11.07.2015 Views

3. i vari tipi moderni di religiosità ed antireligiosità: da ... - STOQ

3. i vari tipi moderni di religiosità ed antireligiosità: da ... - STOQ

3. i vari tipi moderni di religiosità ed antireligiosità: da ... - STOQ

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>3.</strong> I VARI TIPI MODERNI DI RELIGIOSITÀED ANTIRELIGIOSITÀ: DA SPINOZA ANIETZSCHE<strong>3.</strong>1 B.Spinoza (1632-1677): La critica a Cartesio <strong>ed</strong> ifon<strong>da</strong>menti teoretici dell'ateismo (=immanentismo) moderno<strong>3.</strong>2 G.G.Leibniz (1646-1716): Il Dio garante dell'armoniaprestabilita e l'ontoteologia<strong>3.</strong>3 Il movimento deista inglese <strong>ed</strong> il suo influssosull'Illuminismo<strong>3.</strong>4 G.W.F.Hegel (1770-1881): La versione storicistadell'immanentismo naturalista spinoziano


<strong>3.</strong>5 L’ere<strong>di</strong>tà hegeliana [SF v.III, cap.6] Influenza <strong>di</strong> Hegel su tutto il pensiero europeo dell’800 e del ‘900:<strong>di</strong>ssoluzione del sistema hegeliano accentuazione <strong>di</strong> motivi particolaridel pensiero hegeliano attraverso lo storicismo:1. Nesso strettissimo storia-verità relativizzazione verità storicismo.2. Dissoluzione della nozione <strong>di</strong> natura umana in<strong>di</strong>viduale e immortale natura umana = espressione della sua storia e cultura.<strong>3.</strong> Concezione storico-<strong>di</strong>alettica del sapere accentuazion<strong>ed</strong>ell’<strong>ed</strong>ucazione storico-filosofica come sostituto dell’<strong>ed</strong>ucazione religiosa critica della religione. Sviluppo nella secon<strong>da</strong> metà dell’800 e durante tutto il ‘900 delle scienzelogico- matematiche (insiemistica, logica matematica, informatica) <strong>ed</strong>empiriche (fisiche, biologiche, psicologiche) recupero del neo-criticismokantiano attraverso il movimento neo-positivista crisi irreversibile dello2


storicismo nella secon<strong>da</strong> metà del ‘900 marginalizzazione della culturaeuropea continentale.<strong>3.</strong>6 L.Feuerbach (1804-1872): La reazione antropologista allafilosofia hegeliana [SF, v. III, cap. 7]<strong>3.</strong>6.1 Dalla teologia e <strong>da</strong>lla filosofia all’antropologia Riduzione della vecchia filosofia e teologia ad antropologia riportare allarealtà l’ultima grande filosofia speculativa, quella hegeliana.<strong>3.</strong>6.2 Critica alla religione Critica alla religione (Essenza del Cristianesimo): metodo <strong>di</strong>alettico +storico-genetico religione strutture dell’autocoscienza tendenzadella autocoscienza ad oggettivarsi e ad alienarsi religione = espression<strong>ed</strong>ell’alienazione dell’autocoscienza umana.3


Storia delle religioni come progressiva storia dell’inconscia alienazion<strong>ed</strong>ell’autocoscienza umana nei simboli religiosi formazione della filosofiaspeculativa moderna come progressiva coscientizzazione <strong>di</strong> questoprocesso <strong>di</strong> alienazione.<strong>3.</strong>6.3 Funzioni e limiti della filosofia speculativa moderna Solo nella <strong>moderni</strong>tà la filosofia si è costituita come filosofia speculativa,ovvero come <strong>di</strong>sciplina autonoma <strong>da</strong>lla scienza e <strong>da</strong>lla teologia. Merito della filosofia speculativa moderna, cominciata con Descartes econclusa con Hegel: aver fatto comprendere il carattere astratto,immanente e razionale del <strong>di</strong>o che la teologia cristiana concepiva comeDio, reale, trascendente e creatore. Proprio la Fenomenologia dello Spirito hegeliana ha insegnato che lacoscienza umana, nel processo storico-<strong>di</strong>alettico per ritrovare4


