Agorà n. 49 marzo 2012<strong>Dalla</strong> <strong>parte</strong> <strong>del</strong> <strong>bambino</strong>neonati in condizioni stabili e che hanno un pesotra 1200 e 2199 grammi. È altre sì raccomandatol’utilizzo di un’incubatrice a doppia parete conun’alta percentuale di umidità, e temperatura similea quella <strong>del</strong>l’utero per i neonati che non necessitanodi stabilizzazione respiratoria per i quali sonopiù indicate incubatrici che abbiano un riscaldatoreradiante. Pone l’accento inoltre sulla necessità diregolazione <strong>del</strong>la temperatura <strong>del</strong>la sala parto osala operatoria, spesso impostata per il confortdegli operatori. Nel 2010, un articolo mette in evidenzala revisione <strong>del</strong>le pratiche di rianimazioneneonatale in funzione <strong>del</strong>l’attuazione di un piano dimiglioramento <strong>del</strong>la qualità, filmando le rianimazionineonatali e tra le metodiche implementaterisulta l’utilizzo dei sacchetti di polietilene nei neonatidi e.g.
22<strong>Dalla</strong> <strong>parte</strong> <strong>del</strong> <strong>bambino</strong>avere una perdita di acqua transepidermica (TEWL)di almeno 4ml/kg/ora, con significativa perdita dicalore per evaporazione legata all’immaturità <strong>del</strong>lostrato corneo. Ridurre le TEWL significa ridurre lealterazioni elettrolitiche e la perdita di calorie. Poneinoltre l’accento sul problema <strong>del</strong>lo sviluppo di infezionilegate all’alto tasso di umidità e arriva allaconclusione che nei neonati con e.g. inferiore a 28settimane mantenere l’umidità l’85% per 7 giorni ediminuire <strong>del</strong> 5% ogni giorno quando la temperaturaè stabile, in quelli tra le 28 e le 30 settimane partiresempre dall’85% e iniziare a ridurre l’umiditàsempre <strong>del</strong> 5% a 24 ore se la temperatura è stabile.Danno indicazioni di utilizzare acqua sterile, dinon aggiungere acqua <strong>nel</strong> contenitore ma svuotarlo,lavarlo e asciugarlo prima di riempirlo nuovamente,pulire quotidianamente l’incubatrice e sostituirlasettimanalmente. (28) Nel 2008 Il Nord Est(Inghilterra) Benchmarking Group neonatale (ERBG)ha emanato linee guida per la gestione <strong>del</strong>l’umidità<strong>nel</strong>le incubatrici e afferma che tutti i neonati sottole 30 settimane di e.g. devono essere messi in incubatricea doppia parete, con umidificazione, allatemperatura di 35°(termoneutralità) devono essereavvolti, alla nascita in sacchetti di polietilene finoalla stabilizzazione e al raggiungimento <strong>del</strong>l’umiditàstabilita, utilizzare acqua sterile, il contenitoredeve essere svuotato e riempito ogni 24 ore. Per ineonati sotto le 26 settimane di e.g. mantenerel’umidità all’80% per quattro settimane, mentre trale 27 e le 30, 807 per due settimane; al termine diquesto periodo la cheratinizzazione dovrebbeessere completata e l’umidità può essere ridottagradualmente fino al 30% se la temperatura rimanestabile. Il livello di umidità va calcolato anche inrapporto ai livelli di sodio, per cui è necessario unbilancio idrico una- due volte al giorno e valutandola diuresi con la pesatura dei pannolini. Consigliainoltre di eseguire tampone cutaneo settimanalefino a maturazione <strong>del</strong>la cute. In caso di ipotermia,controllare il fissaggio <strong>del</strong>la termosonda, cambiarela biancheria se umida, aumentare l’umidità,aumentare la temperatura, applicare sacchetti dipolietilene, se in ventilazione assistita. In caso diipertermia, oltre al controllo <strong>del</strong>la termosonda,ridurre temperatura e umidità, considerare la possibilitàdi infezione. Per mantenere l’umidità,controllareil livello di acqua, controllare la temperatura<strong>del</strong> macroambiente e limitare le correnti d’aria.Sostituire l’incubatrice settimanalmente ma se lecondizioni non lo consentono, rimandare fino a duesostituendo almeno il contenitore <strong>del</strong>l’acqua.Sostituire il filtro <strong>del</strong>l’aria ad ogni paziente.(29) Nel2009 è stata emessa una revisione Cochrane (protocol)a tutt’oggi rimasta invariata in cui si sottolineache la gestione <strong>del</strong>la termoregolazione <strong>nel</strong> <strong>neonato</strong>pretermine è un aspetto molto problematico inquanto ogni millilitro di acqua che evapora dallapelle risulta pari alla perdita di 560 calorie. Per ottenerel’omeostasi è necessario creare un ambientetermico neutro cioè in cui il <strong>neonato</strong> non debbaincrementare il fabbisogno di ossigeno per mantenerela temperatura compresa nei range di normalità.La sola fonte di calore irradiante non è sufficientein quanto non limita la perdita di acquaattraverso la cute. È ottimale l’utilizzo di incubatriciche riscaldino l’ambiente per convezione per creareun microclima ideale…la stabilità termica èspesso ottenibile con un microclima umidificato. Lacute dei neonati gravemente prematuri, essendomolto sottile, permette una maggior dispersione diacqua. La 30 a settimana di vita extrauterina costituisceuna tappa importante <strong>nel</strong>la maturazione <strong>del</strong>lapelle. I neonati gravemente prematuri hanno unaumentato rischio di sepsi per uno scarso sviluppo<strong>del</strong>la barriera cutanea, uno stato di immunodeficienza,un aumentato numero di procedure invasive;un ambiente eccessivamente umidificato puòaumentare i rischi di infezioni nosocomiali.Secondo questa revisione vanno fatti studi per definireil livello ottimale di umidità <strong>nel</strong>le incubatrici. (30)Un articolo pubblicato su Pediatrics <strong>nel</strong> 2008 po<strong>nel</strong>’accento sull’importanza <strong>del</strong>la cura dei neonatipretermine in un’incubatrice umidificata ma altrettantosull’attenzione da riservare alle rettificheaggiuntive <strong>nel</strong> bilancio idrico. (31) Sempre <strong>nel</strong> 2008Journal of Obstetric, Gynecologic, & NeonatalNursing <strong>del</strong>l’ Association of Women’s Health,Obstetric and Neonatal Nurses and the NationalAssociation of Neonatal Nurses pubblica uno studioprospettico randomizzato che confronta lemetodiche di impostazione <strong>del</strong>l’umidità programmatatramite un calcolo informatizzato <strong>del</strong>l’umiditàin base ai giorni di vita e impostata dalle infermiereper definirne l’influenza sull’incidenza <strong>del</strong> peso econclude che la programmazione tramite compiuternon riduce il numero di giorni per l’incremento dipeso. (32) È <strong>del</strong> 2009 uno studio effettuato su 26 tinaustraliane che indaga con un questionario sullapratica di impostazione <strong>del</strong>l’umidità <strong>nel</strong>le incubatri-Agorà n. 49 marzo 2012