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"Hannah Arendt: ripensare la politica" Liceo Scientifico ... - noein.net

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appresentato dal<strong>la</strong> «filosofia politica» di P<strong>la</strong>tone (e destinato a condizionare tutta <strong>la</strong>successiva comprensione del<strong>la</strong> politica) si riduce, in estrema sintesi, al<strong>la</strong> introduzione dicriteri del politico desunti non dal<strong>la</strong> esperienza politica stessa, ma dal<strong>la</strong> filosofia. Neltrauma di P<strong>la</strong>tone ha dunque radice <strong>la</strong> ostilità del<strong>la</strong> tradizione del pensiero politicooccidentale nei confronti del<strong>la</strong> politica. La fine di Socrate, infatti, spinse P<strong>la</strong>tone aritirarsi dallo spazio pubblico del<strong>la</strong> polis - luogo ostile al<strong>la</strong> verità - e dal<strong>la</strong> sua idea dilibertà, per dedicarsi al<strong>la</strong> indagine del<strong>la</strong> verità filosofica: l’azione politica correttaavrebbe poi richiesto <strong>la</strong> subordinazione del politico al filosofico 82 .Se, come crede <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong> - ogni filosofia politica si trova di fronte al<strong>la</strong> alternativa trainterpretare l’esperienza filosofica con categorie tratte dal regno degli affari umani,ovvero rec<strong>la</strong>mare <strong>la</strong> priorità del<strong>la</strong> esperienza filosofica e giudicare di conseguenza ognipolitica 83 , è chiaro dalle pagine più famose dei dialoghi p<strong>la</strong>tonici, l’indirizzo imboccatodal filosofo greco e dal<strong>la</strong> tradizione da lui influenzata.Nel<strong>la</strong> parabo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> caverna, infatti, P<strong>la</strong>tone tratteggia prigionieri intenti essenzialmenteal solo «vedere» (le ombre): il mondo umano, invece, non è caratterizzato dal<strong>la</strong>contemp<strong>la</strong>zione, ma – sottolinea <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong> - da lexis e praxis. Analogamente tutta <strong>la</strong>sfera degli affari umani è da P<strong>la</strong>tone prospettata dal punto di vista del<strong>la</strong> filosofia, per cuianche gli abitatori del<strong>la</strong> caverna sono uomini solo nel<strong>la</strong> misura in cui vogliono vedere. Ilgoverno del filosofo-re, ossia il dominio imposto sugli affari umani da parte di qualcosadi esterno e superiore, è giustificato non solo dal<strong>la</strong> assoluta priorità del «vedere» sul«fare», ma anche dal presupposto che l’uomo sia umano in quanto posseduto dal<strong>la</strong>urgenza di «vedere» 84 .La caverna: un luogo dove finiscono molte coseNel mito p<strong>la</strong>tonico del<strong>la</strong> caverna registriamo <strong>la</strong> rottura dell’allievo con lo stile filosoficodel maestro e con gli obiettivi del<strong>la</strong> sua filosofia. Il risultato: <strong>la</strong> opposizione tra verità eopinione, dialogo e persuasione, contemp<strong>la</strong>zione e azione, filosofia e cittadinanza.Di fronte al<strong>la</strong> tragedia del filosofo che riduce <strong>la</strong> propria verità a opinione per tentare(invano) di persuadere i concittadini, P<strong>la</strong>tone e<strong>la</strong>bora <strong>la</strong> sua concezione del<strong>la</strong> veritàcome autentico opposto del<strong>la</strong> opinione e <strong>la</strong> nozione di un discorso specificamentefilosofico – dialegesthai – opposto al<strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> persuasione e del<strong>la</strong> retorica. In altreparole, come rileva <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong>, delinea <strong>la</strong> tirannia del<strong>la</strong> verità 85 : quando <strong>la</strong> verità èconcepita universale e assoluta, <strong>la</strong> doxa diventa un punto di vista soggettivo, arbitrario,e, soprattutto, <strong>la</strong> pluralità è conseguentemente negata.Volto il proprio sguardo dall’ambito del divenire a quello dell’essere immutabile, del<strong>la</strong>verità eterna, il filosofo si impegna a riordinare <strong>la</strong> polis al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> sua conoscenza: ilfilosofo-governante forgia allora lo stato secondo standard ideali che i suoi concittadininon sono in grado di cogliere 86 . A essi è destinata <strong>la</strong> «nobile menzogna»: consapevoledel<strong>la</strong> adeguatezza del<strong>la</strong> persuasione al<strong>la</strong> moltitudine e convinto che essa significasseimporre <strong>la</strong> propria opinione (cioè che <strong>la</strong> persuasione fosse solo un’altra forma – piùsottile - di dominio del<strong>la</strong> violenza), P<strong>la</strong>tone ricorse ai miti dell’aldilà, e<strong>la</strong>borati diproposito nel<strong>la</strong> forma di storie capaci di impaurire (tentativo di far violenza servendosisolo delle parole).82 ) F.M. Do<strong>la</strong>n, op. cit., p. 263.83 ) H. <strong>Arendt</strong>, Filosofia e politica, cit., p. 965.84 ) H. <strong>Arendt</strong>, Tra passato e futuro, cit., p. 158.85 ) H. <strong>Arendt</strong>, Filosofia e politica, cit., p. 951.86 ) F.M. Do<strong>la</strong>n, op. cit., p. 263.16

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