Doc Watson in persona e <strong>st</strong>ringergli la<br />

mano (per poi non lavare la mia mano almeno per<br />

un mese…), tutto quello che sono riuscito ad imparare<br />

in quel mese di viaggio partendo dall’allora<br />

Jugoslavia per poter risparmiare sul biglietto aereo<br />

e facendomi sballottare dal Greyhound che portava<br />

verso il sud, oggi lo si può apprendere in pochi minuti<br />

con un paio di click giu<strong>st</strong>i su You Tube e Google<br />

ed è certo un tesoro da non sottovalutare. Certo,<br />

l’odore degli hamburgers (!) nel Campground non si<br />

avverte dal computer, ma il movimento della mano<br />

de<strong>st</strong>ra di Doc Watson si può vedere di<strong>st</strong>intamente.<br />

Si tratta di una tecnologia che, nei confronti della<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica, può far fare dei passi meravigliosi<br />

e creare una comunità internazionale che prima era<br />

impensabile potesse esi<strong>st</strong>ere.<br />

Io sono un inguaribile sognatore e la parte che<br />

prediligo di que<strong>st</strong>o mondo è sicuramente quella che<br />

ci mette in contatto con la <strong>st</strong>oria. L’idea di poter vedere<br />

Django Reinhardt che suona con Stephane<br />

Grappelli e tutto il Quintet con la sigaretta accesa<br />

che pende dalle labbra è una emozione impagabile,<br />

come è impagabile il duetto di Eddie Lang e Joe Venuti<br />

o addirittura la gemma di Pasquale Taraffo che<br />

suona “Stefania” con la sua chitarra a quattordici<br />

corde filmato nel 1929 a New York, o l’ondeggiare<br />

di Jimmy Rogers che canta e si accompagna, o le<br />

ma<strong>st</strong>erclass di Andrés Segovia che tratta malissimo<br />

allievi bravissimi… (e la cosa imperdonabile è che<br />

tutti que<strong>st</strong>i filmati non abbiano almeno qualche milione<br />

di visioni)<br />

Con Internet ho già scambiato regi<strong>st</strong>razioni importanti,<br />

ho scoperto materiale inedito, ho programmato<br />

viaggi, ho contattato arti<strong>st</strong>i e promoter e con la<br />

12<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

mia mailing li<strong>st</strong> riesco più volte l’anno a mettermi<br />

in contatto con chi ama la mia musica in ogni parte<br />

del globo, promuovendo concerti e progetti diversi.<br />

Muovendoci su Internet organizziamo ormai da<br />

undici anni l’Acou<strong>st</strong>ic Night al Teatro della Corte di<br />

Genova, una notte internazionale delle chitarre che<br />

muove chitarri<strong>st</strong>i da tutto il mondo e pubblico da tutta<br />

Europa. Per me si tratta di un mondo nuovo di cui<br />

cerco di usare la parte più sana senza farmi uccidere<br />

dai suoi deliri.<br />

Aspetti negativi ce ne sono infatti molti, il problema<br />

da superare è la mole di dati così enorme da<br />

essere inge<strong>st</strong>ibile, il calderone immenso a cui si è<br />

espo<strong>st</strong>i nell’impossibilità di capire la qualità delle<br />

propo<strong>st</strong>e, il limite tra amatoriale e professionale, tra<br />

sublime e mediocre, tra semolino e acqua cotta alla<br />

maremmana. Per que<strong>st</strong>o la necessità di siti professionali<br />

che possano filtrare il bello e farlo pervenire<br />

a chi ama la chitarra come <strong>Fingerpicking</strong>.net.<br />

Que<strong>st</strong>o progetto ha come fine la qualità, l’amore<br />

per la musica vera, la ricerca dello <strong>st</strong>upore di fronte<br />

ad un prodotto musicale bello e puro, la qualità tecnica<br />

della propo<strong>st</strong>a.<br />

Occuparsi oggi di chitarra acu<strong>st</strong>ica ispirata alle<br />

tradizioni (come nel mio caso) può sembrare anacroni<strong>st</strong>ico,<br />

in realtà è su que<strong>st</strong>a chitarra che è nata<br />

l’energia sovrumana del folk revival americano che<br />

tanto continua a dare ancora alla musica d’oggi . È<br />

la chitarra acu<strong>st</strong>ica che è <strong>st</strong>ata motore inarre<strong>st</strong>abile<br />

di generi musicali diversi e continua ad esserlo,<br />

nel mio campo ed in Italia in particolare il margine<br />

di sperimentazione e ricerca è ancora ampio e variegato<br />

e allora ben vengano i portali come que<strong>st</strong>o<br />

che aprano nuove prospettive e diano la spinta alla<br />

crescita di una nuova comunità acu<strong>st</strong>ica.<br />

Beppe Gambetta<br />

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log<br />

I luoghi della musica<br />

Stadi, palazzetti dello sport, teatri, auditorium,<br />

circoli culturali, sedi di piccole associazioni e pub:<br />

que<strong>st</strong>i sono i luoghi in cui solitamente suoniamo e<br />

ascoltiamo la musica dal vivo. Ma sono davvero i<br />

po<strong>st</strong>i più adatti al linguaggio musicale? Sono davvero<br />

le soluzioni tecniche ideali per cui la musica si<br />

possa compiere? È vero che in fondo la musica vive<br />

ovunque e che ogni occasione di divulgarla e ascoltarla<br />

è una meravigliosa grazia, ma analizzando<br />

la li<strong>st</strong>a, in effetti, solo dei teatri e degli auditorium<br />

(anche se non tutti) si può dire che siano luoghi per<br />

e della musica, per il re<strong>st</strong>o a me sembra che la musica<br />

vada in pre<strong>st</strong>ito e nient’altro, come un ammalato<br />

nelle corsie di un ospedale o gli sfollati nelle<br />

pale<strong>st</strong>re. Ognuna di que<strong>st</strong>e location, infatti, è <strong>st</strong>ata<br />

pensata e co<strong>st</strong>ruita per uno scopo ben preciso che<br />

di certo non è la musica, considerandone la logi<strong>st</strong>ica<br />

e l’acu<strong>st</strong>ica. Gli <strong>st</strong>adi sono <strong>st</strong>ati co<strong>st</strong>ruiti per le esigenze<br />

tecniche di manife<strong>st</strong>azioni sportive, così pure<br />

i palazzetti dello sport; le sedi delle associazioni e<br />

dei circoli culturali spesso sono spazi simili a piccoli<br />

uffici o a grandi case dall’acu<strong>st</strong>ica inge<strong>st</strong>ibile;<br />

i pub sono po<strong>st</strong>i di aggregazione in cui il più delle<br />

volte (per non dire sempre!) il musici<strong>st</strong>a è una sorta<br />

di radiolina umana, co<strong>st</strong>retta a divincolarsi tra il chiacchiericcio<br />

incurante dei clienti e un’indifferenza di<br />

fondo sconfortante.<br />

S. Lo Turco, Il pub,<br />

tempera acrilica su cartone telato, 2005<br />

13<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

bl<br />

Poco importa, io credo, che la musica riesca nono<strong>st</strong>ante<br />

tutto a vincere i deficit tecnici del luogo che<br />

le pre<strong>st</strong>a gli spazi, perché è l’amara realtà che va<br />

affrontata e cioè che non esi<strong>st</strong>ono luoghi pensati e<br />

co<strong>st</strong>ruiti unicamente per la musica, ma che ci si affida<br />

sempre alle indomabili potenzialità del linguaggio<br />

musicale, capace di penetrare anche le superfici<br />

più impermeabili alla sua natura.<br />

Se si considera, inoltre, che i luoghi molto grandi<br />

o pre<strong>st</strong>igiosi, come <strong>st</strong>adi, palazzetti e teatri, sono location<br />

commercialmente esigenti, riservate dunque<br />

a quei pochi arti<strong>st</strong>i a cui il mercato riconosce (a<br />

torto o a ragione che sia) una capacità di richiamo<br />

piutto<strong>st</strong>o redditizia, ai tanti arti<strong>st</strong>i che brulicano nel<br />

sottobosco culturale rimangono solo sedi di associazioni,<br />

circoli o pub per esibirsi, luoghi, soprattutto i<br />

pub, in cui la musica non si sceglie di ascoltarla, ma<br />

la si subisce.<br />

Ma possibile che un linguaggio così utilizzato,<br />

così nobile e dalle potenzialità di aggregazione così<br />

importanti non abbia una casa sua? Un luogo, cioè,<br />

pensato e co<strong>st</strong>ruito per la musica, da tutti i punti di<br />

vi<strong>st</strong>a, logi<strong>st</strong>ico e acu<strong>st</strong>ico? Non è che que<strong>st</strong>o forse<br />

è il riflesso più reali<strong>st</strong>ico delle priorità della no<strong>st</strong>ra<br />

collettività allo specchio? In fondo esi<strong>st</strong>ono luoghi<br />

ad hoc anche per giocare a bocce.<br />

Luca Francioso<br />

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l blog<br />

Didattica Ignorante? – 2<br />

I lettori più smaliziati, a que<strong>st</strong>o punto,<br />

avranno mangiato la foglia: voglio parlare di<br />

didattica/apprendimento musicale per imitazione.<br />

Il che non è originale, né dal punto di<br />

vi<strong>st</strong>a pratico, né dal punto di vi<strong>st</strong>a ‘filosofico’:<br />

per un chitarri<strong>st</strong>a, l’apprendimento dei primi<br />

accordi o dei primi, semplici, assoli attraverso<br />

un ‘amico più pratico’, è l’evento più<br />

frequente. Dal punto di vi<strong>st</strong>a didattico, nella<br />

metà del secolo scorso si è affermato (abba<strong>st</strong>anza,<br />

anche se non nella misura sperata<br />

dall’Autore) il Metodo Suzuki, che proponeva<br />

una didattica per imitazione (v. http://www.<br />

suzukiroma.org/ita/metodo.htm). Scopo del<br />

mio argomentare è quello di proporre l’insegnamento/apprendimento<br />

per imitazione<br />

non certo come unico modello, ma come<br />

propedeutico per lo <strong>st</strong>udio teorico: se non si<br />

conosce un sufficiente numero di parole ed<br />

espressioni usuali in una lingua, è ben difficile<br />

che lo <strong>st</strong>udio della sua sintassi sia efficace.<br />

Un parallelo, tra <strong>st</strong>udio della lingua e <strong>st</strong>udio della<br />

musica, mi appare possibile per que<strong>st</strong>i motivi: se<br />

è, come sembra, vero che esi<strong>st</strong>ono diverse intelligenze,<br />

è pur vero che il metodo di apprendimento<br />

relativo ad esse è paragonabile: un uccello non<br />

impara a volare dai libri, un bambino non impara<br />

a camminare dopo che ha imparato a leggere, né<br />

si impara a guidare un’automobile senza montarci<br />

sopra in compagnia di uno ‘pratico’. E que<strong>st</strong>a ultima<br />

cosa non succede in età prescolare.<br />

Le regole<br />

La nascita della scrittura ha consentito che si scrivessero<br />

anche dei te<strong>st</strong>i di grammatica. Nei quali i<br />

primi grammatici hanno descritto, partendo da quelli<br />

che si potevano ritenere dei ‘buoni esempi’, il modo<br />

corretto di usare la lingua. Sono, cioè, <strong>st</strong>ate a<strong>st</strong>ratte<br />

delle regole generali da ciò che di fatto esi<strong>st</strong>eva, e<br />

che preesi<strong>st</strong>eva alla enunciazione delle regole <strong>st</strong>esse.<br />

Ma si è deciso a ‘quale’ forma di lingua ispirarsi,<br />

non senza arbitrio.<br />

Man mano che la lingua parlata si andava disco<strong>st</strong>ando<br />

da quegli esempi, la grammatica diventava<br />

dapprima “prescrittiva”, cioè denunciava come<br />

errore tutto ciò che si allontanava dalle regole.<br />

Attualmente, i mutamenti della lingua vengono, se<br />

non automaticamente, velocemente recepiti in una<br />

grammatica “descrittiva”.<br />

Nel lungo periodo che ha portato, in Italia ma non<br />

14<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Frederick Leighton, Lezione di musica, 1877<br />

solo, dal latino alle cosiddette lingue neolatine, la<br />

sola grammatica insegnata ha continuato ad essere<br />

quella latina: d’altra parte, i soggetti che <strong>st</strong>udiavano<br />

erano davvero una ri<strong>st</strong>retta minoranza, una élite<br />

economica o ecclesia<strong>st</strong>ica.<br />

Il vantaggio della grammatica e della sintassi lingui<strong>st</strong>ica<br />

è che le sue regole possono essere espresse<br />

con lo <strong>st</strong>esso materiale di cui trattano, e cioè la<br />

lingua. Più complicato è il rapporto con altre discipline<br />

che la lingua è chiamata a spiegare: la matematica,<br />

la filosofia (non a caso uno degli incubi di<br />

Wittgen<strong>st</strong>ein è <strong>st</strong>ata la precisione del linguaggio),<br />

la musica.<br />

Per la musica, il linguaggio utilizzato si fonda non<br />

trascurabilmente su quello matematico. Un esempio:<br />

nella matematica dei miei tempi si diceva che<br />

due triangoli, che hanno uguali tre lati e tre angoli,<br />

sono uguali. Adesso si dice che sono congruenti, se<br />

hanno i tre angoli e i tre lati congruenti. Per me, dalla<br />

lingua italiana non deriva che cento spilli in una<br />

scatola sono congruenti, deriva che sono uguali (se<br />

lo sono!). Le regole musicali derivano dalla musica,<br />

e non viceversa. Non vedo come si pensi di invertirne<br />

il percorso nella didattica.<br />

Eppure, tornando al linguaggio, io conosco la<br />

grammatica inglese e so scriverlo discretamente,<br />

ma non capisco una parola di un film, poche di una<br />

canzone, pochissime in un telegiornale. Perché<br />

così mi è <strong>st</strong>ato insegnato…


Cenni pedagogici e neurologici<br />

Le ragioni per le quali il Metodo Suzuki è rivolto ai<br />

bambini in età prescolare sono di due ordini. Il primo<br />

riguarda la impossibilità dei bambini di leggere<br />

un te<strong>st</strong>o, o di avere un’idea accurata delle frazioni di<br />

tempo, o dei rapporti tonali nel modo formale. Il secondo<br />

è di tipo psico-neurologico: il bambino impara<br />

tutto per imitazione, se gli si offre l’apprendimento<br />

come un gioco si ottengono risultati eccellenti.<br />

Dal punto di vi<strong>st</strong>a neurologico, l’età prescolare è<br />

quella in cui si sviluppano maggiormente dei complicati<br />

meccanismi di collegamento tra diverse aree<br />

del cervello (per semplificare, si realizzano nuove<br />

sinapsi, cioè collegamenti tra cellule nervose), attività<br />

che, secondo la prevalenza dei neurologi, diminuisce<br />

con l’età.<br />

Secondo alcuni <strong>st</strong>udi, sembra che l’area di percezione<br />

della musica possa essere localizzata<br />

nell’emisfero de<strong>st</strong>ro (nei de<strong>st</strong>rimani), quindi dal lato<br />

oppo<strong>st</strong>o a quello della percezione e della elaborazione<br />

del linguaggio, che è nell’emisfero dominante<br />

(in que<strong>st</strong>o caso, il sini<strong>st</strong>ro).<br />

Tra i neurologi e neuroradiologi che si sono occupati<br />

di que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>udi, la professoressa Daniela Perani,<br />

dell’I<strong>st</strong>ituto S. Raffaele di Milano, si è occupata e si<br />

occupa approfonditamente della localizzazione delle<br />

funzioni cerebrali (v. http://www.unisr.it/persona.<br />

asp?id=342). La parte dei suoi <strong>st</strong>udi che mi appare<br />

più pertinente al tema riguarda le aree cerebrali<br />

attivate nel bilinguismo e nei poliglotti, e lo <strong>st</strong>udio<br />

dell’attività cerebrale nei neonati espo<strong>st</strong>i alla musica.<br />

Riassumendo e, ahimè, banalizzando, potrei<br />

dire che ci sono aree cerebrali differenti per la lingua<br />

madre, per una seconda lingua, per la musica.<br />

15<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Didattica Ignorante? – 2<br />

bl<br />

L’attività cerebrale <strong>st</strong>imolata dall’ascolto della musica<br />

risiede prevalentemente nell’emisfero cerebrale<br />

oppo<strong>st</strong>o a quello che presiede al linguaggio.<br />

Non è così scontato, ma mi viene da supporre che<br />

la lettura musicale vada ad evocare <strong>st</strong>rutture che si<br />

attivano con il linguaggio, e non quelle che si attivano<br />

con l’ascolto della musica, con le quali dovranno<br />

pur fare i conti.<br />

Specialmente nel bambino e nell’adolescente,<br />

direi che lo sviluppo di sinapsi nell’area “ascolto<br />

musicale” può essere fondamentale per quello che<br />

chiamiamo “orecchio”. E, in so<strong>st</strong>anza, acquisire la<br />

musica da una partitura, impegna un maggior numero<br />

di aree cerebrali, e potremmo definire la lettura<br />

musicale un’attività più cerebrale, e meno i<strong>st</strong>intiva,<br />

dell’acquisizione direttamente dal suono.<br />

Suonare uno <strong>st</strong>rumento musicale richiede anche,<br />

non secondariamente, una capacità di coordinazione<br />

psicomotoria o neuromuscolare dedicata, che va<br />

al di là della percezione della musica. Per que<strong>st</strong>a<br />

ragione, forse, esi<strong>st</strong>ono più buoni ascoltatori che<br />

buoni musici<strong>st</strong>i. Ma, anche qui, l’imitazione e l’esercizio<br />

dovrebbero precedere e seguire ogni <strong>st</strong>udio<br />

teorico, come avviene per la maggior parte delle<br />

attività manuali.<br />

I generi musicali<br />

La definizione dei generi musicali è una <strong>st</strong>rada<br />

irta di trappole: non prendete alla lettera quello che<br />

scriverò in que<strong>st</strong>a materia, nono<strong>st</strong>ante abbia chie<strong>st</strong>o<br />

lumi al ‘prof’ Andrea Carpi, perché anche lui, su<br />

que<strong>st</strong>o tema, è piutto<strong>st</strong>o prudente. Mi ha propo<strong>st</strong>o<br />

uno schemino delle discipline musicologiche, che<br />

può aiutarci:<br />

– Musicologia ‘tout court’: musica colta/classica.


l<br />

Didattica Ignorante? – 2<br />

– Etnomusicologia: musica folk o folklore musicale<br />

dei paesi europei-occidentali; e musica etnica,<br />

cioè le musiche (non solo folk) dei paesi extraeuropei-extraoccidentali.<br />

– Studi di popular music: le musiche che nascono<br />

dalla commercializzazione della musica nell ambito<br />

della nascita del capitalismo, e quindi dalla crescita<br />

di un indu<strong>st</strong>ria culturale musicale (la musica classica<br />

veniva mantenuta economicamente dalla nobiltà<br />

o dalla Chiesa), che si sviluppa nella cultura di<br />

massa attraverso la nascita della radio, della discografia,<br />

del musical e del cinema, della televisione e<br />

così via.<br />

Naturalmente, a seconda del punto di vi<strong>st</strong>a da cui<br />

ci si pone, le classificazioni possibili sono infinite.<br />

Ricordo Ennio Morricone definire “relativa” la musica<br />

scritta per i film, e “assoluta” la musica scritta<br />

per se <strong>st</strong>essa.<br />

La musica alla quale sono legato appartiene<br />

senz’altro alla popular music. Il che significa un’enorme<br />

massa di brani compo<strong>st</strong>i da una grande varietà<br />

di autori: compositori colti che scrivono canzoni<br />

o musica <strong>st</strong>rumentale per un pubblico indifferenziato;<br />

compositori ‘popolari’, che hanno avuto a volte<br />

grandissime idee compositive e le hanno realizzate,<br />

o vi<strong>st</strong>e realizzare, senza averle mai scritte e senza<br />

avere nozioni di teoria musicale; compositori di cultura<br />

musicale intermedia.<br />

La mia umilissima opinione è che, se un’opera<br />

nasce nella forma scritta, meglio sarebbe leggerla;<br />

se nasce in forma ‘sonora’, sarebbe il caso di ascoltarla.<br />

In entrambi i casi, ci si rapporterebbe con “l’originale”.<br />

Nel caso delle musiche nate per la chitarra finger<strong>st</strong>yle,<br />

quasi sempre abbiamo a che fare con brani<br />

nati sulla chitarra, per i quali la partitura/tablatura<br />

è nata, scritta dall’autore o da altri, dopo la composizione,<br />

e spesso dopo la regi<strong>st</strong>razione. Potremmo<br />

convenire che l’originale è la prima regi<strong>st</strong>razione di<br />

quel brano, che corrisponde all’idea che l’autore/<br />

chitarri<strong>st</strong>a vuole che se ne abbia, una volta compiuta<br />

la parte di composizione, arrangiamento e preparazione<br />

dell’esecuzione.<br />

È più che verosimile, anzi, è vero, che nella maggior<br />

parte dei casi l’autore si riterrà libero, nell’ambito<br />

musicale del quale <strong>st</strong>iamo parlando, di <strong>st</strong>ravolgere,<br />

reinterpretare, modificare il suo brano: nel no<strong>st</strong>ro<br />

ambito, anche il semplice interprete dovrebbe acquisire<br />

la <strong>st</strong>essa libertà.<br />

Ed è evidente che que<strong>st</strong>a libertà porta ad una<br />

evoluzione dei brani, se l’apprendimento è per imitazione,<br />

mentre riparte sempre dallo <strong>st</strong>esso spartito,<br />

se si impara da lì.<br />

La modifica, anche involontaria, a cui viene sottopo<strong>st</strong>o<br />

un brano da un interprete, che lo mo<strong>st</strong>ra<br />

16<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

ad un altro, ecc., viene a co<strong>st</strong>ituire il cosiddetto folk<br />

process.<br />

Per me, non ha senso leggere “La canzone del<br />

sole”: se non si conoscono quei tre accordi, si può<br />

farseli insegnare da un amico; il ritmo anche, e piano<br />

piano si può cercare di introdurre qualche elemento<br />

personale, senza bisogno di <strong>st</strong>udiare teoria<br />

musicale.<br />

E, se si vuole comporre una canzone dello <strong>st</strong>esso<br />

genere, bisogna ‘soltanto’ avere una idea semplice<br />

e geniale, per avere la quale la teoria può non aiutare.<br />

Conclusione?<br />

Non originale e controversa, lo capisco. Ma…<br />

sembra che si faccia, ma non si debba dire: a mio<br />

mode<strong>st</strong>issimo avviso, l’insegnamento migliore per<br />

cominciare a suonare la chitarra è quello per imitazione.<br />

Non solo: per un certo tipo di musica può<br />

essere l’unico veramente importante.<br />

Fermo re<strong>st</strong>ando che lo ‘<strong>st</strong>udio della Musica’ è indispensabile<br />

per il professioni<strong>st</strong>a, e per chiunque voglia<br />

avere la consapevolezza di ciò che <strong>st</strong>a facendo<br />

quando suona. Lo ritengo indispensabile anche in<br />

tutti i casi nei quali la complessità della composizione<br />

e la immodificabilità della <strong>st</strong>ruttura esecutiva siano<br />

caratteri connaturati a un certo genere od opera<br />

musicale. E piacevole per chi ama lo <strong>st</strong>udio.<br />

Molto spesso mi è capitato di incontrare musici<strong>st</strong>i<br />

diplomati presso il Conservatorio, che non si rendono<br />

conto che una nota, pur scritta, è sbagliata, cosa<br />

che sarebbe possibile se fossero <strong>st</strong>ati abituati ad<br />

ascoltare e a ispirarsi ad esempi, più che imparare<br />

a leggere. Ho dovuto personalmente correggere<br />

un mio spartito per un amico diplomato (in contrabbasso,<br />

ma bravo chitarri<strong>st</strong>a), perché non riusciva ad<br />

evitare un errore scritto, nono<strong>st</strong>ante glielo avessi<br />

evidenziato.<br />

Dopo la disponibilità di una quantità di musica<br />

scritta mai immaginabile, grazie ad Internet, c’è ora<br />

anche una disponibilità di eccellenti video didattici,<br />

alcuni dei quali prodotti anche da <strong>Fingerpicking</strong>.net,<br />

che – nel caso non ci sia la disponibilità economicoorganizzativa<br />

per avere un insegnante – permettono<br />

di imparare imitando.<br />

L’esercizio contemporaneamente dell’analisi uditiva,<br />

della ricerca delle parti armoniche e melodiche,<br />

specialmente se guidati da un bravo e generoso insegnante<br />

(nel senso che suona sempre i brani che<br />

insegna), sono per me tutto, almeno nelle fasi precoci<br />

dell’apprendimento.<br />

A pre<strong>st</strong>o!<br />

Giovanni Pelosi<br />

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log<br />

L’arrangiamento<br />

e la rivisitazione – 2<br />

In que<strong>st</strong>o secondo articolo riguardante l’arrangiamento<br />

e la rivisitazione presentiamo alcuni esempi<br />

di interpretazioni di brani noti. Vedremo quindi come<br />

alcuni grandi arti<strong>st</strong>i hanno saputo andare con classe<br />

oltre le versioni originali, per creare veri e propri<br />

capolavori. Vorremmo soffermarci su que<strong>st</strong>i casi<br />

evidenziando in particolare gli elementi che sono<br />

<strong>st</strong>ati di volta in volta utilizzati per creare una rivisitazione<br />

efficace. Per agevolare l’ascolto dei brani presi<br />

in esame riportiamo per ognuno il link a YouTube.<br />

Pur considerando ovviamente la chitarra, abbiamo<br />

pensato di inserire riferimenti ad arti<strong>st</strong>i non chitarri<strong>st</strong>i,<br />

in quanto da que<strong>st</strong>i a volte si possono cogliere<br />

idee e spunti molto interessanti. È importante inoltre<br />

sottolineare come spesso i grandi arti<strong>st</strong>i dimo<strong>st</strong>rino<br />

che sia sufficiente muovere sapientemente pochi<br />

e spesso semplici elementi per dare la propria impronta<br />

ai brani con cui ci si confronta.<br />

Tra i primi aspetti da valutare nell’affrontare una<br />

rivisitazione troviamo il ritmo, la velocità e l’accentazione.<br />

Se nella versione originale di “So What”<br />

di Miles Davis (Video – 1959) l’accompagnamento<br />

della batteria durante l’esposizione del tema da<br />

parte del contrabbasso segue un classico accompagnamento<br />

in <strong>st</strong>ile jazzi<strong>st</strong>ico, Marcus Miller (Video)<br />

ha deciso di dare un taglio più energico e di sapore<br />

r&b inserendo un groove di batteria con una forte<br />

accentazione sul 2° e 4° quarto della battuta data<br />

dal rullante. La velocità è <strong>st</strong>ata aumentata rispetto<br />

all’originale e l’energia del brano è sottolineata dalle<br />

rispo<strong>st</strong>e al tema del basso da parte della sezione<br />

di fiati, molto più presenti rispetto alla versione di<br />

Davis. Rimanendo tra i bassi<strong>st</strong>i, il grande Jaco Pa<strong>st</strong>orius<br />

ha reso personalissima la propria versione<br />

rendendola molto più di carattere bebop, sfruttando<br />

una delle caratteri<strong>st</strong>iche fondamentali di que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>ile<br />

del jazz: la velocità. In que<strong>st</strong>a esecuzione, inserita<br />

in un medley (Video), Jaco ha eliminato la presenza<br />

dei fiati nelle rispo<strong>st</strong>e al tema, so<strong>st</strong>ituendoli con una<br />

ta<strong>st</strong>iera (in puro <strong>st</strong>ile ’80s!), con il risultato di dare<br />

maggior risalto al suo basso.<br />

Altre volte si può invece elaborare una rivisitazione<br />

efficace di un brano sfruttando le caratteri<strong>st</strong>iche<br />

proprie dello <strong>st</strong>rumento che si ha a disposizione.<br />

Tra le innumerevoli versioni di “Blue Moon”, notiamo<br />

come Ella Fitzgerald (Video – 1973) e Elvis (Video<br />

– 1954) abbiano dato vita alle proprie interpretazioni<br />

affidandosi alle rispettive <strong>st</strong>raordinarie voci<br />

e alla capacità di que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento di tenere suoni<br />

