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"Hannah Arendt: ripensare la politica" Liceo Scientifico ... - noein.net

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una «fenomenologia del pensiero», e <strong>la</strong> discussione 6 dei due presunti modelli di giudizio- dal punto di vista dell’attore politico l’uno, dal punto di vista dello spettatore (inprimis poeti e storici) l’altro – e re<strong>la</strong>tive fonti (Aristotele, Kant).Vi sia di conforto sapere che il percorso che propongo rimane comunque immanente ecentrale nel disegno de La vita del<strong>la</strong> mente e soprattutto sotto l’egida di una figurafilosofica altrettanto autorevole: Socrate. Non si tratta di per sé di un percorsooriginale 7 , e, per il rilievo delle pagine sul pensatore ateniese (La risposta di Socrate)nel<strong>la</strong> prima parte dell’opera, può addirittura apparire scontato: in una prospettiva teorica– come spero di dimostrare – l’approccio socratico si rive<strong>la</strong>, tuttavia, una chiaveinterpretativa potente.Socrate nei progetti del<strong>la</strong> Introduzione al<strong>la</strong> politicaÈ stato scritto che se si vuole comprendere <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong> occorre risalire a Le origini deltotalitarismo (1951), «un’opera programmatica che ha valore di origine e di cui tutti itesti successivi sono <strong>la</strong> ripresa, <strong>la</strong> prosecuzione, il chiarimento, <strong>la</strong> correzione» 8 . Ladifficile impresa di «raccontare» <strong>la</strong> storia dell’inferno nazista 9 è assunta dal<strong>la</strong> <strong>Arendt</strong> neldopoguerra e trova espressione nelle domande del<strong>la</strong> Prefazione a Le origini deltotalitarismo - «che cosa succedeva?», «perché succedeva?», «come era potutosuccedere?» 10 . Esse per molti versi guidano tutta <strong>la</strong> sua riflessione 11 .In re<strong>la</strong>zione, infatti, al problema del «male radicale» - moralmente legato al<strong>la</strong>«immagine dell’inferno» dei campi – <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong>, in una lettera a Jaspers dell’inizio deglianni Cinquanta (4 marzo 1951), delinea i tratti di un programma di ricerca inteso adecostruire <strong>la</strong> tradizione del pensiero politico occidentale. El<strong>la</strong> riconosce di non sapereche cosa sia realmente il «male radicale», ritenendo comunque che esso abbia inqualche modo a che fare con (i) <strong>la</strong> riduzione degli uomini in quanto uomini a unacondizione di superfluità, che interverrebbe con (ii) <strong>la</strong> eliminazione di ogniunpredictability, imprevedibilità, spontaneità. Tutto ciò sarebbe connesso con (iii) <strong>la</strong>illusione di onnipotenza dell’Uomo: essa rende gli uomini (<strong>la</strong> pluralità) superflui. Intutto ciò <strong>la</strong> <strong>Arendt</strong> – in forme ancora da determinare – percepisce una responsabilitàdel<strong>la</strong> tradizione politica, da P<strong>la</strong>tone a Marx: essa, in effetti, par<strong>la</strong>ndo dell’Uomo, hatrattato solo incidentalmente del<strong>la</strong> pluralità 12 .I temi qui sollevati sono al centro del<strong>la</strong> vicenda editoriale e intellettuale del<strong>la</strong>Introduzione al<strong>la</strong> politica, di cui, tra l’autunno del 1955 e quello del 1956, <strong>Hannah</strong><strong>Arendt</strong> - su sollecitazione di e per l’editore K<strong>la</strong>us Piper - stende un progetto, ripreso eriartico<strong>la</strong>to ancora fino al<strong>la</strong> fine del decennio (Piper fu aggiornato per l’ultima voltanel<strong>la</strong> primavera del 1959, prima che l’impresa si arenasse definitivamente: l’ultimo attoè l’annul<strong>la</strong>mento del contratto con l’editore americano, nell’ottobre 1960) 13 . Come6 ) Per <strong>la</strong> quale si può senz’altro rinviare a Maurizio Passerin D’Etrèves: The political philosophy of<strong>Hannah</strong> <strong>Arendt</strong>, Routledge, London 1994, ora anche “<strong>Arendt</strong>’s theory of Judgement”, in The CambridgeCompanion to <strong>Hannah</strong> <strong>Arendt</strong>, edited by Dana Vil<strong>la</strong>, Cambridge 2000.7 ) Si veda, per esempio, il recente e convincente <strong>la</strong>voro di Catherine Vallée, <strong>Hannah</strong> <strong>Arendt</strong>: Socrate e <strong>la</strong>questione del totalitarismo, Palomar, Bari 2006.8 ) Anne Amiel, <strong>Hannah</strong> <strong>Arendt</strong>: politique et événement, PUF, Paris 1996, p. 6.9 ) H. <strong>Arendt</strong>, L’immagine dell’inferno. Scritti sul totalitarismo, a cura di F. Fistetti, Editori Riuniti, Roma2001, pp. 100-101.10 H. <strong>Arendt</strong>, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunità, Mi<strong>la</strong>no 1999, p. LVI.11 ) Una convinzione ribadita da C. Vallée, op.cit., p. 10.12 ) Commento del curatore a H. <strong>Arendt</strong>, Che cos’è <strong>la</strong> politica, a cura di U. Ludz, cit., pp. 114-115.13 ) Per i partico<strong>la</strong>ri l’informatissimo commento del<strong>la</strong> Ludz.2

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