progressivamente se stessa, ha bisogno <strong>di</strong> alienarsi in qualcosa <strong>di</strong> altro <strong>da</strong>sé e considerato in<strong>di</strong>pendente <strong>da</strong> sé (= Dio). Età moderna, per questa presa <strong>di</strong> coscienza = età della negazione dellateologia. Idealismo t<strong>ed</strong>esco = apoteosi della ragione in quanto scoperta che verocontenuto delle religioni = strutture <strong>di</strong>alettiche e logiche della ragioneumana che in quelle religioni si è obbiettivata, alienata, per potersi finalmentecomprendere per ciò che veramente è. Ma filosofia speculativa crescente astrazione che raggiunge il suo max inHegel necessità <strong>di</strong> riferirsi alla concreta esistenza, sensibilità e attivitàdell’uomo, per superare l’astrattezza della filosofia speculativa e <strong>di</strong> quellahegeliana in particolare, e quin<strong>di</strong> per completare la sua critica dellareligione (“Hegel ha posto l’uomo a testa in giù, bisogna rimetterlo con ipie<strong>di</strong> per terra”).5


<strong>3.</strong>6.4 Sensibilità, amore e <strong>di</strong>alogo Riferimento alla concretezza e alla sensibilità non è <strong>da</strong> intendersi comeritorno all’empirismo contro l’idealismo della filosofia t<strong>ed</strong>esca error<strong>ed</strong>ell’empirismo è stato non riconoscere che la sensibilità umana non è soloatteggiamento conoscitivo, puramente passivo, ma coinvolge le attivitàdell’uomo e quin<strong>di</strong> le sue passioni, l’amore innanzitutto. Superamento dei limiti dello speculativismo rappresentazionista: realeextra-mentale può risultare in<strong>di</strong>fferente <strong>ed</strong> ad<strong>di</strong>rittura inesistente solo per chinon ama riferimento alla sensibilità nella concretezza del suo legame conle attività e le passioni umane soluzione del problema del realismo. Superamento dello stesso astrattismo del metodo <strong>di</strong>alettico logicospeculativo,quando si tenga presente che la <strong>di</strong>alettica, in quanto legata allaconcretezza e alla sensibilità, non è monologo del pensiero con se stesso,ma <strong>di</strong>alogo fra un io e un tu concreti.6


Non esiste in<strong>di</strong>vidualità umana singolare: l’essenza dell’uomo èintrinsecamente relazionale e <strong>di</strong>alogica fecon<strong>di</strong>tà della lezionefuerbachiana per la filosofia del ‘900 post-storicista. Ad essa si rifanno i movimenti filosofici del ‘900 della filosofia del <strong>di</strong>alogo(Buber, Calogero); dell’umanesimo post-marxista (Bloch, Garaudy) e dellostesso personalismo <strong>di</strong>alogico (Mounier).<strong>3.</strong>7 A. Schopenauer (1788-1860): La reazione volontarista allafilosofia hegeliana [SF, v. III, c. 11]<strong>3.</strong>7.1 Critica alla filosofia dell’identità hegeliana P. <strong>di</strong> partenza: critica alla versione idealista della filosofia kantiana assur<strong>da</strong> identificazione fra ideale e reale della filosofia hegeliana. Tale versione non tiene infatti conto della ra<strong>di</strong>ce volontarista delrappresentazionismo kantiano come effettivamente emerge nell’Appen<strong>di</strong>cealla Dialettica Trascendentale — e quin<strong>di</strong> nella Prima Introduzione alla7


