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informa - Centro Anziani

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Una chiacchierata con Salouatra sapori e profumidi Alma Peregodi terre antiche e moderneRabat, l’antica città imperiale situatasulla costa atlantica del Marocco, hadato i natali a Saloua Chlihi il 4marzo1965. Saloua è cresciuta in unafamiglia musulmana, con quattro fratellie cinque sorelle con cui condivideregioie e amarezze, e, forte di queivalori assoluti trasmessi dai genitori,che arricchiscono e contribuisconoalla consapevolezza che farsi accettarequali stranieri, presuppone un atteggiamentomentale libero dapregiudizi, a 24 anni, è approdata all’aeroportodi Malpensa direttamenteda Casablanca, sola e ansiosa di conoscerenuove culture, curiosità chenon l’ha mai abbandonata nel corsodegli anni di permanenza in Italia, ilsuo secondo paese del cuore. Il primoimpatto è stato a Monlué, alla cascinaLa Grangia, una comunità d’accoglienzache le ha offerto la possibilitàdi imparare, non solo la lingua, maanche le abitudini di un posto ancorasconosciuto; ed è stato per anni ilpunto di riferimento, La Grangia, chele ha scaldato il cuore, come il caffèe l’essere chiamata “Figlia mia” dallasignora Vittoria, una vicina di casa divia Manzoni che le offriva l’italianissimabevanda nera di ritorno dal lavoroe la cui scia di profumo sullescale, nonché la voce, la metteva giàdi buon umore! Con tale accoglienzacome avrebbe potuto non amareOpera ed i suoi abitanti? In particolareStefania, sempre presente neimomenti più difficili.Ha vissuto tante esperienze Saloua checertamente quest’articolo non riusciràad esaurire. Dopo aver conosciutocome volontaria, traendoneanche un beneficio personale, il28Saloua Chlihi metre ci offre il suo thé alla mentacentro d’ascolto di Opera, una casaaperta a tutti ma soprattutto alle donnestraniere, ha lavorato nei centri d’accoglienza,negli ospedali, nelle scuolecome mediatrice linguistica e culturaledestreggiandosi con gli impegni famigliari,nel frattempo dopo il matrimoniocon un uomo della sua terra ha avutotre splendidi bambini: Miriam, Selma eTaoufik, il piccolo folletto di cinque anniche ha lo stesso sguardo della mammaforte e intenso! Si trova bene a Opera,e sottolinea una buona abitudine deglioperesi: “sembra di essere in famiglia,qui ti salutano tutti!”Parla tre lingue oltre l’arabo e sta lavorandoalla conoscenza di un ulterioreidioma con cui vorrebbe confrontarsinel prossimo futuro: la lingua dellapace, quella che accomuna i popoliportatori di culture diverse nel rispettodi ognuno.Tra i tanti impegni di volontariato chesvolge sta anche scrivendo un libro“Per non dimenticare la mia provenienza– ci dice – per rafforzare il sensodi stare nella nostra comunità, che orami appartiene ed io a lei; per sollecitarela curiosità; per saldare insieme piùabitudini e che magari, e questo è il miosogno, possa sfociare in un progettoculturale, di quelli veri, in favore delledonne e dei bambini che sono i soggettipiù fragili, in ogni cultura, anche inquella cosiddetta occidentale!”Il rito del thé alla menta conclude il nostroincontro. L’impressione di aver incontratouna donna forte e dolce allostesso tempo non ci abbandona e diventarealtà.

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