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Al di là dei suoi ponti, la New York di domani - 2007 - Guido Barosio

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testo e foto <strong>di</strong> GUIDO BAROSIO


<strong>Al</strong> <strong>di</strong> <strong>là</strong><strong>dei</strong> <strong>suoi</strong> <strong>ponti</strong>,<strong>la</strong> <strong>New</strong> <strong>York</strong><strong>di</strong> <strong>domani</strong>Manhattan e non solo Manhattan. In questo reportage: Brooklyn capitaledelle nuove tendenze, <strong>la</strong> Little Italy genuina ed elegante del Bronx, i Queens,dove l’arte <strong>dei</strong> graffiti ricolora le fabbriche. Ma nel cuore del mondo, che par<strong>la</strong>sempre più ispanico, è Top of the Rock a rega<strong>la</strong>re visioni mozzafiato


il viaggio torino magazineUn magnete verticale e irresistibileche sembra averattratto verso <strong>di</strong> sé <strong>la</strong> vita eil cemento, le luci e i sol<strong>di</strong>, <strong>la</strong>fol<strong>la</strong> e <strong>la</strong> follia. Lasciando ai<strong>suoi</strong> confini tutto il resto:mare, spiagge, casettine dabambo<strong>la</strong>, <strong>la</strong>gune, boschi...Te ne accorgi arrivando involo, quando, fino a pochiminuti prima dell’atterraggio, non sembra cre<strong>di</strong>bile l’ap-Dumbo, i loft ai pie<strong>di</strong> del ponte <strong>di</strong> Brooklyn


torino magazine il viaggio go alimentato da forze (allo stesso tempo) sotterranee,soprannaturali e ipertecnologiche. È un tempio, l’agoràdegli ultimi due secoli, ma anche lo spazio dove passatoe presente si incrociano in una suggestione senza tempo(nomen omen…), dato che in fondo <strong>la</strong> città contemporaneaper eccellenza evidenzia un’anima arcaicasemplicemente corretta dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>smisura. Street ed avenuesi intersecano per linee r ette come in un castrumromano, le torri richiamano l’or<strong>di</strong>ne delle fortezze, <strong>la</strong> grandecorona <strong>dei</strong> pa<strong>la</strong>zzi alzati verso il cielo fa pensare aduna Stonehenge metropolitana; i totem dell’economia globalizzata,<strong>la</strong> Persepoli del cinema, dello show businessprossimarsi del gigante. Perché <strong>New</strong> <strong>York</strong> City – perimmagine, sostanza e struttura – appartiene, più <strong>di</strong> ognialtra metropoli, al r egno degli esseri viventi (meglio secolossali o mitologici) prima che ad un ambito sociologicoo architettonico. Ce lo testimonia bene quel sordoruggito – <strong>di</strong>versamente percettibile a seconda <strong>dei</strong> quartieri,ma costante, <strong>di</strong> giorno come <strong>di</strong> notte – che è unapista a sé nel<strong>la</strong> colonna sonora <strong>di</strong> Manhattan. La suaintensità cresce avvicinandosi all’ombelico urbano pereccellenza – Times Square – dove ogni forma <strong>di</strong> energiasi concentra in un rettangolo irrego<strong>la</strong>re e irrequieto,incoronato dalle forme verticali <strong>dei</strong> <strong>suoi</strong> buil<strong>di</strong>ng: un luoedel<strong>la</strong> finanza. Disumano e alienante? Forse; umanissimoe vitale? Anche. Ti accoglie e ti respinge a seconda<strong>di</strong> come <strong>la</strong> pren<strong>di</strong>: <strong>New</strong> <strong>York</strong> City non prevede compromessi.Ma neanche semplicità <strong>di</strong> approccio, o chiavi<strong>di</strong> lettura omogenee: <strong>la</strong> Grande Me<strong>la</strong> in realtà è un giar<strong>di</strong>nopieno <strong>di</strong> <strong>la</strong>birinti (come quelli <strong>di</strong> Compton House,nel film <strong>di</strong> Greenaway del 1982…), dove i piani <strong>di</strong> letturacoesistono incrociandosi. Non illuda neanche l’abusatoconcetto <strong>di</strong> melting pot: se è vero che qui risiedonocomunità appartenenti ad ogni possibile etnia umana,è altrettanto assodato che ciascuno vive per contoproprio, in un calderone molto più in<strong>di</strong>vidualista che meticcio.Se oggi gli ispanici sono l’etnia dominante (con il cata<strong>la</strong>no,nel<strong>la</strong> versione spanglish, pronto a far riscrivere ivocabo<strong>la</strong>ri del terzo millennio), italiani, ebr ei ortodossi,afroamericani, in<strong>di</strong>ani, neri francofoni, pachistani, russie po<strong>la</strong>cchi (giusto per citare le comunità più evidenti nel<strong>la</strong>mappa) hanno organizzato i propri spazi creando ‘quartierinei quartieri’, isole compatte per lingua, costumi, colorie stili <strong>di</strong> vita. Matrimoni misti rari (e spesso in crisi),L’Empire-Fulton Ferry State Park


In queste pagine scorci <strong>di</strong> Manhattanpunti <strong>di</strong> contatto essenzialmente due: il <strong>la</strong>voro e le parate<strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi pride, dove si certifica, al contempo, l’orgoglio,l’identità e <strong>la</strong> fierezza <strong>di</strong> appartenere tutti a questogrande arcipe<strong>la</strong>go che fu, all’origine, terra <strong>di</strong> avventurieri,pirati, schiavi ed emigranti (o<strong>la</strong>ndesi, inglesi, ir<strong>la</strong>ndesi,africani, tedeschi, italiani…) ma anche – prima ancora– patria <strong>di</strong> tribù in<strong>di</strong>ane dai nomi musicali e impronunciabili:Wiechquaesgeck, Rachgawanche, Massapequa…Arcipe<strong>la</strong>go non a caso, ma per davvero terra d’acquee <strong>di</strong> isole: Manhattan certo, e poi Staten Is<strong>la</strong>nd, LongIs<strong>la</strong>nd (<strong>la</strong> più abitata, coi gran<strong>di</strong> agglomerati <strong>di</strong> Brooklyne <strong>dei</strong> Queens), mentre ‘appartiene al continente’ il soloBronx. In totale <strong>la</strong> <strong>New</strong> <strong>York</strong> Harbour conta cento chilometri<strong>di</strong> canali navigabili interni e 1200 <strong>di</strong> accesso <strong>di</strong>rettoal mare. Quin<strong>di</strong>, dovete tenere conto <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>mensione:una metropoli d’acqua e <strong>di</strong> <strong>ponti</strong> dove vivono ottomilioni e mezzo <strong>di</strong> persone. Manhattan, il magnete, è unapprodo continuo <strong>di</strong> ferry e si protende verso Long Is<strong>la</strong>ndcon quattro <strong>ponti</strong> che ne costituiscono l’in<strong>di</strong>spensabilecordone ombelicale: Brooklyn Bridge, Manhattan Bridge,W illiamsburg Bridge e Queensbor o Bridge. Dal<strong>la</strong>como<strong>di</strong>tà per raggiungerli, ma anche dal<strong>la</strong> prossimità coni tracciati subacquei del<strong>la</strong> metropolitana, <strong>di</strong>pende spessoil valore degli immobili nei quartieri oltre l’Est River. Mail mare non è solo un concetto che ha con<strong>di</strong>zionato l’urbanistica:il mare si intuisce osservando <strong>la</strong> prospettiva dellestreet che attraversano sequenze <strong>di</strong> pa<strong>la</strong>zzi per dendosinel blu, lo si annusa nelle gior nate <strong>di</strong> vento, lo siosserva dagli infiniti pier che decorano le rive, lo siapprezza perché garantisce un’aria respirabile, altrimentiimpossibile con questo traffico e con l’arrembaredelle ‘polveri sottili’. Volendo lo si ama anche, in quell’incre<strong>di</strong>bilespiaggetta che si apre nell’Empire-Fulton FerryState Park, dove si può prendere il sole sul<strong>la</strong> costa <strong>di</strong>Brooklyn, sovrastati dall’imponenza <strong>di</strong> due <strong>ponti</strong> immensi,osservando le onde del bagnasciuga e Manhattan: <strong>la</strong>più grande quinta teatrale del mondo a cielo aperto.Approcci <strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>verse prospettive anche sul frontereligioso, dove il danaro non è sicuramente l’unica <strong>di</strong>vinitàvenerata nel<strong>la</strong> babele newyorkese. C’è <strong>la</strong> cattedralegotica <strong>di</strong> San Patrizio – stretta tra i grattacieli <strong>di</strong> Midtownappare come un alieno tra le boutique del<strong>la</strong> QuintaStrada – ci sono le chiese <strong>di</strong> Harlem dove ognidomenica risuonano gli spiritual, le sinagoghe <strong>di</strong> Williamsburgdove si stringe <strong>la</strong> più folta, ortodossa (e ricca) comunitàebraica degli States, le numerosissime ‘botanica’ (bottegheper gli adepti delle religioni afroamericane, in cuicomprare filtri d’amore, polveri contro il malocchio e candeleper tutto il pantheon degli Orishas), le moschee, itempli induisti e gli incalco<strong>la</strong>bili luoghi <strong>di</strong> culto (almeno cinquecento)delle più <strong>di</strong>verse confessioni evangeliche:tutte pronte a contendersi i fedeli promettendo estasi, successo,purezza ed un canale <strong>di</strong>retto con l’<strong>Al</strong>tissimo. Maoggi chi sbarca a <strong>New</strong> <strong>York</strong> City non solo può, ma ‘deve’al<strong>la</strong>rgare lo sguardo oltre le torri <strong>di</strong> Manhattan, esplorandoalmeno tre degli altri Borough (il quarto è il quieto com-


La vista su Manhattan dalle stanze dell’Hotel Le BleuBROOKLYN, APPUNTI DI VIAGGIOChi ha già avuto modo <strong>di</strong> conoscere <strong>New</strong> <strong>York</strong> City – e non è quin<strong>di</strong> irresistibilmenteattratto da un hotel nel cuore <strong>di</strong> Manhattan – può scegliere una sistemazione aBrooklyn, l’ideale per godersi le atmosfere <strong>di</strong> una ‘città nel<strong>la</strong> città’ in continua ascesa.L’offerta alberghiera va però valutata con cura, privilegiando le zone <strong>di</strong> maggioreinteresse. In perfetto stile design (curato da Andreas Escobar & Associates), con cameregran<strong>di</strong> e confortevoli, superbamente rivolto verso <strong>la</strong> skyline <strong>di</strong> Manhattan ma a duepassi dal<strong>la</strong> movida <strong>di</strong> Park Slope, l’Hotel Le Bleu (340 4th avenue, tel. 718.625.1500,www.hotellebleu.com) rappresenta una soluzione ottimale. La struttura, aperta da pocoe <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, ha un appeal <strong>di</strong> grande piacevolezza, ottimi servizi e arre<strong>di</strong>curatissimi. Tra poche settimane verrà anche inaugurato un ristorante panoramicoall’ultimo piano.Nel<strong>la</strong> stessa zona – ma proprio <strong>di</strong> fronte a Prospect Park – consigliamo un delizioso bed& breakfast a gestione italiana: ‘At Home In Brooklyn’ (15 Prospect Park West, tel.718.622.5292, AtHomeInBrooklyn.com). Il proprietario, Marco Crocchianti, vi accoglierànell’incanto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mora vittoriana: arre<strong>di</strong> in stile, ricca libreria, possibilità <strong>di</strong> utilizzare<strong>la</strong> cucina comune e uno charme d’altri tempi.Per esplorare con como<strong>di</strong>tà <strong>la</strong> zona <strong>di</strong> Williamsburg si può far tappa all’Hotel Le Jolie(www.hotellejolie.com): sistemazione basica, stanze piuttosto piccine, ma tantacortesia. D’altra parte <strong>la</strong> zona – estremamente <strong>di</strong>namica <strong>la</strong> sera