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16) MORO, Maurizio (fl. XVI-XVII sec.). Giardino de’ madrigali del Costante Academico<br />
Cospirante… Venezia, Giovanni Battista Bonfadino, 1593.<br />
In 12mo (cm 13,5); pergamena semirigida coeva con tassello e titolo in oro al dorso<br />
(mancano i legacci); pp. (48), 222, (18). Marca tipografica al titolo. Ottima copia fresca<br />
e marginosa.<br />
RARA PRIMA EDIZIONE, dedicata dall’autore<br />
al duca di Mantova Vincenzo Gonzaga (in data<br />
Venezia, 14 aprile, 1593), di questa poco nota<br />
raccolta di madrigali divisa in tre parti. La prima<br />
parte contiene 143 componimenti, la seconda 142,<br />
la terza infine 154. Ciascun madrigale è introdotto<br />
da un breve testo esplicativo.<br />
Inserita tra i vari componimenti preliminari in lode<br />
dell’opera e dell’autore, si trova un’interessante<br />
nota ai lettori, che merita di essere trascritta<br />
quasi integralmente: «Fiorirono (benigni Lettori)<br />
ne’ primi secoli, con l’Arti, et scientie più belle,<br />
molti Poeti, che arricchirono la Greca, et Latina<br />
Poesia di Maravigliosi componimenti;[…] Poscia<br />
di là partendo, vengo ai primi Autori de la<br />
Thoscana Poesia, tra quali coloro che la posero<br />
in seggio, et la innalzarono a le stelle, mi si<br />
rappresentano innanti a gli occhi; come l’amoroso<br />
Petrarca, il Profondo Dante, et il Boccaccio, ne<br />
le prose sempre florido, poetico, et vago: taccio<br />
gli rimatori Provenzali, perché diedero poco<br />
splendore a la volgare favella. Dopo ci diede la<br />
natura amorevole Madre, quando era rafreddata<br />
la Lingua, il leggiadro cultore de’ poetici campi<br />
Monsig. Pietro Bembo, che avivò le Thoscane<br />
Muse; il Divino Ariosto, che viverà sempre nelle<br />
bocche de gli huomini; Giacopo Sannazaro,<br />
il Minturno, il Rota, il Costanzo, il Tansillo, il<br />
Carrafa, dolcissime sirene del delitioso Regno di Napoli. Produsse il Molza, il Rainieri,<br />
il Guidicioni, et il Casa fecondi et facondi nel dire, et ornati di bellissime invenzioni. Ne<br />
satia ancora di apportarci diletto ne’ miei patrij Lidi fece apparire Bernardo Capello,<br />
Sebastiano Erizzo, Domenico Veniero, Giorgio Gradenico, Giacomo Mocenigo,<br />
Lodovico Dolce, li quali nobilitarono le Stampe con pretiosi Thesori, di vaghi et dotti<br />
componimenti. Et hora ci fa godere il Sig. Orsato Giustiniano, il Sig. Francesco Bembo,<br />
il Sig. Celio Magno, delitie di Febo, et de gli huomini; et altri da Pallade, e da le Muse<br />
favoriti, che sono, et sieno, da queste, et da le futture genti, unicamente ammirati. Ove<br />
lascio il Sig. Torquato Tasso, albergo della poetica Gloria, et vero Apollo di questo<br />
secolo? Et l’Eccellentiss. Sig. Curzio Gonzaga, compiuto in ogni genere di poesia, anzi<br />
maraviglioso, et divino? Passerò con silentio forse il Reverendo P.D. Angelo Grillo,<br />
cotanto elegante, et vago, stupor de gli huomini, et di natura? No già, che non mi si<br />
concede, ne debbo, essendo entrato nel pelago de gli Eccellenti poeti. Che non si potria<br />
dire del Sig. Erasmo Valvasoni, che honora la Patria del Friuli, et si scopre al Mondo<br />
un vero ritratto di Gentilezza, come di profonda Dottrina? Del Eccellentissimo Sig.<br />
Bartolameo Burchelato Moderna Athene, e candido cigno del Sile? Del Rever. P.M.<br />
Gioseppe Policretti, Gemma pretiosa tra i Cospiranti? Ove lascio la Sig. Maddalena<br />
Campiglia, et Moderata Fonte, l’una Decima Musa, et l’altra Caliope di questo secolo?