di lunga durata. Le loro rivisitazioni sono indubbiamente<br />

di maggior respiro rispetto a quella di Tommy<br />

Emmanuel che nella sua versione (Video – 1995),<br />

molto più ritmica e incalzante, ha dato largo spazio<br />

alla possibilità offerta dalla chitarra di produrre melodia<br />

e accompagnamento contemporaneamente.<br />

E ci è riuscito benissimo. Se escludiamo quello che<br />

potrebbe creare un talento indiscusso quale Tommy<br />

Emmanuel, è difficile pensare a un’interpretazione<br />

chitarri<strong>st</strong>ica altrettanto efficace e convincente<br />

di “Blue Moon” suonata alla velocità delle regi<strong>st</strong>razioni<br />

della Fitzgerald o di Elvis. Già che ci siamo<br />

segnaliamo qui di seguito alcune regi<strong>st</strong>razioni di<br />

rilievo su cui può essere interessante soffermarsi.<br />

Stephane Grappelli (Video – 1990), The Marcels<br />

17<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

bl<br />

(1961), Frank Sinatra (1961), Django Reinhardt<br />

(1935), Louis Arm<strong>st</strong>rong (1955), Dizzy Gillespie,<br />

Tori Amos (1996).<br />

Un discorso simile può essere applicato per la<br />

celebre “Somewhere over the Rainbow”: rispetto<br />

all’originale di Judy Garland (Video – 1939), Eva<br />

Cassidy ha dato respiro e aria al brano di<strong>st</strong>endendo<br />

ritmicamente il tema, sfruttando pienamente le<br />

proprie doti vocali (Video). L’arrangiamento qui è<br />

scarno e aiuta la melodia ad emergere. Riferendosi<br />

ancora a Tommy Emmanuel (Video) si può notare<br />

come lui si affidi ad effetti prettamente chitarri<strong>st</strong>ici<br />

per dare la propria interpretazione. Il tema è <strong>st</strong>ato<br />

prima introdotto con armonici e attraverso l’uso del<br />

delay, ed espo<strong>st</strong>o poi in modo tradizionale. Il brano<br />

può forse essere considerato più un ottimo arrangiamento<br />

che una rivisitazione vera e propria.<br />

Per ultimo esaminiamo invece quello che probabilmente<br />

è il più interessante tra gli esempi riportati:<br />

la rivisitazione di un brano di musica classica da<br />

parte di un interprete moderno. Nello specifico analizziamo<br />

la versione di Django Reinhardt del celebre<br />

brano per pianoforte “Liebe<strong>st</strong>raum No. 3” (1850) di<br />

Franz Liszt (1811-1886). Il grande Django ha affrontato<br />

l’arduo compito di rivisitare musica classica<br />

e lo ha fatto adattandolo perfettamente al suo <strong>st</strong>ile.<br />

Ecco l’originale (Video) e la versione di Django (Video).<br />

La chiave di que<strong>st</strong>a rivisitazione <strong>st</strong>avolta consi<strong>st</strong>e<br />

nella ripresa di alcuni elementi propri dell’originale<br />

e nell’utilizzo di que<strong>st</strong>i all’interno del brano.<br />

Vi è una totale de<strong>st</strong>rutturazione dello spartito per<br />

pianoforte, che viene <strong>st</strong>ravolto e adattato con un risultato<br />

certamente molto efficace. Django ha preso<br />

il tema, lo ha modificato dal punto di vi<strong>st</strong>a ritmico<br />

e melodico, intercalandolo con frasi improvvisate,<br />

e ne ha utilizzato solamente un frammento che ha<br />

assunto la funzione di ‘collante’ del brano. L’introduzione<br />

è <strong>st</strong>ata ripresa al termine per dare maggiore<br />

completezza all’esecuzione. Il risultato finale è una<br />

versione che ha perso il carattere drammatico e romantico<br />

che Liszt aveva dato al pezzo (Liebe<strong>st</strong>räume<br />

significa ‘sogni d’amore’), per acqui<strong>st</strong>are ritmo<br />

e freschezza. Django si è mosso quindi in piena libertà,<br />

dimo<strong>st</strong>rando che svincolandosi dagli originali<br />

con intelligenza e personalità è possibile creare ottime<br />

rivisitazioni, pur notevolmente differenti dall’intenzione<br />

dell’autore del brano.<br />

Per chi volesse analizzare la versione di Django<br />

aiutandosi con lo spartito originale per pianoforte,<br />

è possibile scaricarlo legalmente al seguente indirizzo:<br />

http://erato.uvt.nl/files/imglnks/usimg/2/22/<br />

IMSLP00615-Liszt-_Liebe<strong>st</strong>raum_No_3.pdf<br />

Alla prossima!<br />

Bruskers


l blog<br />

I miei video<br />

Il mese scorso ero a Bologna e tra i vari impegni<br />

c’era quello di incontrare Reno Brandoni per parlare<br />

del progetto dei video online e di altre possibili collaborazioni.<br />

Dopo una chiacchierata davanti a una<br />

tazza di tè, andiamo nel suo <strong>st</strong>udio dove ci sono<br />

diverse chitarre in fila. Sento l’aria un po’ secca e<br />

chiedo: «Hai un igrometro per misurare l’umidità?»<br />

Nella mia casa in campagna, ho da poco spo<strong>st</strong>ato<br />

le chitarre perché in inverno arriviamo anche a superare<br />

il 70%, cosa che potrebbe danneggiarle seriamente:<br />

«Può darsi tu abbia il problema inverso»…<br />

Diamo un’occhiata ai primi video regi<strong>st</strong>rati fin qui:<br />

veramente niente male, sia per qualità di ripresa<br />

che audio! Que<strong>st</strong>o progetto di proporre lezioni di<br />

chitarra online può veramente essere accolto con<br />

entusiasmo dagli appassionati e… della serie non ci<br />

pensiamo due volte… di lì a poco regi<strong>st</strong>riamo!<br />

Cambio al volo le corde su una delle Martin in fila,<br />

mentre penso che Rod Schenk ci re<strong>st</strong>erà un po’<br />

male… ma va da sé che non prevedendo que<strong>st</strong>e<br />

sedute di regi<strong>st</strong>razione, la mia Franco Morone Signature<br />

l’ho lasciata a casa. Ma okay, qualche volta<br />

va bene suonare chitarre diverse.<br />

La prima ripresa è dedicata a “Flowers from Ayako”<br />

(EADEAE) tratto dal CD Melodies of Memories.<br />

Pur essendo già <strong>st</strong>ato trascritto nell’omonimo libro,<br />

si tratta di un brano eseguito con tecnica mi<strong>st</strong>a finger/flat<strong>st</strong>yle,<br />

per cui penso sia utile una videolezione<br />

che mo<strong>st</strong>ri i movimenti della mano de<strong>st</strong>ra e gli<br />

accordi base.<br />

Il brano successivo è il medley “The Star of County<br />

Down/Gaelico” (EADEAD) dal CD The Road to<br />

Lisdoonvarna. Molti mi hanno chie<strong>st</strong>o le partiture<br />

di que<strong>st</strong>i due brani, per cui le riprese video spero<br />

possano compensare ed in parte esaudire que<strong>st</strong>e<br />

richie<strong>st</strong>e.<br />

Una co<strong>st</strong>ante nei miei arrangiamenti, è che dopo<br />

anni le versioni incise nei CD a volte subiscono variazioni<br />

dovute ad un processo evolutivo, o involutivo,<br />

a seconda dei punti di vi<strong>st</strong>a, che a me piace<br />

definire folk process, in opposizione all’idea concetto<br />

di musica <strong>st</strong>atica… Ho sempre pensato che non<br />

ci sia nulla di male se dopo anni, variazioni, nuovi<br />

ornamenti, sezioni aggiunte etc. possano ridefinire<br />

o migliorare un arrangiamento.<br />

È soprattutto il caso di “Followers of Dulcamara”<br />

incisa sul CD Running Home, di recente ripropo<strong>st</strong>a<br />

anche nel libro 10 Duets for Finger<strong>st</strong>yle Guitar in<br />

versione lenta e sempre in accordatura <strong>st</strong>andard.<br />

L’esecuzione aggiornata del brano, prevede il<br />

basso di Mi sceso al Re per una serie di ragioni: una<br />

tra tutte, l’opportunità di aprire il suono nell’inciso<br />

con un basso di tonica più grave che accompagna<br />

meglio que<strong>st</strong>a sezione, poi un picking raddoppiato<br />

nei bassi con l’uso alternato indice/pollice, la linea<br />

melodica re<strong>st</strong>a inalterata, a parte qualche lieve variazione,<br />

rispetto al CD.<br />

Poi è la volta di un paio di blues come “Summertime”<br />

(EADEAD) tratto dal DVD dal vivo Acou<strong>st</strong>ic<br />

Guitar Solos (Mel Bay) e di “Poor Boy Long Way<br />

from Home” in open D (DADF#AD), brano di primo<br />

repertorio, arrangiato in una versione simile a quella<br />

di John Fahey.<br />

“Running Home” (DADGGD) tratto dall’omonimo<br />

18<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

CD, la cui traduzione significa “correndo a casa”<br />

ma anche letteralmente “casa che corre, che fugge”<br />

come a rimarcare una situazione ricorrente tra i<br />

musici<strong>st</strong>i, spesso lontani per concerti. Si tratta di un<br />

brano impegnativo, che richiede contemporaneamente<br />

tecniche di legature e percussioni… se proprio<br />

volete provarci consiglio due battute al giorno<br />

prima dei pa<strong>st</strong>i…<br />

Una lezione video anche per la “Tarantella”<br />

tratta da Italian Finger<strong>st</strong>yle Guitar (Carisch). I tre<br />

bassi dell’accordatura (EADEAE) in tonalità di<br />

La, sono la tonica La, la sottodominante Re e la<br />

dominante Mi, ed essendo corde a vuoto facilitano<br />

l’esecuzione della melodia. Dopo aver suonato<br />

diverse gighe irlandesi che hanno lo <strong>st</strong>esso ritmo<br />

delle no<strong>st</strong>re tipiche danze popolari di 6/8, qualcuno<br />

l’ha ribattezzata ‘Celtic’ Tarantella. Alcune sincopazioni<br />

di bassi e melodia, certo contribuiscono<br />

a rendere più interessante l’esecuzione. D’altra<br />

parte la no<strong>st</strong>ra musica tradizionale, a differenza<br />

di quella irlandese, ha subito veramente poche<br />

modificazioni per il fatto di non essere <strong>st</strong>ata ripresa<br />

spesso dalle nuove generazioni di musici<strong>st</strong>i…<br />

Per finire, dall’ultima mia pubblicazione Basic Finger<strong>st</strong>yle<br />

– Antologia di brani facili per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

(Carisch), il brano “Our Fire Place” in accordatura<br />

<strong>st</strong>andard. Lo suono una volta come scritto,<br />

poi la seconda volta apporto piccole anticipazioni<br />

e po<strong>st</strong>icipazioni, alcune variazioni nella melodia e<br />

nei bassi, in linea col concetto già espresso prima,<br />

un esempio che invita l’esecutore ad un rapporto<br />

flessibile e creativo col brano, ma solo dopo avere<br />

raggiunto l’esecuzione corretta del te<strong>st</strong>o scritto.<br />

Il giorno dopo torno da Reno per dare un’occhiata<br />

alle regi<strong>st</strong>razioni… non male per essere <strong>st</strong>ate pensate<br />

e realizzate a tempo di record…<br />

E, wow, vedo un nuovissimo igrometro vicino alle<br />

sue chitarre, bene! Di certo una discussione sulla<br />

temperatura e umidità ideali per cu<strong>st</strong>odire le chitarre,<br />

potrà essere molto interessante perché anche<br />

la più co<strong>st</strong>osa delle chitarre può suonare male o<br />

venire danneggiata a causa di condizioni climatiche<br />

non ideali. Bene, vi do appuntamento al prossimo<br />

articolo, spero apprezziate i miei video e, se vorrete<br />

essere informati a riguardo, non avrete che da<br />

sottoscrivere il mio canale alla pagina: http://www.<br />

youtube.com/pickinonthe<strong>st</strong>rings<br />

Buona visione e buona musica! Franco Morone<br />

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log<br />

Come nasce un liutaio<br />

La mia passione per la liuteria ha inizio nell’ormai<br />

lontano 1990, quando, con la complicità di alcuni<br />

amici, ho co<strong>st</strong>ruito la mia prima chitarra classica.<br />

Strumento che mi ha accompagnato fino al diploma<br />

del quinto anno di Conservatorio. L’interesse per<br />

la co<strong>st</strong>ruzione ha lentamente soppiantato gli <strong>st</strong>udi<br />

musicali. Nell’anno 2000 ho deciso di intraprendere<br />

professionalmente l’attività di liutaio, dopo aver<br />

frequentato la Civica Scuola di Liuteria di Milano,<br />

per quattro anni. Parallelamente a tale attività sono<br />

<strong>st</strong>ato per otto anni docente di laboratorio di co<strong>st</strong>ruzione<br />

degli <strong>st</strong>rumenti a pizzico moderni, presso la<br />

scuola medesima. Nel periodo scola<strong>st</strong>ico mi sono<br />

specializzato nella co<strong>st</strong>ruzione e nel re<strong>st</strong>auro degli<br />

<strong>st</strong>rumenti a pizzico e mi sono diplomato con una<br />

tesi sulle chitarre dell’800 della famiglia Guadagnini<br />

di Torino. Inizialmente mi sono occupato esclusivamente<br />

di chitarre classiche, <strong>st</strong>rumento che conoscevo<br />

bene grazie agli anni di <strong>st</strong>udio al Conservatorio,<br />

successivamente mi sono dedicato anche<br />

alla produzione di alcuni modelli di acu<strong>st</strong>iche (folk).<br />

Que<strong>st</strong>e ultime hanno poi occupato gran parte della<br />

mia produzione.<br />

Ma… come ‘nasce’ un liutaio? O meglio, come<br />

dovrebbe ‘nascere’ – secondo me – un liutaio.<br />

È solo un mio pensiero, forse legato alla mia <strong>st</strong>oria<br />

professionale, quindi discutibile e valido fino a<br />

prova contraria. È un modo per me di ripercorrere<br />

un cammino intrapreso vent’anni fa e ragionare su<br />

quali aspetti siano <strong>st</strong>ati importanti e fondamentali<br />

per la mia formazione.<br />

Prima di tutto vi è sicuramente la passione per<br />

la musica, nel no<strong>st</strong>ro caso di quella suonata con la<br />

chitarra. Se mi permettete, aggiungo che per me è<br />

<strong>st</strong>ata fondamentale anche la passione per la lavorazione<br />

del legno, aspetto che magari per altri sorge<br />

in un secondo momento. Ricordo con gioia la prima<br />

volta che andai in Brianza ad acqui<strong>st</strong>are i legni per<br />

co<strong>st</strong>ruire le prime chitarre: un set in abete e acero e<br />

due set in cedro e palissandro indiano. Per me andare<br />

‘per legno’ allora era una fe<strong>st</strong>a e dopo vent’anni<br />

lo è ancora di più!<br />

Ma le passioni non ba<strong>st</strong>ano, ci vuole la formazione.<br />

Probabilmente non tutti hanno la possibilità di iniziare<br />

il proprio percorso frequentando una scuola,<br />

che ritengo sia la soluzione ideale per evitare una<br />

serie di errori e onerose perdite di tempo; un’interessante<br />

alternativa è quella di frequentare la bottega<br />

di un liutaio.<br />

Esi<strong>st</strong>e anche chi si avvicina alla liuteria da autodidatta,<br />

l’ho fatto anch’io ma poi ho sentito l’esigenza<br />

di avere dei mae<strong>st</strong>ri.<br />

Chi ha iniziato in una scuola oltre che le esercitazioni<br />

pratiche ha seguito corsi di disegno tecnico,<br />

organologia (<strong>st</strong>oria degli <strong>st</strong>rumenti musicali), chimi-<br />

19<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

bl<br />

ca, fisica acu<strong>st</strong>ica, verniciatura, re<strong>st</strong>auro.<br />

Formazione è anche <strong>st</strong>udiare una chitarra nei minimi<br />

dettagli per capire com’è fatta, leggere un libro<br />

che tratti argomenti inerenti alla liuteria, visitare collezioni<br />

di chitarre, mo<strong>st</strong>re, musei.<br />

A tutto ciò si affianca poi la parte co<strong>st</strong>ruttiva, perché<br />

la curiosità, l’entusiasmo per cercare di riprodurre<br />

ciò che si è scoperto è grande.<br />

Per co<strong>st</strong>ruire non ba<strong>st</strong>a acqui<strong>st</strong>are il legno, serve<br />

anche un po<strong>st</strong>o dove lavorarlo che non sia il tavolo<br />

della cucina, le polveri sono nocive! Anche chi frequenta<br />

una scuola, parallelamente deve attrezzarsi<br />

una po<strong>st</strong>azione di lavoro: una cantina (non troppo<br />

umida!), un sottoscala, un garage, insomma un locale<br />

anche piccolo da dedicare interamente alla no<strong>st</strong>ra<br />

attività.<br />

Non ci possiamo dimenticare degli attrezzi: pialle,<br />

lime, scalpelli, trapani… quelli imprescindibili e poi<br />

tutti gli altri, secondo l’insorgere della necessità.<br />

Quando ho sentito l’esigenza di avere un mae<strong>st</strong>ro,<br />

di frequentare dei corsi, mi ero reso conto di<br />

essere in grado solo di co<strong>st</strong>ruire dei ‘mobili’, belli ma<br />

privi di personalità.<br />

Studiare <strong>st</strong>rumenti di mae<strong>st</strong>ri quali Torres, Hauser,<br />

Gallinotti, Martin e altri che hanno fatto la <strong>st</strong>oria<br />

della liuteria chitarri<strong>st</strong>ica mi ha permesso di capire<br />

che uno <strong>st</strong>rumento musicale deve avere un’anima,<br />

una forte caratterizzazione trasmessa dalla sensibilità<br />

di chi l’ha creato, influenzata a sua volta dall’ambiente,<br />

dal conte<strong>st</strong>o culturale e dalla sensibilità musicale<br />

dell’epoca in cui il liutaio è vissuto.<br />

Essere in grado di cogliere que<strong>st</strong>e sfumature permette<br />

di crearsi una personalità e di trasferirla ai<br />

propri <strong>st</strong>rumenti. Strumenti che dovranno poi soddisfare<br />

anche e soprattutto le esigenze dei musici<strong>st</strong>i<br />

per i quali sono <strong>st</strong>ati co<strong>st</strong>ruiti.<br />

È sempre una forte emozione, e ritengo la più<br />

grande soddisfazione del no<strong>st</strong>ro lavoro, ottenere la<br />

fusione tra l’arte liutaria e quella musicale.<br />

Aldo Illotta<br />

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c recensioni<br />

Daniele Bazzani<br />

Luca Francioso<br />

Finger<strong>st</strong>yle Guitar Easy<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net - Carisch<br />

Esi<strong>st</strong>e un repertorio appositamente<br />

realizzato per la didattica<br />

della chitarra acu<strong>st</strong>ica finger<strong>st</strong>yle?<br />

Come gli <strong>st</strong>udenti di chitarra<br />

classica possono attingere<br />

a piene mani agli “<strong>st</strong>udi” dei<br />

vari Sor, Giuliani, Carulli e altri,<br />

possono i chitarri<strong>st</strong>i acu<strong>st</strong>ici fare<br />

altrettanto nella loro fase di apprendimento<br />

delle tecniche di<br />

base del finger<strong>st</strong>yle moderno?<br />

Chi desidera intraprendere uno<br />

<strong>st</strong>udio del finger<strong>st</strong>yle più razionale<br />

e co<strong>st</strong>ruttivo, non sapendo<br />

ancora bene “cosa” suonare, o si<br />

affida ad un insegnante (anch’egli<br />

obbligato alla co<strong>st</strong>ruzione di<br />

un percorso didattico basato<br />

principalmente sull’esperienza<br />

personale e su riferimenti musicali<br />

altrui non propriamente<br />

pensati per uno <strong>st</strong>udente), o si<br />

rivolge all’amico esperto di turno<br />

o al mare magnum di tablature<br />

reperibili in rete, con il rischio di<br />

perdersi, naufragare ed abbandonare<br />

la propria sei corde sulla<br />

prima spiaggia pronta ad accoglierlo,<br />

magari con play<strong>st</strong>ation in<br />

dotazione.<br />

Il secondo titolo di que<strong>st</strong>a nuova<br />

collana editoriale dedicata alla<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica, prodotta da<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net per le edizioni<br />

Carisch, si prefigge lo scopo di<br />

fornire, ad insegnanti e <strong>st</strong>udenti,<br />

nuovo materiale musicale pensato<br />

appositamente per la didattica,<br />

grazie alla vena creativa di due<br />

dei chitarri<strong>st</strong>i acu<strong>st</strong>ici italiani più<br />

prolifici e attenti all’aspetto melodico<br />

delle loro composizioni.<br />

Daniele Bazzani e Luca Francioso,<br />

con sei composizioni originali<br />

a te<strong>st</strong>a, contribuiscono con<br />

que<strong>st</strong>o loro lavoro alla formazione<br />

di un repertorio originale con il<br />

quale uno <strong>st</strong>udente può cimentarsi<br />

per trovare nuovi <strong>st</strong>imoli, nuove<br />

idee da sviluppare e approfondire,<br />

come loro <strong>st</strong>essi dichiarano<br />

nella prefazione:<br />

“Non abbiamo la pretesa di<br />

aver scritto la musica migliore<br />

che possiate suonare, solo il tentativo<br />

di sottoporre qualcosa di<br />

utile e gradevole al tempo <strong>st</strong>esso,<br />

l’idea è di proseguire, magari con<br />

l’aiuto di altri musici<strong>st</strong>i, per creare<br />

il “no<strong>st</strong>ro” percorso di <strong>st</strong>udio.”<br />

La melodia, dunque, l’elemento<br />

cardine di que<strong>st</strong>o manuale: saperla<br />

suonare, saperla interpretare,<br />

capire in che modo poterla<br />

arricchire, come utilizzare i bassi<br />

per so<strong>st</strong>enerla.<br />

Dodici brani come esempi, tutti<br />

in accordatura <strong>st</strong>andard, partendo<br />

da semplici arpeggi, via via<br />

più complessi, passando per il<br />

classico “basso alternato” e l’utilizzo<br />

di glissati, pull off e hammer<br />

on.<br />

Il tutto propo<strong>st</strong>o con molto gu<strong>st</strong>o<br />

e sobrietà, te<strong>st</strong>i in italiano ed<br />

inglese, trascrizioni con pentagramma<br />

e tablature ed un CD incluso<br />

con la regi<strong>st</strong>razione di tutti i<br />

brani, eseguiti dai rispettivi autori,<br />

ai quali lo <strong>st</strong>udente deve pre<strong>st</strong>are<br />

orecchio attento se desidera<br />

comprendere come riprodurre le<br />

singole note con la giu<strong>st</strong>a dinamica<br />

ed intensità.<br />

Una chitarra acu<strong>st</strong>ica “easy”,<br />

come riportato anche nel titolo,<br />

senza fronzoli o inutili tecnicismi,<br />

ma allo <strong>st</strong>esso tempo ariosa,<br />

cantabile, affascinante, uno<br />

<strong>st</strong>rumento che una volta che ti ha<br />

conqui<strong>st</strong>ato non ti lascia per il re<strong>st</strong>o<br />

della vita.<br />

Per i virtuosismi, poi, c’è sempre<br />

tempo.<br />

Alfonso Giardino<br />

Paolo Bonfanti<br />

Bottleneck Guitar<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net – Carisch<br />

Sapevate che la chitarra slide<br />

non è originaria delle Hawaii? E<br />

che Fred McDowell fosse il ma-<br />

20<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

e<strong>st</strong>ro di Bonnie Raitt? Que<strong>st</strong>e ed<br />

altre brevi note <strong>st</strong>orico-biografiche<br />

sui chitarri<strong>st</strong>i slide di ieri e di<br />

oggi ci introducono al mondo della<br />

bottleneck guitar. Paolo Bonfanti<br />

parte dall’inizio, ci presenta<br />

e descrive i modelli da tener presente<br />

in que<strong>st</strong>o no<strong>st</strong>ro percorso,<br />

ce ne descrive le sonorità caratteri<strong>st</strong>iche,<br />

facendocene assaporare<br />

il gu<strong>st</strong>o musicale.<br />

Si procede per gradi, dunque,<br />

a partire da una lunga serie di<br />

scale (su corde singole e su più<br />

corde) per proseguire con arpeggi,<br />

bicordi, una serie di esercizi<br />

sull’uso dei bassi in abbinamento<br />

ad una semplice linea melodica<br />

ed esempi di accompagnamenti<br />

al canto, per continuare con una<br />

serie di venti esercizi, veri e propri<br />

mini-brani con cui cimentarsi<br />

per il consolidamento dell’uso del<br />

bottleneck. Si passa, poi, ad illu<strong>st</strong>rare<br />

quindici riff tipici di alcuni<br />

grandi interpreti della tecnica slide,<br />

da Charlie Patton fino a Derek<br />

Trucks, passando per Johnny<br />

Winter, Keb Mo’ e Bob Brozman.<br />

Que<strong>st</strong>o lungo percorso si conclude<br />

con la presentazione di<br />

dieci brani originali, tutti compo<strong>st</strong>i<br />

da Bonfanti ed eseguiti nello <strong>st</strong>ile<br />

degli <strong>st</strong>essi mae<strong>st</strong>ri più volte citati<br />

in que<strong>st</strong>’opera, che vogliono<br />

essere il punto d’arrivo per quanti<br />

si cimenteranno con lo <strong>st</strong>udio di<br />

que<strong>st</strong>a tecnica.<br />

Il manuale è il primo frutto della<br />

collaborazione tra <strong>Fingerpicking</strong>.<br />

net e la Carisch, uniti nella realizzazione<br />

di una nuova collana editoriale<br />

dedicata alla chitarra acu-


<strong>st</strong>ica. Te<strong>st</strong>i in italiano ed inglese,<br />

notazioni musicali con pentagramma<br />

e tablature e un CD a<br />

corredo, con la regi<strong>st</strong>razione di<br />

tutti gli esempi musicali trascritti.<br />

Bonfanti, da grande professioni<strong>st</strong>a<br />

qual è, ha ideato e realizzato<br />

un percorso d’apprendimento<br />

molto rigoroso, graduale nella<br />

sua fruizione, conscio delle varie<br />

difficoltà che potrebbe incontrare<br />

il lettore-chitarri<strong>st</strong>a, difficoltà che<br />

è possibile superare solo con l’esercizio,<br />

con lo <strong>st</strong>udio paziente<br />

che, tappa dopo tappa, ti consente<br />

di acquisire una tecnica difficile<br />

da padroneggiare, ma che può<br />

riservare grandi soddisfazioni interpretative.<br />

Genovese, classe 1960, Paolo<br />

Bonfanti ha iniziato a suonare la<br />

chitarra nel 1975, con alle spalle<br />

<strong>st</strong>udi di teoria musicale, armonia<br />

e pianoforte. Nei primi anni ’80<br />

si è perfezionato con Armando<br />

Corsi e Beppe Gambetta. Nell’e<strong>st</strong>ate<br />

1986 ha seguito un corso al<br />

Berklee College of Music di Bo<strong>st</strong>on.<br />

È laureato al DAMS di Bologna<br />

con una tesi sul blues. Al<br />

suo attivo undici album e infinite<br />

collaborazioni con musici<strong>st</strong>i italiani<br />

e internazionali, partecipazioni<br />

a fe<strong>st</strong>ival in Italia e all’e<strong>st</strong>ero. Chitarri<strong>st</strong>a,<br />

autore, produttore, è ormai<br />

da anni una delle personalità<br />

di spicco della scena roots rock<br />

italiana.<br />

Alfonso Giardino<br />

Alberto Caltanella<br />

L’albero della vita – Tree of Life<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