e ricca <strong>di</strong> fermentiartistici e culturali, tutta da scoprire – non ha un’offerta così variegata da rispondereal<strong>la</strong> domanda turistica e, forse proprio per questo, mantiene ancora il fascino idealeper gli esploratori urbani.IL MEGLIO DI PARK SLOPEI suggerimenti in elenco – vera mappa <strong>di</strong> situazioni originali e accattivanti – li abbiamoselezionati grazie al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> Rena Grossfield, <strong>la</strong> nostra cortesissima guida <strong>di</strong>Big Apple Greeter, una delle più belle realtà newyorkesi sul fronte dell’accoglienza.Attivi in tutti i Borough, i Greeters sono volontari che hanno l’obiettivo <strong>di</strong> far conoscereai visitatori <strong>la</strong> città nel<strong>la</strong> sua <strong>di</strong>mensione più genuina. I tour sono gratuiti e – se sietefortunati – condotti anche in italiano. Per prenotarsi (occorrono dalle tre alle quattrosettimane <strong>di</strong> anticipo) è sufficiente consultare il loro sito www.bigapplegreeter.org otelefonare al numero 212.669.8159.FOODBierkraft, 191 quinta avenue, birre e formaggi da capogiroLodybird Babery, 1112 ottava street, deliziosi prodotti da fornoABBIGLIAMENTOBrooklyn Industries, 206 quinta avenue, il top del casualOak, 668 President, abbigliamento uomo e donnaDiana Kane, 2298 quinta avenue, gioielleria e lingerieBird, 430 settima avenue, abbigliamento donnaBeacon’s Closet, 220 quinta avenue, vintage<strong>Al</strong>lure on, 233 quinta avenue, vintageHooti Couture, 321 F<strong>la</strong>thbush Avenue, vintageBab + Ju<strong>di</strong>’s Coolectibles, 227 quinta avenue, antiquariatoThe C<strong>la</strong>y Pot, 162 settima avenue, gioelleriaRISTORANTI<strong>Al</strong> <strong>di</strong> <strong>là</strong>, 248 quinta avenue, cucina italianaConvivium, 68 quinta avenue, sapori me<strong>di</strong>terraneiRose Water, 787 Union Street, new americanMoutarde, 239 quinta avenue, bistrotA.O.C. Bistro, 259 quinta avenue, bistrotBelleville, 350 quinta street, cucina franceseSong, 295, quinta avenue, cucina thaiRachel’s, 408 quinta avenue, sapori messicaniBonnies, 278 quinta avenue, hamburger in stile on the roadLOCALI CON MUSICAUnion Hall, 702 Union StrettBarbes, 376 nona streetIngresso e sa<strong>la</strong> ristorante dell’Hotel Le Bleu


il viaggio torino magazineNEW YORK DI CARTANYC e i libri su NYC, un capitolo a sé.Difficile trovare un’altra destinazione chevanti un così alto numero <strong>di</strong> titoli: guide,saggi, romanzi, racconti <strong>di</strong> viaggio…Ci limitiamo a qualche suggerimentod’obbligo, alcuni da seguire anche in loco.Per le guide non c’è storia,l’aggiornatissima <strong>New</strong> <strong>York</strong> City <strong>di</strong> LonelyP<strong>la</strong>net è il prodotto <strong>di</strong> riferimento: 500pagine <strong>di</strong> informazioni, curiosità, in<strong>di</strong>rizzi,schede, ma anche utilissimiapprofon<strong>di</strong>menti su storia, musica, societàe cultura. Significativamente <strong>la</strong> nuovae<strong>di</strong>zione ha aperto i battenti a tutti iquartieri del<strong>la</strong> città, con un’ampiatrattazione <strong>di</strong> ciò che si può visitare aBrooklyn, nei Queens e al Bronx. Per <strong>la</strong>saggistica resta fondamentale il raffinato ecoinvolgente ‘I misteri <strong>di</strong> <strong>New</strong> <strong>York</strong>’ <strong>di</strong>Corrado Augias (Mondadori).Toccante, profondo, rigoroso e avvincente,non ci sono altri aggettivi per descrivere‘American Ground’ (Adelphi) <strong>di</strong> WilliamLangewiesche: il giornalista che, più <strong>di</strong>ogni altro, si è ca<strong>la</strong>to nei drammi del post11 settembre. Difficilmente reperibile(il titolo è del 1995, ma con un po’ <strong>di</strong>pazienza…) ‘<strong>New</strong> <strong>York</strong> l’iso<strong>la</strong> delle colline’(Il Saggiatore), personalissimo reportage <strong>di</strong>Mario Maffi. Sul fronte <strong>dei</strong> romanzi,impossibile non citare lo struggente amourfou <strong>di</strong> ‘Tre camere a Manhattan’ (GeorgesSimenon, Adelphi). Attualissimo,irresistibile, <strong>di</strong>vertente, amaro, drammaticoil ‘Follie <strong>di</strong> Brooklyn’ <strong>di</strong> Paul Auster(Einau<strong>di</strong>) ci porta, incantati, tra le vie <strong>di</strong>Park Slope. Durante il vostro viaggio a <strong>New</strong><strong>York</strong> fate un salto in libreria e procuratevidue chicche che vi saranno preziose:NFT (Not For Tourist Guide) – formatomoleskine, grafica raffinatissima e tutto,ma proprio tutto, sul<strong>la</strong> Big Apple – e Zagat,<strong>la</strong> più qualificata, accattivante e‘scientificamente corretta’ guida suiristoranti newyorkesi (per le fashion victimesiste anche un’e<strong>di</strong>zione ‘tuttoshopping’…). A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> cosarappresenti oggi Brooklyn, i due prodottihanno una doppia versione:quel<strong>la</strong> generalista e un’altra de<strong>di</strong>cataesclusivamente al Borough degliemergenti. Pesa il giusto nonostante ilformato compatto, non è esattamentemaneggevole con le sue oltre mille pagine,ma non c’è nient’altro che descriva contanta cura ogni e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> <strong>New</strong> <strong>York</strong> cheabbia un pregio storico o architettonico:‘AIA Guide to <strong>New</strong> <strong>York</strong> City’ (Three RiversPress). I bibliofili, infine, troveranno pienasod<strong>di</strong>sfazione da ‘Strand 18 miles ofbooks’ (828 Broadway, all’altezza