26Ho letto con piacere l’articolo “Terapia sportiva”della rubrica “Uno psicologo per amico”del Dott. Cominassi .Da genitore credo che sia importante che i genitoriincoraggino i loro figli ad impegnarsi inattività motorie e sportive anche “fuori dell’orarioscolastico”, anche perché molte scuolenon sono attrezzate per farlo e sicuramente nonpossono avere dei “professionisti” di tutti glisport proposti. Credo sia importante anche illavoro dei gruppi sportivi di paese o di quartierein quanto possono servire anche da interazionee conoscenza del proprio territorio.Spesso nei paesi come il nostro i genitori preferisconoportare i propri figli a seguire le diversediscipline sportive (<strong>calcio</strong>, danza, ecc.) al difuori della propria zona in quanto pensano che“gli altri” siano sempre migliori e più preparati.Credo che sia opportuno mandare invece i proprifigli nel proprio paese laddove l’offerta dellevarie discipline ne dia la possibilità,specialmente in momenti come questi dove glioratori non attirano più i ragazzi nella crescitaludica, e forse i “gruppi sportivi” possonoaiutare i nostri figli nella crescita. Cosa ne pensa?ElenaGentile sig.ra Elena troverà la risposta nell’articoloa lato del Dott. Cominassi. Grazieper averci scritto.Aspettiamo le vostre lettere all’indirizzo:redazione@guss<strong>ago</strong><strong>calcio</strong>.it.Non dimenticate di far visita al nostro sito:www.guss<strong>ago</strong><strong>calcio</strong>.itIL <strong>GIORNALE</strong> SI PUÒ TROVARE:presso la sede del Guss<strong>ago</strong> CalcioLibreria Vanilla - Guss<strong>ago</strong>Bibilioteca ComunaleComune di Guss<strong>ago</strong>presso alcuni bar ristorantie negozi di Guss<strong>ago</strong>* * *Complimenti per il Vostro giornale e per il Magazine.Da profano del <strong>calcio</strong>, sarebbe quasi piùinteressante vedere il Magazine prioritario e all’internol’inserto del Guss<strong>ago</strong> Calcio e perchéno anche di qualche altra disciplina sportiva.Da quello che ho visto sul numero trovato pressoun centro Commerciale, avete un ottimostaff di collaboratori e avete reso il giornale unbuon prodotto editoriale. Si nota come nel Magazineavete impostato bene le notizie (peccatoche siano poche) stando fuori dai giochi politicie da polemiche (come quelle di tanti giornalinio Blog che parlano del nostro paese). Danuovo lettore mi piacerebbe leggere qualche notiziain più a carattere locale visto che né l’Amministrazionené nessun altro è stato in gradodi fare e di aver un buon risultato come Voi. Ilmio vuol essere un augurio a far crescere il Vostrogiornale. Ho visitato anche il Vostro sito esono andato a leggere qualche arretrato, micomplimento per le tematiche e gli articoli diformazione che avete fatto e che, se letti attentamente,si possono applicare anche ad altrisport. Mi piacerebbe che potesse un appuntamentofisso e che possa servire a far conoscerele attività del Paese. Ora una domanda a caratteresportivo: quali sono secondo Voi le dotiche un ragazzo deve avere per sfondare nelmondo dello sport oggi, mondo assai difficileche sembra basato solo su ideali di potere o delDio denaro? Considerando anche che i nostrigiovani hanno veramente dei cattivi esempi sianel <strong>calcio</strong> che nelle istituzioni?A volte si fa fatica a capire se il campo di giocoè dentro o fuori e molte "bagarre" da stadio sivedono pure nelle aule parlamentari. Questo,secondo me, fa sì che ormai tutti si sentano indovere di polemizzare. Tornando al <strong>calcio</strong>,prendiamo esempio dalle partite che si vedonoin "Champion" dove le squadre straniere rispettanole decisioni arbitrali, giuste o sbagliateche siano. Noi con il nostro modo di fareinvece ci sentiamo sempre in diritto a polemizzare,e questo non è un bene.LeonardoGrazie signor Leonardo per i complimenti;lei ha messo tanta carne al fuoco, per cuiandiamo con ordine.Magazine prioritario… altre disciplinesportive… perché no? In futuro <strong>mag</strong>ari …;teniamo presente però, che questo è “IlGiornale del Guss<strong>ago</strong> Calcio”!Come dice lei, staremo fuori da giochi politici:noi ci rivolgiamo a bambini e ragazzi,alle famiglie ed a semplici cittadini,parlando di sport (<strong>calcio</strong> in