Forse da un flatpicker, più che<br />

da un finger<strong>st</strong>yler, ci si aspetterebbe<br />

una maggiore fedeltà ad<br />

uno <strong>st</strong>andard musicale a <strong>st</strong>elle e<br />

<strong>st</strong>risce, una certa predisposizione<br />

a ricalcare orme intrise di country<br />

e bluegrass. Più di un figer<strong>st</strong>yler,<br />

infatti, un flatpicker ha a disposizione<br />

un repertorio, su cui formarsi,<br />

maggiormente caratterizzato<br />

e caratterizzante per genere<br />

musicale.<br />

Alberto Caltanella, invece, ha<br />

intrapreso un percorso molto<br />

personale, mettendo la sua ottima<br />

tecnica al servizio di una<br />

musica varia, personale, con precisi<br />

riferimenti europei, privilegiando<br />

l’aspetto melodico nelle sue<br />

composizioni e nella scelta degli<br />

<strong>st</strong>andard da arrangiare (molto<br />

bella la sua interpretazione della<br />

“Ave Maria” di Franz Schubert –<br />

ve l’aspettere<strong>st</strong>e da un praticante<br />

del plettro?) pur non disdegnando<br />

ritorni alle origini, sempre personali,<br />

nel bluegrass (come nel<br />

brano “My Grass”, appunto…).<br />

Anche in que<strong>st</strong>o suo secondo<br />

CD, di recente uscita per<br />

l’etichetta <strong>Fingerpicking</strong>.net, Alberto,<br />

com’è naturale che accada<br />

in un musici<strong>st</strong>a che matura col<br />

tempo, ha sentito l’esigenza di<br />

esplorare nuovi confini (l’utilizzo,<br />

oltre alla <strong>st</strong>andard, di sei diverse<br />

accordature alternative ne è la<br />

conferma) ricercando anche altri<br />

suoni cui accompagnarsi. La<br />

voce di Michela Grena, i flauti di<br />

Mauro Martello, le corde di Riccardo<br />

Alfarè o la sua <strong>st</strong>essa chi-<br />

21<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

rc<br />

tarra in sovraincisione: inne<strong>st</strong>i<br />

che danno alla sua musica respiri<br />

nuovi, diversi, per poterla vivere<br />

non limitata al suo <strong>st</strong>rumento<br />

soli<strong>st</strong>a.<br />

I nove brani originali e i tre arrangiamenti<br />

propo<strong>st</strong>i da Caltanella<br />

si susseguono sobriamente,<br />

alternando generi e colori, sorprendendo<br />

anche chi, dopo una<br />

partenza movimentata con “Fe<strong>st</strong>ival”<br />

e “Flat Fuga Blues”, incontra<br />

l’Intermezzo dalla “Cavalleria<br />

Ru<strong>st</strong>icana” di Pietro Mascagni e<br />

poi si ritrova ad ascoltare “Both<br />

Sides Now” di Joni Mitchell (con<br />

la voce di Michela Grena), oppure<br />

quando dopo un “Saltarello”<br />

re<strong>st</strong>a ammirato di fronte all’“Ave<br />

Maria”.<br />

Sarà forse la sugge<strong>st</strong>ione creata<br />

dalla copertina, dai colori di<br />

que<strong>st</strong>o bosco ricco più di luce<br />

che di ombre, dall’espressione<br />

di Alberto tranquilla, in armonia<br />

con la natura che lo circonda, ma<br />

l’ascolto di que<strong>st</strong>o CD (complice<br />

la qualità delle regi<strong>st</strong>razioni) riesce<br />

a trasmettere una piacevole<br />

sensazione di freschezza, di<br />

serenità, ponendo l’ascoltatore<br />

nell’ideale <strong>st</strong>ato d’animo per chi<br />

vuole fermarsi, sedersi e abbandonarsi<br />

alle <strong>st</strong>orie che que<strong>st</strong>o<br />

bravo musici<strong>st</strong>a gli vuole raccontare.<br />

Alfonso Giardino


c<br />

Davide Citrolo<br />

Afterblues<br />

www.myspace.com/davidecitrolo<br />

Dopo quasi trent’anni dedicati<br />

allo <strong>st</strong>udio, alla pratica e<br />

all’insegnamento della chitarra<br />

blues, principalmente nella sua<br />

versione rurale, Davide Citrolo<br />

è giunto finalmente all’incisione<br />

del suo primo CD, autoprodotto,<br />

nel quale di blues… ce n’è giu<strong>st</strong>o<br />

un assaggio. Strano? Forse, ma,<br />

come <strong>st</strong>esso lui dichiara nelle<br />

note di copertina, potrebbe non<br />

essere un caso che «improvvisamente<br />

in un momento di grande<br />

intensità arti<strong>st</strong>ica ci si metta a<br />

comporre musica scoprendo sonorità<br />

che prendono le di<strong>st</strong>anze<br />

dal blues e approdano ad atmosfere<br />

forse più mediterranee».<br />

Afterblues, quindi, un viaggio<br />

alla scoperta delle proprie radici<br />

più intime, lasciando la via mae<strong>st</strong>ra,<br />

esplorando le sonorità e le<br />

sensazioni che, forse, ci si porta<br />

dentro da sempre. Ed ecco che<br />

dopo il blues Davide ritrova i colori<br />

e le immagini della sua Sicilia<br />

(“Primo giorno d’e<strong>st</strong>ate”, “Monte<br />

Pellegrino DADGAD”), i ritmi<br />

antichi secondo i quali si scandiscono<br />

le giornate dell’infanzia<br />

(“Tempus fugit”, “L’ozio”), le<br />

ansie di fronte alle incognite di<br />

una vita ancora tutta scoprire<br />

(“L’attesa”, “Insonnia”, “L’ultimo<br />

giorno”), il viaggio e il desiderio<br />

d’avventura (“Viaggio a Sud”,<br />

“Strade”), il blues che ritorna (“Pianeta<br />

Giove”).<br />

No, que<strong>st</strong>e immagini non me<br />

le ha suggerite Citrolo in perso-<br />

na, ma la bella foto di copertina:<br />

una vecchia foto seppia degli<br />

anni venti-trenta (di famiglia?).<br />

Oddìo, non che Davide sia così<br />

vecchio, ma vedere capeggiare il<br />

titolo-dichiarazione su di un momento<br />

di vita antica, mi sembra<br />

comunichi chiaramente che dopo<br />

il blues per Davide Citrolo c’è il<br />

ritorno alle proprie origini.<br />

Un disco, que<strong>st</strong>o, di sola chitarra,<br />

un viaggio intrapreso con<br />

il passo deciso del fingerpicking<br />

classico, talvolta anche o<strong>st</strong>inato,<br />

muovendosi, però, all’interno di<br />

sonorità inusuali per un bluesman,<br />

utilizzando anche accordature<br />

fino ad oggi non praticate<br />

come la DADGAD.<br />

Dieci composizioni originali imperniate<br />

su <strong>st</strong>rutture armoniche<br />

articolate, con poche concessioni<br />

alla melodia, quasi a voler ulteriormente<br />

sottolineare il cambio di<br />

direzione rispetto ad un genere<br />

che fa della cantabilità una sua<br />

prerogativa.<br />

Que<strong>st</strong>o CD, pubblicato a fine<br />

2009, non è l’ultima fatica di Citrolo:<br />

è appena <strong>st</strong>ato pubblicato il<br />

nuovo CD Acquerelli, un progetto<br />

che Davide ha realizzato insieme<br />

all’armonici<strong>st</strong>a Leonardo Triassi<br />

e che siamo in attesa di ascoltare<br />

al più pre<strong>st</strong>o.<br />

Alfonso Giardino<br />

Paolo Gianolio<br />

Pane e nuvole<br />

RCA Italiana<br />

Lo dico subito: a Paolo<br />

‘Paolone’ Gianolio mi legano<br />

una lunga militanza comune (da<br />

22<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

più di dieci anni, ormai, collaboriamo<br />

– seppure su fronti diversi<br />

– con Claudio Baglioni) ed<br />

una altrettanto lunga <strong>st</strong>agione<br />

di amicizia e <strong>st</strong>ima reciproca. Al<br />

contrario di ciò che qualcuno – in<br />

perfetta (e comprensibile) buona<br />

fede – potrebbe essere portato a<br />

pensare, però, que<strong>st</strong>e mie riflessioni<br />

sul suo Pane e nuvole non<br />

sono né ispirate, né condizionate<br />

da ciò che ci lega. E la ragione è<br />

semplice: l’amicizia, infatti, è effetto<br />

– non causa – delle qualità<br />

della persona e del musici<strong>st</strong>a.<br />

E il valore di que<strong>st</strong>o lavoro, non<br />

dipende né dalla mia amicizia,<br />

né dalle mie parole, ma l’una e<br />

le altre da ciò che le orecchie di<br />

chiunque possono verificare ascoltando<br />

que<strong>st</strong>o album.<br />

È vero: Gianolio non è propriamente<br />

un fingerpicker. Potremmo,<br />

semmai, definirlo un multipicker.<br />

Poli<strong>st</strong>rumenti<strong>st</strong>a, arrangiatore,<br />

orche<strong>st</strong>ratore, produttore è, in effetti<br />

(e lo si avverte chiaramente<br />

in que<strong>st</strong>e dieci tracce), un total<br />

musician di formazione talmente<br />

ampia e di esperienze così va<strong>st</strong>e<br />

e pre<strong>st</strong>igiose (Mina, Morandi,<br />

Celentano, Rossi, Ramazzotti,<br />

Battiato, Zucchero, Pausini, alcune<br />

tra le innumerevoli collaborazioni)<br />

da poter essere a<br />

ragione annoverato nell’alto di<br />

gamma dei professioni<strong>st</strong>i della<br />

musica ‘popolare’ del no<strong>st</strong>ro<br />

Paese. Non c’è dubbio, però, che<br />

la chitarra sia il suo <strong>st</strong>rumento.<br />

L’alfa e l’omega del suo rapporto<br />

con la musica. Il suo sodalizio con<br />

le sei corde è un sodalizio intimo<br />

e ‘antico’. Iniziato nella <strong>st</strong>agione<br />

del grande rock (Beatles, Stones,<br />

Hendrix, Yarbirds, Cream, Led<br />

Zeppelin e sodali) è proseguito<br />

in quella del ‘super jazz’ di menti<br />

come Coltrane, Davis, Mingus ed<br />

Evans e, ‘ovviamente’, di chitarre<br />

come Reinhardt, Hall, Pass, Kessel<br />

e Chri<strong>st</strong>ian.<br />

Ma la lingua di Gianolio non è<br />

frullato, né somma, né semplice<br />

acco<strong>st</strong>amento di tutte que<strong>st</strong>e<br />

tendenze, forme e influenze. Più<br />

autenticamente (e più significativamente)<br />

essa rappresenta il<br />

modo nel quale la luce di que<strong>st</strong>e<br />

diverse tradizioni e culture musicali<br />

si è scompo<strong>st</strong>a (e tutt’ora


si scompone) attraversando il<br />

prisma della sensibilità e della<br />

creatività di un musici<strong>st</strong>a autentico<br />

e completo. L’iride che ne<br />

viene fuori è un’iride definita,<br />

personale, riconoscibile, chiara,<br />

che segnala talento, sapienza,<br />

intelligenza, gu<strong>st</strong>o. C’è il me<strong>st</strong>iere<br />

e, ovviamente, c’è la professione,<br />

com’è innegabile che<br />

sia per i tanti lu<strong>st</strong>ri di onorevole<br />

carriera. Ma sono tutti elementi<br />

che non si muovono mai disgiunti<br />

da passione, interesse, curiosità,<br />

one<strong>st</strong>à professionale e intellettuale.<br />

Né dal desiderio/bisogno di<br />

scoprire e apprendere cose nuove,<br />

per poter dire e dare sempre<br />

cose nuove. C’è la te<strong>st</strong>a, ci sono<br />

le mani, ma c’è anche il cuore. E,<br />

soprattutto, c’è la musica ricca,<br />

densa, multiforme e ispirata di un<br />

musici<strong>st</strong>a che ha vi<strong>st</strong>o, sentito e<br />

suonato tanto e che sa fondere la<br />

concretezza (“pane”) della terra<br />

che lo ha generato, con la materia<br />

impalpabile (“nuvole”) di cui<br />

sono fatti i sogni, per consegnarci<br />

il di<strong>st</strong>illato prezioso di quanto<br />

sentito, vi<strong>st</strong>o e suonato.<br />

Narra la leggenda che il mitico<br />

Filippo Daccò (il grande mae<strong>st</strong>ro<br />

a cui Gianolio deve gran parte<br />

della sua formazione) ebbe a<br />

dirgli: «Non ho più niente da insegnarti».<br />

Con la saggezza e<br />

l’ironia delle persone di qualità,<br />

Paolo si schernisce di fronte a<br />

quanti glielo ricordano, ma ascoltandolo<br />

si capisce che la<br />

leggenda nasconde un fondo<br />

di verità. «Sono contadino della<br />

musica» dichiara sul suo sito,<br />

con misurato under<strong>st</strong>atement:<br />

«Mi piace seminare le note e raccoglierle<br />

quando sono mature».<br />

Sono mature, caro Paolo, sono<br />

mature. Grazie di averle raccolte<br />

e confezionate per noi.<br />

Giuseppe Cesaro<br />

Paolo Mari<br />

Brazilian Guitar Solos<br />

Carisch<br />

Esce per la collana “Learn &<br />

Play” della Carisch que<strong>st</strong>o librocd<br />

Brazilian Guitar Solos, che<br />

contiene arrangiamenti originali<br />

in ‘chord-melody’ di dieci <strong>st</strong>andard<br />

brasiliani, tutti curati dal<br />

chitarri<strong>st</strong>a Paolo Mari. Nella prefazione<br />

al suo lavoro, Paolo chiarisce<br />

bene le scelte didattiche<br />

che ha adottato, dichiarando di<br />

aver scelto per i suoi arrangiamenti<br />

quelle tonalità nelle quali<br />

«le corde a vuoto possono facilitare<br />

il lavoro del chitarri<strong>st</strong>a».<br />

Si parte da un semplice arrangiamento<br />

in Re di “A banda”,<br />

tanto per gradire, per poi passare<br />

ad arrangiamenti più complessi,<br />

da “Água de beber” in Si minore<br />

a “Manhã de Carnaval” in La minore,<br />

da “Maria Ninguém” in Sol<br />

via via fino ad arrivare a “Tri<strong>st</strong>eza”<br />

ancora in Re. Una bella versione<br />

di “Mas que nada”, poi, la<br />

potrete trovare anche sul no<strong>st</strong>ro<br />

sito nella sezione “Video”.<br />

Le trascrizioni sono riportate<br />

nella doppia notazione con pentagramma<br />

e tablatura e, in appendice,<br />

sono presenti i te<strong>st</strong>i<br />

di tutte le canzoni con sopra<br />

l’indicazione degli accordi utilizzati.<br />

Il libro, inoltre, ha in dotazione<br />

un CD dal quale è possibile<br />

ascoltare per intero tutti i brani<br />

propo<strong>st</strong>i.<br />

L’esecuzione di que<strong>st</strong>i rispecchia,<br />

per scelta, i tempi indicati<br />

nella partitura, senza quegli ‘anticipi’<br />

e ‘ritardi’ tipici della bossa<br />

nova. Mari, infatti, non ha voluto<br />

‘imporre’ la sua interpretazione,<br />

suggerendo al lettore di ascoltare<br />

le tante versioni disponibili di<br />

que<strong>st</strong>i classici brasiliani, al fine<br />

di giungere ad una propria personale<br />

interpretazione.<br />

Que<strong>st</strong>o lavoro nasce dalla<br />

grande esperienza del chitarri<strong>st</strong>a<br />

milanese, maturata in venticinque<br />

anni di insegnamento della chitarra,<br />

e dalla sua enorme passione<br />

per la musica brasiliana, che<br />

lo ha condotto nel gennaio e febbraio<br />

2010 a svolgere una lunga<br />

tournée in Brasile, esibendosi in<br />

numerosi teatri all’aperto e fe<strong>st</strong>ival<br />

con la cantante Silvia Parisotto<br />

e il gruppo Cuore del Mondo.<br />

Attualmente Mari è titolare della<br />

cattedra di chitarra moderna<br />

della scuola CMM di Grosseto e<br />

dell’Accademia ‘Omero Martini’<br />

23<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

rc<br />

di Massa Marittima. Tiene inoltre<br />

seminari e workshop sulla chitarra<br />

brasiliana (samba e bossa<br />

nova) collaborando, tra le altre,<br />

con le scuole Nuova Audio Musicmedia<br />

di Milano, Musicaperta<br />

di Milano, MusicAcademy 2000<br />

di Bologna, Accademia Musica<br />

Moderna di Milano. Nel 2008 ha<br />

pubblicato, sempre per l’editore<br />

Carisch di Milano, il libro-dvd Violão<br />

– La chitarra brasiliana.<br />

Alfonso Giardino<br />

Giampaolo Radicati<br />

with Peo Alfonsi<br />

Lanime<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

Giampaolo Radicati, eclettico<br />

chitarri<strong>st</strong>a ormai svizzero<br />

d’adozione (dal 1996 vive a Zurigo),<br />

ha al suo attivo una lunga<br />

carriera ricca di esperienze e<br />

importanti collaborazioni. Mentre<br />

frequenta il conservatorio di<br />

S. Cecilia a Roma, inizia le sue<br />

prime partecipazioni a varie band<br />

rock, pop, funk e anche jazz, per<br />

poi approdare al lavoro di turni<strong>st</strong>a<br />

collaborando con musici<strong>st</strong>i del<br />

calibro di Cesare Chiodo (bassi<strong>st</strong>a<br />

di Laura Pausini), Karl Potter<br />

(percussioni<strong>st</strong>a in forza anche<br />

alla PFM) e il gruppo celtico Rasna.<br />

Continua la sua esperienza<br />

da turni<strong>st</strong>a anche dopo il suo<br />

trasferimento a Zurigo, mantenendo<br />

intatta la sua passione per<br />

la musica dal vivo con diverse<br />

band locali, e giunge oggi a collaborare,<br />

tra i tanti, con il cantautore<br />

Pippo Pollina. Come spesso<br />

accade nella carriera di un musici<strong>st</strong>a,<br />

le molteplici collaborazioni<br />

fanno poi nascere il desiderio di


c recensioni<br />

confrontarsi con se <strong>st</strong>essi, con il<br />

proprio mondo e, per meglio intraprendere<br />

que<strong>st</strong>a ricerca, Radicati<br />

si è affidato al suono intimo<br />

di una chitarra con le corde di nylon,<br />

con la quale sperimentare e<br />

creare nuove atmosfere.<br />

Con Lanime, prodotto per<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net, Radicati ha<br />

senz’altro realizzato un prodotto<br />

importante, omogeneo per sonorità<br />

e ambientazione, nel quale<br />

– pur affrontando generi diversi –<br />

non lascia mai la barra del timone,<br />

dritta verso un orizzonte di melodie,<br />

di armonie calde, di ballate<br />

velatamente malinconiche (<strong>st</strong>ruggente<br />

“No<strong>st</strong>algie”) ma ricche di<br />

speranza e di passione (“Oltre i<br />

confini”, “I piedi sull’ardesia”, la<br />

title track “Lanime” e “Mo<strong>st</strong> beautiful”<br />

ne sono l’esemplificazione).<br />

Radicati non è solo nel suo viaggio,<br />

lo accompagna la chitarra<br />

di Peo Alfonsi, musici<strong>st</strong>a che ha<br />

seguito un percorso analogo a<br />

quello di Radicati: <strong>st</strong>udi classici<br />

che fanno da contrappunto alla<br />

passione per il jazz e la world<br />

music, riconoscimenti internazionali<br />

e pre<strong>st</strong>igiose collaborazioni<br />

con musici<strong>st</strong>i tra i quali (troppo<br />

lungo l’elenco, faremmo torto a<br />

qualcuno…) ba<strong>st</strong>i qui citare Al<br />

Di Meola, del cui quartetto, New<br />

World Sinfonia, fa <strong>st</strong>abilmente<br />

parte come seconda chitarra.<br />

La somiglianza delle carriere<br />

e la comune passione per una<br />

chitarra vissuta come sincera<br />

espressione del proprio intimo,<br />

sono forse <strong>st</strong>ate le chiavi che<br />

hanno fatto incontrare que<strong>st</strong>i due<br />

arti<strong>st</strong>i e che hanno reso possibile<br />

la realizzazione di que<strong>st</strong>o lavoro<br />

uniforme, di ampio respiro, privo<br />

di inutili protagonismi, ricco di<br />

scambi e di intensa partecipazione.<br />

Una raccolta di tredici brani<br />

originali, tutti compo<strong>st</strong>i da Radicati<br />

e arrangiati con Alfonsi, con<br />

il primo che tesse sapientemente<br />

le armonie e porge le melodie al<br />

secondo, che le sviluppa, le arricchisce,<br />

le fa crescere per poi ri-<br />

condurle nelle mani del loro compositore.<br />

Alfonso Giardino<br />

Giovanni Bailo<br />

Partial Capos<br />

Carisch<br />

Diciamoci la verità, di manuali<br />

per chitarra ne è pieno il mondo,<br />

reale e virtuale.<br />

Oggi come oggi un’aspirante<br />

chitarri<strong>st</strong>a, più che di un manuale<br />

generico per chitarra, va in cerca<br />

del manuale scritto dal proprio<br />

beniamino, dal chitarri<strong>st</strong>a di cui<br />

desidera ricalcare le orme, lo <strong>st</strong>ile<br />

e i ta<strong>st</strong>i.<br />

È, quindi, una piacevole sorpresa<br />

trovarsi di fronte un manuale<br />

per chitarra che si fa apprezzare<br />

per i contenuti originali e<br />

<strong>st</strong>imolanti.<br />

“Un nuovo modo di suonare<br />

e comporre per chitarra. 10 <strong>st</strong>udi,<br />

10 brani completi”: que<strong>st</strong>o<br />

l’obiettivo che Giovanni Bailo<br />

si è prefissato di raggiungere<br />

con il suo Partial Capos, lavoro<br />

che vede la sua pubblicazione<br />

all’interno della collana Carish<br />

Music Lab.<br />

Dopo una breve presentazione<br />

degli accessori utilizzati (capota<strong>st</strong>o<br />

che copre 5 corde, capota<strong>st</strong>o<br />

che copre 3 corde, Transpo<br />

Capo [http://transpocapo.com],<br />

Spider Capo [http://www.spidercapo.com],<br />

Woodies G-Band<br />

24<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

[http://www.woodiesgband.com/<br />

html/home.htm]), l’autore invita<br />

subito il lettore alla sperimentazione.<br />

Supportato dall’ascolto del<br />

CD in dotazione, ben suonato<br />

e ben regi<strong>st</strong>rato, e senza troppi<br />

giri di parole, si parte immediatamente<br />

con il primo <strong>st</strong>udio in pentagramma<br />

e intavolatura, nella<br />

quale le note suonate sulle corde<br />

a vuoto premute dal capota<strong>st</strong>o<br />

sono raffigurate all’interno di un<br />

piccolo cerchietto, per meglio<br />

comprenderne la funzione. E per<br />

illu<strong>st</strong>rare il posizionamento del<br />

capota<strong>st</strong>o, trovate una foto che<br />

mo<strong>st</strong>ra come attrezzare il manico<br />

della no<strong>st</strong>ra chitarra.<br />

Gli <strong>st</strong>udi sono <strong>st</strong>ati sviluppati in<br />

modo da suggerire all’esecutore<br />

idee, sugge<strong>st</strong>ioni, immagini musicali<br />

da cui partire per co<strong>st</strong>ruire<br />

proprie digressioni. Anche i brani,<br />

tutti originali, oltre ad avere una<br />

propria completezza compositiva<br />

ed esecutiva, son lì principalmente<br />

ad evidenziare le sonorità<br />

e le soluzioni tecniche che con i<br />

vari capo è possibile sviluppare,<br />

alternando, inoltre, all’acu<strong>st</strong>ica<br />

una resofonica National e un<br />

banjo a sei corde.<br />

È la curiosità del chitarri<strong>st</strong>a che<br />

Bailo desidera principalmente<br />

<strong>st</strong>uzzicare: a partire dalla ricerca<br />

dei vari capota<strong>st</strong>i propo<strong>st</strong>i, fino<br />

alla scoperta di un nuova prospettiva<br />

nella quale inquadrare<br />

l’utilizzo della propria chitarra.<br />

Giovanni, consulente enologico,<br />

suona la chitarra dall’età<br />

di dodici anni e si è diplomato<br />

presso il Centro Studi Finger<strong>st</strong>yle<br />

di Arezzo di Davide Ma<strong>st</strong>rangelo,<br />

il quale introduce alla lettura di<br />

que<strong>st</strong>o manuale con una sua presentazione.<br />

Giovanni Bailo ha già pubblicato,<br />

sempre per Carish, una<br />

raccolta di suoi arrangiamenti di<br />

composizioni di Ludovico Einaudi,<br />

Einaudi for Guitar, e ha<br />

prodotto tre CD con brani per lo<br />

più di propria composizione.<br />

Alfonso Giardino


ar arti<strong>st</strong>i<br />

Luca Pedroni<br />

Classe ’79, con una formazione molto varia e articolata<br />

alle spalle, Luca Pedroni è uno dei chitarri<strong>st</strong>i<br />

acu<strong>st</strong>ici di nuova generazione più interessanti. Nel<br />

2010 ha partecipato a L’Ultima Parola su Rai – di<br />

cui ha realizzato la sigla - e da allora alcuni suoi<br />

brani vengono utilizzati all’interno servizi televisivi e<br />

pubblicità in onda sulla <strong>st</strong>essa rete. Attualmente è<br />

in <strong>st</strong>udio alle prese con la realizzazione di un nuovo<br />

disco, un po’ fuori dagli schemi, e ne abbiamo approfittato<br />

per una breve chiacchierata con qualche<br />

anticipazione.<br />

Vogliamo cominciare con una versione ‘breve’<br />

della tua <strong>st</strong>oria arti<strong>st</strong>ica, anche per presentarti<br />

ai no<strong>st</strong>ri lettori?<br />

Ho cominciato con la chitarra elettrica, confesso!<br />

Ho lavorato parecchio in giro, sia con alcune band<br />

che in <strong>st</strong>udio. Verso la fine del 2005 poi ho cominciato<br />

ad appassionarmi alla chitarra acu<strong>st</strong>ica. Anzi<br />

sono ‘tornato’ a innamorarmi dell’acu<strong>st</strong>ica, che in<br />

fondo è <strong>st</strong>ato il punto da cui sono partito all’inizio,<br />

ma che non avevo mai approfondito. Da chitarri<strong>st</strong>a<br />

elettrico un po’ ‘smanettone’ ho ritrovato una dimensione<br />

più intima, più raccolta. Allo <strong>st</strong>esso tempo, ho<br />

trasferito sulla <strong>st</strong>elle <strong>st</strong>rings diverse tecniche che<br />

avevo appreso in tanti anni di <strong>st</strong>udio.<br />

Ma hai frequentato anche il conservatorio, vero?<br />

26<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

fotografi di Diego Boldini e Karen Bere<strong>st</strong>ovoy<br />

Sì, parallelamente all’elettrica ho <strong>st</strong>udiato anche<br />

chitarra classica. Anche se mi sono reso immediatamente<br />

conto che il mondo accademico non avrebbe<br />

mai fatto al caso mio. Però, per affrontare la professione,<br />

era necessario avere anche una formazione<br />

di quel tipo. Anzi, devo ammettere che sono<br />

<strong>st</strong>ati gli <strong>st</strong>udi che mi hanno dato di più in assoluto.<br />

C’è un rigore, una ricerca della perfezione tecnica<br />

che ti da gli <strong>st</strong>rumenti per andare avanti. Ti insegna<br />

a <strong>st</strong>udiare. Se la chitarra elettrica era la parte<br />

divertente della musica e quella classica il rigore<br />

accademico dello <strong>st</strong>rumento, nella chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

ho trovato il naturale congiungimento di que<strong>st</strong>i due<br />

mondi, quella che in fondo è la mia dimensione naturale.<br />

Se aggiungi che sono sempre <strong>st</strong>ato un grosso<br />

appassionato della musica di Michael Hedges<br />

e di tutta la we<strong>st</strong> coa<strong>st</strong>, CSN in te<strong>st</strong>a, non poteva<br />

andare diversamente. La cosa più dura è <strong>st</strong>ata trovare<br />

il coraggio di salire su un palco da solo… non<br />

è esattamente come dirlo. Superata la prima volta,<br />

ho scoperto che mi piaceva anche.<br />

Stai lavorando su disco nuovo in que<strong>st</strong>o periodo?<br />

Paradossalmente, dopo tanto girare e suonare da<br />

solo, ora <strong>st</strong>o tornando un po’ indietro. E il nuovo di


sco sarà un progetto abba<strong>st</strong>anza ambizioso, con il<br />

tentativo di conciliare la chitarra acu<strong>st</strong>ica con il mondo<br />

della musica elettronica. Che è l’altra mia grande<br />

passione. Con Luca Martegani - che ha lavorato con<br />

Andy dei Bluvertigo, Mephi<strong>st</strong>o, Don Carlos, Xeliusproject,<br />

è <strong>st</strong>ato menzione d’onore al concorso internazionale<br />

di musica elettronica L. Russolo - con<br />

cui ho già collaborato in passato, soprattutto per le<br />

produzioni in Rai, <strong>st</strong>iamo realizzando que<strong>st</strong>o nuovo<br />

progetto, che è quasi pronto. Per vari problemi<br />

editoriali abbiamo rimandato tutto all’autunno, ma<br />

in realtà saremmo già <strong>st</strong>ati a po<strong>st</strong>o per l’e<strong>st</strong>ate. Ci<br />

saranno anche canzoni vere e proprie, interpretate<br />

da voci femminili.<br />

Come <strong>st</strong>ate lavorando in <strong>st</strong>udio?<br />

Essenzialmente si parte dal brano, con la mia<br />

scrittura, che realizzo come ho sempre fatto, con il<br />

metodo seriale. Si tratta di pezzi essenzialmente minimali<strong>st</strong>i,<br />

con un loop iniziale che viene man mano<br />

sviluppato ed e<strong>st</strong>eso. Luca prende que<strong>st</strong>i brani, e<br />

senza intervenire con elettronica ‘attiva’, cioè senza<br />

modificare realmente le sonorità della chitarra, rielabora<br />

tutti i suoni, li filtra e li rimonta arrangiando il<br />

brano in chiave completamente diversa. Vengono<br />

fuori delle idee incredibili: una sorta di orche<strong>st</strong>razio-<br />

27<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Luca Pedroni<br />

ar<br />

ne dello <strong>st</strong>rumento, realizzato attraverso lo <strong>st</strong>esso.<br />