del<strong>la</strong>12th street): nata nel 1927, questasconfinata libreria propone, a prezzifortemente scontati, una marea <strong>di</strong> volumi<strong>di</strong> ogni genere, dalle e<strong>di</strong>zioni rare airomanzi, dal<strong>la</strong> saggistica ai fumetti.La vera Biblioteca <strong>di</strong> Babele, imper<strong>di</strong>bile.206prensorio <strong>di</strong> Staten Is<strong>la</strong>nd). Perché solo comprendendoBrooklyn, i Queens ed il Br onx <strong>la</strong> ‘città totale’ rive<strong>la</strong> sestessa, raccontando qualcosa <strong>di</strong> importante sul suo presentee <strong>di</strong> fondamentale su ciò che avverrà nel propriofuturo. La metamorfosi risale al<strong>la</strong> metà degli anni Novanta,con il boom delle aziende del settor e informatico e<strong>la</strong> brusca sterzata sul fronte del<strong>la</strong> sicurezza (<strong>la</strong> sin tropponota ‘tolleranza zero’) imposta dal sindaco Giuliani.L’accoppiata si tradusse in un rinnovato sviluppo e<strong>di</strong>lizio,nel decollo inarrestabile <strong>dei</strong> prezzi <strong>di</strong> Manhattan (nuovoluogo benedetto del lusso, del g<strong>la</strong>mour e <strong>di</strong> ogni moda,assai ben rappresentato dalle protagoniste <strong>di</strong> ‘Sex andthe City’), nel<strong>la</strong> potente ripresa economica che <strong>la</strong>sciò –passata l’ebbrezza <strong>dei</strong> primi anni – numerose vittime sulselciato, inteso come luogo metaforico e non solo… Lapopo<strong>la</strong>zione, arricchita da robuste ondate migratorie, presea riassestarsi seguendo nuove rotte ed i Borough periferici,resi progressivamente più sicuri, oggetto <strong>di</strong> bril<strong>la</strong>ntioperazioni sul fronte dell’archeologia industriale, <strong>di</strong>venneroattraenti opportunità contr o i vertiginosi pr ezzi almetro quadrato <strong>di</strong> Manhattan. L’esodo ebbe per protagonistigiovani manager, artisti, professionisti neo<strong>la</strong>ureati,ristoratori, galleristi, tutti pronti a colonizzare ‘perblocchi’ creando nuovi agglomerati omogenei e vivacissimi,qualche volta ben inseriti nel tessuto urbano circostante,in altri casi alieni o competitivi con <strong>la</strong> realtà preesistente.Un ribollire <strong>di</strong> energie non sempr e gra<strong>di</strong>to dairesidenti (ma ormai, persino dai trasferiti <strong>di</strong> ‘prima generazione’…),dato che lo sviluppo e <strong>la</strong> trasformazione portarono‘progetti pubblici <strong>di</strong> miglioramento’ ma, in parallelo,l’aumento del costo per gli immobili, con il costanterischio <strong>di</strong> ‘espulsioni’ verso l’esterno. Ma veniamo aduna mappa più dettagliata.A pagina 6 del<strong>la</strong> Lonely P<strong>la</strong>net <strong>di</strong><strong>New</strong> <strong>York</strong>, nel box ‘tipiciargomenti <strong>di</strong> conversazione’, <strong>la</strong> prima frase riportatacita: «Quando vi trasferite a Brooklyn?». Perché oggi èproprio qui che tutti vorrebbero andare. In termini strettamenteurbanistici questo Borough è una vera e pr o-pria ‘metropoli nel<strong>la</strong> metropoli’: amata da Truman Capote,Walt Withman, Arthur Miller e, più recentemente, daifratelli Coen, in<strong>di</strong>pendente fino al 1898, Br ooklyn contadue milioni e mezzo <strong>di</strong> abitanti (il quarto centr o abitato<strong>di</strong> tutti gli States, con <strong>la</strong> più alta densità <strong>di</strong> single sottoi 35 anni <strong>di</strong> NYC…), un coloritissimo panorama etnico(ben ra<strong>di</strong>cata <strong>la</strong> comunità russa, potentissima quel<strong>la</strong>ebraica), istituzioni culturali <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne (il BrooklynMuseum of Arts, <strong>la</strong> Brooklyn Academy of Music), un parcoimmenso (Pr ospect Park, realizzato dagli stessiarchitetti <strong>di</strong> Central Park, che qui corr essero gli ‘errori’del gemello…) e due centri propulsivi meritevoli <strong>di</strong> ogniattenzione: Williamsburg e Park Slope. Se siete <strong>dei</strong> nostalgicinon perdetevi l’escursione a Coney Is<strong>la</strong>nd: il suo grandeluna park demodé (con l’ottovo<strong>la</strong>nte Cyclon, inauguratonel 1927) verrà presto sostituito da un’avveniristica‘capitale del <strong>di</strong>vertimento’ voluta dal sindaco Bloomberg.Chi invece vuole respirare l’atmosfera degli immensiloft dove nasce l’arte contemporanea farà tappa al


Il privé <strong>di</strong> Benoit© Eric LaignelLa grande sa<strong>la</strong> <strong>di</strong> Adour e, sotto, l’area bar© Eric LaignelBenoitSAPORI D’AUTORE, NOVITA’ ECCELLENTI<strong>New</strong> <strong>York</strong> City si può considerare <strong>la</strong> nuova capitale del<strong>la</strong> ristorazione internazionale?Fino a <strong>di</strong>eci anni fa il quesito poteva <strong>la</strong>sciare perplessi gli europei (italiani, francesi espagnoli in partico<strong>la</strong>re), ma ormai il verdetto sembra essere senza appello. LaGrande Me<strong>la</strong> si è guadagnata il primato esprimendo al massimo i quattro fattori checonsentono primeggiare: varietà (tutti i sapori del mondo rappresentati, sovente ai massimi livelli), eccellenza (ai più elevatistandard internazionali nell’alta cucina), professionalità (un culto ormai consolidato), enorme potenzialità del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>(elevata affluenza business, set modaioli, mondo dello spettacolo, record <strong>di</strong> affluenze turistiche). Da non trascurare <strong>la</strong> politica<strong>dei</strong> prezzi, me<strong>di</strong>amente più convenienti rispetto ai nostri canoni; ne godono in partico<strong>la</strong>re i turisti grazie al vantaggioso cambioeuro/dol<strong>la</strong>ro. Il più atten<strong>di</strong>bile manuale per le food victim newyorkesi resta l’irrinunciabile guida Zagat: un libricino amarantotascabile che scheda ogni anno il meglio del<strong>la</strong> città con giu<strong>di</strong>zi accertati (in grado <strong>di</strong> condensare il parere del pubblico conquello degli esperti), recensioni fulminanti e punteggi separati per cibo, decoro, servizio e prezzo.Tra le novità degli ultimi mesi due riguardano <strong>Al</strong>ain Ducasse, il mito del<strong>la</strong> cucina globale. Il solo ad aver ottenuto(contemporaneamente) <strong>la</strong> trip<strong>la</strong> stel<strong>la</strong> Michelin. Dopo aver chiuso – all’apice del successo – il suo tito<strong>la</strong>tissimo Essex House,lo chef createur transalpino si è <strong>la</strong>nciato in una nuova avventura inaugurando (il 28 gennaio 2008) Adour presso l’HotelSt.Regis (Two East 55th street all’incrocio con <strong>la</strong> quinta strada, tel. 212.710.2277, www.adour-stregis.com). Per sua stessaammissione è un ristorante concepito ‘con <strong>la</strong> mente nel vino’. Il nome, lo stesso <strong>di</strong> un fiume del sud est francese, richiama <strong>la</strong>propria infanzia, mentre le scelte gastronomiche (come i sofisticati arre<strong>di</strong> ideati dal gruppo Rockwell, giocati sulle tonalità delBorgogna e dello Chardonnay) puntano ad un risoluto connubio tra i piaceri <strong>di</strong> Bacco e quelli del<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong>. L’executive chef TonyEsnault (trentaseienne, già braccio destro <strong>di</strong> Ducasse all’Essex House) <strong>la</strong>vora su ogni portata in stretta sinergia con il wine<strong>di</strong>rector Thomas Combescot, andando ben al <strong>di</strong> <strong>là</strong> <strong>dei</strong> c<strong>la</strong>ssici gemel<strong>la</strong>ggi cibo-vino. Qui sono i dettagli, le cotture, lesofisticatissime marinate, gli accor<strong>di</strong> meto<strong>di</strong>camente ricercati ad andare al potere. Su tutto si impone il concetto <strong>di</strong> una cucinarigorosamente stagionale, <strong>di</strong> scuo<strong>la</strong> francese ma fermamente attenta a valorizzare i migliori prodotti americani: funghidell’Oregon, aragosta del Maine, foie gras canadese, frutta e verdura dell’Ohio, agnello del Colorado… Per ogni piatto vengonoproposti due vini ‘ideali’, uno rosso e l’altro bianco. Sempre in tema enologico (l’Adour ha 500 referenze in lista, l’80% sonostatunitensi e francesi) va segna<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> possibilità (per i clienti abituali) <strong>di</strong> ospitare nelle cave del locale le proprie bottigliepreferite in attesa <strong>di</strong> una prossima visita. Ultima annotazione per i prezzi: il menù degustazione <strong>di</strong> cinque portate vieneproposto a 110 dol<strong>la</strong>ri, probabilmente il rapporto prezzo-qualità migliore <strong>di</strong> tutta Manhattan.<strong>Al</strong>tra novità legata al Gruppo Ducasse è <strong>la</strong> recentissima (21 aprile 2008) apertura del<strong>la</strong> versione newyorkese <strong>di</strong> Benoit(60 West 55th street, tel. 646.943.7373, www.benoitny.com), celebre bistrot parigino (il primo a vantare una stel<strong>la</strong> Michelin).In quel<strong>la</strong> che fu <strong>la</strong> sede de ‘La Côte Basque’, il nuovo locale offre una tipica cucina francese: pâté en croûte (secondo <strong>la</strong> ricetta<strong>di</strong> Lucien Tendret del 1887), asparagi ver<strong>di</strong> in salsa vinaigrette o mousseline, pollo arrosto farcito <strong>di</strong> erbe aromatiche ‘sotto <strong>la</strong>pelle’, frites ‘de mon ami Louis’, <strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zionale tarte tatin. Monsieur Ducasse (de<strong>di</strong>candosi personalmente agli arre<strong>di</strong>) ha volutoricostruire con cura il decoro ‘inizio Novecento’ del Benoit parigino, dai carrelli <strong>di</strong> servizio al<strong>la</strong> boiserie,dagli sgabelli in velluto e cuoio rosso ai <strong>la</strong>mpadari d’epoca.Se volete provare un ristorante informale ma elegante, che rappresenti assai bene l’evoluzione del<strong>la</strong> cucina americana <strong>di</strong> questiultimi anni, affrontate senza tentennamenti l’Icon <strong>New</strong> <strong>York</strong> presso il W Hotel The Court (130 East 39th street all’incrocio con <strong>la</strong>Lexington, tel. 212.592.8855). Avrete così modo <strong>di</strong> provare le gioiose invenzioni dell’executive chef Michael Wurster, unpersonaggio il cui personale mantra recita: ‘ingre<strong>di</strong>enti semplici efreschi, assortimenti <strong>dei</strong> migliori prodotti locali, grande qualitànel<strong>la</strong> preparazione e <strong>di</strong>sciplina nell’esecuzione’.Noi ci permettiamo <strong>di</strong> aggiungere: altrettanto grande fantasianel creare varianti originali e sorprendenti. Da non perdere gliapertivi ‘c<strong>la</strong>ssicamente innovativi’ (come lo sfrontato Martini allychees…) e le fantasiose proposte che reinventano i tipicialimenti del<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione americana: salmone, aragosta, granchio,pollo… Imper<strong>di</strong>bile <strong>la</strong> golosa versione del confit d’anatra, portatoin tavo<strong>la</strong> ‘col suo fumo’, pronto ‘a rive<strong>la</strong>rsi’ al momento delservizio quando il cameriere lo libera da un bicchiere capovolto...I vini in abbinamento (statunitensi ed europei) sono eccellenti;per una cena ricca <strong>di</strong> piacevoli tentazioni <strong>di</strong>fficilmentespenderete più <strong>di</strong> 50 dol<strong>la</strong>ri.207Icon


