Focus onCorsi di guida sicura:quale futuro?A quasi due anni dall’accordo con il Ministero dei Trasporti, sembra essere statofatto ben poco per rendere obbligatoria la formazione dei driver e promuoverela cultura della sicurezza stradale. Ce ne parlano tre esponenti del settore,firmatari tra l’altro di quest’intesa.di Salvatore SaladinoPer saper guidare non basta la patente. Ancheil guidatore più prudente, infatti, puòimbattersi in situazioni di emergenza, in cuisaper guidare può davvero fare la differenza. Perquesto esistono i corsi di guida sicura avanzata, ilcui scopo è di educare il driver rendendolo in primisconsapevole delle possibili situazioni di emergenza,dei limiti propri e del proprio veicolo e poiistruendolo sul comportamento più adatto pergestire questi scenari.Nel settembre 2009 è stato firmato un accordocongiunto fra il Ministero delle Infrastrutture eTrasporti, gli enti locali e i principali operatorinella formazione sulla sicurezza stradale per definireobiettivi e modalità di sperimentazione deicorsi di guida sicura avanzata, con l’obiettivo didiminuire il tasso di incidentalità e rischio stradalea livello nazionale. Nonostante ciò, a oltre unanno e mezzo di distanza, ancora non ci sonoazioni concrete in merito. Per capire come stannoeffettivamente le cose, abbiamo parlato con tredirettori delle principali scuole di guida sicura inItalia, fra i più importanti firmatari dell’accordo.Il punto della situazioneVittorio Brambilla, direttore della Dorado - CentroInternazionale Guida Sicura di Varano de’Melegari (Pr), difende l’iniziativa governativa,precisando che «dopo un periodo di totale deregulationdel settore della guida sicura, finalmentevediamo una concreta azione per definire gli effettivicontenuti di un corso, le infrastrutture necessarie,nonché gli standard della preparazione ecompetenza degli istruttori preposti». Si tratta,quindi, di un programma serio e importante chenon può prescindere da una fase di sperimentazione,peraltro già attivata, tenuto conto dell’analisidi esperienze similari già realizzate all’estero.L’obiettivo di questa fase è quello di «certificareanche a livello istituzionale i risultati di un corsodi guida sicura e conseguentemente attivare unaconcreta azione normativa a riguardo» precisaBrambilla, in base all’effettiva incidentalità delcampione di patentati sottoposto a verifica.Danilo Spizuoco, direttore della Divisione GuidaSicura di Aci Vallelunga e promotore e sostenitoredell’iniziativa del Ministero, ammette comunqueche i prossimi passi da parte delle istituzionisaranno attentamente ponderati. «Gli entilegislativi saranno molto cauti nell’obbligare talicorsi nonostante i risultati della sperimentazione,Danilo Spizuoco, direttoredella Divisione Guida Sicura di Aci Vallelunga28 MISSIONFLEET MAGGIO-GIUGNO 2011
Focus onin quanto il tutto dovrà essere supportato da adeguatestrutture, attrezzature e personale. Ma inquesto c’è ancora molto da fare».Spizuoco, comunque, ci conferma che dall’iniziodi quest’anno la sperimentazione è effettivamenteiniziata, sulla base dei protocolli concordati trai firmatari e il Ministero. «I partecipanti verrannosottoposti a questionari e interviste prima e dopoil corso stesso insieme a verifiche annuali sucomportamento, condotta, incidentalità, multe,insomma tutto il necessario a verificare quantoun corso di guida sicura avanzata possa avere effettipositivi nel miglioramento della sicurezzastradale».Siegfried Stohr, ex pilota di Formula Uno e fondatoredi Guidare Pilotare, la prima scuola diguida sicura in Italia, ribadisce l’importanza dell’informazionee della formazione teorica, maconferma che siamo ancora in difetto riguardoall’addestramento sia perché ha costi maggiori,sia perché il Ministero sta sperimentando le modalitàrelative all’erogazione dei corsi.Il fattore umano è determinanteEppure è ormai ampiamente dimostrato che i risultatimigliori in termini di aumento della sicurezzae riduzione degli incidenti siano determinatidal fattore umano. Per citare un solo esempio,l’Austria vanta una riduzione del 35% degli incidentidopo aver reso obbligatori i corsi di guidasicura ai neopatentati. Un risultato eccezionale.«Il tavolo che sta sperimentando il protocollo ministerialesta lavorando in questo senso» ci confermaStohr. «Entro l’estate avremo i primi datisperimentali e spero che questo porti a decisioniprese entro l’anno. Il Ministero, infatti, ha espressochiaramente la sua volontà di avere risultati intempi brevi».Secondo Spizuoco quello austriaco è stato l’esempioda cui si è tratto spunto per la stesura dell’accordo.Aggiunge anche che «tutti, non solo i neopatentati,avrebbero bisogno di questo tipo di formazione,dall’autista di professione al pensionatoche si rende conto di non avere più i riflessi di untempo. La vera valenza di questi corsi». prosegue ildirettore del Centro Guida Sicura Aci Vallelunga «èdi dare al guidatore la percezione puntuale diquella che è la sua capacità di controllo del mezzo,naturalmente a patto che questi corsi rispettino lecaratteristiche delineate dal protocollo e sianofatti all’interno dei centri di guida autorizzati».Anche Brambilla è pienamente d’accordo. «L’elementoumano rappresenta l’aspetto più importantedel veicolo in termini di sicurezza. Dal suoatteggiamento sulla strada, dalle sue conoscenzeSiegfried Stohr, ex pilota di Formula Unoe fondatore di Guidare Pilotaree tecniche di guida dipendono la sicurezza propriae degli altri utenti della strada. Una similepreparazione però non può prescindere da unprogramma didattico specifico, ben bilanciato traaspetti dinamici e teorici, nonché basato su un’attentae professionale metodologia didattica e psicologica,che possa integrare l’attuale programmaper il rilascio della patente di guida». Tra i guidatoripiù a rischio, inoltre, Brambilla include anchechi usa il veicolo per lavoro con chilometraggi avolte estremamente gravosi.Come scegliere un corsoper i driver aziendaliMa cosa si intende per guida sicura, difensiva,eco-driving e guida preventiva? Quali sono le differenzee le valenze dei diversi corsi? Guidare insicurezza dovrebbe significare tutti questi elementiinsieme, ma è necessario capire quali leveutilizzare nei confronti dei driver aziendali.Per Vittorio Brambilla «fare cultura sull’argomentosignifica porre il guidatore all’interno del problema,facendogli dinamicamente vivere le situazioniche su strada potrebbero essere pericolosese non fatali con diversi obiettivi di volta in volta:per esempio evitare errori o comportamenti a rischio(guida difensiva positiva) e controllare ilcomportamento del veicolo anche in condizioni diemergenza (guida difensiva negativa). Possiamoconcretamente affermare che la full immersionche proponiamo ai nostri allievi provoca un effettivo“cambio di mentalità”, che si traduce in unatteggiamento più prudente».Anche dal punto di vista economico i benefici sonoevidenti, perché la concreta diminuzione deicosti del parco auto aziendale rappresenta per ildatore di lavoro un’ulteriore leva che attesta l’efficaciadella formazione alla guida.A riprova di una sostanziale convergenza delle diversedefinizioni di corso di guida, Spizuoco sottolineache «il limite in effetti è molto sottile. UnaMAGGIO-GIUGNO 2011 MISSIONFLEET 29