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Aprile - Ilmese.it

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Su La scena delle idee Longhi rilegge SenofonteSalutiamo calorosamente la mise enespace de La Tirannide di Senofonterealizzata da Claudio Longhi in cartelloneil 9 e il 10 aprile nella Chiesa di S. Carlo,per l’evento spettacolare in sé ovviamente,ma anche perché segna il r<strong>it</strong>orno diun sodalizio molto fortunato per la c<strong>it</strong>tà,quello tra Emilia Romagna Teatro e laFondazione Collegio San Carlo, unacollaborazione più che decennale che,dopo una pausa di riflessione, riprendecon un nuovo progetto per il prossimotriennio dal t<strong>it</strong>olo La scena delle idee.La Tirannide è appunto il primo fruttodi questo lavoro, dove teatro e filosofiacorrono sullo stesso binario e dannocorpo a uno spettacolo che nasce daquello che, Maria Merelli, presidentedi Ert, ha defin<strong>it</strong>o a ragione come “untesto antico ma di stupefacente attual<strong>it</strong>à”,scelto da Carlo Altini, Direttore scientificodel San Carlo e messo in scena dal registaClaudio Longhi che ha legato le sue ultimeproduzioni allo stabile regionale.Il tema della democrazia è il cuore dellarappresentazione, un soggetto che accomunale due Fondazioni organizzatriciche, in modi e con strumenti differenti nehanno fatto il centro delle loro riflessioni,il S.Carlo con le sue lezioni e seminari el’Ert con il suo impegno di “teatro civile”. Ecosì, in compagnia di Senofonte e Longhici avventureremo su un intricato camminoche ci porterà a indagare il lim<strong>it</strong>e tra v<strong>it</strong>aprivata e v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica, andremo a scoprirecome ha detto Roberto Franchini, presidentedella Fondazione San Carlo, “cosadella lezione degli antichi sia ancora attualee quali spunti si possano prendere perdare v<strong>it</strong>a a nuove riflessioni”.Lo spettacolo che avrà luogo nellachiesa di via San Carlo, è a ingressogratu<strong>it</strong>o con prenotazione obbligatoriaallo 059 421208. (M.L)società “frettolosa, distratta e cannibalica”nella quale Arpagone è uno di noi.“Arpax, rapace, è l’antica parola grecada cui deriva il nome Harpagon, un avaronon proprio in senso classico - prosegueMartinelli – ma un vampiro, che vuole ilsangue degli altri e non permette ai suoifigli di fare la loro v<strong>it</strong>a”.Per il ruolo del protagonista, l’anzianotirchio che per non perdere il suo denarovorrebbe mar<strong>it</strong>are il figlio con una riccavedova e la figlia con un ricco marchese,tenendo invece per sé una bella e amatagiovane, la scelta è caduta con sorpresasu una donna, Ermanna Montanari. “Ilsesso non c’entra a teatro – sostiene il regista– ho pensato con naturalezza ad Ermanna,che diventa uno spir<strong>it</strong>o asessuato,vampiresco e potente, attorno al quale simuovono gli attori della compagnia comelarve impaur<strong>it</strong>e e ipocr<strong>it</strong>e attraversate dascariche elettriche”.Un avaro onirico e ridente, quello delleAlbe, che guarda dr<strong>it</strong>to in faccia l’Occidentein declino: la parte ricca del mondoterrorizzata che qualcuno la derubi. Larigorosa poetica della compagnia delleAlbe, raffinata e emozionante, capace direst<strong>it</strong>uire alla scena la sua antica e potentefunzione narrativa, punta a coniugaretradizione e visionarietà in questo nuovospettacolo.“Più leggevamo Molière – confessa infineMarco Martinelli – più sembrava cheavesse r<strong>it</strong>agliato i personaggi sui nostriattori, forse perché non scriveva mai atavolino, ma sempre circondato dalla suacompagnia”.Dove: Teatro Storchi, ModenaQuando: dal 15 al 17 aprile - ore 21,il 18 aprile - ore 15.30Info: www.emiliaromagnateatro.comCastri gioca con il Finale di Part<strong>it</strong>a di BeckettDopo il fortunato debuttoproseguono le replichesul palco delle PassioniDebuttato in prima assoluta il 30 marzoal Teatro delle Passioni, prosegue finoal 18 aprile Finale di part<strong>it</strong>a di SamuelBeckett, diretto dal Maestro del teatro<strong>it</strong>aliano Massimo Castri. Alle prese perla prima volta con il drammaturgo irlandese,Castri confessa di avere scelto diportare in scena Beckett come fosseCechov, esplorandone il linguaggio comepiù di consueto ha fatto con l’autore russo.Alle prese con un testo complesso,significativamente meno rappresentatodi Aspettando Godot, Massimo Castriguida un cast di quattro bravi attori tra cuispicca il bolognese V<strong>it</strong>torio Franceschi, giàavvezzo ai testi beckettiani (è stato infatticuratore del Beckett-concerto - collage dimateriali tratti dall’opera narrativa e poeticadell’autore irlandese) e oggi condirettoredella Scuola di Teatro Alessandra GalanteGarrone di Bologna. In scena i protagonistisono l’anziano Hamm, cieco econdannato a trascorrere i suoi giornisulla sedia a rotelle e Clov, il suo servo,dipendenti l’uno dall’altro ma in continuoconfl<strong>it</strong>to. La presenza dei vecchi gen<strong>it</strong>oridi Hamm, Nell e Negga, dentro a bidonidell’immondizia incombe sui due e fuorisembra non esistere più nulla. EmiliaRomagna teatro Fondazione, Teatro diRoma e Teatro Stabile Metastasio dellaToscana si sono un<strong>it</strong>i in una produzioneche saprà sicuramente distinguersi nelpanorama nazionale. Il cartellone prevedediverse rappresentazioni: il 1° aprile, dal6 al 10 aprile e dal 13 al 17 aprile alle21; l’11 e il 18 aprile alle 17Info: www.emiliaromagnateatro.comteatro

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