Critica del Giu<strong>di</strong>zio, pubblicata postuma — dove Kant evidenzia il ruolocostitutivo dell’interesse volontà per la costituzione dei concetti e delleidee attualità e fon<strong>da</strong>tezza della lettura volontarista <strong>di</strong> Kant iniziatasi conSchopenauer e continuata in tutto il ‘900. Allo stesso tempo nella stessa filosofia hegeliana questo riferimento allavolontà è esenziale, laddove si ricor<strong>di</strong> che per Hegel m<strong>ed</strong>esimo “l’essenzadello Spirito è la libertà”. Il vero trascendentale moderno non è l’ “Io penso” dell’Illuminismo, ma l’“Io voglio” della post-<strong>moderni</strong>tà che ha in Schopenauer uno dei suoiprecursori.<strong>3.</strong>7.2 Il Mondo come Volontà e Rappresentazione Il mondo, inteso kantianamente come insieme <strong>di</strong> rappresentazioni, altro nonè che un prodotto della volontà la stessa autocoscienza che produce lerappresentazioni non è altro che espressione <strong>di</strong> una volontà universale eimpersonale.8


Autentico superamento dell’alienazione idealista fra fenoemeno e noumeno(Kant), fra io e non-io (Fichte), fra soggetto e oggetto (Hegel), consiste nelriconoscimento che tutta la realtà, autocoscienza inclusa, è prodotto dellavolontà universale (trascendentalismo volontarista) Il Mondo comeVolontà e Rappresentazione.<strong>3.</strong>7.3 In<strong>di</strong>viduazione, spazio e tempo La volontà universale come la sostanza spinoziana è fine a se stessa pessimismo metafisico tutti gli enti, uomo compreso, espressione dellavolontà universale e funzionali all’autoperpetuarsi della volontà stessa rapporto fra pessimismo metafisico <strong>di</strong> Schopenauer e <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong>. Rifiuto <strong>di</strong> ogni ottimismo legato al razionalismo illuminista = inutiletentativo <strong>di</strong> mascherare la realtà del dolore. Unico scopo della volontà è quella <strong>di</strong> perpetuare se stessa attraversol’amore per la vita dei singoli in<strong>di</strong>vidui tale amore è per loro sorgente <strong>di</strong>inesauribile dolore + dell’illusione della loro presunta autonomia.9


Necessità <strong>di</strong> un recupero dell’idealismo <strong>di</strong> Platone contro l’interpretazionerazionalista moderna dell’idealismo che fa delle idee il risultato <strong>di</strong> unprocesso <strong>di</strong> astrazione che ha nel concetto il suo passo interme<strong>di</strong>o fra lasensibilità e l’idea stessa. Infatti, l’unificazione del sensibile ad opera del concetto è solo estrinseca fra i concetti vale sempre la ricerca <strong>di</strong> nessi <strong>di</strong> ragione come fra le cosesensibili <strong>di</strong> nessi spazio-temporali e causali concetto è una sorta delprolungamento dell’in<strong>di</strong>viduazione sensibile e non può liberare <strong>da</strong>ll’illusion<strong>ed</strong>el molteplice. Critica del razionalismo scientifico attraverso il quale non si puòsuperare l’illusione dell’in<strong>di</strong>vidualità e della molteplicità del sensibile e quin<strong>di</strong>l’inganno della volontà universale.<strong>3.</strong>7.5 Il “genio” artistico e i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ascesa etica Solo il genio artistico inteso come facoltà non soggettiva può aiutare l’uomoa liberarsi effettivamente <strong>da</strong>ll’inganno della volontà massima11


