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Ottobre - Parrocchia San Francesco di Lecco

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Dal momento dell’incontrocon Colui che è ilBuon Samaritano, laprospettiva <strong>di</strong>venta quelladella carità e ogni rapportoviene inserito dentroun amore che parte daDio Padre e generaun’autentica felicità.Non vengono cancellatele <strong>di</strong>fficoltà del cammino- la sagoma della stradanuova ha uno sfondo nerospigoloso che non sipuò cancellare - ma sopra<strong>di</strong> esse si può vivere unagioia vera: la nostra felicitàha sempre sullo sfondola croce, la prova, lasofferenza e il peccato,ma la vita <strong>di</strong> Gesù chesiamo chiamati a vivere,in una imitazione - percui si fa “così” come Lui- è il segno <strong>di</strong> una perfezioneche vale “anche”per noi.La scritta dello sloganviene sdoppiata.“Anche tu” è il segnodell’esperienza personaleche risulta <strong>di</strong>visa fra unastrada che è la “propriastrada” e le <strong>di</strong>verse vicendedel mondo e dellavita quoti<strong>di</strong>ana, rappresentateancora dalla cittàsopra l’“anche”.La città in cui viviamopuò essere anche un luogoin cui ci si può perdere.Da un lato la cittàcerca <strong>di</strong> spingerti lontanodal tuo percorso personale– dal tuo sentiero – perfarti vivere una vita“anonima” in cui “tu” sei“anche” questo o “anche”un’altra cosa senza definirtimai.D’altro canto non si puòvivere fuori dal propriotempo e dal proprio spazio,anzi la città mancherebbe<strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> preziosose non fosse scossadal nostro amore (ve<strong>di</strong> idue accenti <strong>di</strong> vivacità asinistra).La città richiede il nostroimpegno e la nostra de<strong>di</strong>zione,che possono essereveri ed efficaci se primaognuno fa il pieno della“compassione” <strong>di</strong> Gesù ese si sceglie <strong>di</strong> amare comeDio ama: cioè <strong>di</strong> a-mare “così”.Il “tu” sopra la stradain<strong>di</strong>ca l’invito personalea camminare e a vivereintensamente dentro unpercorso che si fa scoperta.Tutto lo sfondo è biancocon un’aureola che lodefinisce in alto.Tutti noi siamo immersidentro l’amore <strong>di</strong> Dio,anche chi ancora non haavuto l’occasione <strong>di</strong> conoscerlo.Ma chi ama conosce Dio(cfr. 1 Giovanni 4, 7-8) epuò aiutare il prossimo acoglierlo nella sua evidenza:il “così” biancopuò emergere dallo sfondoproprio grazie al nostroamore e alla nostraimitazione.La sua santità ci avvolge,come l’aureola in alto eci sprona a vivere “così”:“Siate santi, perché io, ilSignore, Dio vostro, sonosanto” (Levitico 19,1).“Così” è dunque il modoper essere santi, quellodescritto nella Paraboladel Buon Samaritano equello che ognuno può leggerenella Parola <strong>di</strong> Dio.Chi si sforza <strong>di</strong> amareDio con tutto se stesso eil prossimo come se stessotrasforma la sua vita equella degli altri: il beneche si può fare adesso ein prima persona è il nostrocontributo puntuale -l’unico possibile - chepuò rendere il mondo miglioree migliorare anchenoi stessi, la nostra vita ei nostri incontri.Dentro la città si intravedeil Duomo <strong>di</strong> Milano,consacrato da san CarloBorromeo nel 1577.La cattedrale è la sededel Vescovo che imitail Buon Pastore per mettersia guida del suopopolo.È “così” che ha vissutosan Carlo Borromeo,passando anche lui lungole vie della nostraDiocesi, risanando e rie<strong>di</strong>ficando.La sua vita <strong>di</strong>ventaesemplare per chi, concoerenza, si lascia amareda Dio e si impegna aplasmare la sua vita, ilsuo sguardo e il suocuore sull’esempio <strong>di</strong>Gesù, restituendo tuttoquello che ha ricevuto aifratelli che incontra lungola via.12

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