Spesso io <strong>st</strong>esso rimango sorpreso dal risultato finale,<br />

sembra incredibile che tutto provenga solo da<br />

una chitarra.<br />

E’ un tentativo anche abba<strong>st</strong>anza coraggioso e<br />

controtendenza per l’ambito della chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

in cui si tende sempre a esaltare il ‘tutto in<br />

presa diretta’.<br />

Sono sempre <strong>st</strong>ato, per natura, abba<strong>st</strong>anza controtendenza.<br />

E’ anche un intenzionale tentativo di<br />

uscire da una nicchia che, in Italia, negli ultimi anni<br />

è diventata un po’ troppo autoreferenziale. Ci si conosce<br />

tutti, si fanno un po’ sempre le <strong>st</strong>esse cose.<br />

Vorrei rivolgermi a qualcuno anche ‘oltre’ la solita<br />

cerchia. Non sarà semplice, ma voglio provarci.<br />

Come lavori in fase di composizione e arrangiamento?<br />

Mi interessa molto approfondire l’uso<br />

del seriating che fai…<br />

Non è una scelta razionale che abbia basi didattiche,<br />

deriva piutto<strong>st</strong>o dall’ascolto di tanti musici<strong>st</strong>i<br />

innovativi del ‘900 come Leo Brouwer,Steve Reich,<br />

Chick Corea, John Martyn e John Cage. Si parte essenzialmente<br />

da una cellula musicale di base, cui


ar<br />

Luca Pedroni<br />

vengono via via aggiunti elementi ritmici o melodici,<br />

cambiando tonalità o facendo piccole variazioni per<br />

raggiungere un effetto orche<strong>st</strong>rale dell’esecuzione.<br />

Essendo un fan scatenato del prog anni ’70, mi<br />

piace arrangiare, con que<strong>st</strong>o metodo, brani di Pink<br />

Floyd, PFM ma anche Police e altri, che ben si pre<strong>st</strong>ano<br />

a essere utilizzati in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o. L’esempio<br />

migliore in que<strong>st</strong>o senso è sicuramente la cover<br />

di “Run Like Hell”, che è possibile vedere sul mio<br />

canale youtube. Parto dalle peculiarità ritmiche del<br />

brano per arrivare a valorizzarne l’aspetto melodico.<br />

Mi piace molto, inoltre, lavorare con gli effetti<br />

tipici della chitarra elettrica, cosa che non facciamo<br />

in molti.<br />

Il disco nuovo sarà di<strong>st</strong>ribuito su canali tradizionali<br />

o userai anche gli <strong>st</strong>ore su Internet? In<br />

generale che rapporto hai con i nuovi media?<br />

Il CD dovrebbe essere prodotto da Rai Trade.<br />

Sicuramente il grosso della di<strong>st</strong>ribuzione avverrà<br />

attraverso canali digitali, come già è accaduto per<br />

i miei dischi precedenti. Di fatto, il supporto fisico<br />

ha una diffusione <strong>st</strong>rettamente legata ai concerti dal<br />

vivo, ai vari fe<strong>st</strong>ival a cui partecipo e dove c’è una<br />

reale richie<strong>st</strong>a del disco vero e proprio.<br />

In generale non è facile riuscire a de<strong>st</strong>reggiarsi<br />

in que<strong>st</strong>o nuovo mercato, in cui tutto è in continuo<br />

cambiamento. Le potenzialità sono enormi, e ti<br />

aprono prospettive impensabili solo pochi anni fa.<br />

Malgrado io abbia ancora un approccio piutto<strong>st</strong>o<br />

tradizionale alla ge<strong>st</strong>ione delle mie attività, mi rendo<br />

conto che è importante esserci e avere eventualmente<br />

la possibilità di sfruttare occasioni se si<br />

dovessero presentare. Anche se al momento non<br />

Luca Pedroni in compagnia di Luca Martegani<br />

28<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 1 duemilaundici<br />

è ancora successo. La comunicazione e la visibilità<br />

sono enormemente facilitati, anche se l’effettivo ritorno<br />

dal punto di vi<strong>st</strong>a commerciale al momento mi<br />

lascia ancora qualche perplessità.<br />

Che <strong>st</strong>rumentazione <strong>st</strong>ai usando in que<strong>st</strong>o periodo?<br />

Sia in <strong>st</strong>udio che dal vivo.<br />

La chitarra principale che utilizzo è una Collings<br />

OM, una delle prime che ho comprato diversi anni<br />

fa, ‘svenandomi’ non poco. L’ho presa da un collezioni<strong>st</strong>a<br />

privato a Milano, e ha già diversi anni alle<br />

spalle. Suona molto bene. Le chitarre, in generale,<br />

vado a regi<strong>st</strong>rarle nello <strong>st</strong>udio di Nobile che un’attrezzatura<br />

fanta<strong>st</strong>ica ed essendo lui <strong>st</strong>esso un ottimo<br />

chitarri<strong>st</strong>a ha le idee molto chiare in proposito.<br />

La Collings è amplificata con un si<strong>st</strong>ema Schertler,<br />

che è <strong>st</strong>ato anche il punto di partenza del mio rapporto<br />

di endorsement con loro. Uso i loro amplificatori,<br />

David o Unico a seconda delle dimensioni della<br />

sala in cui mi esibisco e <strong>st</strong>o aspettando le loro nuove<br />

chitarre con il LYDiA montato di serie. Ci sono<br />

poi due si<strong>st</strong>emi della TC Elettronics, il G Natural e<br />

il G Major, oltre a una loop machine e qualche altra<br />

scatoletta che non mancano mai nei miei set dal<br />

vivo.<br />

Permettimi di chiudere con una piccola provocazione:<br />

sei endorser di una casa che produce<br />

chitarre e ti occupi di prove di <strong>st</strong>rumenti per la<br />

rivi<strong>st</strong>a Strumenti Musicali. Non ti crea nessun<br />

problema?<br />

Il problema enorme è che tutte le chitarre belle<br />

che provo vorrei comprarmele [ridendo].<br />

Mario Giovannini


ar arti<strong>st</strong>i<br />

Acou<strong>st</strong>ic Night 11<br />

Per noi cittadini milanesi, abituati a vedere solo<br />

tangenziali e traffico, ogni scusa è buona per raggiungere<br />

la più vicina località marittima. L’invito di<br />

Beppe ad assi<strong>st</strong>ere all’Acou<strong>st</strong>ic Night 11 era quindi<br />

una ghiotta occasione per fuggire dall’ufficio e da<br />

Milano in un caldo venerdì pomeriggio e respirare<br />

un po’ d’aria di mare.<br />

E così alle tre del pomeriggio ero già in viaggio<br />

per Genova con l’intento di fare quattro passi, respirare<br />

aria buona, mangiare un po’ di focaccia e<br />

recarmi con il dovuto anticipo al Teatro della Corte,<br />

per portare a Beppe e Federica la copertina e<br />

la bozza di <strong>st</strong>ampa del nuovo Trattato di chitarra<br />

Flatpicking che sarebbe uscito nei giorni immediatamente<br />

successivi.<br />

La produzione di que<strong>st</strong>o libro mi ha permesso di<br />

re<strong>st</strong>are in contatto per lungo tempo con Beppe e di<br />

seguirlo nei suoi viaggi negli Stati Uniti. Nel corso<br />

della lavorazione infatti Beppe mi ha spesso chiamato<br />

via Skype dai più remoti angoli degli States.<br />

E il ricordo è andato al mio ultimo viaggio in terra<br />

americana, durante il quale la Radio è <strong>st</strong>ata assoluta<br />

protagoni<strong>st</strong>a, accompagnando i lunghi spo<strong>st</strong>amenti<br />

tra la California, l’Arizona, lo Utah e il Nevada.<br />

Proprio come gli ospiti che hanno animato que<strong>st</strong>a<br />

edizione della Acou<strong>st</strong>ic Night, che provengono e diffondono<br />

le loro trasmissioni radiofoniche da diversi<br />

angoli dell’America.<br />

30<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

“Le radio d’America” è <strong>st</strong>ato il tema di que<strong>st</strong>a edizione<br />

della <strong>st</strong>raordinaria manife<strong>st</strong>azione che per la<br />

prima volta ho avuto il piacere di vedere. Un meraviglioso<br />

viaggio nell’anima della radiofonia americana<br />

che, escluse le grandi e più popolose città<br />

nelle quali la musica pop in tutte le sue modernissime<br />

forme invade l’etere, è prepotentemente dominata<br />

dalla musica più ‘popolare’, e cioè il country<br />

e il bluegrass. Difficile pensare che il cuore dell’America<br />

parli un linguaggio musicale così diverso dal<br />

no<strong>st</strong>ro immaginario.<br />

Sul palco del Teatro della Corte i quattro protagoni<strong>st</strong>i<br />

del concerto sono <strong>st</strong>ati, oltre a Beppe Gambetta,<br />

Nick For<strong>st</strong>er (voce, chitarra, chitarra slide, chitarra<br />

elettrica, contrabbasso), presentatore e fondatore<br />

del programma E-town trasmesso dal Colorado;<br />

Peter O<strong>st</strong>roushko (voce, mandolino, violino) dal<br />

programma Prairy Home Companion che trasmette<br />

da Minneapolis in Minnesota, e Bryan Sutton (voce,<br />

chitarra, basso), bravissimo ‘flatpicker’ e ospite<br />

frequente del radio show della Grand Ole Opry a<br />

Nashville in Tennessee.<br />

Per quello che possiamo immaginare riguardo<br />

que<strong>st</strong>i leggendari programmi radiofonici, l’atmosfera<br />

è <strong>st</strong>ata ricreata in modo perfetto. Grazie anche<br />

alla mescolanza di generi e di <strong>st</strong>ili che contraddi<strong>st</strong>inguono<br />

que<strong>st</strong>i show. La scaletta ha così spaziato<br />

dallo “Slade Stomp” di Beppe Gambetta dedicato<br />

all’amico Charles Sautelle, a un classico dei Mon-


oe Brothers magi<strong>st</strong>ralmente interpretato da Brian<br />

Sutton e Nick For<strong>st</strong>er, al gospel “Turn your radio<br />

on” cantato dai quattro con l’accompagnamento di<br />

Sutton. E poi un bellissimo brano tradizionale ucraino<br />

accompagnato da un racconto sulla famiglia e le<br />

origini di Peter O<strong>st</strong>roushko.<br />

Tradizione, <strong>st</strong>oria, esperienze di vita ma anche il<br />

divertimento con l’esilarante “Bad Jokes” nel quale<br />

a turno i musici<strong>st</strong>i raccontavano le loro ‘freddure’.<br />

Il gruppo si arricchisce poi di Helen For<strong>st</strong>er per la<br />

voce nel classico “Li<strong>st</strong>en to the radio”.<br />

Il tutto arricchito dalla bellissima scenografia e<br />

dalla magi<strong>st</strong>rale regia audio.<br />

Memorabile la battuta di Beppe al termine del collegamento<br />

radiofonico di RAI Radio3: «Ora che non<br />

siamo più in diretta posso dire: belin!». Peccato che<br />

il collegamento fosse ancora attivo…<br />

31<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Acou<strong>st</strong>ic Night 11<br />

ar<br />

Difficile per chi non frequenti i fe<strong>st</strong>ival acu<strong>st</strong>ici immaginare<br />

che un evento simile possa richiamare un<br />

così variegato pubblico, fatto di giovani musici<strong>st</strong>i ma<br />

anche di semplici appassionati o intere famiglie e<br />

fare il tutto esaurito per tre giorni consecutivi in un<br />

teatro di que<strong>st</strong>e dimensioni. Per me si è trattato di<br />

una ulteriore conferma sul successo della musica<br />

acu<strong>st</strong>ica in Italia, che è dimo<strong>st</strong>rato dalla qualità e<br />

dalla passione che troverete nelle pagine della rivi<strong>st</strong>a<br />

che <strong>st</strong>ate sfogliando.<br />

Di certo le radio italiane avrebbero molto da imparare<br />

da quelle americane in fatto di passione, qualità,<br />

varietà, originalità e incontro delle proprie scelte<br />

con la considerazione popolare.<br />

Germano Dantone


ar arti<strong>st</strong>i<br />

AGM Sarzana 2011<br />

Un miracolo italiano<br />

E così, come promesso, da mercoledì 18 a domenica<br />

22 maggio, Alessio Ambrosi e l’associazione<br />

culturale Armadillo Club hanno trasformato<br />

il delizioso centro <strong>st</strong>orico di Sarzana e l’imponente<br />

Fortezza Firmafede in una vera e proria ‘Città delle<br />

chitarre’. In un momento <strong>st</strong>orico come quello che<br />

<strong>st</strong>iamo attraversando, caratterizzato da una crisi<br />

economica che attanaglia le famiglie e da tagli indiscriminati<br />

che mortificano il rilancio della produzione,<br />

sembra impossibile che il mondo della chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica, considerato tuttora una nicchia all’interno<br />

di un settore musicale non più florido come una<br />

volta, abbia saputo dotarsi di una manife<strong>st</strong>azione<br />

come l’Acou<strong>st</strong>ic Guitar Meeting: una rassegna così<br />

ricca e articolata di idee e propo<strong>st</strong>e, con ospiti di primo<br />

livello, capace di richiamare più di cento espositori,<br />

una forte partecipazione internazionale e un<br />

pubblico fedele che affolla anche i concerti serali a<br />

pagamento. Nel suo ambito un sicuro punto di riferimento<br />

non solo nel no<strong>st</strong>ro paese, ma anche a livello<br />

europeo. Sembra impossibile, ma è successo: un<br />

piccolo miracolo italiano, al quale speriamo che ne<br />

possano seguire pre<strong>st</strong>o degli altri.<br />

Il corso di formazione. Il titolo che si è dato<br />

32<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Diane Ponzio sul palco centrale<br />

que<strong>st</strong>’anno al tradizionale corso di formazione, con<br />

cui il Meeting apre i battenti il mercoledì, ha dato<br />

subito il segno di una nuova direzione che si è voluto<br />

imprimere a que<strong>st</strong>a quattordicesima edizione:<br />

“La liuteria e la didattica per chitarra e oltre”. Oltre<br />

la chitarra, infatti, perché lo <strong>st</strong>rumento titolare della<br />

manife<strong>st</strong>azione è <strong>st</strong>ato affiancato in que<strong>st</strong>o corso, e<br />

in uno dei concerti serali in particolare, da due altri<br />

<strong>st</strong>rumenti a corda tipici delle <strong>st</strong>ring-band acu<strong>st</strong>iche<br />

della tradizione <strong>st</strong>atunitense: il mandolino e il banjo.<br />

E l’operazione è <strong>st</strong>ata condotta ai massimi livelli. Gli<br />

insegnanti di liuteria sono <strong>st</strong>ati: John Monteleone,<br />

uno dei più pre<strong>st</strong>igiosi co<strong>st</strong>ruttori di chitarre archtop,<br />

oltre che di chitarre flat-top e mandolini; l’au<strong>st</strong>raliano<br />

Steve Gilchri<strong>st</strong>, il più rinomato co<strong>st</strong>ruttore di<br />

mandolini di <strong>st</strong>ile nordamericano; Greg Deering, il<br />

più grande co<strong>st</strong>ruttore di banjo al mondo; ai quali<br />

si è aggiunto Carlos Michelutti per un seminario<br />

sulla messa a punto degli <strong>st</strong>rumenti. Grande qualità<br />

anche per la didattica <strong>st</strong>rumentale: il finger<strong>st</strong>yle<br />

tradizionale e contemporaneo di Davide Ma<strong>st</strong>rangelo,<br />

coordinatore dei corsi di Sarzana dal 2005;<br />

il flatpicking ‘globale’ di Beppe Gambetta; il mandolino<br />

‘universale’ di Mike Marshall, coadiuvato da<br />

Massimo Gatti; e il banjo trascendentale di Jens<br />

Kruger.


New Sounds of Acou<strong>st</strong>ic Music. L’idea di affiancare<br />

altri <strong>st</strong>rumenti alla chitarra risponde al desiderio<br />

di non guardare a que<strong>st</strong>’ultima unicamente<br />

in un’ottica soli<strong>st</strong>ica, ma di incoraggiare una sua<br />

dimensione anche di gruppo; e, più in generale, di<br />

avvicinare un pubblico più va<strong>st</strong>o non di soli speciali<strong>st</strong>i.<br />

In uno spirito simile l’anno scorso si è introdotta<br />

nel New Sounds of Acou<strong>st</strong>ic Music-Premio Carisch,<br />

tradizionalmente riservato ai chitarri<strong>st</strong>i soli<strong>st</strong>i, una<br />

sezione dedicata ai cantautori-chitarri<strong>st</strong>i “in memoria<br />

di Stefano Rosso”. Que<strong>st</strong>a maggiore ampiezza<br />

di vedute è favorita anche da un originale si<strong>st</strong>ema<br />

di selezione multipla, per cui i partecipanti alla finale<br />

di Sarzana sono scelti separatamente da realtà<br />

diverse, come l’associazione culturale Armadillo<br />

Club che organizza la manife<strong>st</strong>azione, i centri didattici<br />

Lizard Accademie Musicali e Centro Studi<br />

Finger<strong>st</strong>yle, la rivi<strong>st</strong>a GTR & Bass e il no<strong>st</strong>ro portale<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net. Que<strong>st</strong>e e altre realtà sono poi<br />

rappresentate nella giuria, che nella sua eterogeneità<br />

finisce curiosamente per produrre sempre risultati<br />

so<strong>st</strong>anzialmente equilibrati. La palma è <strong>st</strong>ata<br />

comunque assegnata, sul filo di lana, al chitarri<strong>st</strong>a<br />

finger<strong>st</strong>yle Lorenzo Favero e al cantautore Enrico<br />

Esma, ai quali sono andati rispettivamente una<br />

Godin 5th Avenue e un si<strong>st</strong>ema di amplificazione<br />

B-Band in coppia con un ampli SR Technology; a<br />

tutti gli altri, pubblicazioni didattiche della Carisch e<br />

corde John Pearse.<br />

Notte giovane. L’esibizione e la premiazione dei<br />

giovani emergenti è <strong>st</strong>ata coronata da un concerto<br />

in loro onore. La prima arti<strong>st</strong>a a salire sul palco è<br />

<strong>st</strong>ata per l’occasione Giulia Millanta, vincitrice della<br />

scorsa edizione del Premio Carisch nella sezione<br />

cantautori. Giulia ci ha offerto un’immagine molto<br />

positiva, dimo<strong>st</strong>rando di aver saputo valorizzare il<br />

successo ottenuto e di aver coltivato con impegno<br />

e determinazione una sua forte crescita personale.<br />

Sul palco, l’intesa raggiunta con la seconda chitarra<br />

di Paolo Loppi le ha permesso di concentrarsi maggiormente<br />

sulla propria espressione vocale e su un<br />

uso efficamente ritmico della chitarra, con risultati<br />

apprezzabili. Una crescita esponenziale hanno dimo<strong>st</strong>rato<br />

anche le Hussy Hicks. Da quando si sono<br />

fatte conoscere a Sarzana nel 2008, sono migliorate<br />

di anno in anno e diventate le beniamine dei<br />

fe<strong>st</strong>ival acu<strong>st</strong>ici in Italia. La chitarri<strong>st</strong>a Julz Parker è<br />

apparsa fin dall’inizio la personalità più rappresen-<br />

33<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

AGM Sarzana 2011<br />

ar<br />

Una lezione di John Monteleone<br />

Germano Dantone della Carisch premia Lorenzo Favero<br />

Giulia Millanta<br />

Hussy Hicks


Andrea Braido<br />

ar<br />

Guitar Republic<br />

Roberto Dalla Vecchia<br />

AGM Sarzana 2011<br />

Massimo Gatti, Leo Di Giacomo e Icaro Gatti<br />

34<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 1 duemilaundici<br />

tativa del gruppo: ottima chitarri<strong>st</strong>a, con un’energia<br />

impressionante, un gu<strong>st</strong>o e uno <strong>st</strong>ile personalissimi,<br />

così come talentuosa autrice e cantante sugge<strong>st</strong>iva.<br />

Ma bisogna riconoscere alla cantante Leesa<br />

Gentz di avere negli ultimi due anni in qualche<br />

modo pareggiato la compagna, attraverso un lavoro<br />

<strong>st</strong>raordinario sulla sua vocalità e sulla sua tenuta<br />

ed energia sul palco. Con loro anche que<strong>st</strong>’anno la<br />

bassi<strong>st</strong>a Tracy Stephens, che rispetto all’anno scorso<br />

è apparsa maggiormente ‘dentro’ al gruppo seppure<br />

con discrezione. Il bravissimo Andrea Braido<br />

propone negli ultimi anni diversi progetti personali<br />

in differenti <strong>st</strong>ili e formazioni. L’AGM è <strong>st</strong>ata una<br />

buona occasione per mantenere vivo il suo Duo<br />

Acu<strong>st</strong>ico Mediterraneo, in que<strong>st</strong>a circo<strong>st</strong>anza supportato<br />

dal chitarri<strong>st</strong>a Marco Brusa. La serata si è<br />

conclusa con i Guitar Republic di Pino Fora<strong>st</strong>iere,<br />

Sergio Altamura e Stefano Barone: ho temuto per<br />

un attimo che la loro musica spinta ai confini della<br />

‘chitarra acu<strong>st</strong>ica contemporanea’ potesse non<br />

essere adatta per chiudere un concerto, e potesse<br />

soffrire dell’incipiente frescura notturna e della <strong>st</strong>anchezza<br />

del pubblico per il lungo show. Invece le loro<br />

alchimie sonore tra tapping ed elettronica, ben congegnate<br />

nelle composizioni e negli arrangiamenti in<br />

trio, hanno conqui<strong>st</strong>ato Sarzana.<br />

Notte bluegrass. Se il buon giorno si vede dal<br />

mattino… il set di Roberto Dalla Vecchia ha rappresentato<br />

un’ottima apertura per quello che è <strong>st</strong>ato<br />

sicuramente uno dei migliori concerti cui mi sia capitato<br />

di assi<strong>st</strong>ere nel corso degli anni a Sarzana,<br />

e non solo. A ben vedere, Roberto segue per molti<br />

aspetti le orme del suo mae<strong>st</strong>ro Beppe Gambetta:<br />

la sua musica è un flatpicking che miscela le radici<br />

country-bluegrass con le accordature aperte e le<br />

melodie europee, organizza nella sua città la manife<strong>st</strong>azione<br />

vicenzAcu<strong>st</strong>ica con ospiti internazionali,<br />

porta avanti un’attività didattica in seminari e<strong>st</strong>ivi.<br />

Ma ogni cosa la fa con una sua cifra personale:<br />

con un suono <strong>st</strong>repitoso della sua Manne, ha presentato<br />

alcuni suoi cavalli di battaglia e brani dal<br />

suo nuovo Hand in Hand. Poi sono entrati in gioco i<br />

musici<strong>st</strong>i che già abbiamo vi<strong>st</strong>o volteggiare intorno<br />

a chitarra, mandolino e banjo nel corso di formazione.<br />

Inizia Massimo Gatti con il chitarri<strong>st</strong>a Leo<br />

Di Giacomo e il figlio contrabbassi<strong>st</strong>a Icaro Gatti,<br />

suoi compagni nei Bluegrass Stuff, per un’introduttiva<br />

full immersion nella tradizione che fa capo a Bill<br />

Monroe. Quando viene chiamato sul palco lo <strong>st</strong>raor-


dinario Jens Kruger, si forma una band bluegrass<br />

al completo. Quindi è la volta di Beppe Gambetta,<br />

già rodato con la sua Acou<strong>st</strong>ic Night e avvezzo a<br />

<strong>st</strong>imolare sinergie musicali, che pian piano prende<br />

per mano la serata e dà il via a una girandola di<br />

duetti e terzetti, chiamando in causa anche quell’altro<br />

musici<strong>st</strong>a eccezionale che è Mike Marshall. Nel<br />

suo set da solo, Marshall passa dalla new acou<strong>st</strong>ic<br />

music alla musica brasiliana, dalle danze bulgare<br />

a Bach, per conqui<strong>st</strong>are definitivamente il pubblico<br />

con l’esecuzione di un’intera composizione del napoletano<br />

Raffaele Calace. L’apoteosi è con il finale<br />

affidato ai Kruger Brothers, che vedono al fianco<br />

di Jens il fratello chitarri<strong>st</strong>a e cantante Uwe Kruger<br />

con il bassi<strong>st</strong>a Joel Landsberg. I due fratelli<br />

sono cresciuti in Europa, in una famiglia di origini<br />

tedesche e immigrata in Svizzera, prima di trasferirsi<br />

nella Carolina del Nord. Forse a que<strong>st</strong>e peregrinazioni<br />

è dovuta la particolare profondità musicale<br />

del gruppo, che attraversa appieno vecchi e nuovi<br />

orientamenti del bluegrass con reminiscenze classiche<br />

e bachiane. Calorosissima l’accoglienza del<br />

pubblico, con una vera e propria ovazione per “Appalachian<br />

Concerto”, un’articolata suite eseguita in<br />

trio ma concepita anche con il supporto di un quartetto<br />

d’archi, dove una sezione di musica per danza<br />

richiama addirittura il ritmo della tarantella.<br />

Corde & Voci per Dialogo & Diritti. Dagli Stati<br />

Uniti all’America Latina: dopo aver assegnato il<br />

premio alla memoria di Woodie Guthrie e l’anno<br />

scorso a Jackson Browne, il fe<strong>st</strong>ival ha voluto ricordare<br />

Victor Jara e Violeta Parra, due dei maggiori<br />

esponenti del movimento della nueva canción cilena<br />

ispirata al recupero della canzone popolare tradizionale.<br />

Come cornice per que<strong>st</strong>o importante evento<br />

ha co<strong>st</strong>ruito una lunga serata dedicata alla musica<br />

dei popoli, partendo da una collaborazione che si<br />

richiama alla world music: il duo formato da Soumik<br />

Datta, interprete del sarod, gioiello della liuteria<br />

classica indiana con qualche affinità con il banjo,<br />

e Nico Di Batti<strong>st</strong>a, mae<strong>st</strong>ro della ‘DB Guitar’, chitarra<br />

a corde di nylon con diapason molto lungo e i<br />

due bassi un’ottava sotto, sulla quale adotta spesso<br />

tecniche thumb & slap con accenti funk-jazz. Datta<br />

è formato al repertorio classico indiano, ma ha<br />

anche <strong>st</strong>udiato composizione al Trinity College of<br />

Music di Londra, e riesce ad adattarsi con innato<br />

talento alle incursioni di Di Batti<strong>st</strong>a, ritmicamente e<br />

armonicamente più contemporanee. Si ritorna poi<br />

35<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

AGM Sarzana 2011<br />

ar<br />

Jens Kruger, Mike Marshall e Beppe Gambetta<br />

Kruger Brothers<br />

Soumik Datta<br />

alla tradizione nordamericana con il canadese David<br />

Essig, legato agli anni del folk music revival, e<br />

Diane Ponzio, esponente della moderna canzone<br />

d’autore. Tocca poi a Mauro Di Domenico, molto<br />

legato al mondo della musica latina, collaboratore<br />

per anni degli Inti-Illimani, oltre che in passato di


ar<br />

Angel Parra con il guitarrón<br />

Francesco Loccisano<br />

Eugenio Bennato<br />

Banjo Clan<br />

AGM Sarzana 2011<br />

36<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 1 duemilaundici<br />

Musicanova e della Nuova Compagnia di Canto<br />

Popolare, di introdurre e accompagnare l’esibizione<br />

di Angel Parra, figlio di Violeta. Angel suonerà anche<br />

alcuni brani con un guitarrón appartenuto alla<br />

madre, una chitarra tradizionale cilena de<strong>st</strong>inata ad<br />

accompagnare el Canto del Poeta, con venticinque<br />

corde divise in diversi ordini. Sarà lui a ritirare il premio<br />

assegnato a Violeta e anche quello assegnato<br />

a Victor Jara, su mandato della Fondazione Victor<br />

Jara.<br />

Dopo la cerimonia entra in scena il Sud d’Italia con<br />

il Francesco Loccisano Quartet, vera rivelazione<br />

della serata. Loccisano è un chitarri<strong>st</strong>a calabrese<br />

formato sia alla chitarra classica che alla chitarra<br />

flamenca, proviene dai Taranta Power di Eugenio<br />

Bennato e suona e compone alla chitarra battente,<br />

in uno <strong>st</strong>ile al tempo <strong>st</strong>esso fedele alla tradizione<br />

e ricco di elementi innovativi e di tecnica superiore.<br />

Anche il cantante Mico Corapi è un profondo<br />

conoscitore del flamenco, e la sua <strong>st</strong>raordinaria<br />

vocalità riesce a cogliere i nessi sottili tra il<br />

canto contadino calabrese e il cante jondo. Completano<br />

il quartetto Vincenzo Oppedisano al basso<br />

e Vincenzo Gagliani alle percussioni. Sale infine<br />

sul palco lo <strong>st</strong>esso Eugenio Bennato, che regala<br />

ad un pubblico ormai fe<strong>st</strong>ante tutti gli inni legati alla<br />

sua idea di Taranta Power. Per la prima volta nel<br />

parterre della Fortezza Firmafede, dapprima timidamente<br />

poi con più decisione, compaiono spettatori<br />

che si trasformano in ballerine e ballerini, impegnati<br />

nel ritmo intenso della tarantella. Un segnale da cogliere<br />

per il futuro?<br />

Eppure non tutto si esaurisce con il corso di formazione,<br />

il Premio Carisch e i concerti serali. Sono<br />

ancora tanti gli eventi collaterali di cui in quesa sede<br />

potremo dare solo un piccolo cenno. A cominciare<br />

dal concerto gratuito della giornata di domenica, che<br />

presenta una scaletta di tutto rispetto: Due chitarre<br />

per L’Aquila, un’esibizione delle scuole musicali de<br />

L’Aquila, con le chitarre co<strong>st</strong>ruite nel corso di liuteria<br />

dello scorso anno sotto la guida dei mae<strong>st</strong>ri Leo Petrucci<br />

e Franco Di Filippo; Paolo Bonfanti, reduce<br />

dalla presentazione del suo nuovo libro Bottkeneck<br />

Guitar (<strong>Fingerpicking</strong>.net); Marco Poeta, esperto di<br />

guitarra portuguesa e dimo<strong>st</strong>ratore della splendida<br />

Martin 12 corde modello Pete Seeger; il ‘mae<strong>st</strong>ro’<br />

Pietro Nobile; Riccardo Zappa, la colonna della<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica italiana; Giovanni Palombo, che<br />

ha presentato alcuni brani dal suo nuovo CD soli-


<strong>st</strong>a La melodia segreta / A Secret Melody (Acou<strong>st</strong>ic<br />

