La casa della luce - La poesia di Alberto Caramella

Lettera all’editoreDI ALBERTO CARAMELLACaro Vanni Scheiwiller,alcuni anni or sono mi sono trovato a dover disporredi una casa sulle colline, contigua ad altre (le «caseaccanto»)dove la famiglia numerosa vive: e poichénon interessava ad altri utilizzarla, ho pensato di trasportarvila più comoda sede per l’ultimo tempo del miolavoro, arredata del tutto funzionalmente con mobili moderni,dopo tanti anni trascorsi in siti tradizionali: accarezzatinel gusto austero che fa parte, secondo alcuni, della rispettosatoscanità.Stante il mio luogo di nascita, la campagna è quella toscananei dintorni di Firenze, resa percorribile, rassettatada muri di pietre a secco, arredata con faticosa necessità eriluttante amore come un giardino: ed arricchita da casecoloniche armoniose le quali furono insieme luogo dellafamiglia, del lavoro e dello svago.Lavoro svolto con disponibilità a dare per ottenere il meglio,nel contrasto della creazione che appaga e rende similialla divinità anche se non è costituita da un’opera immortalema da un campo ben coltivato esposto al rischio delle stagionio da un semplice manufatto comodo e armonioso.Chi s’impegna con fervore gusta la gioia dell’atto creativo:scritta nella bellezza delle pietre (la cupola del Brunelleschisarebbe impensabile senza una schiera numerosa diartigiani, pari all’artista nell’amore) com’è scritta nell’armoniadei colli. La consapevolezza di valori siffatti dovrebbesopravvivere ed essere conservata anche quando ne sianodisseccate le radici sociali ed economiche.13