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New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

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L’inchiesta• Rilevazioni dal satellite che mostrano la progressiva riduzione della calotta polare. Anche questo dato è statocontestato dai “negazionisti” del riscaldamento globale.La scienza è democratica,ma a modo suoAlla ricerca da parte del comunicatoredi personaggi interessantie curiosi, che si scagliano contro ipoteri della scienza forti solo dellaloro integrità e brillantezza mentale,si collega l’errore forse più gravenella comunicazione del clima,cioè l’applicazione anche a questoargomento del cosiddetto balancetreatement, l’ascolto delle due campanesulla materia in oggetto. Anchein questo caso l’errore è presentenel giornalismo e nella comunicazionedi altre discipline scientifiche,dall’evoluzione alla medicina allaricerca tout court, come la sperimentazioneanimale o gli interventiecologici.Nel caso della scienza del clima,è stato stabilito con una messe didati che risalgono all’Ottocento chel’attuale innalzamento della temperaturaatmosferica e in generale delpianeta è dovuto all’intervento umano(vedi la figura a pag.9).La probabilità che tutto ciò sia veronon è mai 100% (altro oggetto dicontrasto tra scienza da una parte,e giornalismo e politica dall’altra,che chiedono e a volte pretendonola certezza assoluta) ma vi è moltovicina. Per questo è inutile ascoltaree fare da cassa di risonanzaa personaggi che non hanno maipubblicato sulle rivista scientificheniente sull’argomento.Se il contrasto delle opinioni e ilmotto latino “audiatur et alterapars” sono il sale del giornalismo,è un grave errore trasportarli anchenel giornalismo scientifico. A questastregua dovremmo dare spazioanche a chi dichiara che la Terra èpiatta e il sole le gira attorno, chel’evoluzione non esiste, che i vaccinicausano l’autismo e che il motoperpetuo è possibile (“basta solofinanziare con qualche milione didollari la sua ricerca”, può sempresostenere qualcuno).Il giornalista, dichiarano i ricercatori,deve anche imparare che il valoredi una ricerca scientifica (e dellasusseguente notizia) non si basasu proclami o dichiarazioni più omeno forti del ricercatore stesso,ma sui giudizi dell’intera comunità,che prende in esame l’esperimentoo l’osservazione o la speculazioneteorica pubblicati su riviste scientifichee ne giudicare la novità rispettoal resto della disciplina, la congruità,la correttezza e la presenza o menodi errori evidenti.Da questo punto di vista la scienzaè un processo che potrebbe esseredefinito democratico, anche sesolo per alcuni aspetti: se anche lamaggioranza <strong>dei</strong> ricercatori sostieneun’ipotesi, non basta questo per affermarescientificamente che questanon sia fallace.Ancora sull’argomento del dibattito,è o sarebbe compito del giornalistaapprofondire a che livello si svolgeil dibattito stesso. Nel campo delriscaldamento globale, infatti, tuttigli argomenti portati avanti da coloroche possono essere definiti “scettici”(poco convinti cioè delle responsabilitàumane nel riscaldamento,ma non per questo contrari a priorialla teoria) sono sono stati più volteconfutati sulle riviste scientifiche, enon hanno ormai più nessun dirittodi cittadinanza nel dibattito scientificoalto (vedi il riquadro nella paginaaccanto).Per chi suonal’altra campana?Molte delle affermazioni presentinella tabella della pagina a fiancorisalgono inoltre a pamphlet prodottida gruppi di pressione e associazionifittizie, finanziate direttamentee indirettamente negli Stati Uniti10 <strong>Tabloid</strong> 3 / 2012

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