Music Records); il gradito ritorno dei Dago Red, con<br />

il loro blues di atmosfera; Banjo Clan, divertente<br />

ensemble di banjo e non solo, compo<strong>st</strong>o di musici<strong>st</strong>i<br />

perlopiù in pensione, in un repertorio di swing e<br />

<strong>st</strong>andard degli anni ’30.<br />

Per ribadire poi l’idea di affiancare altri <strong>st</strong>rumenti<br />

alla chitarra, incoraggiare la musica d’insieme e avvicinare<br />

il pubblico dei non speciali<strong>st</strong>i, vale la pena<br />

ricordare la perdurante affermazione dell’Ukulele<br />

Village, che ha promosso esibizioni e seminari<br />

con Max De Bernardi & Veronica Sbergia, Ken<br />

Middleton, Lorenzo ‘Ukulollo’, Luca Cocchiere &<br />

Marta Terribile, Jontom. O le esibizioni nel fossato<br />

della Fortezza di orche<strong>st</strong>re di ragazzi e non solo:<br />

l’Orche<strong>st</strong>ra di chitarre Suzuki diretta da Maria<br />

Grazia Citterio; l’Acou<strong>st</strong>ic Ciac Orche<strong>st</strong>ra diretta<br />

da Giovanni Palombo; l’orche<strong>st</strong>ra di ukulele Sinfonico<br />

Honolulu. E i concerti per le <strong>st</strong>rade del centro<br />

<strong>st</strong>orico, con Max Prandi, Giulia Millanta, Max De<br />

Bernardi & Veronica Sbergia.<br />

Per concludere con il tradizionale contributo di<br />

associazioni chitarri<strong>st</strong>iche. Il Centro Studi Finger<strong>st</strong>yle<br />

ha curato seminari con Davide Ma<strong>st</strong>rangelo,<br />

Paolo Mari, Micki Piperno, Simone Valbonetti,<br />

Pino Russo. L’ADGPA ha presentato in collaborazione<br />

con il negozio Prina Strumenti Musicali di<br />

Milano quattro chitarre contraddi<strong>st</strong>inte da caratteri<strong>st</strong>iche<br />

sonore ed e<strong>st</strong>etiche di altissimo pregio: una<br />

Gibson 225 del 1955, una Gretsch Country Club del<br />

1969, una chitarra-arpa mancina co<strong>st</strong>ruita da Massimiliano<br />

Monterosso e una Taylor 914 CE Cu<strong>st</strong>om<br />

Shop presentata al NAMM nel 2005; que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumenti<br />

sono <strong>st</strong>ati suonati da Daniele Bazzani, Stefano<br />

Barbati, Andrea Valeri e Fabio Casali, e il<br />

filmato dell’evento sarà visibile a partire da settembre<br />

su www.adgpa.it. Infine <strong>Fingerpicking</strong>.net ha<br />

animato il Palco della Torre per tutta la durata del<br />

fe<strong>st</strong>ival: oltre ai fondatori Reno Brandoni, Giovanni<br />

Pelosi e Alex Di Reto, vi hanno suonato (dimenticando<br />

sicuramente qualcuno…) Lorenzo Favero,<br />

Giuseppe Porsia, Luca Francioso, Giulia Millanta &<br />

Paolo Loppi, Gabor Lesko, Giulio Redaelli, Socrate<br />

Verona, Andrea Fascetti, Daniele Bazzani, Massimo<br />

Valli, Marco Montemarano, Giovanni Palombo,<br />

Andrea Valeri, Rolando Biscuola, Simone Ferrari,<br />

Matteo Gobbato, Alberto Ziliotto, Roberto Dalla<br />

Vecchia, Filippo Cosentino, Paolo Mari, Micki Piperno,<br />

i Southside Blues Boys, Girolamo Sanso<strong>st</strong>i,<br />

Stefano Barbati, le Hussy Hicks… Senza dimentica-<br />

37<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

AGM Sarzana 2011<br />

ar<br />

Orche<strong>st</strong>ra Suzuki<br />

Sinfonico Honolulu<br />

Francesco Buzzurro, foto di Alex Di Reto<br />

re il memorabile intervento di Francesco Buzzurro,<br />

che ha riscosso un successo grandissimo. Massimo<br />

Varini ha detto di lui: «Ha la mano de<strong>st</strong>ra di Tommy<br />

Emmanuel e la sini<strong>st</strong>ra di Andrea Braido!» Ne torneremo<br />

a parlare pre<strong>st</strong>o.<br />

Andrea Carpi<br />

Foto di Tiziano Gagliardi


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

AGM Sarzana 2011: l’esposizione<br />

Foto di Tiziano Gagliardi<br />

Borghino e Illotta sono tra i ‘giovani’ liutai<br />

italiani più interessanti. In particolare la<br />

Shakti di Borghino, copia della <strong>st</strong>orica Gibson<br />

di John McLaughlin - con 7 corde di risonanza<br />

sulla tavola e una cassa in acero<br />

occhiolinato da sogno - ha lasciato in segno.<br />

Ne riparleremo a breve in maniera approfondita.<br />

38<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Nuovo record di presenze<br />

per l’esposizione<br />

dell’AGM di Sarzana, con<br />

ben 112 <strong>st</strong>and. La manife<strong>st</strong>azione<br />

consolida la<br />

sua posizione ‘guida’ nel<br />

segmento della chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica e si vede riconosciuta<br />

la giu<strong>st</strong>a rilevanza<br />

non solo a livello italiano,<br />

ma internazionale. Come<br />

te<strong>st</strong>imoniano le presenze<br />

di Monteleone, Larrivée, Gilchri<strong>st</strong> e Derring nella<br />

foto a sini<strong>st</strong>ra, sul palco centrale con il ‘patron’ Alessio<br />

Ambrosi. Menzione a parte per Roy McAlli<strong>st</strong>er<br />

(foto sopra) e la sua chitarra dedicata al Fe<strong>st</strong>ival, di<br />

cui abbiamo parlato ampiamente nel n° 2.<br />

Presente sin dalle primissime edizioni,<br />

Bachmann è uno dei pochissimi liutai italiani<br />

a lavorare solo legni di ‘produzione<br />

propria’. Le sue chitarre con il caratteri<strong>st</strong>ico<br />

fondo bombato, ottenuto non a piegamento<br />

ma a intaglio, sono sempre interessanti.<br />

Una delle novità di que<strong>st</strong>’anno, ennesima<br />

converma della vocazione sempre<br />

più internazionale della manife<strong>st</strong>aziona,<br />

Rozawood è un ‘alfiere’ della tradizione<br />

liuteri<strong>st</strong>ica ceca.<br />

Co<strong>st</strong>ruzione impeccabile e materiali<br />

pregiatissimi - al punto quasi di non<br />

sembrare veri - per <strong>st</strong>rumenti davvero<br />

interessanti.


Janet e Greg Deering, simpaticissimo<br />

e sempre disponibili, sono <strong>st</strong>ati<br />

davvero tra i protagoni<strong>st</strong>i delle giornate<br />

sarzanesi. Un po’ la vera novità di<br />

que<strong>st</strong>’anno, con <strong>st</strong>rumenti di livello eccellente<br />

e una propo<strong>st</strong>a e<strong>st</strong>remamente<br />

varia per finiture e fasce di prezzo.<br />

Come se non ba<strong>st</strong>assero le chitarre<br />

a toglierici il sonno...<br />

La Serie Tulip di Liuton si arrisce<br />

que<strong>st</strong>’anno di un nuovo<br />

shape, il jumbo, pur mantenendo<br />

co<strong>st</strong>anti le caratteri<strong>st</strong>iche che rendono<br />

unici que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumenti. Bisogna<br />

davvero provarli, una volta,<br />

per rendersene conto.<br />

39<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

AGM Sarzana 2011<br />

<strong>st</strong><br />

Tutti pazzi per i fratelli Chatelier,<br />

que<strong>st</strong>’anno. E in particolare per quella<br />

OM con fasce e fondo in acero che si<br />

vede sullo sfondo della foto.<br />

E in effetti... <strong>st</strong>rumento <strong>st</strong>repitoso.<br />

Anche in que<strong>st</strong>o caso, a breve, contiamo<br />

di tornarci sopra in maniera molto<br />

approfondita.<br />

Anche Gottschall partecipa all’AGM<br />

da diversi anni e non manca mai di<br />

<strong>st</strong>upire con il suo originale progetto ‘a<br />

megafono’ della cassa, che applica su<br />

<strong>st</strong>rumenti di diverse tipologie.


<strong>st</strong><br />

AGM Sarzana 2011<br />

Finalmente anche Taylor approda all’AGM, con<br />

tutte le novità 2011. Interessantissima la nuova<br />

baritona, sia nella tradizionale versione a 6 corde,<br />

ancora di più l’innovativa 8 corde con le due centrali<br />

raddoppiate.<br />

Non di sola chitarra vive l’uomo... e l’Ukulele<br />

Village, anno dopo anno, richiama<br />

sempre più folla. Coloratissimo, simpatico e<br />

irriverente, con la ‘scusa’ di coinvolgere i più<br />

piccini non manca di fare ‘vittime’ anche tra<br />

genitori chitarri<strong>st</strong>i.<br />

Matteo e Daniele della Frenexport<br />

hanno presentato diverse novità per il<br />

mercato italiano: Bedel Guitars e Great<br />

Davide, ma soprattutto Gary Leavinson,<br />

<strong>st</strong>orico fondatore della Blade negli<br />

anni ‘80, che si lancia nel settore delle<br />

acu<strong>st</strong>iche una serie di prodotti molto interessanti.<br />

40<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Altra presenza co<strong>st</strong>ante del Fe<strong>st</strong>ival l’importatore<br />

francese di Yairi, con un incontenibile<br />

Giorgio Mazzone nella ve<strong>st</strong>e di dimo<strong>st</strong>ratore<br />

delle eccellenti chitarre giapponesi.<br />

Non di sola chitarra vive l’uomo (2)... impressionante<br />

l’assortimento di <strong>st</strong>rumenti a corda propo<strong>st</strong>o<br />

da Musikalia. Realizzati in Italia ma progettati per<br />

rirpodurre sonorità di ogni angolo del globo.


Ne abbiamo già parlato, ma merita sottolienarlo<br />

di nuovo: Walden co<strong>st</strong>ruisce ottimi<br />

<strong>st</strong>rumenti a un prezzo assoluatemente interessante.<br />

E’ di<strong>st</strong>ribuita in Italia da Casale<br />

Bauer.<br />

A fianco delle novità già annunciate negli<br />

scorsi mesi - la serie P, le nuove Performa,<br />

le corde SP - allo <strong>st</strong>and Martin era possibile<br />

ammirare la nuova Pete Seeger Signature,<br />

una 12 corde long neck molto particolare. A<br />

breve approfondiremo il discorso.<br />

41<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

AGM Sarzana 2011<br />

<strong>st</strong><br />

Aramini affianca a Lakewood, suo cavallo<br />

di battaglia ormai da diversi anni, la<br />

di<strong>st</strong>ribuzione delle chitarre Larrivée, con<br />

tanto di benedizione impartita da Jean in<br />

persona, in visita al Fe<strong>st</strong>ival.<br />

Anche della EKO Mia Varini abbiamo già parlato<br />

diffusamente, ma vederle tutte assieme in esposizione<br />

è un gran bel colpo d’occhio.<br />

Allo <strong>st</strong>and Carisch, oltre al susseguirsi<br />

frenetico delle presentazioni delle novità<br />

editoriali, non passavano inosservate le<br />

nuove Godin 5th Avenue, semiacu<strong>st</strong>iche<br />

caratterizzate da un eccellente rapporto<br />

qualità prezzo.<br />

Anche in que<strong>st</strong>o caso è in progetto una<br />

prova approfondita.


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Chitarra classica<br />

SCHERTLER CLASSIC CP<br />

Parafrasando la <strong>st</strong>orica rubrica di una nota rivi<strong>st</strong>a<br />

di enigmi<strong>st</strong>ica, ‘forse non tutti sanno che’ Schertler,<br />

il marchio elvetico che è sinonimo di rilevatori di<br />

alta qualità per <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici, da alcuni anni<br />

ha messo in commercio una linea di chitarre a suo<br />

nome. Si tratta di chitarre particolari, realizzate con<br />

grande attenzione al design, alla qualità dei materiali<br />

e, naturalmente, all’amplificazione on board. La<br />

progettazione è <strong>st</strong>ata affidata a Claudio Pagelli. Potrebbe<br />

già essere sufficiente a chiudere l’articolo,<br />

ma andiamo avanti. La realizzazione viene eseguita<br />

in fabbriche selezionate in Corea, per le <strong>st</strong>eel<br />

<strong>st</strong>rings, e in Bulgaria, per la classiche. I materiali<br />

vengono scelti direttamente in Svizzera e gli <strong>st</strong>rumenti<br />

passano alla casa madre per controllo qualità<br />

e set up finale prima di essere messe in commercio.<br />

In sede è presente un liutaio che si occupa espressamente<br />

di que<strong>st</strong>o.<br />

Il modello che fa bella mo<strong>st</strong>ra di sé dalla copertina<br />

di que<strong>st</strong>o mese è la Classic CP. Il disegno di que<strong>st</strong>i<br />

<strong>st</strong>rumenti è molto accattivante e originale. Tra l’altro<br />

lo shape del corpo, ridotto ed ergonomico, è praticamente<br />

identico per le acu<strong>st</strong>iche quanto per quelle<br />

con corde in nylon. È un si<strong>st</strong>ema semplice e immediato<br />

per creare una cifra <strong>st</strong>ili<strong>st</strong>ica legata al marchio<br />

e, allo <strong>st</strong>esso tempo, agevolarne la produzione.<br />

La tavola è in abete svizzero, di ottima qualità.<br />

Chiarissimo, con venature molto compatte, spesso<br />

non esente (ma non è il caso dell’esemplare ricevuto<br />

in prova) da ‘graffi d’orso’. Fasce e fondo sono<br />

in palissandro, scuro e con belle marezzature. Tutto<br />

massello, naturalmente. La giunzione tra piano<br />

armonico e fasce è ornata da un triplo filetto nero<br />

e bianco, mentre la rosetta è a sbalzo, in rilievo,<br />

in ebano. Stesso materiale per la ta<strong>st</strong>iera, priva di<br />

pallini o altri ornamenti, e per il ponte dal design<br />

originalissimo che si armonizza in maniera elegante<br />

con la buca, piccola e leggermente ovalizzata.<br />

Il gioco di curve e di rimandi tra que<strong>st</strong>i elementi si<br />

sposa alla perfezione con spalla mancante e dorso<br />

della cassa leggermente asimmetrico. Davvero bella.<br />

La paletta (che è uguale anche per le acu<strong>st</strong>iche,<br />

già accennato) è ‘importante’ e monta sei meccaniche,<br />

con palettina in ebano, di progettazione originale<br />

della casa svizzera. Hanno una ratio superiore<br />

alla media – 1:18 – e sono precise e molto graduali.<br />

Sull’impiallicciatura in palissandro occhieggia il logo<br />

Schertler intarsiato in perloid. L’amplificazione montata<br />

di serie è, ovviamente, il LYDiA Dual on board,<br />

che è un po’ il cavallo di battaglia della casa svizzera.<br />

Pur non amando particolarmente i controlli sulla<br />

fascia superiore della chitarra, in que<strong>st</strong>o caso bisogna<br />

ammettere che si tratta di un peccato veniale,<br />

42<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

vi<strong>st</strong>e le dimensioni, effettivamente molto contenute,<br />

della placca. La realizzazione dello <strong>st</strong>rumento è impeccabile,<br />

senza sbavature o imprecisioni di sorta.<br />

La chitarra è comoda e si imbraccia con piacere.<br />

L’inne<strong>st</strong>o del manico al XIII ta<strong>st</strong>o e le dimensioni<br />

contenute del corpo danno quasi ‘l’illusione’ di avere<br />

per le mani uno <strong>st</strong>rumento a scala corta. Ma su<br />

una chitarra con le corde in nylon… Molto leggera<br />

e bilanciata, pur con un leggero scompenso verso<br />

la paletta, inevitabile vi<strong>st</strong>e le dimensioni, è uno di<br />

quegli <strong>st</strong>rumenti che ti senti subito bene addosso<br />

e con cui è facile fare amicizia. Sia per la forma del<br />

corpo che per il set up – decisamente ‘da corsa’ –<br />

con cui è arrivata, non si può esattamente parlare<br />

di chitarra classica. Diciamo che si colloca con au-


torevolezza nel segmento crossover, a<br />

cavallo tra acu<strong>st</strong>ica e classica, ideale<br />

per diversi generi musicali. Abbiamo<br />

parlato di autorevolezza non a caso,<br />

vi<strong>st</strong>e le qualità di que<strong>st</strong>a CP: la definizione<br />

su tutta la gamma è notevole,<br />

ricca di corpo e di <strong>st</strong>ruttura. Il su<strong>st</strong>ain<br />

– e qui tornano in gioco le dimensioni<br />

della paletta – è lungo, definito e arricchito<br />

da una punta di riverbero naturale.<br />

Anche salendo sui regi<strong>st</strong>ri più alti,<br />

que<strong>st</strong>e caratteri<strong>st</strong>iche vengono mantenute,<br />

assieme alla perfetta intonazione<br />

della ta<strong>st</strong>iera. Per una volta la spalla<br />

mancante non è solo un elemento<br />

ornamentale. Decisamente votata al<br />

finger<strong>st</strong>yle jazz, alla bossa e a tutto<br />

quello che proviene dal Sud America in<br />

generale, è anche lo <strong>st</strong>rumento ideale per chi ama<br />

Chet Atkins, Jerry Reed e dintorni che, non a caso,<br />

suonavano su chitarre di que<strong>st</strong>o tipo.<br />

Il LYDiA on board merita poi un piccolo approfondimento.<br />

È un si<strong>st</strong>ema di rilevamento, come tutti<br />

quelli realizzati da Schertler, di ottima qualità, basato<br />

su un microfono a condensatore ultralineare con<br />

diaframma solido. La tecnologia proprietaria a ‘camera<br />

d’aria’ garantisce una resa molto naturale ed<br />

e<strong>st</strong>remamente dinamica. In que<strong>st</strong>a versione viene<br />

commercializzato al pubblico attorno ai 500 Euro,<br />

che equivale quasi a metà del co<strong>st</strong>o della chitarra,<br />

Chitarra classica<br />

SCHERTLER CLASSIC CP<br />

43<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong><br />

tanto per fare le dovute proporzioni. Il segmento di<br />

mercato in cui si colloca la CP è parecchio agguerrito,<br />

ma la ‘ragazza’ ha le carte in regola per farsi<br />

notare.<br />

Schertler di<strong>st</strong>ribuisce direttamente sul territorio<br />

italiano, attraverso centri speciali selezionati. L’elenco<br />

è in continuo aggiornamento.<br />

Mario Giovannini<br />

Scheda tecnica<br />

Tipo: chitarra classica<br />

Co<strong>st</strong>ruzione: Bulgaria<br />

Di<strong>st</strong>ributore: Schertler<br />

www.schertler.com<br />

Prezzo: € 1.308 + IVA<br />

Top e catene: Abete svizzero<br />

Fasce e fondo: Palissandro<br />

Manico: Mogano<br />

Ta<strong>st</strong>iera: Ebano<br />

Ponte: Ebano<br />

Rosetta: Ebano<br />

Battipenna: no<br />

Binding: B/W/B<br />

Meccaniche: Schertler<br />

Amplificazione: LYDiA Dual on Borard<br />

(con Resocoil)<br />

Scala: 650 mm<br />

Ta<strong>st</strong>i: 18


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Amplificatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

SCHERTLER DAVID DELUXE<br />

L’attesa per l’uscita della serie Deluxe degli amplificatori<br />

Schertler, tra gli appassionati, era alta.<br />

Annunciata, poi rimandata, alla fine concretizzata<br />

solo in occasione della fiera di Francoforte. Non a<br />

caso, vi<strong>st</strong>o che la ditta svizzera è, di fatto, un riferimento<br />

nel settore dell’amplificazione degli <strong>st</strong>rumenti<br />

acu<strong>st</strong>ici e i suoi prodotti rappresentano da diversi<br />

anni un termine di paragone per il mercato. Difficile<br />

immaginare che si potesse migliorare quello che già<br />

era ottimo… ma ci sono riusciti.<br />

L’esemplare arrivato per la prova è uno dei primissimi<br />

giunti in Italia ma, al momento di andare ‘in<br />

<strong>st</strong>ampa’, nei vari centri specializzati affiliati Schertler<br />

non dovrebbe essere difficile trovarne disponibili. Al<br />

solito, ci siamo ‘sacrificati’ per te<strong>st</strong>are il nuovo David<br />

Deluxe, senza perderci in un inutile confronto con il<br />

suo predecessore, che rimane comunque e sempre<br />

un ottimo prodotto.<br />

Il nuovo David ha 150 Watt di potenza su due canali<br />

indipendenti, con preamplificatori in classe A. Il<br />

tutto è contenuto in un box di legno multi<strong>st</strong>rato, di<br />

dimensioni piutto<strong>st</strong>o mode<strong>st</strong>e (31 x 37 x 27 cm) ma<br />

dal peso non indifferente di 12 Kg. I controlli sono<br />

posizionati sul pannello superiore, in tre file di<strong>st</strong>inte<br />

e ordinate. Partendo dall’alto troviamo controlli<br />

di Ma<strong>st</strong>er Volume, Ma<strong>st</strong>er Riverbero, Volume per<br />

l’uscita in cuffia e Volume Aux, oltre alle prese per<br />

Line Out, Aux Out, Insert, e DI Out. Sempre sul Ma-<br />

44<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong>er è presente uno switch per il taglio delle basse.<br />

I due canali, uno per lo <strong>st</strong>rumento e uno per il microfono,<br />

hanno entrambi controllo di Gain, Volume,<br />

Riverbero, Bassi, Medio/Bassi, Medio/Acuti, Acuti.<br />

Sul primo è possibile attivare un’alimentazione<br />

phantom di 10 V, ideale per tutti i si<strong>st</strong>emi prodotti<br />

dalla casa. Sul secondo è presente la classica 48V<br />

necessaria per microfoni di vario genere. Inoltre, sul<br />

canale <strong>st</strong>rumento è presente il famigerato ta<strong>st</strong>ino<br />

Warm per l’enfatizzazione delle medie. Si tratta di<br />

un accessorio che da sempre fa discutere gli appassionati<br />

di que<strong>st</strong>i prodotti. C’è chi lo ama e chi<br />

lo dete<strong>st</strong>a, difficile trovare mezze misure. Abbiamo<br />

parlato del canale ‘<strong>st</strong>rumento’ non a caso: gli amplificatori<br />

Schertler sono ottimi per la chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

ma vengono progettati per un utilizzo più ampio<br />

e slegato dal conte<strong>st</strong>o. Non a caso sono si<strong>st</strong>emi<br />

molto amati anche dai contrabbassi<strong>st</strong>i – Stephan<br />

Schertler suona il contrabbasso – e l’escursione dei<br />

controlli ha un range molto (ma molto) più ampio<br />

dello spettro normalmente coperto dalla sei corde.<br />

La peculiarità principale del Deluxe è la progettazione<br />

ex novo che è <strong>st</strong>ata fatta dalla casa svizzera.<br />

Tutta la circuitazione interna è frutto di anni di <strong>st</strong>udi<br />

e sperimentazioni, interamente realizzata senza l’uso<br />

di integrati. Persino il preamplificatore della presa<br />

per le cuffie è <strong>st</strong>ato realizzato su misura. Il logo<br />

che si illumina sul frontale, al momento dell’accen-


sione, è davvero un tocco di classe.<br />

Una volta collegata la chitarra… inutile negarlo,<br />

la resa è entusiasmante: il suono ha una profondità<br />

incredibile, quasi tridimensionale. Le caratteri<strong>st</strong>iche<br />

dello <strong>st</strong>rumento vengono rese in maniera trasparente<br />

ed efficace. I controlli, come accennato prima,<br />

hanno un’escursione che va ben oltre la gamma<br />

di proiezione della chitarra e permettono <strong>st</strong>ravolgimenti<br />

significativi del segnale in ingresso, in caso di<br />

necessità. Con i si<strong>st</strong>emi di amplificazione della casa<br />

la resa è ottimale, naturalmente. Avendo a disposizione<br />

la Schertler CP con LYDiA on board (oggetto<br />

di un’altra prova) si apprezza la linearità con cui<br />

que<strong>st</strong>i si<strong>st</strong>emi si integrano. Ma anche con prodotti<br />

di altre case non si fa fatica a trovare, senza grosso<br />

impegno, il settaggio ottimale. Neanche l’utilizzo di<br />

una chitarra baritona ha creato problemi al David<br />

che, anzi, sembra avere un’ottima predisposizione<br />

per le ‘basse’. Da segnalare solo il non perfetto<br />

silenziamento di entrambi i canali con il volume<br />

a zero: si avverte un leggero bump all’inserimento<br />

del jack nello <strong>st</strong>rumento. Ma potrebbe anche essere<br />

solo un difetto dell’esemplare in no<strong>st</strong>ro possesso.<br />

La qualità si paga, il prezzo del David Deluxe non<br />

è esattamente ‘popolare’, ma assolutamente adeguato<br />

al livello del prodotto di assoluto valore professionale.<br />

Schertler di<strong>st</strong>ribuisce direttamente sul territorio<br />

italiano, attraverso centri speciali selezionati. L’elenco<br />

è in continuo aggiornamento.<br />

Amplificatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

SCHERTLER DAVID DELUXE<br />

Mario Giovannini<br />

45<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong><br />

Scheda tecnica<br />

Tipo: amplificatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

Made in: Svizzera<br />

Di<strong>st</strong>ributore: Schertler<br />

www.schertler.com<br />

Prezzo: Euro 1.608 + IVA<br />

Alimentazione: 220 V commutabile<br />

Controlli: Ma<strong>st</strong>er Volume, Ma<strong>st</strong>er Riverbero<br />

