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Congresso provinciale - SGB - CISL

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Lavoro12MERANO300 in lotta per il posto di lavoroLa MEMC di Sinigo è un sito produttivo che vanta un passato lungo e movimentato. Da due anni, tracrisi e incertezze – come riferisce il delegato Luca Fellin – centinaia di lavoratori stanno lottando condeterminazione per il proprio posto di lavoro.MEMC è una realtà industriale presentesul territorio dalla fine dellaPrima Guerra Mondiale. Come ènoto l’area era da bonificare inquanto zona paludosa e non abitata.L’occasione è giunta nel 1923quando Montecatini effettuò alcunistudi di fattibilità per la costruzionedi una centrale elettrica che avrebbedovuto alimentare la produzionedi fertilizzanti del sito produttivo alloranominato “AltoAdige Ammoniaca”.Nel 1926 fu inaugurato allapresenza Del Re (Vittorio EmanueleIII).Durante l’occupazione tedesca lostabilimento fu convertito alla produzionedi sostanze chimiche strategicheda utilizzare a scopo bellicoe probabilmente il bombardamentoche subì nel 1945 fu causato proprioda quella produzione. Neglianni successivi Montecatini produssenello stabilimento diversesostanze chimiche e vi fu un fortesviluppo di nuovi prodotti. Nellostabilimento trovavano occupazione1200 addetti. Alla fine degli anni 50si iniziò la produzione sperimentaledi Silicio che, con alterne vicende,continua ancora oggi.La scelta di intraprendere la via diproduzione del Silicio si rivelò vincentee lo stabilimento si espanseCorso Libertà a Merano: la manifestazione del 1972fino a trasferirea Novara partedella produzioneche continuaancora oggi.Negli anni 70,in pieno marasmapolitico esociale, EugenioCefis fu nominatopresidentedella Montedisone alloraera opinionediffusa che utilizzasse la presidenzacome uno strumento per realizzarenon meglio precisati disegni politiciper aumentare il peso politicodel suo referente Amintore Fanfani.In quegli anni i bilanci furono disastrosia causa della cattiva gestioneindustriale. In quegli anni Montecatinidecise di chiudere i cosiddetti“Rami secchi” tra i quali anche lostabilimento di Merano.I cartelli informativi e di protesta esposti all’ingresso dell’area MEMCFurono quelli anni di battaglie durissimedei lavoratori Meranesi cheoccuparono la Fabbrica per 10 mesiper difendere il loro posto di lavorosostenuti anche dalla fortissima solidarietàdi tutta la comunità. Ci riuscironoe lo stabilimento continuòa produrre a fasi alterne e cassa integrazionericorrente. Da allora lostabilimento ha cambiato 7 volte ilnome e dalla prossimaestate lo cambierànuovamentediventando “SUNE-DISON”. Ma veniamoai giorni nostri. Inseguito alla crisi globale,che ha investitoquasi tutto il mondo,anche MEMC ha subitouna contrazionedel mercato dovutaalla massiccia concorrenzacinese cheha immesso sul mer-cato grandi quantità di prodotto,oltretutto di scarsa qualità, a prezziinsostenibili. Ciò ha determinato uncalo verticale dei prezzi di venditapassati in pochi mesi da 400 a 20Dollari al KG. I costi altissimi dell’energia,che incide per il 35% sulcosto finale, hanno fatto il resto.Quindi il giorno 8 Dicembre 2011un laconico comunicato di MEMCCorporate rilasciato in rete, comunicavache l’impianto di produzionedel policristallo sarebbe stato fermatofintanto che i costi di produzionenon fossero diventati competitivi.Per raggiungere l’obiettivosono state messe in campo svariateiniziative tra le quali la più importanteè il tentativo di importare l’energiaelettrica dai paesi confinantial prezzo di mercato europeo, cheè quasi il 40% inferiore a quelloitaliano. Su questo piano si stannotrovando un sacco di ostacoli e i lavoratorida 17 mesi hanno messo incampo tutta la loro determinazioneper cercare di raggiungere l’obiettivo.In questa lotta hanno trovato ilsostegno, oltre che della comunità,sia della Provincia di Bolzano sia delMinistero competente (MISE), ma atutt’oggi la soluzione sembra ancoralontana. Inoltre i lavoratori, nonostantele pressioni sindacali, sonotenuti all’oscuro su come procedonole trattative con gli enti coinvolti,Italiani e Austriaci. Nel frattempo

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