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Walter Tobagi.pdf - Ordine dei Giornalisti

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18PARTE IPARTE IIPARTE IIINel ’78 diventa Presidente dell’AssociazioneLombarda <strong>dei</strong> <strong>Giornalisti</strong> alculmine di una polemica aspra, e personalizzata,alimentata dalle componenti più asinistra del sindacato: c’è chi non sopporta ladistonia di <strong>Tobagi</strong> e della sua corrente, StampaDemocratica, con il clima di “unità nazionale”che informa di sé il Paese e la sua politica (insintesi, il Pci dopo anni di lotte è diventato, almenoin parte, partito di governo: secondomolti <strong>dei</strong> giornalisti di allora, questa novità andrebbecelebrata, fiancheggiata, e non consideratacome un avvenimento tra gli altri). C’è poichi pensa che giornalisti e giornali dovrebberoessere in sintonia con “i movimenti”, e assecondareun clima rivoluzionario.Sulla scomoda barricata del sindacato lombardodella stampa <strong>Walter</strong> continua a lavorare conintensità e con una professionalità ammirevole.Scrive di terrorismo, ovviamente (i giornali neerano pieni, perché in quel periodo il partito armatolasciava sul terreno un morto a settimana,poliziotti e carabinieri, magistrati, dirigenti d’azienda).Ma scrive anche di politica, di sindacato,di clima nelle fabbriche, di mafia, di cronacanera, di correnti culturali.Quel mattino del 28 maggio ’80 lo hanno uccisoquando stava dando il meglio di sé.Marco Barbone testimonia che i suoi assassinilo avevano scelto perché era acuto, intelligente,avanti a tutti nel capire. Sciascia osserva che davafastidio perché “aveva metodo”, nello studiodella realtà e quindi nel lavoro.Certo faceva parte – come il giudiceAlessandrini, sul cui assassinio lui stessoaveva scritto – di un “cuscinetto riformista”,aborrito dai brigatisti perché, nel loroottuso sogno rivoluzionario, lo vedevano comeun serio ostacolo alla radicalizzazione totale e aldiffondersi delle parole d’ordine della lotta armata.Il genio fa spesso paura. Specie se è accompagnatoda disciplina e lavoro tenace.Ce lo hanno tolto, e tante volte meditiamo suquel che avrebbe potuto darci se non fosse mortoa 33 anni.Quello che ha fatto e che ha scritto è già un patrimonioimportante. Il dolore che ancora cicolpisce non deve farcelo trascurare. Per questo,con una scelta inevitabilmente parziale, abbiamovoluto riproporre a 25 anni dalla scomparsaalcuni suoi scritti.

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