Bronx:in alto, un emporioa Little Italy;sotto, un componentedel<strong>la</strong> gang <strong>dei</strong> NomadsA destra, l’insegna Pepsia Long Is<strong>la</strong>nd CityNel<strong>la</strong> pagina a fianco:Queens, i graffiti<strong>di</strong> Jackson AvenueDumbo (acronimo <strong>di</strong> Down Under The Manhattan BridgeOverpass): tra i più sofisticati e spettaco<strong>la</strong>ri pr ogetti<strong>di</strong> recupero (archeologia industriale al<strong>la</strong> massima potenza)dell’intera città. Dichiarato para<strong>di</strong>so <strong>dei</strong> fotografi(incomparabili le vedute su Manhattan) Brooklyn Heightsè il quartiere più antico <strong>di</strong> <strong>New</strong> <strong>York</strong>; merita una sosta, euna indolente passeggiata, tra le tipiche casette in pietrarossa che costituiscono un eclettico accostamento<strong>di</strong> stili: vittoriano, romanico, gotico, neoc<strong>la</strong>ssico… Bruscostacco <strong>di</strong> atmosfera (e anche <strong>di</strong> epoca) per le strade<strong>di</strong> Williamsburg attorno a Bedford e Broadway Avenue.Qui sembra <strong>di</strong> essere in uno stetl dell’est europeo,con gli ebrei hassi<strong>di</strong>ci fierissimi del<strong>la</strong> loro ortodossia a partiredall’abbigliamento: nero d’or<strong>di</strong>nanza (e <strong>di</strong> <strong>la</strong>na anchein estate…) per gli uomini, rigorosamente morigerato perle donne, che coprono il capo con fou<strong>la</strong>rd annodati e parrucche;usanza imposta dal taglio totale <strong>dei</strong> capelli dopoogni ‘ciclo mensile’. Sembra un Ottocento po<strong>la</strong>cco, maa pochi iso<strong>la</strong>ti sta crescendo ‘un’altra Williamsburg’, quel<strong>la</strong>del<strong>la</strong> musica in<strong>di</strong>e e delle gallerie d’arte, <strong>dei</strong> locali <strong>di</strong>tendenza e delle boutique all’avanguar<strong>di</strong>a. Sonnolenta <strong>di</strong>giorno, inizia ad animarsi nel pomeriggio per of frire i <strong>suoi</strong>scenari più cool fino a notte fonda. <strong>Al</strong>tro panorama fortementecaratterizzato quello <strong>di</strong> Park Slope: il nuovo GreenwichVil<strong>la</strong>ge, ma anche il posto adatto per vivere, perallevare i propri figli, per scoprire una <strong>New</strong> <strong>York</strong> City allostesso tempo <strong>di</strong>manica e dal volto umano. Tutto talmenteimpeccabile che viene quasi voglia <strong>di</strong> trovargli un <strong>di</strong>fetto.Invece niente, art de vivre senza compromessi per ilrione immorta<strong>la</strong>to da Paul Auster nel suo delizioso ‘Follie<strong>di</strong> Br ooklyn’. In or <strong>di</strong>ne sparso i fortunati r esidenti sigodono il verde <strong>di</strong> Prospect Park, casette <strong>di</strong> mattoni rossi,giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>segnati con <strong>la</strong> squadra e il compasso, ristorantinie club, gallerie antiquarie, ricercati negozietti, ungradevole set notturno ed anche una cooperativa <strong>di</strong> consumatori(<strong>la</strong> Park Slope Food Coop, 35 anni <strong>di</strong> attività)dall’efficienza irresistibile: gruppi d’acquisto, prezzi blindati,tutti coinvolti nel servire e nel portare <strong>la</strong> spesa, persinoun giornale a raccontare e raccogliere pareri, il LinewaitersGazette. Se ‘scoprir e’ Br ooklyn è un dover e,approdare ai Queens è una gran bel<strong>la</strong> sorpresa. Siamonel <strong>di</strong>str etto più eter ogeneo dal punto <strong>di</strong> vista etnico(2.300.000 abitanti, il secondo Borough <strong>di</strong> NYC per popo<strong>la</strong>zionema il più grande per superficie), con 150 nazionirappresentate ed oltre <strong>la</strong> metà <strong>dei</strong> residenti nati all’estero.Qui, tra confini invisibili, si <strong>di</strong>vidono il territorio in buonaarmonia neri e in<strong>di</strong>ani, anglosassoni e italiani, <strong>la</strong>tinos,greci, po<strong>la</strong>cchi e cinesi: ogni comunità ha i propri negozi,ristoranti persino eccellenti e vive sovente un’atmosferada vil<strong>la</strong>ggio (anche se globale) che fa sembrare davverolontane le frenesie <strong>di</strong> Manhattan. La zona più ricercata,e oggetto <strong>di</strong> un vistoso recupero urbanistico, è senz’altroquel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Long Is<strong>la</strong>nd City (LIC, nell’immancabileacronimo): aria <strong>di</strong> provincia e negozi alimentari tengonoduro all’approssimarsi grintoso <strong>di</strong> centri commerciali, gallerie,locali al<strong>la</strong> moda. Dal<strong>la</strong> lunga pensilina in legno chesi getta verso l’Est River si gode <strong>di</strong> un doppio panorama:coi grattacieli <strong>di</strong> Manhattan a fr onteggiare l’anticainsegna Pepsi Co<strong>la</strong>, un tempo fabbrica simbolo del quartiere.Ma è nel<strong>la</strong> zona del PS1 (<strong>la</strong> struttura museale cool<strong>di</strong> NYC, gemel<strong>la</strong>ta col Moma e suggestivamente inse<strong>di</strong>atain una vecchia scuo<strong>la</strong>) che i fermenti artistici <strong>dei</strong>Queens trovano pieno compimento; merito delle belleesposizioni permanenti, <strong>dei</strong> sorprendenti