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355 Gustav Klimt e le origini del Modernismo a Vienna_Layout 1

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Insieme a Joseph Hoffmann, Otto<br />

Wagner, Joseph Maria Olbrich, Egon<br />

Schie<strong>le</strong> e Oscar Kokoschka, <strong>Gustav</strong><br />

<strong>Klimt</strong> è stato il grande protagonista<br />

<strong>del</strong> fermento cultura<strong>le</strong> viennese ed<br />

europeo a cavallo tra l’Ottocento e<br />

il Novecento. <strong>Vienna</strong>, al centro <strong>del</strong>l’Europa<br />

e allora quinta città al mondo<br />

per dimensioni, si trovò a vivere una<br />

spettacolare fioritura <strong>del</strong><strong>le</strong> arti visive,<br />

<strong>del</strong>la <strong>le</strong>tteratura, <strong>del</strong>la musica, <strong>del</strong>l’architettura<br />

e <strong>del</strong><strong>le</strong> scienze e il suo<br />

idea<strong>le</strong> cultura<strong>le</strong> può essere riassunto<br />

in edifici come l’università, il teatro<br />

e il museo, a dimostrazione che la cultura<br />

fino ad allora prigioniera dei palazzi<br />

aveva sconfinato nel<strong>le</strong> strade rendendosi<br />

accessibi<strong>le</strong> a tutti. Così l’arte<br />

risultò alla portata di una cittadinanza<br />

illuminata, finendo di essere soltanto<br />

uno strumento funziona<strong>le</strong> all’élite aristocratica<br />

ed ecc<strong>le</strong>siastica. Anche in<br />

Austria, sotto l’influenza dei preraffaelliti<br />

ing<strong>le</strong>si, si venne formando<br />

un’espressione <strong>del</strong>l’Art Nouveau col<br />

nome di Secessione, che comunque<br />

mantenne sempre una certa indipendenza<br />

nei confronti degli analoghi<br />

movimenti europei.<br />

Nella figura di <strong>Klimt</strong> si può individuare<br />

colui che è riuscito a tradurre<br />

in immagini l’insieme <strong>del</strong><strong>le</strong> nuove<br />

nozioni ed evoluzioni artistiche e scientifiche<br />

<strong>del</strong>l’epoca. Con la sua guida,<br />

Olbrich, Moser e Hoffmann, in rivolta<br />

contro l’Accademia e per opporsi<br />

a un concetto di arte ormai considerato<br />

obso<strong>le</strong>to, fondarono nel 1897<br />

la Secessione viennese, che immediatamente<br />

diventò sinonimo di <strong>Modernismo</strong>.<br />

Le menti che si riunivano sotto<br />

quel nome rif<strong>le</strong>ttevano e dibattevano<br />

per la realizzazione di un’opera d’arte<br />

tota<strong>le</strong>, il Gesamtkunstwerk. Cioè quell’opera<br />

che simultaneamente riuscisse<br />

ad esprimersi in ogni dimensione,<br />

dall’architettura alla decorazione, dai<br />

mobili agli oggetti d’uso.<br />

L’anno successivo, su progetto di Olbrich<br />

e, probabilmente secondo uno<br />

schizzo <strong>del</strong>lo stesso <strong>Klimt</strong>, venne costruito<br />

l’edificio espositivo <strong>del</strong>la<br />

Secessione, sulla cui facciata si <strong>le</strong>gge<br />

il motto: Al tempo la sua arte, all’arte<br />

la sua libertà. Per questo palazzo, nel<br />

1902, in occasione <strong>del</strong>la XIV mostra<br />

<strong>del</strong> gruppo, dedicata a Beethoven,<br />

<strong>Klimt</strong> realizzò il cosiddetto Fregio di<br />

Beethoven, una trasposizione simbolica<br />

<strong>del</strong>la Nona sinfonia <strong>del</strong> maestro,<br />

che provocò grande scandalo per il<br />

modo in cui aveva <strong>le</strong>gato il piacere<br />

alla sofferenza e per l’esplicita sensualità<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> figure, in magica risonanza<br />

