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Per i parenti delle vittime delle stragi naziste dalle carte ... - Anpi

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Intervistebile per il processo, ma per nullasemplice e indolore in una dimensionesoggettiva. Queste le domandepiù frequenti che mi ponevo: «ègiusto chiedere a una persona che èstata dimenticata dalla Giustiziaper più di sessant’anni di ripercorrereesperienze così lontane, in cuitutti gli affetti più cari e la vita familiareera stata sconvolta da crudeliomicidi? Qual è il significatopiù profondo che le <strong>vittime</strong> ricercanonel processo? È doveroso o noraccontare ai miei assistiti pezzi diverità giudiziaria emergenti <strong>dalle</strong>vecchie istruttorie, che riguardanola morte dei loro cari? Come possoconiugare il dovere deontologicod’informazione del cliente con l’enormità<strong>delle</strong> crudeltà che vannoemergendo dalla lettura <strong>delle</strong> <strong>carte</strong>?»E ancora: «La dimensione deldolore e della riemersione di untrauma in persone tanto anzianenon può forse costituire un pericolodal punto di vista psicologico?».Le risposte a queste domande sonoarrivate pian piano ed hanno richiestodelicatezza, sensibilità e rispettoper il diverso modo personaledi vivere la dimensione delricordo su quei fatti. Mentre lachiave di lettura dell’esperienzaprocessuale si andava via via formando,mi rendevo conto pertantodi come fosse intimamente legataalle esigenze di verità e giustiziache le parti civili manifestavano; ecome trovasse completa attuazioneproprio nel racconto dentro l’aulagiudiziaria di quello che era accadutoe di ciò che era stata la vitadopo gli eccidi.Non tutti i casi giudiziari sono tuttaviaassimilabili tra loro. Diversiinfatti i contesti territoriali, diversoil grado di rielaborazione localedella memoria sui fatti di eccidio,diverso l’approccio con le fratturesociali determinate dai fatti accadutiin un momento storico connotatoda importanti fenomeni diviolenza politica. La disumanizzazione<strong>delle</strong> <strong>vittime</strong> da parte degliautori dei massacri nazifascisti ha,però, comunque ottenuto in ognunodei procedimenti una rispostadi giustizia basata sulla centralitàdel testimone di quei fatti.Da un punto di vista personale eumano questa esperienza è stata distraordinaria importanza: per irapporti sviluppati con i miei assistiti,per la forza e i valori che mihanno comunicato, e per tutto ciòche hanno espresso fuori e dentrole aule giudiziarie; per i racconti suifatti e sulla vita precedente a essi, esulle speranze riposte nella Giustiziacome momento ricompositivo edi verità.Quali sono stati concretamente irisultati ottenuti a favore <strong>delle</strong><strong>vittime</strong> in oltre dieci anni di indaginie procedimenti dibattutipresso i Tribunali militari?Idieci anni di processi, molti deiquali conclusisi con <strong>delle</strong> condannealla pena dell’ergastolo,hanno portato a importanti risultatiper quanto concerne l’accertamentodi fatti e responsabilitàperlopiù sconosciute o solo parzialmenteconosciute. Circa la concretezzadello sconto <strong>delle</strong> pene detentiveda parte degli imputaticondannati e dei risarcimenti deldanno posti a loro carico (e, in alcuni,casi anche a carico della RepubblicaFederale di Germania)ottenuti con le sentenze, l’esperienzagiudiziaria li ha stabiliti e sanciti.Successivamente tuttavia nonrisulta che sia stata data una rispostapositiva né alle richieste diestradizione dei condannati formulatedalla Giustizia militare italiana,né tanto meno che sia statodato seguito alla detenzione inGermania dei condannati. Sul versantedei risarcimenti invece, con lasentenza pronunciata dalla Corteinternazionale dell’Aja il 3 febbraiodel 2012, i Giudici internazionali –chiamati a esprimersi sull’interpretazionedi alcune norme pattizie internazionali– hanno dichiarato cheanche di fronte ad un crimine control’umanità commesso da un eser-Marzabotto - I resti dell’Oratorio di Cerpiano incendiato dai nazisti9Patria indipendente gennaio 2013

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