party estivi delsabato e, soprattutto, del più stupefacente tempio a cieloaperto de<strong>di</strong>cato ai graf fiti che si possa immaginar e.Sotto <strong>la</strong> sferragliante ferrovia metropolitana <strong>di</strong> JacksonAvenue, a due passi dal PS1, una grande e vecchia fabbrica(ancora attiva) si ofre completante decorata da decine<strong>di</strong> metri quadrati sulfurei, irriverenti, spettaco<strong>la</strong>ri,funambolici, vitalissimi… <strong>la</strong> manifestazione ‘<strong>di</strong>smisurata’(un neologismo quasi d’obbligo) <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> street artper lungo tempo osteggiata dalle forze dell’or<strong>di</strong>ne. Una‘zona franca’ al<strong>la</strong> quale avvicinarsi con caute<strong>la</strong>, per nonurtare <strong>la</strong> suscettibilità <strong>dei</strong> writer, ma anche quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> chi<strong>la</strong>vora tollerando a fatica tanta debordante verve pittorica.È ancora aperto il <strong>di</strong>battito su dove andrà a serpeggiareil futuro <strong>di</strong> NYC: <strong>la</strong> ‘nuova Brooklyn’ sarannoi Queens oppure il Bronx? Certo, nonostante le recentispecu<strong>la</strong>zioni e<strong>di</strong>lizie sui nuovi loft <strong>di</strong> SoBro (che sta perSouth Bronx, ormai il giochetto degli acr onimi l’avetecapito anche voi…), l’ex ‘<strong>di</strong>str etto più malfamato delmondo’ ha ancora qualche <strong>di</strong>stacco da colmare, ma ipresupposti sembrano esserci tutti. La patria <strong>di</strong> JenniferLopez, Billy Joel e Colin Powell propone ancora contrastistridenti: zone dure governate dalle gang, ghettiispanici e neri non esattamente aperti ai turisti, ma ancheisole residenziali <strong>di</strong> grande bellezza e villette vittoriane,lo sta<strong>di</strong>o degli Yankees e il più celebrato zoo degli StatiUniti; ovunque – in ogni caso – confini invisibili e prudenzad’obbligo. L’eccezione più felice è <strong>la</strong> struggenteLittle Italy in the Br onx (<strong>la</strong> più antica e l’unica rimasta,tra Belmont e Arthur Avenue): qui hanno girato scenedel ‘Padrino’ (al ristorante da Mario’s) e <strong>di</strong> altre pellicoled’ambiente, si mangia <strong>la</strong> migliore cucina italiana<strong>di</strong> NYC e si respira una genuina atmosfera ‘paesana’,tra stra<strong>di</strong>ne tirate a lucido, ban<strong>di</strong>ere tricolori e ogni ben<strong>di</strong> Dio gastronomico esposto da pizzicagnoli formidabili.Ma <strong>la</strong> fine del viaggio non può che riportare al centrodel mondo, verso quel magnete <strong>di</strong> acciaio, suoni ecemento che, dal 2005, ha il suo nuovo osservatoriopronto ad accogliervi. Si chiama Top of the Rock ed è208


AIR FRANCE, VOLAREA CINQUE STELLEAir France è <strong>la</strong> compagnia che propone <strong>la</strong> più interessantegamma <strong>di</strong> opzioni per raggiungere <strong>New</strong> <strong>York</strong> City da Torino.In partenza le opzioni possibili (estive e quoti<strong>di</strong>ane) sono sei:7.00 (arrivo Jfk 12.10), 10.25 (arrivo Jfk 15.15), 10.25 (arrivo Ewr15.55), 13.30 solo giorni feriali (arrivo Jfk 19.00), partenza 15.50(arrivo Jfk 20.50), partenza 18.20 (arrivo Jfk 22.50). Per il ritornole soluzioni (sempre quoti<strong>di</strong>ane) sono quattro: partenza Jfk 16.35(arrivo il giorno seguente 9.00), partenza Jfk 18, oppure Jfk 19 eEwr 19, (arrivo il giorno seguente 11.15), partenza Jfk 21.15 oJfk 22.50 (arrivo il giorno seguente 14.45), partenza Jfk 1 (arrivo lo stesso giorno 17.30). Per qualsiasi ulteriore informazione, e per verificare gli eventuali cambiamenti degli orari in<strong>di</strong>cati, vi consigliamo<strong>di</strong> consultare preventivamente il sito www.airfrance.it.Elettronica e cultura dell’accoglienza, nuove tecnologie e massima attenzione per il confort del viaggiatore che cerca ‘qualcosa in più’ anche in volo; sul fronte <strong>dei</strong> servizi e del<strong>la</strong> qualità a bordo moltesono le novità proposte dal<strong>la</strong> compagnia francese. Per rispondere alle sempre più frequenti richieste da parte <strong>dei</strong> clienti, Air France ha messo a punto una serie <strong>di</strong> opportunità che consentono <strong>di</strong>guadagnare tempo organizzando il viaggio in totale serenità. Che si tratti <strong>di</strong> ricercare <strong>la</strong> tariffa migliore in qualche clic, del biglietto elettronico che non si può più perdere, <strong>di</strong> registrarsi su internet, altelefono, in aeroporto tramite un terminale self check-in o ancora <strong>di</strong> scaricare gli orari sul proprio pc, gli e-services <strong>di</strong> Air France sono costantemente all’avanguar<strong>di</strong>a. Il biglietto elettronico (obbligatoriodal primo giugno 2008) è <strong>la</strong> versione contemporanea <strong>di</strong> quello cartaceo e rappresenta una delle gran<strong>di</strong> rivoluzioni e <strong>dei</strong> successi del settore aereo. <strong>Al</strong> momento del<strong>la</strong> prenotazione si comunica unnumero identificativo (carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, carta Flying Blue o un documento) ed il biglietto virtuale è creato; da quel momento rimane memorizzato nel<strong>la</strong> banca dati del<strong>la</strong> compagnia. <strong>Al</strong>tra novitàd’eccellenza, Air France propone il pre-check-in elettronico via internet. Un sistema che consente <strong>di</strong> stampare <strong>la</strong> propria carta d’imbarco a casa o in