espressione dell’arte si ha nella musica (Wagner) gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ascesa eticacome superamento dell’inganno della volontà che ha nell’egoismoin<strong>di</strong>vidualista la sua max espressione:1. Primo grado <strong>di</strong> ascesa etica si ha con la giustizia = primo passo verso ilsuperamento dell’egoismo, pur tuttavia ancora legato alla molteplicitàdelle rappresentazioni sensibili e dei loro nessi. Culmine della giustizia non è quella dello Stato etico, incontrapposizione a quella in<strong>di</strong>viduale, ma una sorta <strong>di</strong> visione <strong>di</strong>vinadella giustizia che si eleva a livello universale al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutte le<strong>di</strong>stinzioni e contingenze anche storiche.2. Secondo grado <strong>di</strong> ascesa etica si ha con la compassione quandol’uomo ha superato ogni <strong>di</strong>stinzione fra il proprio e l’altrui dolore e i èormai elevato ad una visione realmente universale al dramma deldolore in quanto prodotto della volontà universale e del suo ingannoattraverso l’amore per la vita visione ripresa <strong>da</strong>l Leopar<strong>di</strong> nella suapoesia.12


<strong>3.</strong> Terzo grado <strong>di</strong> ascesa etica si ha con la negazione ascetica <strong>di</strong> ognidesiderio e dello stesso desiderio <strong>di</strong> vivere culmine dell’ascesa eticanella negazione della volontà e del suo inganno a. Vicinanza all’ideale <strong>di</strong> perfezione delle filosofie orientali comenegazione <strong>di</strong> qualsiasi pensiero e attività.b. Esaltazione del suici<strong>di</strong>o come affermazione <strong>di</strong> somma libertà.<strong>3.</strong>7.6 Il nichilismo negativo “Non più volontà, non più rappresentazione, non più mondo” culmin<strong>ed</strong>ell’ascesi morale è una sorta <strong>di</strong> conoscenza negativa assoluta che moltoappropriatamente Nietzsche definirà <strong>di</strong> nichilismo negativo percontrapporla alla sua visione del nichilismo positivo. Sarà questa visione positiva del nichilismo, come “trans-valutazione” <strong>di</strong>tutti i valori della vecchia morale (Al <strong>di</strong> là del bene e del male), cheinfluenzerà in maniera decisiva il pensiero del ‘900, facendo <strong>di</strong> Nietzsche inassoluto il filosofo più stu<strong>di</strong>ato e seguito dell’età contemporanea.13


<strong>3.</strong>8 F. Nietzsche (1844-1900): La reazione nihilista allafilosofia hegeliana [SF, v. III, c. 12]<strong>3.</strong>8.1 Il concetto <strong>di</strong> nichilismo negativo Inizio della carriera universitaria <strong>di</strong> Nietzsche come docente <strong>di</strong> filologiaclassica all’Università <strong>di</strong> Basilea La nascita della trage<strong>di</strong>a greca nellospirito della musica (1872) sotto l’influenza <strong>di</strong> Schopenauer. Analisi della crisi della civiltà europea, civiltà che ha nella nascita dellatrage<strong>di</strong>a greca le sue ra<strong>di</strong>ci più lontane. Due componenti all’origine dellatrage<strong>di</strong>a greca, come tentativo <strong>di</strong> risposta alla tragicità del reale:1. Elemento <strong>di</strong>onisicaco: sentimento estatico che trascende i limiti dolorosidell’in<strong>di</strong>vidualità e porta all’identificazione con la totalità del reale (simileal genio <strong>di</strong> Schopenauer).2. Elemento apollineo: espressione chiara e luminosa ma fr<strong>ed</strong><strong>da</strong> eimpersonale nell’armonia dell’opera d’arte della percezione oscura dellatragicità del reale.14


