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Agopuntura - Diagnosi e Terapia

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Maria Vittoria BRIZZI TESSITOREDott. in Medicina e ChirurgiaDott. in Lingue e Letterature StraniereProf. in Materie Letterarie GenovaTel. 010/54.51.677Cell. 348/32.25.941www.omeopatiaonline.comCultura medico-umanisticaLa vecchiaiaLa vecchiaia non è unamalattia anche se l’anticofilosofo Seneca sostenevail contrario.E’ il periodo della vita nelquale spicca in primo pianol’archetipo del “senex”che, nellafilosofia junghiana è il portatoredi saggezza. Non è, però, diquesta virtù che voglio trattareoggi. Il vecchio è una persona. Ciò dovrebbe bastarci per darglirispetto ma aggiungo che è una persona semplicementevenuta al mondo prima di noi.Spesso è ridicolizzato e, quel che è peggio, ancora piùsovente, è ignorato. Immaginiamo un ottantenne che sireca nello studio di un professionista, accompagnato daun congiunto giovane. Più spesso di quanto non si creda,il professionista, dopo aver sentito il discorso del vecchio,risponderà sull’argomento, al congiunto giovane.ll messaggio è chiaro: il vecchio non sarebbe all’altezza.L’indifferenza è, in linguaggio non verbale, la dichiarazioneche colui che non si vuol vedere, non esiste. Quandociò capitasse, verrebbe da pensare che l’immagine didecadimento fisico dalla quale distogliamo lo sguardo,potrebbe essere simile alla nostra in futuro. Potremmo nonvoler pensarci. Ritorna, in parte, vagamente ma non troppo,un concetto junghiano, quello della OMBRA.L’iper- assistenza nei confronti degli anziani, il volerliassistere troppo anche quando non sarebbe indispensabile,può indurre questi a ritenersi diversi, inadeguati,incompetenti per cui, ad un certo punto, scoraggiati, siadegueranno allo stereotipo che li vuole tali.Viene indotta la perdita di autostima che li porta aeseguire in modo mediocre, deicompiti che, magari, potrebberosvolgere bene, specialmente sesi desse loro, quando possibile,il tempo necessario. Già, lafretta. Di questo nostro correre,l’organismo ci presenta il contoper mezzo dei sintomi che nonsono nemici ma il segnale di unadisfunzione psico-fisiologica.Già Ippocrate raccomandava di identificarne l’origine e lacausa, prima di precipitarci a eliminarli con metodi che, asuoi tempi, potevano essere ancora arretrati. Qualche annofa si pubblicizzava l’iniziativa “nipotini che adottano unnonno”. Buona idea. Sarebbe però equo pubblicizzare ancheil contrario: “nonni che adottano un nipotino”. L’anzianoverrebbe rivalutato lo scrittore e psicologo Valerio Albisettiscrive che ognuno di noi ha una missione. Passando gli anniverifico su me stessa e sui miei pazienti laverità di questaasserzione.Anche i vecchi, che non sono una categoria a parte,possono passarci delle idee. Purtroppo gli stereotipi negativisul loro conto vengono, da loro stessi interiorizzati einfluiscono sul desiderio frustrato di entrare in contatto conpersone più giovani. Sorge la paura di non essere considerati.E’ per dimostrare loro il contrario che ogni volta in cui curola malattia fisica di un vecchio lo invoglio a dirmi tutto ciòche vorrà, tutto ciò che sembra ma non è inutile: fatti del suopassato, del suo futurofosse pure soltanto quello di un giornoancora.E’ un modo per accorciare la distanza che c’è tra una sediadietro alla scrivania e quella ad essa davanti, per accorciare ladistanza tra medico e paziente.50 novembre 2010 <strong>Diagnosi</strong>&<strong>Terapia</strong>

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