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Roberto Saviano, Gomorra - Allegoria

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allegoria57tata» di «dominare economie potenti e illimitate»: la loro è una «coscienzada samurai liberisti, i quali sanno che il potere, quello assoluto, peraverlo si paga». Convinzione che coglie ed estremizza, declinandola inuna chiave virilisticamente arcaica, l’essenza del capitalismo contemporaneo,il quale legittima una sorta di neo-feudalesimo in cui è garantitoil diritto del più forte a soggiogare finché gli torni utile, a schiacciarequando non possa più ricavare profitti dal suo servaggio, il più debole.Per accrescere la loro egemonia i clan sviluppano dunque i propri affariin ossequio a un calcolato principio entropico basato sulla produzionesistematica di violenza e morte, ossia di disordine capace di determinareordine. Da qui la scelta di favorire, a livello locale, una «distribuzioneinformale e iperliberista della merce droga» per consentire «a chiunquedi diventare narcotrafficante, consumatore, venditore al dettaglio»,e quella di inserirsi nel circuito dello smercio illegale dei kalashnikov,cioè del fucile che può essere considerato «il vero simbolo del liberismo»per aver svolto su scala internazionale «un’operazione d’eguaglianza: armiper tutti, massacri per ognuno» (pp. 14, 79, 128-129, 196-197).Si rileva da più parti come la congiuntura storica nella quale viviamoin Occidente sia quella della bancarotta della modernità: non si parla neanchepiù di una crisi, ma addirittura della fine degli Stati nazionali, e sidefiniscono le nostre post-democrazie; si insiste sul fallimento dell’ideastessa di progresso; si registra una drammatica chiusura dei possibili, che,impedendo a ogni slancio utopico di prendere quota, determina la sensazionediffusa di un’assenza di futuro. Anche queste analisi, questi timoritrovano puntuale conferma nell’universo della malavita indagato da<strong>Saviano</strong>.Per numero di affiliati la camorra è «l’organizzazione criminale piùcorposa d’Europa» proprio perché trae vantaggio dalla debolezza di istituzioniche è suo interesse sopravvivano degradate, non volendo, a differenzadi Cosa Nostra, sostituirsi ad esse, «porsi come anti-Stato». La camorraè una «struttura federale e flessibile» cui appartengono clan similia «comitati d’affari», dunque a-politici per definizione, fedeli a una logicameramente imprenditoriale, disposti a convivere con le porzioni diStato pronte a favorirli. E non stupisce, perché conferma una salda tradizionedelle organizzazioni criminali del Meridione italiano, il ruolosvolto da una religione ridotta a strumento di dominio, e al contempo asuperstizione, nel determinare un malavitoso codice d’onore tuttavia sempremeno cogente, quindi che «il messaggio cristiano non [venga] vistoin contraddizione con l’attività camorristica». Piuttosto, a colpire è il modo,tragico e paradossale, in cui hanno fatto breccia anche a <strong>Gomorra</strong> taluneistanze di modernizzazione sociale. Per esempio, si è registrata «unametamorfosi del ruolo femminile» che, «da identità materna, da assistentedi sventura», ha trasformato la donna in autentica «figura manageria-<strong>Roberto</strong> <strong>Saviano</strong>,<strong>Gomorra</strong>191

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