particolare),ma anche della valenza dello sport nellasocietà civile, così come parliamo delleproblematiche giovanili, nella scuola, nellosport… cioè problemi di vita quotidiana.Si tenga presente che spesso le idee relativeagli argomenti da trattare arrivano proprioascoltando i ragazzi. Questa è lastrada che intendiamo percorrere.Saltando a piè pari dio denaro e gli esempinegativi ai quali accenna, ecco il mio parerecirca le doti che un ragazzo deve avereper sfondare nello sport.Innanzitutto è bene che madre natura siastata benigna ed abbia messo nel ragazzole doti naturali che servono per un determinatosport; è fondamentale però, nel ragazzo,la serietà, l’impegno costante, ladeterminazione che ti porta a superare leIl Giornale del Guss<strong>ago</strong> Calcioingiustizie subite, e i momenti di difficoltà,e, molto importante, la capacità di sacrificarsi.Quest’ultima, è quella cosa che, alle ore22,00 del sabato sera, ti fa salutare gli amici,che continueranno a divertirsi, mentretu vai a letto perché domani hai la partita…Secondo me, è proprio lo spirito di sacrificioche manca ai ragazzi d’oggi; ovviamentequesto è un parere del tuttopersonale.Mi piace sottolineare che, anche se un giocatorenon diventa professionista (uno sumille ce la fa…), è di grande soddisfazioneanche una bella carriera tra i dilettanti, dovesi possono avere grandi gioie sportivee divertirsi: per come la vedo io, si può“sfondare” anche così!Per quanto riguarda l’ultima parte dellasua lettera, sono anni che dico che dal <strong>calcio</strong>estero, soprattutto da quello inglese,abbiamo tutto da imparare; e, mi creda,non solo nel <strong>calcio</strong>… ma anche nella vitacivile!Cordiali saluti.* * *Ciao, complimenti per l'Associazione del Guss<strong>ago</strong>Calcio. Veramente bella la vostra rivistache avvicina i tifosi alle vostre squadre e fa capirelo spirito vero dello sport (che non è poco).Non avete pensato di fare una squadra femminile?sarebbe cosi difficoltoso o non siete attrezzatiper farlo. GrazieGiulyCiao Giuly,ringraziandoti per averci scritto, vado subitoal tuo quesito.È certamente più difficoltosa la gestione diuna squadra femminile, perché necessitadi una gestione differente.Già è complicato gestire l’attività sportivadi oltre 200 tesserati, aggiungere una squadrafemminile…; non bastasse questo, dallaprossima stagione il <strong>calcio</strong> gussagheseverrà privato anche del campo sportivo interra battuta del centro sportivo!Ciao, e scrivici ancora.* * *Spett.le Redazione, leggo sempre con interesseil vostro bel giornale, sempre ricco di notizie edi articoli che devono far riflettere. Molto bellaanche la novità del “Magazine”. Nell'ultimonumero ho letto con interesse l'editoriale chepersonalmente condivido in pieno. Pensandocidopo, mi è venuto in mente che la scuola di oggiè messa male ; tra i continui “tagli di fondi”,i fatti di Adro e di Salò tanto per stare nellanostra zona, c'è di che preoccuparsi, ma soprattuttoc'è da preoccuparsi per i nostri ragazzi.Voi che di ragazzi ne avete tanti, cosa ne pensate?
n.<strong>10</strong>/<strong>11</strong> - Maggio/Agosto27Complimenti per il vostro lavoro e cordiali saluti.AndreaSignor Andrea, condivido totalmente lesue perplessità sulla scuola e la sua preoccupazioneverso i giovani ai quali la nostragenerazione sta consegnando unfuturo precario e pieno di incertezze.Per quanto riguarda i fatti da lei accennati,penso che, pur essendo due storie bendiverse l’una dall’altra, hanno un denominatorecomune: lo scadimento culturale,la perdita di valori quali la civiltà, lasolidarietà, il rispetto, l’educazione….Diciamo che si è spento il lume della ragione;questi sono anni in cui c’è più bisognodi cultura che di pane, c’è bisogno dispegnere la tivù-spazzatura (che c’è inquantità industriale), e di leggere buoni libri,c’è bisogno di tornare a guardarsi negliocchi e discutere dei problemi, non conla presunzione di avere sempre ragione,non con i diktat, ma con la serietà e la determinazionedi chi vuole una società piùcivile.Magari in un prossimo numero, vediamodi tornare sull’argomento.Mille grazie per averci scritto; cordiali saluti.Risposte a cura di Adriano FranzoniULTIM’ORAPoco prima di andare in stampa,ci