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Qui - Osservatorio Nazionale della Pesca

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40osservatorio nazionale <strong>della</strong> pescaAnche a nome dei segretari generali <strong>della</strong> Uila StefanoMantegazza e <strong>della</strong> Uilapesca Guido Majrone,ringrazio l’<strong>Osservatorio</strong> nazionale <strong>della</strong> pesca peraver organizzato questa iniziativa e ringrazio, per la presenzacosì massiccia, i rappresentanti delle Capitanerie diporto; una presenza che dimostra l’attenzione e l’interesseper il nostro settore da parte di questo Corpo che, spesso ea torto, viene visto dal mondo <strong>della</strong> pesca e dai pescatoricome una controparte. Ma così non deve essere.Dalla relazione introduttiva è emerso come il fattoreumano sia una tra le cause principali di tanti incidenti. Riflettevosu questo ma riflettevo, soprattutto sul fatto che ilfattore umano non significa semplicemente l’errore chepuò essere commesso in un momento di difficoltà e chepuò causare un incidente. Il fattore umano significa,più in generale, l’inconsapevolezza di quelli chesono i rischi legati al modo di comportarsi e di quelleche possono esserne le conseguenze; insomma unacerta sottovalutazione dei pericoli cui si va incontronell’esercizio delle attività in mare.Su questo credo che, attraverso la formazione, occorracercare di incidere maggiormente per riuscirea trasmettere e a far ben capire agli operatori qualisono i pericoli, qual è l’entità dei rischi e delle conseguenzeche questi pericoli comportano. Ritengo,però, che per fare questo sia necessario fare unosforzo, anche di immaginazione, per trovare dellenuove modalità per far sì che le attività formativeriescano ad entrare nelle coscienze delle personecoinvolte.Troppo spesso l’attività di formazione si limita adelaborare, illustrare e distribuire guide e testi, i cuicontenuti, però, non riescono, diciamo così, ad“emozionare” le persone. È un problema che si avverteanche a livello europeo: di guide e vademecum,finanziate da diverse istituzioni europee, ne esistonocentinaia in tutte le lingue e in tutte le salse. Quello chemanca è la capacità di instaurare un rapporto diretto e piùumano con i pescatori sulla tema <strong>della</strong> sicurezza e a trasmettereloro l’importanza <strong>della</strong> prevenzione.Io credo che l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>della</strong> <strong>Pesca</strong> abbia ititoli e la capacità per lavorare in questa direzione e percercare di immaginare nuove forme <strong>della</strong> formazione perriuscire a far capire e a sensibilizzare i pescatori e gli operatoridel settore su questi problemi. Penso ai modelli dipubblicità in Francia che fanno vedere i morti per strada ole barche rovesciate. Ho visto delle foto drammatiche dipescatori infilzati da tronchi o con le mani tritate dai verricelli.Forse bisogna essere un po’ più brutali ma bisognariuscire a far capire quali sono i rischi e quali sono le conseguenzedrammatiche di questi incidenti.Cito un esempio che ha coinvolto proprio l’<strong>Osservatorio</strong>La sicurezza del lavoro a bordo dei pescherecci

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