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Una storia ... tante voci! - Pro.Ges.

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Sin da piccola amavo stare in mezzo ai bambini, guidare i giochi dei più piccoli, osservarli…una voltacresciuta ho potuto fare la mia prima esperienza nell’oratorio della mia parrocchia come animatrice.Stare in mezzo ai bambini e interagire con loro mi dava gioia e soddisfazione ed è proprio in quegli anniche ho maturato l’idea di diventare educatrice di nido d’infanzia. Dopo sette anni di lavoro in due asili diParma sono approdata, nel 2006, al nido di Lesignano Bagni.All’inizio è stato strano passare da una realtà vasta e caotica come Parma al piccolo e tranquillo nido dipaese…ma pian piano, ridimensionando il mio modo di lavorare così diverso e grazie all’aiuto delle mienuove colleghe tra cui Fabiana e Onorina, mi sono lasciata avvolgere dalla semplicità dell’ambiente, dallatranquillità dei ritmi lavorativi e mi sono abituata molto presto a lavorare in un gruppo di bambini piùpiccolo e in un’atmosfera più intima e famigliare, non solo per quanto riguarda i rapporti con i bambini e iloro rispettivi genitori (che in questi anni sono stati splendidi) ma, anche per quel che riguarda le colleghecon le quali, a differenza delle grandi realtà come Parma, si sono instaurati rapporti più confidenziali e dicollaborazione. Ci si sente come in una piccola famiglia e questa complicità ci aiuta anche nel lavoro di tuttii giorni.Che dire, penso che questo nido sia una “piccola isola felice” sia per i bambini che lo vivono con i rispettivigenitori, che per le educatrici che hanno la fortuna di poterci lavorare.Considero il lavoro di educatrice come una vocazione; l’amore, la pazienza e la passione per i bambini nonsi acquisiscono, o le possiedi o non le possiedi e in questo mestiere sono indispensabili.Non penso che sia una professione facile la nostra, <strong>tante</strong> sono le responsabilità, le fatiche e le difficoltà maaltret<strong>tante</strong> sono le soddisfazioni e le gioie che questi piccoli bambini riescono a donarti.E’ bellissima l’evoluzione del rapporto che si instaura tra tata-bambino e tata-genitore: la diffidenza iniziale,la fiducia conquistata giorno dopo giorno e la complicità che il più delle volte si trasforma in affetto e stimareciproca.La bellezza di questo lavoro è sapere che ogni giorno sarà una scoperta, una conquista e un’emozionenuova!TATA NADIAAl grande gruppola tata Ila legge“La rabbia di Roberto”e chiede a Luca: cosa fa il tuo papà quando ti arrabbi?Luca: il papà mi dà il latte con le ciambelline

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