Euripide: tentativo <strong>di</strong> sostituire il <strong>di</strong>onisiaco e <strong>di</strong> impiantare il <strong>di</strong>namismodella trage<strong>di</strong>a sulla trasgressione alla legge morale sostituzione anch<strong>ed</strong>ell’elemento apollinneo col fr<strong>ed</strong>do intellettualismo <strong>di</strong> una visione moralistadella realtà come illusoria me<strong>di</strong>cina del dolore dell’esistenza. Socrate: nascita della visione socratica come inizio del fattore essenziale<strong>di</strong> crisi della civiltà europea, ovvero il suo nichilismo negativo <strong>di</strong> “No” allavita in nome <strong>di</strong> un astratto razionalismo moralista. In fondo Socrate è un’idealista fallito che per giustificare il suo fallimentoesistenziale, si consola con un astratto moralismo, così <strong>da</strong> trovare in essouna pseudo-giustificazione razionale al proprio fallimento (la vita non mi dàquello che desidero, allora le nego valore), fino ad arrivare all’apice <strong>di</strong> questaalienazione col suici<strong>di</strong>o cui fu costretto come coronamento della suafallimentare esistenza. Ulteriore ra<strong>di</strong>calizzazione <strong>di</strong> questa visione, che costituisce la vera malattiastorica della civiltà europea e la ra<strong>di</strong>ce della sua decadenza, con il15


platonismo, un sistema metafisico costruito <strong>da</strong> Platone per giustificare ilmoralismo socratico e il suo “no” alla vita. Distacco <strong>di</strong> Nietzsche <strong>da</strong> Schopenauer e <strong>da</strong>lla sua visione neo-platonicain cui Nietzsche v<strong>ed</strong>e la ra<strong>di</strong>ce del suo nichilismo negativo.<strong>3.</strong>8.2 La malattia storica La falsa me<strong>di</strong>cina del “no alla vita” basato sull’astratto moralismo socraticoplatonicora<strong>di</strong>ce originaria della crisi della cultura europea e dell’epoca<strong>di</strong> decadenza (=malattia storica) che essa attualmente vive. Sintomo, manifestazione <strong>di</strong> questa malattia è la mentalità storica(<strong>di</strong>stinzione natura-storia) che pervade questa civiltà (e che non si ritrovanelle culture non-europee, quelle orientali innanzitutto) suo apice nellafilosofia moderna e nello storicismo hegeliano. Tale malattia storica e lasua mentalità si manifestano in due mo<strong>da</strong>lità principali:1. Atteggiamento monumentale: storia = modello cui rifarsi (historiamagistra vitae)16


2. Atteggiamento antiquario: conservazione del passato conservatorismo dello statu quo (Cfr. destra hegeliana). Contro tali atteggiamenti della malattia storica occorre sviluppare un ulterioreatteggiamento verso la storia:<strong>3.</strong> Atteggiamento critico: rifiuto della storia e della sua malattia <strong>di</strong>nichilismo negativo liberare le energie vitali inibite <strong>da</strong> millenni definizione <strong>di</strong> nuovi valori.<strong>3.</strong>8.3 Critica del Cristianesimo e passaggio al nichilismo positivo Questo atteggiamento critico va esercitato soprattutto verso il Cristianesimo= prosecuzione del platonismo e max espressione della falsa morale delnichilismo negativo basata sul no alla vita, una morale che ha in Dio e nelDio della Croce la sua max espressione e il suo fon<strong>da</strong>mento assoluto etrascendente civiltà europea e la sua attuale crisi.17


Questa crisi ha la sua max espressione nella “morte <strong>di</strong> Dio” nella culturaattuale e dell’imme<strong>di</strong>ato futuro (dei sec. XX-XXI, profetizzava Nietzsche)crisi della cultura giu<strong>da</strong>ico-cristiana nichilismo negativo e decadente. Questa crisi può però <strong>di</strong>ventare sintomo <strong>di</strong> una rinascita se, attraverso lanegazione dei vecchi valori della civiltà prec<strong>ed</strong>ente affermazione <strong>di</strong>nuovi valori basati sul “Sì” alla vita (= valori positivi) nichilismopositivo come atteggiamento che si pone “Al del bene e del male”.<strong>3.</strong>8.4 La “transvalutazione dei valori” e il superuomo Questa negazione dei valori per affermarne <strong>di</strong> nuovi processo <strong>di</strong>trasvalutazione dei valori critica alla metafisica come teoria deifon<strong>da</strong>menti ontologici e teologici della morale unico fon<strong>da</strong>mento èassenza <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>mento. Riconoscimento che fon<strong>da</strong>zione dei valori è la volontà <strong>di</strong> potenza volontà <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> felicità che caratterizza ogni vivente ognuno si può fareil suo sistema <strong>di</strong> valori me<strong>di</strong>ante il quale <strong>di</strong>re “sì” alla vita ruolo della18