Dotazione: Riverbero su entrambi i canali<br />

EQ: Gain, Volume, Riverbero, Bassi, Medio/Bassi,<br />

Medio/Acuti, Acuti<br />

In/Out: Line Out, Aux Out, Insert, e DI Out


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

FENDER CD 280 SCE NAT<br />

Al contrario del suo epigono Gibson, Fender non<br />

è mai riuscita a lasciare un segno nel mercato della<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica. Certo, i discendenti del buon Orville<br />

in que<strong>st</strong>o campo possono vantare un blasone<br />

inarrivabile e qualche lu<strong>st</strong>ro in più di esperienza. Ma<br />

la te<strong>st</strong>ardaggine e la co<strong>st</strong>anza non sono mai mancati<br />

agli ‘eredi’ di Leo, che in que<strong>st</strong>o senso è <strong>st</strong>ato<br />

sicuramente un’ispirazione. Allo <strong>st</strong>esso tempo, lo<br />

<strong>st</strong>andard delle produzioni orientali, quella cinese<br />

in particolare, si sono progressivamente alzati negli<br />

ultimi anni raggiungendo livelli degni nota. Non<br />

<strong>st</strong>upisce quindi che il catalogo delle acu<strong>st</strong>iche Fender<br />

abbia, attualmente, un’offerta molto ampia con<br />

prezzi decisamente abbordabili. Con alcuni esperimenti<br />

di design anche interesanti, come le serie<br />

Sonora o Dick Dale Malibù.<br />

Per toccare con mano il nuovo corso della casa<br />

di Corona, però, abbiamo preferito andare sul classico,<br />

che più classico non si può. La CD 280 è una<br />

dreadnough dal disegno tradizionale, a spalla mancante<br />

e con amplificazione Fishman di serie. Per la<br />

scelta dei legni siamo andati sul sicuro: abete massello<br />

per la tavola in due parti unite a libro, chiarissimo<br />

e molto compatto, con mogano – laminato<br />

– per fasce e fondo. Molto scuro e venato, gioca un<br />

bel contra<strong>st</strong>o con il piano, evidenziato da un triplo<br />

filetto B/W/B realizzato senza sbavature. Il ponte,<br />

dalla forma lineare, è in palissandro come la ta<strong>st</strong>iera,<br />

che monta 21 ta<strong>st</strong>i ben posati e rifiniti sul manico<br />

in mogano. I segnata<strong>st</strong>i sono i classici dot a pallino.<br />

E’ presente sulla fascia superiore il secondo pin per<br />

l’attacco della tracolla. Un problema in meno per chi<br />

deve suonare in piedi. La paletta, con la tradizionale<br />

sagoma della casa e l’immortale logo in abalone, è<br />

ricoperta in mogano. Le meccaniche, senza marchio,<br />

sono cromate e svolgono eregiamente il loro<br />

compito. All’interno della buca troviamo l’accesso al<br />

trussrod e un’assoluta pulizia. Le dotazioni di serie<br />

sono piutto<strong>st</strong>o spartane – niente cu<strong>st</strong>odia tanto per<br />

intenderci – ma comunque un po’ sopra la media:<br />

nella scatola ci sono un chiodino di riserva, una selletta<br />

supplementare e un cavo jack.<br />

Nel complesso la sensazione è molto rassicurante,<br />

si tratta uno <strong>st</strong>rumento realizzato secondo<br />

canoni molto tradizionali, co<strong>st</strong>ruito con cura e con<br />

materiali di buona qualità a un prezzo interessante.<br />

La chitarra è molto leggera e il bilanciamento dei<br />

pesi è ottimale. Si imbraccia bene, sia da seduti<br />

che in posizione eretta. Il manico ha una sezione a<br />

D corposa, ma non ingombrante. Riempie bene la<br />

mano senza creare problemi. L’intonazione è precisa<br />

e accurata lungo tutta la ta<strong>st</strong>iera. Il suono rispecchia<br />

fedelmente le basi del progetto: dread che<br />

46<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

più dread non si può. Medi in evidenza, bassi corposi<br />

e presenti, cantini un po’ indietro e non troppo<br />

squillanti. Molto sensibile alla dinamica della mano<br />

de<strong>st</strong>ra, è sicuramente una chitarra da plettro con<br />

una particolare predilezione per bluegrass e country.<br />

Senza essere ‘boomy’, ha un taglio di frequenze<br />

particolarmente adatto a bucare nel conte<strong>st</strong>o di una<br />

band. L’amplificazione di serie e la spalla mancante,<br />

del re<strong>st</strong>o, fanno proprio intendere una precisa vo-


cazione dello <strong>st</strong>rumento<br />

in que<strong>st</strong>o<br />

senso. Più che con<br />

le dita, la CD 280 si<br />

pre<strong>st</strong>a bene anche<br />

a essere suonata in<br />

tecnica mi<strong>st</strong>a, con<br />

una buona resa, soprattutto<br />

in accompagnamento<br />

alla<br />

voce.<br />

Il Presys, che ha<br />

so<strong>st</strong>ituito il glorioso<br />

Classic della Fishman,<br />

è un si<strong>st</strong>ema economico ma dà comunque<br />

delle garanzie. Versatile, efficace e con tanto di accordatore<br />

on board con mute della chitarra incorporato.<br />

La placca dei controlli è di dimensioni contenute,<br />

ma il display del tuner è ben visibile e facilmente<br />

utilizzabile. Una volta collegata all’amplificazione,<br />

le caratterische essenziali del suono vengono riprodotte<br />

in maniera fedele e rispettose della timbrica<br />

originale. Fasce e fondo in laminato e l’assenza di<br />

microfoni nel preamplificatore sono molto utili a ridurre<br />

il rischio di feedback che, per chi suona in un<br />

conte<strong>st</strong>o un po’ affollato, è sempre in agguato.<br />

Nel complesso di tratta di una chitarra e<strong>st</strong>remamente<br />

azzeccata, magari non proprio de<strong>st</strong>inata a<br />

entrare tra le icone del secolo, ma funzionale e con<br />

ottimo rapporto qualità prezzo. Con una precisa<br />

vocazione plug & play, soprattutto sul palco, senza<br />

farsi tanti problemi. Solo una decina di anni fa,<br />

avere <strong>st</strong>rumenti di que<strong>st</strong>o livello con un co<strong>st</strong>o così<br />

contenuto era semplicemente impensabile.<br />

Mario Giovannini<br />

Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

FENDER CD 280 SCE NAT<br />

47<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Tipo: chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

Co<strong>st</strong>ruzione: Cina<br />

Importatore: Casale Bauer,<br />

Via IV Novembre 6/8, Candriano,<br />

www.casalebauer.it<br />

Prezzo: € 415,50<br />

Top e catene: Abete<br />

Fasce e fondo: Mogano<br />

Manico: Mogano<br />

Ta<strong>st</strong>iera: Palissandro<br />

Ponte: Palissandro<br />

Battipenna: nero<br />

Binding: B/W/B<br />

Meccaniche: Fender<br />

Amplificazione: Fishman Presys<br />

Larghezza al capota<strong>st</strong>o: 44 mm<br />

Larghezza al ponte: 56 mm<br />

Scala: 650 mm<br />

Ta<strong>st</strong>i: 21<br />

<strong>st</strong>


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Achille De Lorenzi<br />

Diplomato alla Civica Scuola di Liuteria di Milano<br />

nel 2001, Achille De Lorenzi – dopo la quasi ‘doverosa’<br />

gavetta che si pratica in que<strong>st</strong>o settore –<br />

dal 2006 ha intrapreso la professione di liutaio. La<br />

sua produzione, incentrata sulle chitarre acu<strong>st</strong>iche,<br />

è varia e articolata. Pur ispirandosi alla produzione<br />

<strong>st</strong>orica del settore, ama sperimentare e provare<br />

nuove soluzioni. I suoi <strong>st</strong>rumenti si di<strong>st</strong>inguono per<br />

l’ottimo livello di realizzazione e prezzi concorrenziali.<br />

Quello che segue è il resoconto di un pomeriggio<br />

passato in compagnia di Achille nel suo laboratorio,<br />

a Bannia di Fiume Veneto in provincia di<br />

Pordenone.<br />

Achille, parlaci un po’ di te, della tua <strong>st</strong>oria:<br />

come hai iniziato, a chi ti ispiri?<br />

La mia formazione è avvenuta presso la Civica<br />

Scuola di liuteria di Milano, dove mi sono diplomato<br />

nel 2001. Ho condiviso esperienze con diversi liutai,<br />

come assi<strong>st</strong>ente e collaboratore in diversi settori:<br />

dalla co<strong>st</strong>ruzione della chitarra al re<strong>st</strong>auro e riproduzione<br />

di <strong>st</strong>rumenti antichi, fino alla co<strong>st</strong>ruzione di<br />

mandolini e rullanti per la batteria. Dal 2006 svolgo<br />

professionalmente il me<strong>st</strong>iere del liutaio. La musica<br />

è sempre <strong>st</strong>ata la mia passione. Da piccolo mi<br />

piaceva suonare il basso, poi però ho capito che<br />

quello che volevo veramente era co<strong>st</strong>ruire <strong>st</strong>rumenti<br />

musicali.<br />

Ho iniziato a co<strong>st</strong>ruire chitarre acu<strong>st</strong>iche, prendendo<br />

come modello di riferimento le prime triplo<br />

zero co<strong>st</strong>ruite da Martin e apportando delle mie modifiche<br />

personali per sperimentare nuove soluzioni.<br />

Che tipo di chitarre co<strong>st</strong>ruisci?<br />

Realizzo acu<strong>st</strong>iche su forma 000, OM e Medium<br />

Jumbo. Ora <strong>st</strong>o lavorando su una archtop semiacu<strong>st</strong>ica,<br />

ma ho co<strong>st</strong>ruito anche chitarre elettriche e<br />

48<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

bassi acu<strong>st</strong>ici in precedenza. Mi diverto a co<strong>st</strong>ruire<br />

diversi tipi di chitarre, credo sia la parte migliore del<br />

mio lavoro sperimentare su diverse forme. Penso<br />

che sia proprio l’esperienza nella co<strong>st</strong>ruzione diversificata<br />

ad arricchire il liutaio, e di conseguenza i<br />

suoi <strong>st</strong>rumenti.<br />

Che legni utilizzi per i tuoi <strong>st</strong>rumenti? Parlaci un<br />

po’ dei tuoi <strong>st</strong>rumenti a livello co<strong>st</strong>ruttivo…<br />

Di solito utilizzo le essenze più classiche: palissandro<br />

e mogano per il fondo e fasce, abete italiano<br />

per la tavola armonica, mogano per il manico. Per la<br />

ta<strong>st</strong>iera uso l’ebano. Sono molto aperto nel reperire<br />

e utilizzare le essenze più ricercate e sperimentare<br />

nuove accoppiate tra tavola e fasce e fondo.<br />

Riguardo alla catenatura, seguo lo <strong>st</strong>andard ‘a X’<br />

modificando alcune piccole cose che fanno la differenza<br />

su di una chitarra di liuteria, come l’apertura<br />

della ‘X’ o lo spessore delle catene. Il manico viene<br />

incollato dopo aver realizzato la cassa.<br />

Qual è il modello di chitarra che più ti piace?<br />

A mio parere, trovo che le chitarre triplo zero con<br />

attacco al XII ta<strong>st</strong>o e spalla mancante abbiano un<br />

ottimo suono, in termini di volume, profondità, bilanciamento<br />

tra alti e bassi e comodità nel suonare.<br />

Perché un chitarri<strong>st</strong>a dovrebbe comprare una<br />

chitarra di liuteria e non una chitarra delle marche<br />

più ambite? Che ne pensi della liuteria americana?<br />

Mah, alla fine sono gu<strong>st</strong>i. Secondo me un chitar-


i<strong>st</strong>a a cui interessa ricercare un suono personale e<br />

originale, che possa contraddi<strong>st</strong>inguerlo, dovrebbe<br />

considerare anche le chitarre di liuteria. Poi, se si<br />

vuole ‘la chitarra di una certa marca che ha fatto la<br />

<strong>st</strong>oria’ allora sono scelte ben diverse, che però condivido.<br />

Credo che in America ci sia molta più cultura<br />

sulla liuteria della chitarra acu<strong>st</strong>ica, rispetto all’Italia.<br />

L’origine di que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento è proprio americana,<br />

dunque i chitarri<strong>st</strong>i sono più ‘abituati’ alle chitarre di<br />

liuteria. Per que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>imo molto quei liutai che fanno<br />

delle chitarre <strong>st</strong>raordinarie.<br />

Cosa ne pensi della situazione della liuteria in<br />

Italia?<br />

È difficile fare il liutaio di professione. In Italia a<br />

mio parere ci sono dei bravi liutai che fanno bene il<br />

loro lavoro, ma purtroppo ce ne sono altrettanti improvvisati,<br />

che si ritengono tali solo per avere tirato<br />

un trussroad…<br />

Per que<strong>st</strong>o credo nel rapporto tra liutaio e musici<strong>st</strong>a<br />

alla base, oltre a un rapporto ‘professionale’<br />

deve esserci un’amicizia o perlomeno una condivisione<br />

di idee in comune!<br />

Hai qualche endorser? Cosa dicono i chitarri<strong>st</strong>i<br />

che hanno provato le tue chitarre?<br />

Al momento non ho endorser, come dicevo prima:<br />

se avessi un endorser mi piacerebbe che la cosa<br />

nascesse molto naturalmente, da uno scambio di<br />

opinioni tra co<strong>st</strong>ruttore e musici<strong>st</strong>a per trovare lo<br />

<strong>st</strong>rumento più adatto al gu<strong>st</strong>o di uno e alle capacità<br />

dell’altro. Ho imparato che il suono della chitarra<br />

cambia radicalmente a seconda di chi la suona.<br />

Quindi un chitarri<strong>st</strong>a può dirmi che una determinata<br />

chitarra suona bene in fingerpicking e un altro può<br />

dirmi che la <strong>st</strong>essa è perfetta per lo <strong>st</strong>rumming. Alcuni<br />

dei miei clienti dicono che i miei <strong>st</strong>rumenti hanno<br />

dei particolari sonori che le accomunano tra loro,<br />

ma le differenziano dalle altre!<br />

Dove possiamo provare le tue chitarre? A che<br />

49<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Achille De Lorenzi<br />

<strong>st</strong><br />

fascia di prezzo le vendi?<br />

Potete venire a trovarmi nel mio laboratorio a<br />

Bannia di Fiume Veneto, oppure potete provarle<br />

nei fe<strong>st</strong>ival di chitarra acu<strong>st</strong>ica più conosciuti. Potete<br />

trovare qualcosa anche in rete. Il prezzo a cui<br />

propongo mediamente una mia chitarra è attorno<br />

ai 2500 euro, con variazioni in base agli intarsi, ai<br />

legni e alle personalizzazioni.<br />

Alberto Ziliotto<br />

Potete contattare Achille al numero 3387007578<br />

o scrivere una mail a achillolo@libero.it; sarà pre<strong>st</strong>o<br />

disponibile anche un sito web!


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Microfono a condensatore<br />

DPA 4099 GTR<br />

La danese DPA produce microfoni<br />

di altissima qualità per<br />

diversi tipi di utilizzo, il piccolo<br />

DPA 4099GTR (480,00 euro<br />

IVA inclusa) è un microfono a<br />

condensatore supercardioide<br />

dedicato alla chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

al dobro e <strong>st</strong>rumenti simili, e<br />

non fa eccezione in quanto a<br />

pre<strong>st</strong>azioni. Di concezione moderna<br />

e co<strong>st</strong>ruito in maniera impeccabile,<br />

si presenta davvero<br />

ridotto in quanto a dimensioni,<br />

e completo in tutte le parti che<br />

lo compongono: il piccolissimo<br />

microfono è racchiuso da una<br />

gommapiuma protettiva che lo<br />

rende all’apparenza più grande<br />

di quanto in effetti non sia,<br />

la capsula misura mezzo centimetro<br />

ed è lunga 4,5 cm; è<br />

attaccato tramite una <strong>st</strong>ruttura<br />

in gomma nera ad un flessibile<br />

lungo 14 cm che ci permetterà<br />

il posizionamento di fronte allo<br />

<strong>st</strong>rumento, dal flessibile parte un cavo di 180 cm<br />

che termina con un minuscolo connettore, noi ci abbiamo<br />

già trovato connesso un adattatore XLR di<br />

quelli microfonici che abbiamo utilizzato per il te<strong>st</strong>.<br />

Il flessibile è a sua volta montabile su una <strong>st</strong>ruttura,<br />

sempre in gomma nera, che servirà a fissarlo al corpo<br />

della chitarra; que<strong>st</strong>a <strong>st</strong>ruttura è leggerissima e<br />

non intaccherà lo <strong>st</strong>rumento, dispone di un efficace<br />

si<strong>st</strong>ema di bloccaggio che si adatta allo <strong>st</strong>rumento<br />

del momento con misure che vanno da 3,5 cm a<br />

12,2 cm, comprendendo quindi un’ampia gamma di<br />

opzioni. È all’apparenza pensato per essere usato<br />

sul palco, le caratteri<strong>st</strong>iche di cui dispone lo rendono<br />

perfetto sia per essere montato su un singolo<br />

<strong>st</strong>rumento che per passarlo fra diverse chitarre se<br />

50<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

si avesse la necessità di farlo, il si<strong>st</strong>ema di bloccaggio<br />

è semplice e tutto si può fare in tempi rapidissimi.<br />

Non abbiamo avuto modo di te<strong>st</strong>arlo dal vivo,<br />

anche se lo abbiamo collegato ad un amplificatore<br />

dedicato alla chitarra acu<strong>st</strong>ica per verificarne la immediata<br />

rispo<strong>st</strong>a, ve ne renderemo conto a breve.<br />

Il te<strong>st</strong><br />

Quello che possiamo fare è innanzitutto sottoporvi<br />

delle regi<strong>st</strong>razioni di più <strong>st</strong>rumenti perché ascoltiate<br />

come si comporta ‘al chiuso’: le chitarre utilizzate le<br />

trovate in molti altri te<strong>st</strong> simili su que<strong>st</strong>o sito (potete<br />

quindi confrontare le caratteri<strong>st</strong>iche di microfoni<br />

molto diversi) e sono una Martin D28, una Larrivée<br />

OM-10 e una classica Bruno Tozzi del 1982. Tutto


egi<strong>st</strong>rato tramite una scheda<br />

audio Presonus Firebox su<br />

Pc dotato di Cubase SE, i file<br />

audio non sono <strong>st</strong>ati editati in<br />

alcun modo, non ci sono effetti<br />

né equalizzazione, tutto<br />

può quindi suonare meglio di<br />

così.<br />

I file audio<br />

Martin D-28<br />

Larrivée OM-10<br />

Tozzi nylon<br />

Il posizionamento consiglia-<br />

to dalla casa è davanti alla ta<strong>st</strong>iera,<br />

fra il XII ta<strong>st</strong>o e la buca<br />

della chitarra, ma c’è margine<br />

per sperimentare grazie al<br />

supporto che si può applicare<br />

lungo tutto il corpo, sia sulla<br />

fascia superiore che su quella inferiore. Noi troviamo<br />

le regi<strong>st</strong>razioni molto fedeli agli <strong>st</strong>rumenti per<br />

come li conosciamo, il DPA è piutto<strong>st</strong>o brillante ma<br />

rende bene le diverse sfumature, necessita di alimentazione<br />

phantom e se si dovesse acqui<strong>st</strong>arlo<br />

per utilizzarlo dal vivo si avrebbe comunque un ottimo<br />

microfono per regi<strong>st</strong>razioni casalinghe, quindi<br />

una sorta di ‘doppio acqui<strong>st</strong>o’. Come scritto poco<br />

sopra, abbiamo collegato il DPA a un amplificatore<br />

dedicato all’acu<strong>st</strong>ica e ne abbiamo te<strong>st</strong>ato il comportamento:<br />

come accade con tutti i microfoni dotati<br />

di grande sensibilità il volume è piutto<strong>st</strong>o ridotto<br />

se lo si paragona alla facilità di innesco, notiamo<br />

però una maggiore resi<strong>st</strong>enza al feedback rispetto<br />

ai microfoni da <strong>st</strong>udio. Il posizionamento è cruciale,<br />

muoverlo di qualche centimetro o avvicinarlo troppo<br />

alla buca della chitarra cambia radicalmente la<br />

rispo<strong>st</strong>a e il timbro complessivo, come sappiamo<br />

bene. Il risultato migliore lo abbiamo ottenuto allontanandolo<br />

dalla ta<strong>st</strong>iera, dandogli modo di catturare<br />

un po’ più di suono, acco<strong>st</strong>arlo molto alle corde non<br />

ci ha fornito grandi pre<strong>st</strong>azioni, ma provarle tutte è<br />

Microfono a condensatore<br />

DPA 4099 GTR<br />

51<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong><br />

d’obbligo, e cambiare <strong>st</strong>rumento ci farà modificare<br />

ancora la posizione. Si può addirittura provare<br />

qualche posizione ‘sperimentale’ come il fissaggio<br />

sulla fascia inferiore sulla parte larga puntandolo<br />

verso il ponte, il suono complessivo risulterà più<br />

medioso ma molto caldo, da provare.<br />

Conclusioni<br />

Un prodotto di alto livello, se avete intenzione di<br />

prenderlo vi consigliamo di provarlo bene, per quan-<br />

to suoni splendidamente que<strong>st</strong>o tipo di microfoni,<br />

sul palco, soprattutto se non si è da soli, rischia di<br />

essere più un problema che una soluzione, ci vorrà<br />

un impianto audio di alto livello e un fonico molto<br />

capace per risolvere eventuali problemi di innesco.<br />

Potremmo sperimentarne la resa abbinandolo anche<br />

a un tradizionale pickup da chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

come si fa con il microfono dentro la cassa, que<strong>st</strong>o<br />

offre pre<strong>st</strong>azioni decisamente superiori.<br />

Comunque, pollici alzati per il piccoletto.<br />

Daniele Bazzani<br />

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<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Samson Studio GT<br />

Monitor da <strong>st</strong>udio USB con scheda audio integrata<br />

Quando i piccoli sogni, per noi che fino ad oggi<br />

siamo <strong>st</strong>ati tagliati fuori dal giro ‘importante’, iniziano<br />

a realizzarsi.<br />

Addirittura? E cosa sarà mai successo per realizzare<br />

un sogno?<br />

Semplice, avere a disposizione un oggetto innovativo<br />

con caratteri<strong>st</strong>iche davvero interessanti, tutte<br />

utili per chi avesse la passione dell’home recording.<br />

I problemi di spazio che affliggono le no<strong>st</strong>re esi<strong>st</strong>enze<br />

sono ormai all’ordine del giorno: sulla no<strong>st</strong>ra<br />

scrivania (quella vera, non il desktop…) vorremmo<br />

di tutto e di più, dalle casse giu<strong>st</strong>e alla scheda audio<br />

– e tutto lo spazio per i collegamenti fra i vari dispositivi<br />

– ecco allora che alla Samson hanno pensato<br />

di ottimizzare il tutto inserendo, in un solo prodotto,<br />

anche gli altri.<br />

Le casse attive USB Samson Studio GT (275,50<br />

Euro) non sono solo una coppia di monitor attivi a<br />

due vie, hanno anche una scheda audio integrata in<br />

grado di alimentare anche due microfoni a fornendo<br />

l’alimentazione Phantom, dispongono di due uscite<br />

cuffia e possono ricevere anche un segnale audio<br />

e<strong>st</strong>erno (tipo lettore MP3, per capirci).<br />

Chiariamo subito un punto, non ci va di spacciare<br />

una cosa per un’altra e sappiamo che i produttori ci<br />

tengono che siamo one<strong>st</strong>i: a que<strong>st</strong>o prezzo dobbiamo<br />

valutare bene di cosa parliamo, una coppia di<br />

monitor da <strong>st</strong>udio può co<strong>st</strong>are molto di più, quindi<br />

attenzione perché quello che scriveremo non sarà<br />

solo legato al prodotto, ma alla fascia di mercato in<br />

cui si colloca. Que<strong>st</strong>o non vuol dire che non ci sia<br />

52<br />

qualità, anzi.<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Caratteri<strong>st</strong>iche<br />

Belle nella loro finitura nera e dotate di un woofer<br />

da 4” e di un tweeter da 1”, le Studio GT mo<strong>st</strong>rano<br />

una apparente robu<strong>st</strong>ezza conferita anche dal peso,<br />

la cassa attiva pesa infatti poco più di 4 chili, l’altra<br />

intorno ai 3. Non utilizzano i tradizionali ingressi audio,<br />

ma si connettono al computer via USB, e non<br />

appena connesse si configurano rendendo subito<br />

disponibile anche la scheda audio integrata, senza<br />

bisogno di particolari accorgimenti per l’in<strong>st</strong>allazione,<br />

ba<strong>st</strong>a selezionarle come dispositivo di ascolto<br />

e regi<strong>st</strong>razione dal pannello di controllo del PC, o<br />

dalle preferenze di si<strong>st</strong>ema per chi usasse un Mac.<br />

A quel punto siamo già pronti per lavorare.<br />

Riassumiamo i punti salienti<br />

La scheda audio ci permette di regi<strong>st</strong>rare e monitorare<br />

in tempo reale – senza latenza – anche due<br />

segnali allo <strong>st</strong>esso tempo, di ogni tipo, da quello<br />

di un microfono dinamico o a condensatore, a uno<br />

<strong>st</strong>rumento regi<strong>st</strong>rato in diretta, ta<strong>st</strong>iera, chitarra,<br />

quello che vogliamo. I due ingressi sono di quelli<br />

multi-funzione, possiamo collegarci un normale jack<br />

da <strong>st</strong>rumento o uno microfonico.<br />

L’alimentazione Phantom si attiva automaticamente<br />

al momento della connessione di un microfono<br />

a condensatore, i volumi sul pannello frontale<br />

della cassa attiva – tutti i controlli sono su que<strong>st</strong>a<br />

– ci permettono di regolare il livello in un attimo, ne


Samson Studio GT<br />

Monitor da <strong>st</strong>udio USB con scheda audio integrata<br />

abbiamo diversi: ogni canale ha il proprio con relativo<br />

Led che si accende in caso di segnale eccessivo<br />

in entrata, ogni cuffia anche (possiamo ascoltare in<br />

Mono o Stereo), un utile controllo di Mix ci permette<br />

di miscelare la quantità di Input e Output. I monitor<br />

si disattivano se colleghiamo una cuffia.<br />

Sul retro abbiamo la connessione USB, i connettori<br />

per attivare la seconda cassa che è passiva, la<br />

presa di alimentazione sul primo monitor e un ingresso<br />

supplementare tramite connettori Rca.<br />

Il te<strong>st</strong><br />

Appena connesse al PC, le Samson mo<strong>st</strong>rano<br />

una bella voce, piena di sfumature per un prodotto<br />

di que<strong>st</strong>a fascia, a volte si spendono quantità di soldi<br />

esagerate per monitor che non suonano poi così<br />

bene (e que<strong>st</strong>e sono molto più di semplici casse),<br />

non baseremo certo il no<strong>st</strong>ro <strong>st</strong>udio professionale<br />

su que<strong>st</strong>e ma sono un gran bel punto di partenza<br />

per far capire a chi si avvicina a piccoli passi al mondo<br />

della regi<strong>st</strong>razione che anche solo per sentire<br />

musica sul PC di casa si può fare molto, molto di<br />

più.<br />

Non abbiamo ovviamente modo di farvele sentire,<br />

dovrete quindi cercarle e magari chiedere di ascoltarle,<br />

o rischiare e acqui<strong>st</strong>arle a scatola chiusa; possiamo<br />

però farvi sentire il risultato di qualche te<strong>st</strong><br />

di regi<strong>st</strong>razione con due microfoni molto diversi fra<br />

loro, perché la qualità della scheda audio andava<br />

assolutamente provata e quindi condivisa con voi.<br />

La prova è particolare perché abbiamo ripreso<br />

diverse chitarre con due microfoni nello <strong>st</strong>esso momento,<br />

sfruttando i due canali a disposizione sulle<br />

Studio GT: davanti alla ta<strong>st</strong>iera abbiamo posizionato<br />

un AKG 414, mentre attaccato al corpo della<br />

chitarra tramite a<strong>st</strong>icella flessibile e si<strong>st</strong>emato in posizione<br />

simile abbiamo invece collegato un piccolo<br />

DPA 4099 GTR (che trovate o troverete a breve<br />

recensito su que<strong>st</strong>e pagine), quelle che ascoltate<br />

sono quindi esattamente le <strong>st</strong>esse note riprese da<br />

due fonti separate e passate per la scheda audio<br />

integrata delle Studio GT.<br />

Abbiamo utilizzato una Martin D-28, una Larrivée<br />

OM-10 e una classica Bruno Tozzi del 1982, le differenze<br />

sonore fra i due microfoni sono molto evidenti<br />

come nella realtà, segno che la scheda audio<br />

lavora bene e rende in maniera assai diversa i segnali<br />

in ingresso con le loro sfumature.<br />

Martin D-28 (AKG-414)<br />

Martin D-28 (DPA)<br />

Larrivée OM-10 (AKG-414)<br />

Larrivée OM-10 (DPA)<br />

Tozzi nylon (AKG-414)<br />

Tozzi nylon (DPA)<br />

53<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong><br />

Come al solito non abbiamo applicato alcun tipo<br />

di equalizzazione o effetti alle regi<strong>st</strong>razioni, per far<br />

risaltare il più possibile le reali differenze timbriche<br />

fra le chitarre e i microfoni, quindi tutti i suoni sono<br />

migliorabili in fase di editing.<br />

Conclusioni<br />

Se <strong>st</strong>ate pensando di comprare qualcosa di più di<br />

un semplice paio di casse da PC e se avete il problema<br />

della scheda audio e non sapete quale prendere,<br />

forse la soluzione è <strong>st</strong>ata appena descritta. A<br />

que<strong>st</strong>o prezzo, di solito, si trova uno o l’altro tipo di<br />

prodotto, e non siamo neanche in fascia alta, quindi<br />

vale davvero la pena di pensarci.<br />

Molti, troppi, ascoltano musica da casse così scadenti<br />

da non capire cosa significhi davvero ‘ascoltare’,<br />

e se i file sono degli MP3 il problema è ancora<br />

più grave. È come guardare un bel film dal buco di<br />

una serratura.<br />

Speriamo di aver fatto capire che ci troviamo di<br />

fronte a un articolo davvero interessante e innovativo,<br />

crediamo che molti produttori si muoveranno<br />

seguendo que<strong>st</strong>o esempio e proponendo la loro<br />

versione di tutto-in-uno, la tecnologia ormai permette<br />

cose fino a ieri impensabili, quindi prepariamoci<br />

perché ci sarà da divertirsi.<br />

Daniele Bazzani


<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Software di Amp Modelling<br />

