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sono invece rispettivamente riconducibili<br />
a Ipsicle di Alessandria (II sec. a.C.) e<br />
Isidoro di Mileto (VI sec.). Clavio decise<br />
di aggiungere come sedicesimo libro<br />
un trattato di François de Foix, conte di<br />
Candalle (1502-1594), sui solidi regolari.<br />
Dato il fine pedagogico e pratico che<br />
si era prefissato, egli volle fornire una<br />
nuova versione più accessibile del testo<br />
di Euclide (pur rimanendo molto fedele al<br />
dettato originale), facendo ampio ricorso<br />
all’uso di diagrammi e producendo un<br />
vastissimo commento ricco di citazioni<br />
da tutti i principali autori non solo<br />
dell’antichità e del medioevo arabo, ma<br />
anche del Rinascimento. Non rinunciò<br />
poi neppure ad entrare nel dettaglio di<br />
numerose dispute e controversie del<br />
tempo, che furono successivamente<br />
aggiornate ed ampliate nella seconda<br />
e più ambiziosa edizione del 1589 (cfr.<br />
F.A. Homann, Cristophorus Clavius and<br />
the Renaissance of Euclidean Geometry, in:<br />
“Archivum Historicum Societatis Jesu”, 52, 1983, pp. 233-246; inoltre S. Rommevaux,<br />
Clavius, une clé pour Euclide au XVI e siècle, Paris, 2005, passim).<br />
Nato a Bamberga nel 1538 (o secondo alcuni nel ’37), Christoph Klau entrò nella<br />
Compagnia di Gesù nel 1555. L’anno seguente fu mandato a studiare a Coimbra. Nel<br />
1560 si trasferì a Roma per terminare gli studi di teologia presso il Collegio Romano.<br />
Nel 1564 iniziò ad insegnare nello stesso collegio, riuscendo a convincere i dirigenti<br />
dell’Ordine ad introdurre l’insegnamento della matematica e della geometria nei<br />
programmi di studio dell’università. A parte un biennio passato a Napoli, rimase per<br />
tutta la vita ad insegnare a Roma, dove morirà nel 1612.<br />
Nel 1579 fu nominato primo matematico nella commissione per la riforma del calendario<br />
voluta da papa Gregorio XIII. Nel 1581 pubblicò un autorevole commento alla Sfera del<br />
Sacrobosco, destinato anch’esso ad avere un notevole successo. Fu soprattutto grazie al<br />
Clavio che nel 1599 la matematica fu inserita nella Ratio studiorum (cfr. D.C. Smolarski,<br />
The Jesuit ‘Ratio Studiorum’, Christopher Clavius, and the Study of Mathematical Sciences in<br />
Universities, in: “Science in Context”, 2002, 15, pp. 447-457). Fu sempre Clavio a fare del<br />
Collegio Romano uno dei maggiori centri di studio della matematica del suo tempo. In<br />
corrispondenza con alcuni dei maggiori matematici della sua epoca o comunque ben<br />
al corrente dell’attività di autori come Nicolò Tartaglia, Girolamo Cardano, Federico<br />
Commandino (la cui edizione di Euclide apparsa a Pesaro nel 1572 fu da lui ampiamente<br />
utilizzata) e Giovanni Battista Benedetti, Clavio venne tuttavia soprattutto influenzato<br />
dall’opera di Francesco Maurolico (cfr. J.M. Lattis, Between Copernicus and Galileo.<br />
Christoph Clavius and the Collapse of Ptolemaic Cosmology, Chicago, 1994, pp. 1-29).<br />
Edit16, CNCE18360; Adams, E-985; De Backer-Sommervogel, II, p. 1214, nr. 2.<br />
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