f<strong>ed</strong>e come insieme <strong>di</strong> convinzioni che ognuno si può liberamente creare percostruirsi il proprio sistema <strong>di</strong> valori vivere al meglio la propria esistenza negazione della logica e della metafisica: “l’importante è tener per veroqualcosa, non che qualcosa sia vero”. Ideale del superuomo come colui che vive questo nuovo inizio del pensieroe dell’azione liberazione delle potenzialità <strong>di</strong> vita finora mortificate.<strong>3.</strong>8.5 Una critica costruttiva a Nietzsche: verso il superamentodel formalismo etico kantiano1. Il formalismo etico kantiano Nella Critica della Ragion Pura Kant cerca il fon<strong>da</strong>mento trascendental<strong>ed</strong>ell'universalità e necessità dell'azione morale. Distinzione fra forma e materia dell'azione morale dove la forma dell'azionee non il contenuto della m<strong>ed</strong>esima (cioè l'oggetto concreto della scelta) è ilfon<strong>da</strong>mento della moralità dell'atto. Ora, ciò che <strong>di</strong>stingue l'atto morale <strong>da</strong> quello non-morale è che:19


a. Mentre per il secondo l'agire <strong>di</strong>pende <strong>da</strong>l contenuto dell'atto, per cuiscelgo un determinato oggetto in funzione del piacere che mi provoca soggettività dell'atto;b. Per il primo l'azione <strong>di</strong>pende <strong>da</strong>l principio formale dell'atto che deveinformare la volontà intesa come “generica facoltà del desiderare”.Tale principio è quello del dovere, fon<strong>da</strong>mento <strong>di</strong> una necessitàoggettiva <strong>ed</strong> universale dell'atto m<strong>ed</strong>esimo (= "agisici secondo quellanorma che potrebbe essere elevata a legge universale dell'agire"). Agire morale = agire secondo ragione = agire secondo principi universali =agire secondo principi puramente formali. Quin<strong>di</strong> come le "forme categoriali" vuote che devono essere riempite <strong>di</strong>"contenuto" empirico <strong>di</strong>pendevano <strong>da</strong>lla "categoria delle categorie" che è laformalità pura dell'autocoscienza, dell'"Io penso puro" (Ich denkeüberhaupt), così la formalità delle norme morali che deve informare ilcontenuto "materiale" delle scelte concrete contingenti <strong>da</strong>ndo ad esse la20


<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> atti morali è la formalità pura del dovere per il dovere, dell'imperativo categorico vuoto <strong>di</strong> ogni contenuto concreto.2. La critica <strong>di</strong> Nietzsche: verso il recupero dell’intenzionalità È indubbio che Nietzsche è il filosofo della post-<strong>moderni</strong>tà, il più stu<strong>di</strong>atoe seguito, soprattutto a partire <strong>da</strong>lla secon<strong>da</strong> metà del ‘900. Grandeinfluenza anche sulla cultura cristiana, sia protestante che cattolica. Due caratteristiche della critica alla morale, alla religione e alla culturatra<strong>di</strong>zionali in Nietzsche:1. Critica del formalismo dell’etica kantiana (il dovere per il dovere) innome <strong>di</strong> una riscoperta implicita del fon<strong>da</strong>mento intenzionale dell’attomorale (il dovere per il volere: se voglio raggiungere uno scopo, alloradevo…) che per Nietzsche si manifesta come rifiuto <strong>di</strong> una fon<strong>da</strong>zionerazionale della morale (erroneamente identificata col formalismo econtrapposta platonicamente coll’istinto) in nome del recupero <strong>di</strong> unavalutazione positiva dell’istintività (=desiderio <strong>di</strong> felicità).21