IK Multimedia AmpliTube 3.5 Gratis!<br />

IK Multimedia, a dispetto del marchio e del sito<br />

completamente angolofoni, è una ditta italianissima<br />

con sede a Modena. Negli ultimi anni si è ritagliata<br />

un po<strong>st</strong>o di primo piano, in tutto il mondo, con i suoi<br />

software di amp modelling per chitarra. Arrivando a<br />

contendere il primato sul mercato con lo <strong>st</strong>andard di<br />

riferimento in que<strong>st</strong>o settore: Guitar Rig.<br />

Con il boom di iPhone e delle sue varie declinazioni,<br />

IK ha puntato molto sullo sviluppo delle App e<br />

la portabilità delle sue applicazioni su supporto mobile.<br />

Probabilmente incoraggiata dal riscontro ottenuto,<br />

ora ha lanciato una campagna promozionale<br />

per AmpliTube su PC (o Mac a seconda delle preferenze)<br />

molto interessante. Viene messa a disposizione,<br />

gratuitamente, la versione 3.5 del software,<br />

con una dotazione di base limitata di ampli, <strong>st</strong>omp e<br />

rack, e la possibilità di acqui<strong>st</strong>are ‘parti’ aggiuntive<br />

singolarmente, con prezzi e modalità molto simili a<br />

quelli delle App su iTunes. Quindi con la possibilità<br />

di espandere il pacchetto di partenza con una<br />

spesa molto contenuta e in maniera assolutamente<br />

mirata. Il programma funziona sia <strong>st</strong>and alone che<br />

come plug-in VST. Ba<strong>st</strong>a andare sul sito, regi<strong>st</strong>rarsi,<br />

accedere all’area riservata e avviare il download.<br />

Sì, ma a noi che suoniamo l’acu<strong>st</strong>ica cosa ce<br />

ne… Di solito, se andiamo in diretta sull’impianto,<br />

ba<strong>st</strong>a un riverbero. Al massimo, a esagerare, un<br />

preamplificatore, un equalizzatore e un compressore.<br />

Per il più coraggiosi vogliamo aggiungere anche<br />

un chorus e un delay? Tutto que<strong>st</strong>o, nella versione<br />

free del programma c’è! Anche altro, per la verità:<br />

equalizzatore parametrico, noise gate, diversi am-<br />

54<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

plificatori e <strong>st</strong>adi di preamplificazione, accordatore<br />

con pitch regolabile e la possibilità di una configurazione<br />

molto dettagliata del routing. Gratis. Quindi,<br />

anche se non si tratta di un programma ‘tagliato’<br />

su misura per l’acu<strong>st</strong>ica (chissà se mai qualcuno ci<br />

penserà) un’occhiata merita dargliela. Ovviamente<br />

in maniera mirata a quello che serve a noi.<br />

Una volta compiuto il rituale dell’iscrizione e dello<br />

scaricamento dell’in<strong>st</strong>aller, in pochi click il programma<br />

è pronto a funzionare. Via mail viene inviato il<br />

codice di attivazione con regolare licenza. Partendo<br />

dal presuppo<strong>st</strong>o che chi possiede una scheda audio<br />

‘evoluta’ sia anche in grado di settarsela per funzionare<br />

al meglio, per gli utenti ‘base’ da hardware<br />

integrato il consiglio spassionato è quello di in<strong>st</strong>allare<br />

subito gli Asio4All regolando il buffer al massimo.<br />

Senza scendere nel dettaglio di cosa siano e<br />

come funzionano – sarebbe necessario un piccolo<br />

trattato – permetteranno di far funzionare al meglio<br />

AmpliTube (e tanti altri programmi musicali) senza<br />

impazzire in settaggi e smanettamenti vari. Sono<br />

facilissimi da reperire in rete con una semplice ricerca,<br />

con licenza freeware. Quindi la chitarra va<br />

collegata al PC all’ingresso Line In – se presente<br />

– oppure a quello del microfono avendo cura di regolare<br />

il guadagno di ingresso (pannello di controllo<br />

– audio – microfono). Tempo necessario, al massimo,<br />

mezz’ora in tutto.<br />

Senza scendere nel dettaglio delle notevoli potenzialità<br />

del programma, anche in versione base,<br />

i risultati migliori con l’acu<strong>st</strong>ica si ottengono con la<br />

SIM dell’ampli da basso. Gli altri sono un po’ troppo<br />

hi-gain per i no<strong>st</strong>ri legni. Una volta regolati guada-


gno di ingresso e di uscita, c’è un piccolo mondo di<br />

effetti da esplorare a piacimento, tra pedali e rack.<br />

Oltre alla possibilità di sperimentare due amplificatori<br />

e/o due catene di effetti in parallelo. Ovviamente<br />

c’è la possibilità di creare infiniti setup e richiamarli<br />

a piacimento.<br />

In generale la qualità dell’elaborazione del suono<br />

è buona, anche solo con la schedina integrata di un<br />

portatile non proprio di ultimissima generazione. Il<br />

problema della latenza, vi<strong>st</strong>e le richie<strong>st</strong>e piutto<strong>st</strong>o<br />

mode<strong>st</strong>e di risorse che que<strong>st</strong>o tipo di utilizzo impiega,<br />

è praticamente assente. AmpliTube può quindi<br />

diventare un utilissimo punto di partenza per sperimentazioni<br />

e giochini di vario tipo, che normalmente<br />

sarebbero scoraggiati dalla spesa necessaria per<br />

l’acqui<strong>st</strong>o degli effetti. Ci sono chitarri<strong>st</strong>i che con il<br />

ribattuto lungo di un delay ci possono passare giornate<br />

intere.<br />

È integrato anche un regi<strong>st</strong>ratore a 4 tracce, con<br />

la possibilità di importare brani dall’e<strong>st</strong>erno e rallentarli<br />

per lo <strong>st</strong>udio. Inoltre, una volta regi<strong>st</strong>rata una<br />

traccia, è possibile intervenire sulle regolazioni degli<br />

effetti finché non si è soddisfatti del risultato.<br />

In effetti, però, vi<strong>st</strong>o che la qualità della resa non<br />

è affatto male, assolutamente al livello di tanti pedali<br />

di fascia medio/bassa in commercio, potrebbe<br />

venire la voglia di portarselo appresso anche dal<br />

vivo. Magari su un netbook, di quelli piccolini con<br />

la batteria che dura una vita, in modo da non aver<br />

problemi di cavetteria varia.<br />

Vi<strong>st</strong>o che è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve<br />

pur farlo, abbiamo fatto qualche esperimento. Il programma<br />

gira egregiamente anche su macchine dalle<br />

caratteri<strong>st</strong>iche non eccelse, mantenendo co<strong>st</strong>ante<br />

la qualità della resa. Il risultato migliore si ottiene<br />

sdoppiando il segnale, magari con una DI a doppia<br />

uscita, e mandando sull’impianto sia il segnale<br />

dry della chitarra che quello effettato dal PC. Con<br />

qualche attenzione sui volumi, si ottengono buoni<br />

risultati.<br />

Il collegamento a un amplificatore, anche se per<br />

acu<strong>st</strong>ica, invece può creare qualche problema: bisogna<br />

avere l’accortezza di disinserire le simulazioni<br />

di cassa e microfonazione e ‘smanettare’ un po’<br />

per trovare la giu<strong>st</strong>a quadratura. L’unica cosa che<br />

può lasciare un po’ perplessi è il wah-wah da utilizzare<br />

con il mouse…<br />

Che è gratis l’abbiamo già detto?<br />

Info:http://www.amplitube.com<br />

Software di Amp Modelling<br />

IK Multimedia AmpliTube 3.5 Gratis!<br />

Mario Giovannini<br />

55<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

<strong>st</strong><br />

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<strong>st</strong> <strong>st</strong>rumenti<br />

Notizie di mercato<br />

dalle aziende<br />

Walden Paolo Gianolio Signature<br />

Le chitarre Walden hanno riscosso un ottimo riscontro<br />

di mercato grazie all’elevato rapporto qualità/prezzo. In<br />

collaborazione con l’importatore italiano, Casale Bauer,<br />

nasce ora la Paolo Gianolio Signature. Arti<strong>st</strong>a molto apprezzato,<br />

così descrive lo <strong>st</strong>rumento: «un buon carattere<br />

che va d’accordo con melodie e accordi. Una ricercata<br />

calibratura per un’ottima intonazione e maneggevolezza,<br />

oltre a un ottimo suono versatile che crea gu<strong>st</strong>o a chi<br />

suona e interesse a chi ascolta. La Walden Signature Paolo<br />

Gianolio è una chitarra acu<strong>st</strong>ica che proporrei a tutti i<br />

miei colleghi». Le caratteri<strong>st</strong>iche: formato Grand Auditorium<br />

con tavola in cedro rosso, fasce e fondo in mogano,<br />

tutti masselli, capo in osso, nut da 44,45 mm, scala di<br />

650 mm, trussrod a doppia azione, manico rinforzato in<br />

grafite.<br />

Al pubblico co<strong>st</strong>a 1095 euro (IVA inclusa) ed è di<strong>st</strong>ribuita<br />

da Casale Bauer.<br />

ESP AC-30E QM<br />

Fedele alla propria <strong>st</strong>oria, ESP anche nel campo delle chitarre<br />

acu<strong>st</strong>iche mette sul mercato <strong>st</strong>rumenti dal look molto forte, di<br />

sicuro impatto, e che abbiano una chiara vocazione alla vita sul<br />

palco. La nuova serie esce con il marchio LTD Xtone e presenta<br />

caratteri<strong>st</strong>iche assolutamente plug & play con un si<strong>st</strong>ema di<br />

amplificazione proprietario e tuner incorporato.<br />

Que<strong>st</strong>e le caratteri<strong>st</strong>iche della AC-30E QM: cutaway elettrificata;<br />

co<strong>st</strong>ruzione set-neck, scala 25.5”; fondo e fasce in acero<br />

quilted; top in acero quilted; manico in mogano; ta<strong>st</strong>iera in palissandro;<br />

capota<strong>st</strong>o: 42mm <strong>st</strong>andard nut; neckshape Thin U<br />

Neck Contour; 20 ta<strong>st</strong>i XJ; gold hardware; meccaniche ESP<br />

con palettine in amber pearl; ponte in palissandro; pickup B-<br />

Band Electret Film Transducer; elettronica B-Band T-55 4-Band<br />

Preamp con Tuner; colore HN, STR, DBSB.<br />

Le ESP sono di<strong>st</strong>ribuite da Backline.<br />

Greg Bennet 12 corde<br />

La D2 12CE Greg Bennet, chitarra acu<strong>st</strong>ica 12 corde a<br />

spalla mancante, è uno <strong>st</strong>rumento assolutamente ispirato<br />

alla grande tradizione della prima parte del XX secolo,<br />

con forme classiche e combinazione di legni di qualità.<br />

Tutta la serie REGENCYTM adottano il tradizionale X<br />

bracing delle catene e una buona qualità co<strong>st</strong>ruttiva, per<br />

<strong>st</strong>rumenti con un ottimo rapporto qualità/prezzo.<br />

Le caratteri<strong>st</strong>iche della D2 12CE sono: fasce e fondo<br />

in nato; top in abete selezionato; ta<strong>st</strong>iera in palissandro;<br />

binding crema singolo; meccaniche Grover; EQ attivo a<br />

due bande AT3000; colore natural.<br />

Greg Bennet è di<strong>st</strong>ribuita da Sisme.<br />

56<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici


Lascia un commento<br />

57<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Gas Addiction<br />

Peerless Acu<strong>st</strong>iche<br />

La casa coreana e<strong>st</strong>ende la sua produzione al segmento<br />

delle chitarre acu<strong>st</strong>iche, introducendo nel proprio catalogo<br />

tre dreadnought dalle forme classiche, disponibili anche a<br />

spalla mancate ed elettrificate. Vi<strong>st</strong>o il livello di qualità della<br />

realizzazione delle loro semi acu<strong>st</strong>iche, sia per materiale<br />

che per finiture, sono <strong>st</strong>rumenti da tenere d’occhio. Le caratteri<strong>st</strong>iche<br />

nel dettaglio:<br />

– PD 50E: dreadnought elettrificata; top inabete massello;<br />

fasce e fondo in mogano laminato; manico in mogano<br />

con ta<strong>st</strong>iera in palissandro; paletta “Lady Lips”; colore: natural<br />

lucido; preamplificatore Fishman Classic 4T; cu<strong>st</strong>odia<br />

in dotazione.<br />

– PD 55CE: dreadnought spalla mancante elettrificata; top in abete massello; fasce e fondo in palissandro<br />

laminato; manico in mogano con ta<strong>st</strong>iera in palissandro; paletta “Lady Lips”; colore natural lucido;<br />

preamplificatore Fishman Prefix Plus-T; cu<strong>st</strong>odia in dotazione.<br />

– PD75: dreadnought; top in abete massello; fasce e fondo in palissandro massello: manico in mogano<br />

con ta<strong>st</strong>iera in palissandro; paletta “Lady Lips”; colore: natural lucido; cu<strong>st</strong>odia in dotazione.<br />

Peerless, che que<strong>st</strong>’anno fe<strong>st</strong>eggia il quarantennale della fondazione, è di<strong>st</strong>ribuita da Sisme.<br />

Furch in Italia<br />

Le chitarre della Repubblica Ceca finalmente<br />

sbarcano nel no<strong>st</strong>ro paese. Ed era ora, perché<br />

si tratta di ottimi <strong>st</strong>rumenti, ben realizzati e con<br />

un ottimo rapporto qualità prezzo. Li di<strong>st</strong>ribuisce<br />

Charon Cu<strong>st</strong>om Guitar Gear - Di<strong>st</strong>ribuzione <strong>st</strong>rumenti<br />

musicali made in U.S.A<br />

http://www.charoncabs.com<br />

Cort rinnova<br />

Nuove colorazioni e nuovi modelli per le acu<strong>st</strong>iche Cort. Tutta la gamma amplia la tavolozza dei colori<br />

disponibili, introducendo inoltre due nuovi modelli. La SFX E ha top in abete massello, fasce e fondo in<br />

mogano, manico in mogano e ta<strong>st</strong>iera in palissandro, elettronica Cort CE304T, ed è disponibile nei colori<br />

natural, black e sunbur<strong>st</strong> 3 toni. La MR-E ha esattamente le <strong>st</strong>esse caratteri<strong>st</strong>iche e disponibilità di colorazione,<br />

ma con lo shape del corpo dread.<br />

Sono made in Cina e di<strong>st</strong>ribuite da Backline.<br />

<strong>st</strong>


tc tecnica<br />

Tracce di Spagna a New Orleans<br />

È interessante scoprire come<br />

l’impatto delle tradizioni diverse<br />

da quelle britanniche e africane<br />

fosse così marcato a New Orleans<br />

e in tutti gli Stati del Sud degli<br />

Stati Uniti. In Mr. Jelly Lord di Alan<br />

Lomax, Jelly Roll dice: «[…] tutti<br />

i miei parenti provenivano dalle<br />

co<strong>st</strong>e della Francia, cioè dall’altra<br />

parte del mondo, e arrivarono nel<br />

nuovo mondo anni fa».<br />

A New Orleans c’era infatti una<br />

competizione selvaggia tra la<br />

musica ‘più sofi<strong>st</strong>icata’ di radice<br />

franco/spagnola e quella di pura<br />

e<strong>st</strong>razione africana. Jelly Roll<br />

parlava spesso di alcune sue<br />

composizioni come se avessero<br />

delle «tracce spagnole», intendendo<br />

dire che i ritmi erano diversi,<br />

come nei ritmi di<br />

habanera che abbiamo già discusso<br />

in precedenza.<br />

Quindi, da dove provenivano gli<br />

ingredienti latini o spagnoli? Alla<br />

fine del secolo molta musica latino-cubana<br />

veniva suonata a New<br />

Orleans, per esempio il genere<br />

danza. Se comparate “Solace”<br />

di Joplin con “La Celosa” di Ignazio<br />

Cervantes, noterete che sono<br />

simili sul piano del ritmo e dello<br />

<strong>st</strong>ile. La contradanza “Ojos criollos”<br />

di Louis Moreau Gottschalk<br />

ha anch’essa le <strong>st</strong>esse essenziali<br />

figure ritmiche. Ignazio Cervantes<br />

era un noto compositore<br />

cubano scomparso nel 1905, e<br />

Gottschalk scrisse “Ojos Criollos”<br />

nel 1895 in Martinica.<br />

È molto probabile che Scott Joplin<br />

abbia ascoltato piani<strong>st</strong>i famosi<br />

come Gottschalk, piani<strong>st</strong>i che<br />

si esibivano a Cuba, nei Caraibi<br />

francesi, a New Orleans e in altre<br />

città americane. Bande militari<br />

messicane suonavano lungo<br />

la co<strong>st</strong>a del Mississippi intorno<br />

agli anni 1880, ed erano ben conosciute.<br />

Nel 1885 New Orleans<br />

fu sede della World Indu<strong>st</strong>rial and<br />

Cotton Centennial Exposition,<br />

dove gente proveniente da varie<br />

parti dell’America venne a contatto<br />

con realtà interculturali tra<br />

i padiglioni della fiera. La banda<br />

dell’VIII Reggimento della Cavalleria<br />

Messicana ebbe successo<br />

in quell’occasione.<br />

Molti musici<strong>st</strong>i delle prime jazz<br />

band provenivano dalle bande<br />

militari ed erano veterani della<br />

Guerra Ispano-Americana. Willie<br />

Cornish, trombone di Buddy<br />

Golden, fu uno di que<strong>st</strong>i, aveva<br />

trascorso molti mesi a Cuba;<br />

così come aveva fatto il ‘padre<br />

del blues’ W.C. Handy, che era<br />

<strong>st</strong>ato a Cuba nel 1910 con l’esercito<br />

USA. Nel famoso “St. Louis<br />

Blues” di Handy è inserita una<br />

sezione di habanera.<br />

La musica nata nel Nuovo Mondo<br />

è un complesso di musiche,<br />

non solo uno specifico gruppo<br />

di generi musicali nazionali. Può<br />

essere spiegato dalle comuni<br />

origini culturali delle popolazioni<br />

trasferite dall’Africa Occidentale,<br />

58<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

che hanno popolato l’intero bacino<br />

caraibico, una va<strong>st</strong>a regione<br />

compresa tra il Brasile e il Tennessee:<br />

«[…] è la <strong>st</strong>orica esperienza<br />

di conqui<strong>st</strong>a, schiavismo e<br />

repressione, e non solo il luogo di<br />

origine dell’Africa Occidentale, a<br />

rendere conto della coerenza dei<br />

modi espressivi neo-africani».*<br />

In que<strong>st</strong>o gumbo di influenze<br />

culturali dall’Africa e da diverse<br />

parti dell’Europa si sono sviluppati<br />

il jazz, il blues e il ragtime,<br />

di cui si possono ascoltare fino<br />

a oggi gli echi nelle musiche che<br />

chiamiamo moderne e attuale.<br />

Ho qui incluso le ultime sezioni<br />

di “Solace Solace (a Mexican<br />

Serenade)”, come esempio di un<br />

ritmo di habanera usato nelle linee<br />

di basso di un ragtime arrangiato<br />

per chitarra finger<strong>st</strong>yle.<br />

In bocca al lupo !<br />

Lasse Johansson<br />

* Timothy Brennan, Secular<br />

Devotion: Afro-latin Music and<br />

Imperial Jazz, 290 pp., Verso,<br />

2008


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Solace - a Mexican Serenade<br />

Scott Joplin (1909)<br />

Guitar arrangement Lasse Johansson<br />

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Solace - a Mexican Serenade - Scott Joplin (1909)<br />

Guitar arrangement Lasse Johansson<br />

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Solace - a Mexican Serenade - Scott Joplin (1909)<br />

Guitar arrangement Lasse Johansson<br />

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32<br />

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62<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

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Tradional<br />

Arranged by Eric Lugosch<br />

Page 1 / 3<br />

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St Thomas - Tradional<br />

Arranged by Eric Lugosch<br />

14<br />

17<br />

19<br />

21<br />

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Page 2 / 3<br />

63<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

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St Thomas - Tradional<br />

Arranged by Eric Lugosch<br />

24<br />

28<br />

31<br />

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Page 3 / 3<br />

64<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

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Ecco uno dei miei brani preferiti: il famoso<br />

pezzo suonato da Sonny Rollins<br />

e intitolato “St. Thomas”. Ho inserito<br />

tre variazioni, ciascuna suonata due<br />

volte prima di proseguire verso il finale.<br />

Prendetevi tutto il tempo necessario<br />

per impararlo: il brano si merita un po’<br />

di esercizio. Ricordatevi che la mano<br />

de<strong>st</strong>ra è altrettanto importante della sini<strong>st</strong>ra.<br />

Spero che vi piaccia, e se avete<br />

qualsiasi domanda sarà un piacere rispondervi.<br />

Ciao,<br />

2<br />

4<br />

Eric Lugosch


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www.fingerpicking.net/digital<br />

lezioni di:<br />

Beppe Gambetta<br />

Bruskers<br />

Daniele Bazzani<br />

Davide Ma<strong>st</strong>rangelo<br />

Eric Lugosh<br />

Fabiano Corso<br />

Franco Morone<br />

Giorgio Cordini<br />

Giovanni Palombo<br />

Giovanni Pelosi<br />

Luca Francioso<br />

Massimo Nardi<br />

Massimo Varini<br />

Muriel Anderson<br />

Paolo Bonfanti<br />

Paolo Capizzi<br />

Paolo Mari<br />

Paolo Sereno<br />

Peppino D’ago<strong>st</strong>ino<br />

Pietro Nobile<br />

Pino Russo<br />

Reno Brandoni<br />

Riccardo Zappa<br />

Stefan Grossman<br />

Stefano Barbati<br />

Stefano Mirandola<br />

Val Bonetti


tc tecnica<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

Negli ultimi anni la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

finger<strong>st</strong>yle è uscita dal suo<br />

ambito prettamente folk o folkblues<br />

e molti chitarri<strong>st</strong>i dediti a<br />

que<strong>st</strong>a tecnica hanno aggiunto<br />

nei loro repertori brani tratti da altri<br />

generi musicali come il jazz, il<br />

pop, il funk e il rock. È chiaro che<br />

la musica rock si basa essenzialmente<br />

su una sezione ritmica di<br />

batteria e basso e sui suoni aggressivi<br />

delle chitarre elettriche,<br />

è quindi importante individuare<br />

quelle caratteri<strong>st</strong>iche che, trasferite<br />

sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica,<br />

possano dare l’idea di ‘rock’, caratteri<strong>st</strong>iche<br />

a mio avviso riconducibili<br />

innanzitutto ad un giu<strong>st</strong>o<br />

approccio ritmico. Ba<strong>st</strong>i ascoltare<br />

alcuni ‘mae<strong>st</strong>ri’ acu<strong>st</strong>ici come<br />

Michael Hedges o Don Ross o<br />

anche Tommy Emmanuel o Tuck<br />

Andress per rendersi conto di<br />

quanto il groove sia importante<br />

nel loro playing.<br />

Approccio ritmico<br />

1. Backbeat. È la percussione<br />

più semplice e che suona da<br />

‘rullante’, posizionata cioè nel II e<br />

nel IV quarto della battuta. La più<br />

semplice è eseguita con il dorso<br />

delle unghie dalle dita della mano<br />

de<strong>st</strong>ra che percuotono le corde<br />

all’altezza della buca. Si può variare<br />

la tecnica percussiva della<br />

mano de<strong>st</strong>ra eseguendo la <strong>st</strong>essa<br />

percussione con il solo pollice<br />

all’altezza delle corde basse in<br />

maniera tale da far risuonare le<br />

corde alte (es. 1).<br />

2. Perc doppia. Un’interessante<br />

variante ritmica al monotono<br />

backbeat è quella di raddoppiare<br />

la seconda percussione della<br />

battuta (quella del IV quarto) aggiungendone<br />

un’altra sull’ottavo<br />

precedente eseguita con la mano<br />

sini<strong>st</strong>ra che sbatte sulle corde<br />

all’altezza del XII ta<strong>st</strong>o (es. 2).<br />

3. Perc melodica. Può capitare<br />

che la percussione debba essere<br />

suonata insieme ad una nota della<br />

melodia. In que<strong>st</strong>o caso la perc<br />

sarà suonata con il pollice all’altezza<br />

delle corde basse (come<br />

nell’es. 1) e la nota della melodia<br />

sarà suonata contemporaneamente<br />

con il dorso dell’unghia<br />

dell’indice e/o del medio (es. 3).<br />

Approccio armonico<br />

La musica rock prevede, nella<br />

maggior parte dei casi, armonie<br />

semplici e immediate, rese prevalentemente<br />

con i power chords.<br />

Accordatura e power chord<br />

Que<strong>st</strong>i accordi (formati dalla<br />

nota fondamentale, la sua quinta<br />

e la sua ottava) possono essere<br />

suonati sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica in<br />

maniera molto efficace sfruttando<br />

alcune accordature aperte (Dropped<br />

D o DADGAD e altre) facendo<br />

½ barré con la sola terza falange<br />

del dito indice o medio sulla<br />

IV, V e VI corda (es. 4). Que<strong>st</strong>o<br />

metodo di eseguire i power chord<br />

permette di lasciare libere le altre<br />

dita per eseguire altre note.<br />

Gli armonici<br />

Gli armonici, naturali, artificiali<br />

e ‘slapping’ possono essere utilizzati<br />

come arricchimento melodico/armonico<br />

ma anche ritmico<br />

del brano. In que<strong>st</strong>o esempio<br />

vediamo come possono essere<br />

inca<strong>st</strong>rati degli armonici naturali<br />

con un semplice giro di power<br />

chord (es. 5).<br />

Risulta assai efficace suonare<br />

gli armonici naturali e artificiali<br />

con la tecnica dello slapping,<br />

ovvero percuotendo in maniera<br />

molto decisa con l’indice della<br />

mano de<strong>st</strong>ra il XII ta<strong>st</strong>o rispetto al<br />

power chord che si <strong>st</strong>a suonando<br />

(es. 6).<br />

Approccio melodico<br />

A que<strong>st</strong>o punto è interessante<br />

unire alla rimica e all’armonia una<br />

semplice linea melodica che abbia<br />

caratteri<strong>st</strong>iche rock.<br />

Il riff<br />

Effettivamente ciò che inquadra<br />

in maniera esau<strong>st</strong>iva que<strong>st</strong>o<br />

aspetto sono i riff: il riff è una<br />

frase musicale (ossia una successione<br />

di note con una propria<br />

identità espressiva) che spesso<br />

66<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

si ripete frequentemente all’interno<br />

di una composizione e che<br />

viene utilizzato di solito come accompagnamento.<br />

Nella musica rock, il riff è importantissimo<br />

in quanto biglietto<br />

da visita del brano <strong>st</strong>esso (la rock<br />

song in genere ha successo e<br />

viene riconosciuta grazie all’efficacia<br />

del suo riff). Centinaia sono<br />

i riff che hanno fatto la <strong>st</strong>oria del<br />

rock ma, principalmente, quelli<br />

chitarri<strong>st</strong>ici sono per lo più compo<strong>st</strong>i<br />

e suonati da chitarre di<strong>st</strong>orte.<br />

Il no<strong>st</strong>ro obbiettivo è quello di<br />

riuscire a far avere al riff la <strong>st</strong>essa<br />

efficacia anche se suonato sulla<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica. Diversi sono gli<br />