con <strong>le</strong> note <strong>del</strong>la sinfonia.<br />

Intanto erano stati fondati da Hoffmann<br />

e Moser i laboratori <strong>del</strong>la Wiener<br />

Werkstätte, sui quali <strong>Klimt</strong> esercitò<br />

una forte influenza, destinati alla<br />

progettazione, produzione e commercializzazione<br />

di oggetti domestici di<br />

alta qualità. La grande occasione di<br />

n° <strong>355</strong> - maggio 2012<br />

© Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internaziona<strong>le</strong> Menarini - è vietata la riproduzione anche parzia<strong>le</strong> dei testi e <strong>del</strong><strong>le</strong> fotografie<br />

Direttore Responsabi<strong>le</strong> Lucia A<strong>le</strong>otti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it<br />

<strong>Gustav</strong> <strong>Klimt</strong> e <strong>le</strong> <strong>origini</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Modernismo</strong> a <strong>Vienna</strong><br />

A un secolo e mezzo dalla nascita, si ce<strong>le</strong>bra il genio di un protagonista <strong>del</strong>la Secessione<br />

viennese, che segnò la fine di un’epoca e aprì la strada al<strong>le</strong> avanguardie<br />

sopra Palazzo <strong>del</strong>la Secessione - <strong>Vienna</strong><br />

a lato Albero <strong>del</strong>la vita (part)<br />

Bruxel<strong>le</strong>s, Palazzo Stoc<strong>le</strong>t


sopra Fregio di Beethoven - <strong>Vienna</strong>, Palazzo <strong>del</strong>la Secessione<br />

a lato Nuda veritas - <strong>Vienna</strong>, Museo <strong>del</strong> Teatro<br />