2. Critica dell’alleanza fra formalismo etico e destra hegeliana religiosa,<strong>tipi</strong>ca <strong>di</strong> certo protestantesimo e cattolicesimo t<strong>ed</strong>esco <strong>tipi</strong>co della fine delsecolo XIX e cui Nietzsche fu <strong>ed</strong>ucato <strong>da</strong>l padre, pastore protestantetra<strong>di</strong>zionalista. Successiva riflessione in campo filosofico-morale e teologico del ‘900 per unrecupero creativo della tra<strong>di</strong>zione (post-moderno costruttivo e antinihilista):1. In filosofia, recupero della visione intenzionale della morale (dovere per ilvolere) su base fenomenologia. Cfr. Max Scheler e la sua eticamateriale (contenutistica vs. formale) dei valori.2. In teologia sul recupero creativo delle fonti, biblica innanzitutto, e quin<strong>di</strong>della patristica alto-me<strong>di</strong>evale, recupero culminato nel cattolicesimonell’insegnamento del Concilio Vaticano II. Sintetizzando amb<strong>ed</strong>ue (Cfr. G. BASTI, Filosofia dell’uomo, ESD Bologna,1995 (2003 2 )): Non esiste solo istintività biologica nell’uomo esiste anche, a22


<strong>di</strong>fferenza dell’animale, “l’istinto razionale” o “spirituale”, come lo definivano ime<strong>di</strong>evali, il desiderio della perfetta e imperitura felicità. Ovvero: il falso p.d.p. del formalismo etico kantiano è l’assur<strong>da</strong> definizion<strong>ed</strong>ella volontà come “facoltà <strong>di</strong> desiderare in generale”. Critica fenomenologia:come non esiste la “facoltà <strong>di</strong> pensare in generale” (l’io penso e basta (Ichdenke überhaupt) <strong>di</strong> Descartes-Kant, così non esiste solo l’”io voglio ebasta”, si pensa e si vuole sempre qualcosa. Ciò che definisce l’estensione infinita della volontà umana come facoltà <strong>di</strong>desiderare è dunque per la patristica cristiana me<strong>di</strong>evale (Agostino eTommaso in particolare) il desiderio della perfetta e imperitura felicità. Distinzione fra gli uomini nasce dunque solo <strong>da</strong> quello che ciascunodefinisce essere il valore sommo su cui orientare il proprio sistema <strong>di</strong> valori scelte doveri (norme), perché, più o meno consapevolmente, e conuna scelta che comunque sarà sempre <strong>di</strong> f<strong>ed</strong>e, <strong>di</strong> convinzione esistenzialeprofon<strong>da</strong> (laica o religiosa che sia: a fide incipit homo), per quantomotivabile razionalmente essa possa essere, si ritiene che solo il23


aggiungimento <strong>di</strong> questo bonum potrà garantirmi la felicità (= opzionefon<strong>da</strong>mentale dei moralisti post-<strong>moderni</strong>). Impostato così il problema è evidente che la fonte della perfetta felicità (ilcosiddetto “sommo bene” della patristica) e della normatività morale che neconsegue, per definizione, non può identificarsi con alcun bene contingentee quin<strong>di</strong> può essere ragionevolmente identificato solo con un BeneAssoluto trascendente. Riconciliazione costruttiva fra ragione eistinto <strong>di</strong> felicità, fra ME e post-<strong>moderni</strong>tà…<strong>3.</strong>9 S. Kierkegaard (1813-1855): La reazione fideista allafilosofia hegeliana [SF, v. III, c. 13]<strong>3.</strong>9.1 Critica a Hegel e nozione <strong>di</strong> esistenza umana Inizio <strong>di</strong> un recupero post-moderno del sentimento religioso cristiano legatoalla filosofia <strong>di</strong> S. Kierkegaard, sebbene in chiave eccessivamente fideista24