accorgimenti che possono aiutarci<br />

in que<strong>st</strong>o scopo e molti di<br />

essi vanno oltre il pentagramma,<br />

perché riguardano la sfera delle<br />

dinamiche, del tocco, dell’intenzione.<br />

Possiamo riassumerli in<br />

que<strong>st</strong>i tre punti: 1) un attacco deciso<br />

sulle corde; 2) doppiare il riff<br />

con una corda a vuoto; 3)usare le<br />

ottave e lo slapping.<br />

1. “Purple Haze”. La trasposizione<br />

acu<strong>st</strong>ica di que<strong>st</strong>o famoso<br />

e importante riff hendrixiano<br />

prevede un accompagnamento<br />

o<strong>st</strong>inato di bassi in semiminime<br />

sul quale si inca<strong>st</strong>ra la melodia.<br />

È importante cercare di rendere<br />

quanto più aggressivo que<strong>st</strong>o riff<br />

cercando di suonarlo in maniera<br />

‘ruvida’ (es. 7).<br />

2. “Voodoo Chile”. Ancora<br />

Hendrix che ci dà lo spunto per<br />

que<strong>st</strong>o riff nel quale le prime note<br />

sono doppiate con la prima corda<br />

a vuoto (es. 8).<br />

3. “Smoke on the Water”. Il famoso<br />

riff dei Deep Purple (come<br />

altri in que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>ile) può essere<br />

aiutato dallo ‘slapping’ (es. 9).<br />

… Ancora percussioni<br />

Dopo aver preso una certa dime<strong>st</strong>ichezza<br />

con le percussioni<br />

sulle corde (ess. 1-2-3) possiamo<br />

avventurarci nel dare un senso<br />

musicale alle percussioni sui<br />

legni. È chiaro che non ci sono<br />

regole per que<strong>st</strong>o uso ‘inusuale ‘


della chitarra, ma in linea di massima<br />

ci sono delle zone del corpo<br />

della chitarra che suonano simili<br />

a un drum kit. Io ne ho individuate<br />

alcune:<br />

– percuotendo la tavola armonica<br />

sotto il ponte, con la zona<br />

della mano de<strong>st</strong>ra tra il polso e il<br />

palmo, otterremo un suono grave<br />

associabile ad una grancassa;<br />

– colpendo con le dita della<br />

mano de<strong>st</strong>ra la fascia inferiore,<br />

invece, avremo un suono più<br />

acuto che può avere funzione di<br />

rullante;<br />

– i tom li possiamo immaginare<br />

percuotendo con la mano de<strong>st</strong>ra<br />

prima la tavola all’altezza della<br />

spalla superiore e poi la fascia<br />

superiore;<br />

– infine anche la mano sini<strong>st</strong>ra<br />

potrebbe essere coinvolta nel lavoro<br />

percussivo sulla fascia della<br />

spalla inferiore o sulla tavola della<br />

spalla superiore.<br />

C’è da dire che tutto il si<strong>st</strong>ema<br />

percussivo non dovrebbe essere<br />

usato a sproposito (la chitarra<br />

non è un tamburo!), ma cercando<br />

di usare quegli elementi che potrebbero<br />

essere funzionali al brano<br />

che <strong>st</strong>iamo arrangiando (non<br />

è detto che debbano essere usati<br />

per forza).<br />

“Sunshine of Your Love”<br />

A que<strong>st</strong>o punto propongo un’analisi<br />

del mio arrangiamento del<br />

riff di “Sunshine of Your Love” dei<br />

Cream come sintesi di tutto il discorso.<br />

“Sunshine of Your Love” è uno<br />

dei brani più rappresentativi del<br />

rock-blues a cavallo tra gli anni<br />

’60 e gli anni ’70. Sembra che<br />

Jack Bruce abbia compo<strong>st</strong>o il<br />

famoso riff dopo aver assi<strong>st</strong>ito a<br />

un concerto di Jimi Hendrix nel<br />

1967. La canzone fu completata<br />

con il chorus compo<strong>st</strong>o da Eric<br />

Clapton e le liriche di Pete Brown.<br />

L’accordatura aperta DADGAD<br />

si pre<strong>st</strong>a all’arrangiamento perché,<br />

oltre a semplificare l’esecuzione<br />

dei power chord, permette<br />

di utilizzare molte corde a vuoto.<br />

Il riff principale è diviso in due<br />

grandi tronconi: il primo in D e il<br />

secondo in G (es. 10.1).<br />

Come prima operazione ho<br />

pensato di raddoppiare il riff<br />

all’ottava bassa, per assicurare<br />

un attacco più deciso e suonarlo<br />

senza utilizzare la mano de<strong>st</strong>ra,<br />

ma solo con la mano sini<strong>st</strong>ra<br />

sfruttando il più possibile hammer-on<br />

e pull-off (es. 10.2).<br />

La mano de<strong>st</strong>ra, quindi, può essere<br />

utilizzata per creare un efficace<br />

accompagnamento percussivo<br />

sui legni quasi ad emulare un<br />

rock groove. Proviamo a suonarli<br />

insieme. Per non complicare la<br />

notazione sul pentagramma con<br />

tab, ho pensato di aggiungere un<br />

pentagramma con la notazione tipica<br />

della batteria per trascrivere<br />

le percussioni della mano de<strong>st</strong>ra:<br />

la x sul fa (primo spazio) rappresenta<br />

la grancassa; la x sul do<br />

(terzo spazio) rappresenta il rullante<br />

(es. 10.3)<br />

Il passo successivo è quello di<br />

variare la tecnica esecutiva (anche<br />

se il riff funziona già bene)<br />

con dei piccoli accorgimenti che<br />

67<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

tc<br />

hanno il fine di spezzare la monotonia:<br />

innanzitutto spezzettiamo i<br />

due tronconi del riff in due parti;<br />

avremo così una prima e una seconda<br />

parte in D, idem in G.<br />

La prima parte in D verrà eseguita<br />

in tapping con la mano de<strong>st</strong>ra,<br />

mentre la sini<strong>st</strong>ra si occuperà<br />

della percussione sulla cassa;<br />

nella seconda parte entrano le<br />

percussioni con la de<strong>st</strong>ra, per<br />

concludere con degli slapping<br />

sulle ultime due note. In G invece<br />

la prima parte viene eseguita<br />

in <strong>st</strong>rumming e la seconda con le<br />

percussioni, per concludere con il<br />

tapping della mano de<strong>st</strong>ra.<br />

Quindi proviamo a suonare il<br />

riff completo (es. 10.4).<br />

È tutto, buon divertimento e…<br />

keep on (acou<strong>st</strong>ic) rockin’!<br />

Stefano Barbati


tc<br />

Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

Moderate h = 100<br />

perc<br />

: 4 k 1<br />

4 P<br />

l<br />

c<br />

B<br />

!<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

Moderate h = 100<br />

perc<br />

: 4 k 1<br />

4 P<br />

l<br />

k<br />

l<br />

c<br />

B<br />

!<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: 4 4<br />

c<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

P Q Q<br />

Q<br />

P<br />

Q<br />

Moderate h = 100<br />

B<br />

!<br />

!<br />

B<br />

$<br />

B<br />

L<br />

!<br />

B<br />

L<br />

!<br />

perc<br />

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B<br />

Q<br />

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B<br />

L<br />

!<br />

Q<br />

!<br />

B<br />

!<br />

B<br />

P<br />

B<br />

!<br />

perc*<br />

Q<br />

ESEMPIO 1<br />

Esempio 1<br />

percussione Percussione semplice semplice<br />

perc<br />

Q Q<br />

P<br />

perc<br />

Q Q<br />

P<br />

ES 0<br />

68<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

P<br />

B<br />

Esempio 2<br />

Percussione doppia<br />

Esempio 3<br />

percussione melodica<br />

Percussione melodica<br />

perc<br />

Q<br />

P<br />

!<br />

P<br />

B<br />

Esempio 3<br />

B H<br />

$<br />

$<br />

B<br />

B<br />

!<br />

!<br />

B<br />

!<br />

!<br />

perc<br />

P Q Q<br />

Q<br />

perc<br />

P<br />

Q<br />

�<br />

B<br />

perc<br />

Q<br />

(<br />

B<br />

L<br />

!<br />

B<br />

L<br />

!<br />

DB<br />

B<br />

L<br />

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B<br />

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Q<br />

B<br />

!<br />

F<br />

B<br />

B<br />

!<br />

!<br />

H<br />

perc*<br />

Q<br />

Q<br />

perc<br />

Q Q<br />

P<br />

perc<br />

Q Q<br />

P<br />

perc<br />

Q<br />

P<br />

B<br />

Page 1/1<br />

(<br />

H


Traccia 1<br />

k<br />

l<br />

Traccia 1<br />

T raccia 1<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

k<br />

l<br />

k<br />

l<br />

c<br />

Moderate h = 100<br />

perc<br />

B<br />

$<br />

$<br />

$<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

c<br />

Q<br />

Moderate h = 100<br />

B<br />

B<br />

!<br />

!<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

c<br />

B<br />

Moderate h = 100<br />

slap<br />

U<br />

T.H.<br />

!<br />

!<br />

!<br />

12<br />

&<br />

B<br />

B<br />

&<br />

&<br />

&<br />

perc<br />

Q<br />

B<br />

$<br />

$<br />

$<br />

L<br />

!<br />

!<br />

!<br />

B<br />

$<br />

$<br />

$<br />

H<br />

POWER CHORD<br />

H<br />

Esempio 4<br />

power chord più percussione<br />

perc*<br />

Q Q<br />

Q Q<br />

B<br />

$<br />

perc<br />

B<br />

$<br />

$<br />

$<br />

69<br />

perc<br />

Q<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

B B<br />

B B<br />

&<br />

&<br />

&<br />

Esempio 4<br />

Power chord e melodia<br />

power chord più melodia<br />

B<br />

!<br />

perc<br />

Q<br />

B<br />

B<br />

L<br />

)<br />

)<br />

)<br />

Esempio 5<br />

H<br />

B<br />

Esempio Slapping 6<br />

slapping<br />

Q<br />

Esempio 5<br />

slap<br />

U<br />

T.H.<br />

&<br />

&<br />

&<br />

17<br />

perc<br />

H Q H<br />

Q<br />

B<br />

L L<br />

$<br />

$<br />

$<br />

B<br />

"!<br />

perc<br />

Q<br />

!<br />

!<br />

!<br />

"!<br />

"!<br />

"!<br />

H Q H<br />

=<br />

B UU U<br />

A B<br />

L<br />

slap<br />

U<br />

T.H.<br />

!<br />

!<br />

!<br />

12<br />

Harm.<br />

"#<br />

"#<br />

"#<br />

tc<br />

Page 1/1


tc<br />

T raccia 1<br />

Traccia 1<br />

k<br />

l<br />

k<br />

l<br />

Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

4<br />

k<br />

l<br />

: 4 4<br />

c<br />

B<br />

B<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

$<br />

!<br />

: 4 4<br />

c<br />

Moderate h = 100<br />

B<br />

!<br />

B<br />

B<br />

(<br />

!<br />

Moderate h = 90<br />

BB<br />

!<br />

&<br />

B<br />

$<br />

!<br />

B<br />

&<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

B<br />

B<br />

)<br />

!<br />

BB<br />

!<br />

$<br />

B A<br />

B<br />

&<br />

B A<br />

B<br />

&<br />

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B<br />

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!<br />

!<br />

B<br />

!<br />

BB<br />

!<br />

$<br />

B<br />

!<br />

B<br />

$<br />

Purple Haze<br />

B<br />

B<br />

$<br />

!<br />

Voodoo Esempio Chile 8<br />

B<br />

$<br />

Esempio 7<br />

B<br />

B<br />

$<br />

!<br />

B<br />

&<br />

Purple riffHaze<br />

riff<br />

B<br />

&<br />

B<br />

B<br />

Voodoo riff Chile riff<br />

B<br />

&<br />

(<br />

!<br />

B<br />

$<br />

!<br />

B<br />

$<br />

70<br />

B A<br />

B<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

&<br />

B A<br />

B<br />

$<br />

B<br />

!<br />

!<br />

!<br />

B<br />

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B<br />

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B<br />

B<br />

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BB<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

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B A<br />

B<br />

$<br />

B A<br />

B<br />

!<br />

!<br />

!<br />

B<br />

!<br />

B<br />

Page 1/1


Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

Traccia 1<br />

k<br />

l<br />

k<br />

l<br />

k<br />

l<br />

Traccia 1<br />

Dropped D Tuning n = E o q = D<br />

= B p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: 4 4<br />

c<br />

Moderate h = 100<br />

U<br />

T.H.<br />

!<br />

!<br />

12<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

c<br />

U<br />

$<br />

$<br />

15<br />

Moderate h = 100<br />

B<br />

"#<br />

"#<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

c<br />

B<br />

B<br />

"!<br />

U Q<br />

U<br />

&<br />

&<br />

17<br />

B Q<br />

"#<br />

Moderate h = 100<br />

B B B<br />

B B B<br />

"#<br />

"#<br />

"#<br />

"#<br />

"!<br />

"!<br />

B Q<br />

B<br />

"#<br />

"#<br />

(<br />

!<br />

71<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

Smoke on the water<br />

U H<br />

U<br />

L<br />

T.H.<br />

!<br />

12<br />

H<br />

U<br />

L<br />

Smoke On<br />

riff<br />

The Water riff<br />

U<br />

$<br />

$<br />

15<br />

U<br />

D<br />

D<br />

L<br />

'<br />

'<br />

18<br />

H<br />

F<br />

F<br />

A<br />

&<br />

&<br />

U<br />

T.H.<br />

!<br />

!<br />

12<br />

U<br />

$<br />

$<br />

15<br />

U Q<br />

Q<br />

Sunshine of your love<br />

B Q<br />

H H<br />

EB<br />

'<br />

Q<br />

&<br />

Sunshine riff single of your notelove<br />

riff singole note<br />

B Q H H<br />

B<br />

!<br />

B<br />

$<br />

B<br />

!<br />

B<br />

&<br />

B<br />

&<br />

B<br />

$<br />

B Q<br />

&<br />

U<br />

&<br />

&<br />

17<br />

B Q EB<br />

L L<br />

Sunshine of your love<br />

B Q<br />

H H<br />

B<br />

(<br />

(<br />

E B E<br />

'<br />

'<br />

Q<br />

riff octave<br />

Sunshine of your love<br />

riff octave<br />

B Q H H<br />

B<br />

&<br />

&<br />

Esempio 9<br />

Esempio 10.1<br />

Esempio 10.2<br />

B<br />

!<br />

!<br />

B<br />

$<br />

$<br />

B<br />

!<br />

!<br />

B<br />

&<br />

&<br />

B<br />

&<br />

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B<br />

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$<br />

B Q<br />

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H H<br />

B Q<br />

B<br />

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"#<br />

E B E<br />

""<br />

""<br />

U H<br />

U<br />

L<br />

T.H.<br />

$<br />

$<br />

15<br />

Q<br />

Q<br />

"!<br />

U<br />

L<br />

H<br />

B Q<br />

L<br />

B<br />

"!<br />

"!<br />

U U<br />

U U<br />

!<br />

!<br />

12<br />

B<br />

&<br />

H<br />

H<br />

B Q H<br />

B<br />

&<br />

&<br />

)<br />

)<br />

B<br />

)<br />

B<br />

&<br />

&<br />

B<br />

&<br />

B<br />

tc<br />

Page 1/1


Vieni a visitare il no<strong>st</strong>ro sito<br />

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Traccia 1<br />

Percussi.<br />

Traccia 1<br />

Percussi.<br />

Traccia 1<br />

Percussi.<br />

k<br />

l<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

k<br />

l<br />

k<br />

l<br />

1<br />

1<br />

: E 4 4<br />

Traccia 1<br />

Open Dsus4 Tuning n = D o q = D<br />

= A p r = A<br />

= G s = D<br />

1<br />

: E 4 4<br />

c<br />

Moderate h = 100<br />

U<br />

S<br />

"#<br />

"#<br />

B<br />

/<br />

B<br />

T<br />

"!<br />

"!<br />

73<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

Finger<strong>st</strong>yle Rock<br />

SUNSHINE OF YOUR LOVE<br />

arr. Stefano Barbati<br />

B<br />

"#<br />

"#<br />

B<br />

!<br />

!<br />

/<br />

B Q<br />

] 4 1<br />

4<br />

Q ^ ^<br />

5<br />

c<br />

] 4 4<br />

B<br />

&<br />

&<br />

Moderate h = 100<br />

B<br />

&<br />

&<br />

B B B<br />

B B B B<br />

$<br />

$<br />

"#<br />

"#<br />

bd<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

L<br />

T<br />

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Q<br />

B<br />

T<br />

&<br />

&<br />

Cream Esempio 10.4<br />

/<br />

B Q<br />

B<br />

L L<br />

!<br />

!<br />

U<br />

S<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

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B<br />

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B Q<br />

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B Q<br />

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B Q E<br />

H H<br />

B<br />

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Esempio 10.3<br />

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riff + percussioni<br />

Sunshine of your love<br />

arrangiamento<br />

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Page 1/1


tc tecnica<br />

Esercizi per la mano de<strong>st</strong>ra<br />

Quando suoniamo, come quando<br />

parliamo, è fondamentale farsi<br />

capire. Il discorso musicale che<br />

abbiamo in mente a volte però<br />

può non essere percepito con<br />

la giu<strong>st</strong>a intensità. In alcuni casi<br />

que<strong>st</strong>a carente chiarezza espositiva<br />

può essere determinata da<br />

una imperfetta indipendenza delle<br />

dita della mano de<strong>st</strong>ra.<br />

Vi sottopongo alcuni esercizi<br />

che utilizzo con i miei allievi, mirati<br />

a migliorare que<strong>st</strong>a indipendenza.<br />

Gli aspetti che si cercano<br />

di migliorare sono la consapevolezza<br />

del peso che ogni dito deve<br />

dare ad ogni corda e il miglioramento<br />

del controllo dell’intensità<br />

del tocco. Tengo molto a sottolineare<br />

che la letteratura didattica<br />

chitarri<strong>st</strong>ica (classica e moderna)<br />

è molto ricca di esercizi di que<strong>st</strong>o<br />

tipo; semplicemente spero di fare<br />

cosa gradita sottoponendovi la<br />

mia versione, che ho trovato utile<br />

in alcune occasioni.<br />

Vi presento quindi alcuni arpeggi<br />

basati su diteggiature fisse<br />

per la mano de<strong>st</strong>ra, che a seconda<br />

dei casi dovrà variare la disposizione<br />

degli accenti. La mano sini<strong>st</strong>ra<br />

utilizza una sola posizione<br />

trasportata in avanti sulla ta<strong>st</strong>iera.<br />

Consiglio di iniziare lo <strong>st</strong>udio<br />

di que<strong>st</strong>i arpeggi utilizzando le<br />

semplici corde vuote, oppure<br />

mantenendo una posizione fissa<br />

della mano sini<strong>st</strong>ra. Sopra al<br />

pentagramma sono riportate le<br />

diteggiature, mentre il simbolo ><br />

indica la nota da accentare.<br />

Il primo esercizio, il più semplice<br />

e intuitivo, in tempo ternario<br />

di 6/8, ha l’obiettivo di sviluppare<br />

l’indipendenza del pollice per<br />

quanto riguarda l’aspetto del<br />

peso che dovrà avere sulla corda.<br />

Per come è <strong>st</strong>rutturato l’arpeggio,<br />

nella semplice successione di<br />

pollice, indice e medio, i due accenti<br />

forti presenti in ogni battuta<br />

cadono sempre sulla nota suonata<br />

con il pollice. Que<strong>st</strong>’ultimo dovrà<br />

quindi di<strong>st</strong>inguersi con chiarezza<br />

rispetto all’accompagnamento<br />

di indice, medio ed eventualmente<br />

anulare, che dovranno<br />

essere assolutamente privi di<br />

accento. È consigliabile ripetere<br />

que<strong>st</strong>o esercizio anche con le<br />

diteggiature alternative riportate,<br />

certamente meno naturali per la<br />

mano ma comunque utili ai no<strong>st</strong>ri<br />

scopi. Que<strong>st</strong>o esercizio può trovare<br />

la sua applicazione pratica<br />

in brani dove la melodia si trova<br />

nella parte del basso.<br />

Un aspetto che ritengo assolutamente<br />

fondamentale è quello<br />

della ‘preparazione’ delle dita che<br />

andranno ad arpeggiare le corde<br />

successive al pollice. Que<strong>st</strong>a<br />

preparazione consi<strong>st</strong>e (riferendosi<br />

alla prima diteggiatura) nell’appoggiare<br />

alla rispettiva corda,<br />

contemporaneamente al pollice,<br />

l’indice e il medio, nell’i<strong>st</strong>ante<br />

immediatamente precedente il<br />

movimento del pollice. La preparazione<br />

deve essere ripetuta ogni<br />

volta che ritroviamo la successione<br />

pollice, indice, medio. In<br />

que<strong>st</strong>o modo si ottiene maggiore<br />

<strong>st</strong>abilità della mano e l’arpeggio<br />

diventa più chiaro, fluido e con il<br />

tempo agile e veloce.<br />

Il secondo esercizio, in quartine,<br />

riporta quasi invariato l’esercizio<br />

1, ma suddiviso nel tempo<br />

binario di 4/4. Que<strong>st</strong>o comporta,<br />

e <strong>st</strong>a in que<strong>st</strong>o l’utilità dell’esercizio,<br />

che l’accento forte cada<br />

ogni volta su di un differente dito:<br />

quindi prima il pollice, poi l’indice<br />

e successivamente il medio,<br />

per poi tornare al pollice. Il cuore<br />

dell’esercizio <strong>st</strong>a nello sviluppare<br />

la necessaria indipendenza della<br />

mano sini<strong>st</strong>ra per permettere di<br />

accentare chiaramente soltanto<br />

la prima nota della quartina. L’errore<br />

più classico è quello di accentare<br />

la nota corretta ma contemporaneamente<br />

di dare troppo<br />

peso al pollice anche quando<br />

non compare nell’accento forte.<br />

Anche per l’esercizio 2 consiglio<br />

di applicarsi con pazienza a sviluppare<br />

le diteggiature alternative<br />

suggerite. Fondamentale è<br />

ancora la ‘preparazione’ di indice<br />

e medio (sempre facendo riferimento<br />

alla prima diteggiatura).<br />

Nell’esercizio 3 sono semplicemente<br />

riuniti in successione i<br />

primi due arpeggi. È importante<br />

sviluppare accuratamente anche<br />

que<strong>st</strong>o esercizio per acquisire la<br />

capacità di posizionare agilmente<br />

gli accenti secondo schemi irre-<br />

74<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

golari, per poi riuscire con facilità<br />

ad applicarli nei brani che andremo<br />

ad eseguire.<br />

Ho regi<strong>st</strong>rato tre esempi musicali<br />

per meglio farvi capire quello<br />

che intendo, spero che vi possano<br />

essere utili.<br />

Neanche a dirlo, partiamo lenti<br />

e acceleriamo gradualmente. A<br />

mio avviso non è necessario portare<br />

que<strong>st</strong>o tipo di esercizi a velocità<br />

e<strong>st</strong>reme, piutto<strong>st</strong>o è molto<br />

meglio concentrarsi sulla corretta<br />

esecuzione e sulla chiarezza del<br />

posizionamento degli accenti.<br />

Una breve considerazione<br />

tecnico-musicale, riguardante il<br />

perché io tenga particolarmente<br />

a proporre que<strong>st</strong>i esercizi spesso<br />

considerati un po’ noiosi: a volte<br />

mi capita di ascoltare brani, magari<br />

bellissimi, eseguiti da chitarri<strong>st</strong>i<br />

dotati di grande musicalità e<br />

creatività che, a mio parere, vengono<br />

eseguiti senza evidenziare<br />

a pieno tutte le loro potenzialità<br />

melodiche e ritmiche. Alcuni<br />

esempi per spiegare ciò che intendo:<br />

la melodia non emerge, il<br />

basso risuona esageratamente,<br />

l’accompagnamento diventa la<br />

parte principale, e tutto suona<br />

leggermente confuso e indefinito.<br />

Credo che spesso l’esecutore<br />

abbia in mente perfettamente il<br />

feeling di ciò che <strong>st</strong>a eseguendo,<br />

ma a volte, a causa di qualche lacuna<br />

tecnica della mano de<strong>st</strong>ra, il<br />

suo messaggio non arriva nitido<br />

in tutta la sua bellezza.<br />

Lo <strong>st</strong>udio degli esercizi basati<br />

sugli arpeggi qui propo<strong>st</strong>i consente<br />

di iniziare a sviluppare una<br />

buona indipendenza delle dita<br />

della mano de<strong>st</strong>ra, permettendo<br />

così di far ‘uscire’ chiaramente<br />

la melodia o il basso, a seconda<br />

delle necessità. È un punto di<br />

partenza, che dovrà poi essere<br />

adeguatamente sviluppato.<br />

Spero que<strong>st</strong>i esercizi vi possano<br />

essere d’aiuto e, soprattutto,<br />

che vi servano per esprimere al<br />

meglio le vo<strong>st</strong>re idee, potendo<br />

ritrovare immediate applicazioni<br />

nella vo<strong>st</strong>ra musica.<br />

Ciao e buon lavoro!<br />

Eugenio Polacchini<br />

Bruskers


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Esercizi per la mano de<strong>st</strong>ra<br />

1. Tempo ternario - accento sul pollice<br />

> ><br />

diteggiature: 1) p i m p i m<br />

2) p m a p m a<br />

3) p i a p i a<br />

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chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

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Eugenio Polacchini - Bruskers - 2011<br />

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Esercizi per la mano de<strong>st</strong>ra<br />

2. Tempo binario - Quartine*<br />

> > > > > ><br />

diteggiature: 1) p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m<br />

2) p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a<br />

3) p i a p i a p i a p i a p i a p i a p i a p i a<br />

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0<br />

* Prima di affrontare l'esercizio 2 provare lo schema di que<strong>st</strong>o arpeggio utilizzando solamente 3<br />

corde vuote adiacenti, senza introdurre subito i cambi di corda.<br />

Eugenio Polacchini - Bruskers - 2011<br />

2<br />

Esercizi per la mano de<strong>st</strong>ra<br />

2. Tempo binario - Quartine*<br />

> > > > > ><br />

diteggiature: 1) p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m<br />

2) p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a<br />

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* Prima di affrontare l'esercizio 2 provare lo schema di que<strong>st</strong>o arpeggio utilizzando solamente 3<br />

corde vuote adiacenti, senza introdurre subito i cambi di corda.<br />

Eugenio Polacchini - Bruskers - 2011<br />

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2) p m a p m a<br />

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Esercizi per la mano de<strong>st</strong>ra<br />

3. Mix!<br />

2<br />

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diteggiature: 1) p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m p i m<br />

2) p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a p m a<br />

3) p i a p i a p i a p i a p i a p i a p i a p i a<br />

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chitarra acu<strong>st</strong>ica 3 duemilaundici<br />

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