una collaborazione per mettere in pratica<br />

l’idea wagneriana <strong>del</strong>l’opera d’arte<br />

tota<strong>le</strong> è data dai lavori per il Palazzo<br />

Stoc<strong>le</strong>t a Bruxel<strong>le</strong>s, progettato da<br />

Hoffmann. Qui lavorarono insieme<br />

numerosi artigiani e artisti per raggiungere<br />

l’ambita opera d’arte globa<strong>le</strong>.<br />

In questo caso <strong>Klimt</strong> elaborò,<br />

nella sala da pranzo, L’albero <strong>del</strong>la vita,<br />

un mosaico di pietre dure, marmi,<br />

maioliche e corallo costituito da tre<br />

pannelli, dove dissolve ogni naturalità<br />

e fisicità.<br />

Uno degli e<strong>le</strong>menti fondamentali nel<strong>le</strong><br />

opere di <strong>Klimt</strong> è la figura femmini<strong>le</strong><br />

che, anche quando interpreta un’iconografia<br />

al<strong>le</strong>gorica, è evidentemente<br />

tratta dal mondo rea<strong>le</strong>, dal quotidiano.<br />

Ecco così che al<strong>le</strong> protagoniste <strong>del</strong><br />

simbolismo europeo come la Salomè<br />

di Beards<strong>le</strong>y, il mondo femmini<strong>le</strong> di<br />

Mucha o la donna vampiro di Munch<br />

si aggiunge la femme fata<strong>le</strong> di <strong>Klimt</strong>,<br />

dotata <strong>del</strong>l’irresistibi<strong>le</strong> fascino di chi<br />

è in contatto con i misteri <strong>del</strong>la natura.<br />

Nasce così tutta una serie di ritratti<br />

femminili contraddistinti da<br />

una minuziosa restituzione quasi fotografica:<br />

tra questi la Giuditta I, che<br />

segnò anche l’inizio <strong>del</strong> periodo aureo<br />

culminato nel ritratto di Ade<strong>le</strong><br />

Bloch-Bauer I, fino ad arrivare alla Giuditta<br />

II, che è quasi una sirena e dove<br />

l’oro è soltanto un semplice decoro.<br />

Ma <strong>le</strong> donne di <strong>Klimt</strong> sono destinate<br />

a creare scandalo perché, pur in una<br />

società che avrebbe certamente accet-<br />

tato figure femminili idealizzate, non<br />

si può tol<strong>le</strong>rare tanto realismo e specialmente<br />

nei nudi. Anche la cura per<br />

l’ornamento spicca nell’opera <strong>del</strong> pittore<br />

viennese, ornamento ricchissimo<br />

che finisce di svolgere la sua funzione<br />

decorativa e assume un valore simbolico<br />

a dare rilievo all’immagine protagonista.<br />

È stato il viaggio <strong>del</strong> 1903<br />

a Ravenna, con la conoscenza dei mosaici<br />

bizantini, che ha acceso l’oro nel<strong>le</strong><br />

opere <strong>del</strong>l’artista fino a portarlo a una<br />

trasfigurazione <strong>del</strong>la realtà.<br />

<strong>Klimt</strong> è il pittore rappresentativo <strong>del</strong>l’espressione<br />

austriaca <strong>del</strong>l’Art Nouveau,<br />

per il qua<strong>le</strong> la realtà è più evocata<br />

che raffigurata. Con una linea sinuosa,<br />

forme bidimensionali, un abi<strong>le</strong><br />

accostamento dei colori, un arricchimento<br />

sia nella materia sia per i riferimenti<br />

culturali, arriva al superamento<br />

<strong>del</strong>la realtà fatto di divisionismo<br />

cromatico e di assenza di volumetria<br />

sia guardando al<strong>le</strong> recenti<br />

esplorazioni artistiche, sia a quel<strong>le</strong><br />

psicoanalitiche con l’espressione <strong>del</strong>l’inconscio<br />

mediante la restituzione<br />

pittorica.<br />

Il 2012 è il centocinquantesimo anniversario<br />

<strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong>l’artista e<br />

<strong>Vienna</strong> gli dedica l’intero anno con il<br />

motto <strong>Gustav</strong> <strong>Klimt</strong> e la nascita <strong>del</strong> modernismo<br />

a <strong>Vienna</strong>. Con ben dieci rassegne<br />

che hanno per tema il pittore e<br />

la sua epoca viene presentato un numero<br />

di opere mai visto prima. A dare<br />

il via a questa molteplicità di in-<br />

pag. 2


contri è stato il Belvedere, con un’esposizione<br />

dedicata alla collaborazione<br />

con l’architetto Joseph Hoffmann.<br />

Seguono durante tutto l’anno <strong>le</strong> altre<br />

mostre: al Kunsthistorisches Museum<br />

quella dedicata alla fase centra<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’attività<br />

di <strong>Klimt</strong>; al Leopold Museum,<br />

quella concentrata sul privato<br />

<strong>del</strong> pittore; all’Albertina e al<br />

Wien Museum, due esposizioni consacrate<br />

ai disegni; al MAK vengono<br />

esposti i cartoni per il mosaico di Palazzo<br />

Stoc<strong>le</strong>t; al Belvedere superiore<br />

l’attenzione è focalizzata sui dipinti<br />

di proprietà <strong>del</strong> museo; il Museo<br />

austriaco <strong>del</strong> teatro ospita una mostra<br />

incentrata sulla Nuda Veritas; al Kün-<br />

sopra Ritratto di Ade<strong>le</strong> Bloch-Bauer - <strong>Vienna</strong>, Gal<strong>le</strong>ria di Arte Austriaca, Belvedere<br />

a lato Giuditta I - <strong>Vienna</strong>, Gal<strong>le</strong>ria di Arte Austriaca, Belvedere<br />

st<strong>le</strong>rhaus viene illustrato l’intreccio<br />

fra privato e operato artistico e al Museo<br />

austriaco <strong>del</strong> Folclore la vasta raccolta<br />

di campioni tessili di Emilie<br />

Flöge, musa e compagna di <strong>Klimt</strong>.<br />

Ecco come la sua città nata<strong>le</strong>, dove<br />

visse e operò, gli rende omaggio: mettendo<br />

a confronto l’opera e la vita e<br />

allo stesso tempo consentendo un viaggio<br />

nel suo ambiente creativo così da<br />

comprendere la gestione <strong>del</strong>la sua<br />

ricca attività nello squarcio storico<br />

<strong>del</strong>l’epoca.<br />

francesca bardi<br />

pag. 3

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