ufficio e <strong>di</strong> recarsi, arrivando in aeroporto,<strong>di</strong>rettamente all’imbarco con <strong>la</strong> certezza <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre del posto scelto. Questo servizio è <strong>di</strong>sponibile da 24 ore a 30 minuti prima dell’ora limite <strong>di</strong> registrazione del volo su tutti i siti del<strong>la</strong> compagniain lingua italiana (www.airfrance.it). La carta d’imbarco si può anche ottenere in uno <strong>dei</strong> video terminali <strong>di</strong> self check-in, instal<strong>la</strong>ti negli aeroporti, in qualche secondo.La novità più recente, per tutti coloro che cercano il massimo in un volo intercontinentale, è rappresentata dall’esclusiva Espace Première. In questo universo dall’atmosfera raffinata ed elegante tutto èbasato su un servizio d’eccezione, sull’ascolto e <strong>la</strong> premura. <strong>Al</strong>l’interno dell’aereo lo spirito è quello <strong>di</strong> una lounge vo<strong>la</strong>nte, con un se<strong>di</strong>le che, col passare del tempo, si trasforma in una poltrona prontaad accogliere un invitato per una conversazione privata e poi in un vero e proprio letto <strong>di</strong> due metri. Da aprile, qualunque sia <strong>la</strong> sua destinazione, il cliente dell’Espace Première è invitato a recarsi<strong>di</strong>rettamente al terminal 2 E, dove lo attendono una procedura <strong>di</strong> check-in de<strong>di</strong>cata ed il comfort <strong>di</strong> una sofisticata lounge. In seguito, l’ospite verrà accompagnato all’imbarco su una vettura privata. Abordo l’accoglienza non teme confronti, con tutti i must <strong>di</strong> un hotel a cinque stelle. A mano a mano che passa il tempo, e per adeguarsi ai desideri del cliente, <strong>la</strong> poltrona <strong>di</strong>venta uno spazio privato grazieall’ottomano e all’ampio ripiano, o si trasforma in un letto <strong>di</strong> due metri con vero materasso, piumino e guanciale. I pasti vengono serviti su richiesta: i menù sono firmati da Guy Martin, chef tre stelle delristorante Grand Véfour, mentre i vini sono selezionati da Olivier Poussier, miglior sommelier del mondo nel 2000. Sui voli <strong>di</strong> lungo raggio, nelle c<strong>la</strong>ssi Espace Première o Affaires, i tavolini sono ricoperticon un grande set bianco ornato con ricami <strong>di</strong> Venezia, i piatti sono in porcel<strong>la</strong>na bianca. Il vasel<strong>la</strong>me, dalle forme tonde ed ergonomiche, è stato ideato da Ra<strong>di</strong> Designers per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse Tempo. Oppure,contemporaneo ed innovativo, ha <strong>la</strong> firma <strong>di</strong> Starck per <strong>la</strong> soluzione Tempo Challenge. Su tutti i voli <strong>di</strong> oltre 2.30 ore i bicchieri <strong>di</strong> vetro permettono un’ottima degustazione <strong>dei</strong> vini. Il servizio, effettuatoda hostess e steward appositamente formati, è <strong>di</strong>screto, attento e raffinato. Modo <strong>di</strong> apparecchiare il tavolo, consigli nel<strong>la</strong> scelta <strong>dei</strong> patti (o conoscenza <strong>dei</strong> vini e <strong>dei</strong> formaggi <strong>di</strong>sponibili), sono tuttisegni <strong>di</strong> professionalità del personale <strong>di</strong> cabina. Il talento e l’esperienza degli Chef <strong>di</strong> Servair risultano decisivi nel<strong>la</strong> realizzazione <strong>di</strong> questo ottimo servizio <strong>di</strong> ristorazione che accomuna <strong>di</strong>verse c<strong>la</strong>ssi.Si tratta, fra l’altro, <strong>di</strong> trovare i giusti dosaggi per conservare il sapore <strong>dei</strong> cibi una volta riscaldati, assicurando sempre alle portate <strong>la</strong> fragranza ideale. Cultura dell’accoglienza francese, assolutacomo<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> orari, art de vivre e nuove tecnologie: per raggiungere <strong>la</strong> Grande Me<strong>la</strong> una scelta <strong>di</strong> qualità che non teme confronti.posto sul cocuzzolo del Rockefeller Center; progettato nel1933 (in omaggio ai gran<strong>di</strong> transat<strong>la</strong>ntici dell’epoca) è statofinalmente riaperto per assicurare un batticuore mozzafiatoa chiunque si affacci dal<strong>la</strong> grande terrazza. Nei giornidel nostro viaggio lo aveva scelto anche Sarah JessicaParker per il <strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> versione cinematografica <strong>di</strong> Sexand The City. Da questa prospettiva, forse quel<strong>la</strong> ideale per<strong>la</strong>sciarsi soggiogare dal<strong>la</strong> metropoli, non è <strong>di</strong>fficile comprenderecome ogni anno NYC (col suo irresistibile magnete…)attragga 46 milioni <strong>di</strong> visitatori. Apparentemente, si vieneattratti dal piacere del viaggio, dal confronto irrinunciabilecon una delle poche città del mondo che assomigliano soloa se stesse; ma in realtà il bisogno, il richiamo, segue altreurgenze. <strong>New</strong> <strong>York</strong> City ha l’anima arcaica <strong>di</strong> una Stonehengefuturibile, qui l’uomo contemporaneo si è avvicinatoal cielo per sentirsi più grande, nel<strong>la</strong> sua ‘<strong>di</strong>smisura’è un luogo <strong>di</strong> culto che attrae i propri fedeli. Si pensa<strong>di</strong> ‘andar<strong>la</strong> a conoscere’, invece, ogni volta, le si rendesemplicemente omaggio in un rito collettivo inesorabilmenteaccattivante. I

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