La casa della luce - La poesia di Alberto Caramella

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La mano è lo strumento appassionato di questa regolaed infatti tocca e lavora la materia con amore, con faticama con vocazione di ordine fisico e morale, escludendo sial’arbitrio di una fantasia senza oggetto, sia il materialismodi un oggetto senza «l’invenzione».La cupola del Brunelleschi, intuita e voltata a «regolad’arte» ne è il modello e la misura. Questi due valori si fondonoin un unico, che è l’architettura.Leon Battista Alberti definisce la bellezza come «l’armoniatra tutte le membra su un complesso di cui fanno parte,fondata su di una legge precisa, in modo che non si possaaggiungere o togliere, o cambiare nulla se non in peggio».E questa «legge precisa» che bisogna riscoprire dentrodi noi per ritrovare la nostra regola di vita e la speranza, ilnostro appartenere alla «FORMA» viva del tempo.Giorno di MistralPuò talvolta bastare un basso muretto grigio a «rompere»la nostra corsa felice verso il mare violetto(Omero) verso il cielo, bruniti ambedue dal vento dimistral ma non è quello stesso basso muretto grigioad esaltare il canto di quei due azzurri?!?La sua ombra, però, lo fa apparire ancor più alto, talvoltaancor più invalicabile!Ciò inquieta alquanto i nostri cuori, spesso sgomenti,spesso impauriti, da quel vuoto da quel «nulla» che sembracircondarci: l’esistenza.All’Hidalgo AlbertoCorrendo, vecchio e stanco, dietro alla scherzosa e dime ridente impietosamente, veloce cerbiatta occhiosmeraldina, dietro alla snella sagoma così fuggente,di Nausicaa, ratta e come un lampo degli Dei velocenella corsa, (per la sua giovinezza incantata e così per mestruggente incantevolezza) mi sono ferito, cadendo sullaspiaggia, all’inguine, ove la corazza, troppo mi pesava d’ac-40
ciaio di Damasco. Per due lune più non potrò cavalcare ilmio focoso e amato purosangue arabo-acheo, il mio fedelePegaso cavallo straordinario in battaglia come in pace dallefroge schiumanti di nettare divino. Per due lune quindi(e tu Amico mio carissimo, come Prènce e Hidalgo mi scuseraie certo capirai), dovrò recarmi con questa Biga forgiataet costruita con legno dei cedri del Parnaso. Poi torneràil cavaliere al cantiere inclito di San Vito!Acheo vincente ti abbraccio! (l.p.)SPLENDORE DEL SILENZIOOh quanto t’invidio, mio pastore erranteper gli altopiani silenti d’Asia,nel tuo silenzioso e argenteo (e magico)colloquio, muto o parlato con la silenziosanovella luna!Quanto t’invidio.Presto ti raggiungerò. È certo! (l.p.)41
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