duplice critica al razionalismo e al moralismo: la f<strong>ed</strong>e oltre non solo laragione, ma anche la morale. Inizio della filosofia kierkegaar<strong>di</strong>ana nozione della tensione irriducibile fraCristianesimo autentico (intervento <strong>di</strong> Dio salvezza del singolo) efilosofia sistematica (in particolar quella hegeliana). Limite della filosofia sistematica è il suo astrattismo vs. attenzioneall’esistenza nozione <strong>di</strong> esistenza umana come nucleo <strong>di</strong> possibilità <strong>da</strong>realizzarsi me<strong>di</strong>ante le proprie scelte attraverso gra<strong>di</strong> irriducibilmenteopposti ( esistenza autentica e non-autentica: inizio del movimentoesistenzialista).<strong>3.</strong>9.2 I tre gra<strong>di</strong> dell’esistenza umana Tre gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> esistenza non-autenticaautentica:1. Grado estetico: max <strong>di</strong> non-autenticità perché considera lecontrad<strong>di</strong>zioni della vita come episo<strong>di</strong> accidentali ideale <strong>di</strong> vitafrivola basata sulla ricerca <strong>di</strong> piaceri imme<strong>di</strong>ati con<strong>da</strong>nna alla25


insod<strong>di</strong>sfazione e alla <strong>di</strong>sperazione quando le contrad<strong>di</strong>zioni e doloridella vita <strong>di</strong>ventano necessariamente isnsuperabili (para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> questogrado <strong>di</strong> esistenza non autentica è Don Giovanni).2. Grado etico: primo passo per il superamento dell’esistenza nonautenticae del suo carattere in<strong>di</strong>vidualistico e episo<strong>di</strong>co attraverso lacontinuità universale <strong>di</strong> azione, <strong>di</strong> scelta e <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> scelta tentativo<strong>di</strong> <strong>da</strong>re un perché al dolore sottoponendosi ad una regola universale,accogliendo la contrad<strong>di</strong>zione come sacrificio necessario per trionfaresull’illusorietà della passione, sul suo in<strong>di</strong>vidualismo e sulla <strong>di</strong>sperazioneche ne consegue (para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> questo grado <strong>di</strong> esistenza è l’uomosposato).<strong>3.</strong> Grado religioso: max della esistenza autentica, perché l’uomo chiamatoa decidere dell’Assoluto fine della serenità razionale basatasull’eticità interrogativo religioso carattere paradossal<strong>ed</strong>ell’esistenza religiosa religiosità oltre la morale perché Dio richi<strong>ed</strong>eazioni che vanno non solo oltre la ragione, ma anche oltre la legge26


morale (para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> questo grado <strong>di</strong> esistenza è Abramo e la richiesta<strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> sacrificare Isacco).<strong>3.</strong>9.3 Libertà umana e relazione con Dio Carattere paradossale dell’esistenza religiosa legata al fatto che nella sceltapro o contro Dio l’uomo chiamato a esercitare la libertà al max livello angoscia. Dopo il peccato libera scelta dell’uomo, l’angoscia legata alla scelta pro ocontro <strong>di</strong> Dio si manifesta come vertigine della libertà ovvero comeirresistibile richiamo alla per<strong>di</strong>zione (simile all’abisso nella sensazione <strong>di</strong>vertigine) come tentazione dell’uomo <strong>di</strong> porsi come assoluto al posto econtro Dio. Interpretazione esistenzialista del peccato originale non in quanto legatoad un fatto storico, ma ad una categoria dell’esistenza umana nella suaricerca dell’esistenza autentica.27


Lettura religiosa <strong>di</strong> <strong>tipi</strong>che categorie della filosofia esistenzialista — cheHeidegger definirà come “esistenziali” della vita umana — quali la nozionestessa <strong>di</strong> esistenza, esistenza autentica/inautentica, colpa, angoscia,etc.28

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!