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Qui - Osservatorio Nazionale della Pesca

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quasi per caduta, cose che, in realtà, invece, non gli sonoproprie.È una questione di natura culturale e generazionale su cuila formazione deve insistere a tutti i livelli.Mi collego all’intervento del biologo che mi ha preceduto.È vero, anche nell’ambito del sistema di istruzione professionaleoccorre puntare sulla formazione per la sicurezza,ma io credo che è soprattutto attraverso il sistema <strong>della</strong>“Bilateralità”, di cui l’<strong>Osservatorio</strong> <strong>della</strong> <strong>Pesca</strong> ne fa parte,che si deve cogliere appieno questo obiettivo.La formazione deve prima di tutto, a mio avviso, entrarein questa logica, in una logica di coscienza e di responsabilitàe bilateralità.C’è una questione che da qualche anno diventa anche quidirimente in termini di sicurezza. È la questione relativaalla redditività, alla competitività – lo dico da sindacalista– per quanto concerne i lavoratori, gli imbarcati, i dipendentinell’equipaggio. È ovvio che una delle questioni danon sottovalutare riguarda l’organizzazione del lavoro.Non siamo in una catena di montaggio dove il lavoratoresvolge il suo “sforzo psicofisico” per sei o otto ore, poitorna a casa e le altre sedici o diciotto ore le dedica al suorecupero psicofisico. In un peschereccio si vive sempre permolte ore e giorni, o almeno e così per coloro che hannouna pratica di vela e di pesca, plurigiornaliera, settimanalee oltre. Si vive tutti nello stesso ambiente 24 ore su 24 eper diversi giorni.La “questione ambientale” e del valore umano, del cosiddettofattore umano non è e non può essere solo legato alcavo, alla cima, alla rete, ma anche agli alloggi, alla luminosità,all’acqua, al pasto, all’interazione tra le persone.Un errore di un componente dell’equipaggio può metterea rischio l’intero equipaggio.Questa considerazione, e non può essere diversamente,“obbliga” l’intero equipaggio alla consapevolezza, allacondivisione ed alla responsabilità collettiva nel “gestire”la sicurezza a bordo e va continuamente (in itinere) riaffermatae sostenuta sia da parte nostra, in qualità di rappresentantidei lavoratori, sia da parte delle associazionidegli armatori che poi spesso, quest’ultimi, sono anche lorostessi membri di equipaggio.Parlavo di sicurezza e di organizzazione del lavoro, ma viè un’altra condizione che interviene, anche se indirettamente,quasi inconsciamente sulla materia sicurezza. Miriferisco al come regoliamo con il contratto, noi organizzazionisindacali insieme alle associazioni armatoriali, irapporti di lavoro tra il lavoratore e l’armatore (datore dilavoro) la cui retribuzione è alla “parte”; che significa? <strong>Qui</strong>lo sappiamo tutti, ma lo ripeto sommariamente: pesco tot,tolgo le spese vive e l’utile lo si divide tra equipaggio e armatore.E’ comprensibile, anche se non condivisibile, chein una situazione di sempre maggiore difficoltà a fare red-osservatorio nazionale <strong>della</strong> pescaLa sicurezza del lavoro a bordo dei pescherecci 45

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