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Walter Tobagi.pdf - Ordine dei Giornalisti

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IL PROFESSIONISTAL’INTELLETTUALEIL SINDACATO99Democristiano puro, Pezzota. «Era mio compagno di scuola – mi racconta il segretario liberaleBiressi – ed è rimasto con noi liberali fino al 1948, poi è passato alla Dc». E nella Dc ha percorsouna brillante carriera: dapprima fanfaniano di ferro, nella provincia (tra il 1954 e il ’64) la più fanfanianad’Italia. Poi, senza dare nell’occhio, s’è costruita l’immagine del buon amministratore, chemantiene in pareggio il bilancio del comune e aspetta il momento giusto per conquistarsi un posticinotranquillo al Senato.I suoi avversari polemizzano con battute sferzanti. «A Roma Fanfani predica il rinnovamento»,commenta il socialista Carlo Salvioni, «ma a Bergamo la Dc ripresenta le solite facce». I nominuovi, emersi negli ultimi anni, vengono dirottati verso altri posti; è il caso di Franco Cortesi, 39anni, aria da manager efficiente, direttore del Campanone, il mensile della Dc bergamasca. Potevaaspirare a fare il sindaco; gli «amici» del partito preferiscono dirottarlo alla presidenza dell’ospedale.Storie di potere normali, in fondo: nessuno scandalo, solo la spartizione del sottogoverno locale.«A Bergamo», mi spiega Cortesi, «la commissione tra politica e affari è meno forte che altrove. Gliesponenti della Dc sono persone con le mani pulite». Lo confermano anche gli esponenti degli altripartiti: «A Bergamo sono tutti impeccabili, però in provincia…».La polemica più serrata viene dai repubblicani, che si sono assunti il compito di difensori dell’integritàdel territorio bergamasco. A Bergamo-città niente da dire: qualche chiacchierata sulle licenzedi fabbricazione, ma il verde è salvo. Sulle colline e sulle montagne della provincia, invece,s’è scatenata la febbre della lottizzazione. E più di un democristiano ha finito per farsi contagiareda un morbo così redditizio. È il caso dell’avvocato Zonca, Cesare Zonca, capogruppo della Dc alconsiglio comunale di Bergamo e promotore del «Comitato per la valorizzazione del MonteAvaro», con il convincente motto «la montagna è nostra e ne possiamo fare quel che vogliamo».Il professor Pericle Daina, segretario provinciale del Partito repubblicano (60 iscritti in città) miracconta la storia con parole sdegnate. «Il piano di sfruttamento del Monte Avaro», insiste, «è soloun affare di cementificazione, di profitto, di metri cubi edificabili». E poi: «C’è una compromissioneche, nella nostra provincia bianca, non può essere che della Dc, con interessi speculatividisinvoltamente fatti coincidere con il benessere degli amministrati».Sulla via della polemica, anche i socialisti (dal 1969 sono all’opposizione e mantengono buonirapporti anche con i gruppettari dell’extrasinistra) non scherzano. Anzi scavalcano i comunisti,come è successo per i piani urbanistici particolareggiati della città alta: il Pci li ha approvati d’accordocon la Dc, soltanto i socialisti hanno votato contro. Aria di compromesso storico? Il segretariocomunista Alfredo Bossi, un milanese che da trent’anni s’è trasferito a Bergamo, spiega chenon si tratta di compromesso storico: è solo una linea politica di opposizione «articolata». Ma ilgiudizio di fondo resta severo: «Se c’è una zona in cui ha inciso poco la linea di Giovanni XXIII»;dice Bossi, «questa è proprio la provincia di Bergamo». I comunisti si battono su due fronti: opposizionealla Dc, ma anche polemica contro i gruppetti (a Bergamo, nel ’69, parecchi dirigenticomunisti aderirono al Manifesto, capeggiati da Eliseo Milani, il più noto di una famiglia comunista;il fratello gemello, Giovanni, è rimasto nel Pci, ed ora è segretario della Camera del lavoro).Comunisti e socialisti sperano nelle prossime elezioni, ma il predominio democristiano è difficileda scalzare. All’interno del mondo cattolico, è vero, si avvertono tensioni e spinte nuove. Una ventinadi sacerdoti firmarono il manifesto <strong>dei</strong> «cattolici del no», nei giorni caldi della lotta sul divorzio.«La Dc come partito», sostiene il socialista Salvioni, «non ha più i giovani e i lavoratori. La Cislè sempre il sindacato più forte, ma nella Cisl ci sono anche socialisti, comunisti, extraparlamentari».Più cauto, Mario Zambetti, direttore di «Bergamo 15», un’aggressiva rivistina in cui lavoranoparecchi cattolici, pensa a un processo lungo e difficile: il referendum ha messo in luce parecchietensioni «l’egemonia della Dc va incrinandosi», però «la Vandea rimane sempre Vandea».

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