giunge la notizia della separazioneconsensuale tra l’allenatoredella prima squadra Marco Bonomied il Guss<strong>ago</strong> Calcio. A luivanno tutti i ringraziamenti perla serietà dimostrata e per il lavorosvolto.Grazie Mister!RingraziamentoUn grazie di cuore a tutte le mammeche si prestano generosamente per illavaggio degli indumenti sportivi deinostri atleti.Un gruppodi invincibiliColgo con piacere la sollecitazione inviatami dalla signora Elena eprovo a darLe un mio parere in merito alle questioni da Lei evidenziate,con la speranza che possano essere utili anche ad altri.Credo che le ore curriculari che ogni istituto scolastico, di qualunque ordinee grado, destina all’insegnamento dell’educazione fisica siano davveropoche; è altrettanto vero che sono poche anche le ore utilizzate perl’apprendimento delle altre materie, ma senza voler entrare in inutili polemiche,resta il fatto che le ore nelle quali un ragazzo può educare il propriocorpo al movimento e alla motilità in genere, in presenza dipersonale professionalmente formato all’interno della scuola, sono quantitativamentepoco significative.Ecco allora che dovrebbe diventare davvero un obbligo, pari a quello scolastico,la pratica di una qualsivoglia disciplina sportiva pomeridianapurché venga vissuta continuativamente e ritenuta fondante per il benesseredi chi la esercita; <strong>mag</strong>ari svolta per due pomeriggi alla settimana,ovviamente per qualche ora, … ma che sia un qualcosa di dignitosoe significativo. E i genitori dovrebbero sponsorizzare questa attività daparte dei loro figli: non sono certo queste ore quelle che possono gravaresul rendimento scolastico. Se proprio si dovessero operare dei tagliperché non eliminare le ore trascorse passivamente davanti al piccoloschermo piuttosto che utilizzando la play station? La possibilità poi disvolgere questa attività nel paese/quartiere di residenza è indubbiamenteun valore aggiunto, almeno fintantoché la suddetta attività nonsia svolta a livelli <strong>ago</strong>nistici di un certo rilievo che necessitano il passaggioa società più ricercate e blasonate. Praticare sport laddove si abitaconsente infatti di costruire un’ulteriore rete di relazioni con persone epari età che probabilmente già si conoscono, senza tuttavia escludere lapossibilità di allargare la cerchia di amici. Mi ritornano alla mente alcunimomenti della mia adolescenza in cui con gli stessi amici trascorrevodel tempo sui banchi di scuola, successivamente ci rivedevamo <strong>mag</strong>ariin oratorio per il catechismo e infine al campo sportivo per l’allenamentodi rito; con alcuni di questi compagni di squadra e di vita, uscivamo purela sera nella stessa compagnia di amici e le prime vacanze senzagenitori le ho trascorse proprio con alcuni di loro. In buona sostanza siera venuto a formare un gruppo di amici che io reputavo realmente invincibilee invidiabile e cosa ancora più importante: quel gruppo di amici miha aiutato a crescere, a camminare insieme a qualcuno con il quale condividerenon solo qualche oretta di sv<strong>ago</strong> ma delle giornate intere passandoattraverso più contesti. Come citava giustamente Lei, signoraElena, i genitori sono spesso tentati dal voler affidare il proprio figlio alleattenzioni di qualche professionista “lontano” perché lo si ritiene piùcompetente di quelli locali; ebbene, una volta appurato che i tecnici chehanno in carico i nostri figli non sono dei ciarlatani qualsiasi ma dellepersone con un minimo di abilità e di formazione io riterrei di stare tranquilli.Certo si tratta anche di fare chiarezza su quelli che sono gli obiettividi nostro figlio e prima ancora i nostri: se l’obiettivo è di favorire lasua socializzazione in un contesto che sia anche sportivamente formativoritengo che la qualità che si può sperimentare nelle società dilettantistichelocali sia più che sufficiente; qualora invece la volontà sia quella divoler far sì che nostro figlio sfondi a tutti i costi e diventi un campione allorala questione cambia decisamente. Di chi è questa ambizione? E qualorale cose non andassero come si sono sognate quali conseguenze nepossono derivare? Anche queste questioni non sono certo da sottovalutare.Dott. Gianluca Cominassi