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dalla particolare prospettiva che gli veniva attraverso la tradizione vitalistica della<br />
filosofia meridionale. I Progymnasmata lasciano intravedere le direzioni verso le quali<br />
si sarebbe avviata la riflessione a lui successiva: un monismo materialistico variamente<br />
contesto con l’atomismo, lo scetticismo sperimentalistico, la possibilità di una nuova<br />
metafisica nella teoria della mens» (D.B.I., s.v.).<br />
Tommaso Cornelio nacque a Rovito (CS) nel 1614. Dopo i primi studi compiuti a<br />
Cosenza presso i gesuiti, si trasferì a Roma, dove tra il 1637 e il 1643, in stretto contatto<br />
con Michelangelo Ricci, si dedicò alla medicina. Da alcune sue lettera indirizzate a<br />
Marco Aurelio Severino, che insegnava anatomia a Napoli, si apprende che egli<br />
risiedette per un periodo a Firenze intorno al 1644 e poi a Bologna verso il 1647, città<br />
nelle quali ebbe modo di venire in contatto con Evangelista Torricelli e Bonaventura<br />
Cavalieri. La formazione del Cornelio, in gran parte basata sul pensiero dei grandi<br />
naturalisti calabresi, ossia Bernardino Telesio, Tommaso Campanella e Marco Aurelio<br />
Severino, si arricchì così del contributo di due grandi esponenti della scuola galileiana.<br />
Nel 1644 fu anche per un certo tempo a Roma, godendo della protezione di Cassiano<br />
Dal Pozzo. Dal 1650 decise di trasferirsi a Napoli, insegnando privatamente fino al ‘53,<br />
anno in cui ottenne la cattedra di matematica istituita dal viceré Ofiate appositamente<br />
per lui su pressione di Francesco D’Andrea. Successivamente passò alla cattedra di<br />
medicina teoretica, unendo l’esercizio professionale alla ricerca e all’insegnamento.<br />
Dal suo arrivo a Napoli Cornelio dichiarò guerra alla scolastica, introducendo in città<br />
il pensiero dei “moderni”, quali Galilei, Descartes, Gassendi, Harvey e Gilbert. La<br />
peste del 1656 lo costrinse a rinviare il progetto di pubblicazione dei Progymnasmata,<br />
intorno al quale lavorava già da anni in collaborazione con gli amici Leonardo Di<br />
Capua, Giovanni Battista Capucci, Lucantonio Porzio ed altri. L’opera era finalmente<br />
pronta nel 1661, ma la pubblicazione tardò ancora due anni. Nel frattempo il gruppo di<br />
studiosi che ruotava intorno alla figura del Cornelio si organizzò in una vera e propria<br />
accademia, cui fu dato il nome di Accademia degli Investiganti. Essa fu in contatto con<br />
l’Accademia del Cimento e con la Royal Society di Londra, ma rimase in vita per soli<br />
sei anni, durante i quali furono condotti numerosi esperimenti di fisica, meccanica ed<br />
idrodinamica (cfr M.H. Fisch, L’Accademia degli Investiganti, in: “De Homine”, 27-28,<br />
1968, pp. 17-78).<br />
Parallelamente alla chiusura dell’Accademia degli Investiganti, voluta dal viceré,<br />
si ebbe una diaspora dei membri del gruppo. Il Cornelio fece un viaggio in Puglia<br />
nel 1670. Nel 1674 entrò in corrispondenza con Marcello Malpighi nella speranza di<br />
ottenere una cattedra di medicina pratica a Padova, ma il progetto non si concretizzò.<br />
Nel 1676 si ritirò da ogni attività ed andò a vivere in una casa fuori Napoli. Negli<br />
ultimi anni, insieme ai vecchi compagni, dovette anche subire un attacco inquisitorio,<br />
che sfociò poi nel cosiddetto “processo agli ateisti”. Cornelio morì a Napoli nel 1684<br />
(cfr. M. Torrini, Tommaso Cornelio e la ricostruzione della scienza, Napoli, 1977, passim).<br />
Catalogo unico, IT\ICCU\UFIE\002446; Krivatsy, 2740; OCLC, 16003639. € 2.500,00<br />
4) CORPUS INSTITUTIONUM SOCIETATIS IESU. Antwerp, Jan van Meurs, 1635<br />
(tranne l’ultima opera che è datata 1665).<br />
15 opere (di 17) rilegate in 8 volumi in 8vo (cm 15,5). Legatura coeva in piena pergamena<br />
rigida, tasselli sui dorsi con titoli e numerazione manoscritta dei tomi (la legatura<br />
dell’ultimo volume, essendo l’unico non del 1635, è leggermente differente). Emblema<br />
dei Gesuiti sui frontespizi. Alcuni volumi un po’ bruniti, alone chiaro alla fine del<br />
secondo tomo, per il resto set molto omogeneo e ben conservato.