partito dei cattolici fino alle polemiche su quanto la<strong>Chiesa</strong>, nella sua gerarchia possa intervenire neiproblemi <strong>di</strong> scelta elettorale• Sentiremo sempre più spesso parlare del ConvegnoEcclesiale che vedrà unite le Chiese d’Italia a Veronanell’ottobre del 2006. Il tema sarà: “Testimoni <strong>di</strong>Gesù risorto, speranza del mondo”. A un anno emezzo dall'appuntamento centrale del decennio(2001-2010), sono stati definiti i cinque «ambiti <strong>di</strong>impegno del fedele laico» su cui si rifletterà duranteil Convegno: «Vita affettiva, lavoro e vita, fragilità,tra<strong>di</strong>zione, e citta<strong>di</strong>nanza». La traccia <strong>di</strong> riflessioneapprovata dai vescovi accompagnerà il cammino <strong>di</strong>preparazione del prossimo anno pastorale 2005-2006.2. IL MONDOGli avvenimenti umani che ci hanno investito ripropongonole <strong>di</strong>fficoltà che stiamo vivendo da alcuni anni.• E’ continuata la guerra in Iraq e si sta facendo ancoracruenta la situazione dell’Afghanistan.Il terrorismo non smette <strong>di</strong> insanguinare queste duerealtà con una guerra subdola e cruenta che si inasprisce,in particolare, contro persone civili <strong>di</strong> etnie<strong>di</strong>verse.Così il ristabilimento della pace è sempre più lontanoe lo stato <strong>di</strong> tensione continua a premere su unapresenza militare che non riesce a sganciarsi per lasciarei singoli governi in piena autonomia.Alcuni fatti dolorosi <strong>di</strong> sequestro <strong>di</strong> persona hannosviluppato un intenso impegno sulla pace da parte <strong>di</strong>molti citta<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong> associazioni. Anche nella Comunitàcristiana si è formata una rete <strong>di</strong> interventi e <strong>di</strong>attenzioni che sono spesso sfociati in preghiere eveglie per la vita e la libertà delle persone sequestrate,tutte impegnate su un piano umanitario o <strong>di</strong> informazione.Giovanni Paolo II non ha smesso <strong>di</strong> insistere per soluzioni<strong>di</strong> pace. E’ definitivamente tramontato ognitentativo <strong>di</strong> far passare le guerre come guerra <strong>di</strong> religione.Resta sempre valido conoscere culture e costumi<strong>di</strong> altri popoli ed è sempre valido misurarsicon intelligenza e rispetto con il loro mondo.• L’Europa ha fatto un balzo in avanti il 25 ottobre2004 con l’allargamento ad Est e la firma della Costituzione.Così è passata da 15 a 25 Stati membri,includendo, nella Comunità, altre 10 nazioni, soprattuttodell'ex blocco sovietico: Cipro, Estonia,Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca,Slovacchia, Slovenia e Ungheria.I paesi can<strong>di</strong>dati per un ulteriore allargamento sonoancora in nettissima prevalenza Paesi dell'Est: Albania,Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia,Romania, Serbia Montenegro e Turchia.Sul piano politico e culturale ciò significa, per unverso, il forte riavvicinarsi, dopo la parentesi comunista,della parte dell'Europa orientale a quella centralee per un'altro il conseguente spostamento deiconfini complessivi a Est, ancor <strong>di</strong> più con l'eventualefutura inclusione della Turchia e l'imme<strong>di</strong>atocontatto con i paesi <strong>di</strong> cultura islamica.Gli ultimissimi sondaggi e quin<strong>di</strong> referendum perl’accettazione della Costituzione, da parte dellaFrancia e dell’Olanda, sono risultati negativi. Si pone,così, una battuta d’arresto per ripensare alla Costituzione,compito molto <strong>di</strong>fficile.Non è certo la mancanza del richiamo alle ra<strong>di</strong>cicristiane dell’Europa, tanto care a Giovanni PaoloII, il motivo del <strong>di</strong>saccordo quanto il timore <strong>di</strong> unliberalismo che faccia cadere il sostegno <strong>di</strong> interventistatali legati ad un Welfare attento ai bisognidelle realtà più deboli. Ma sembra anche abbia influitoil timore <strong>di</strong> perdere dei privilegi.• Il conflitto Arabo-Israeliano segna il passo e fasperare in una soluzione che accetti <strong>di</strong> concordarepiani suggeriti a livello internazionale come la RoadMap, <strong>di</strong> origine USA, appoggiata anche da altre nazioni.D’altra parte è sempre <strong>di</strong>fficile trovare accor<strong>di</strong> senon c’è il coraggio <strong>di</strong> buona volontà. Alcuni problemisi stanno risvegliando ancora in Libano nelrapporto con la Siria che ha portato una pacificazione;ormai però si è inse<strong>di</strong>ata da circa 30 anni sul territoriolibanese.• I <strong>di</strong>versi piani finanziari attuati o desiderati <strong>di</strong>mostranole <strong>di</strong>fficoltà della nostra economia e il malessereche stiamo vivendo. Anche le autorità europeesi <strong>di</strong>cono preoccupate dell’andamento chel’Italia sta vivendo con un altissimo debito pubblicoe con un deficit annuale che sta viaggiando al 4-5%.Si vive come se non ci si debba preoccupare dellasoglia massima del 3%, concordata a Maastricht,per mantenere in salute e competitiva l’Europa.L’ISTAT ha pubblicato un documento che registrala situazione della povertà in Italia nel 2003. Le famigliein Italia che vivono in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertàrelativa sono 2 milioni 360 mila, pari al 10,6% dellefamiglie residenti, per un totale <strong>di</strong> 6 milioni 786 milain<strong>di</strong>vidui, l’11,8% dell’intera popolazione.La stima dell’incidenza della povertà relativa vieneeffettuata sulla base <strong>di</strong> una soglia convenzionale chein<strong>di</strong>vidua il valore <strong>di</strong> spesa per consumi al <strong>di</strong> sottodel quale una famiglia viene definita “povera” intermini relativi. La soglia convenzionale <strong>di</strong> povertàrelativa per una famiglia <strong>di</strong> due componenti, rappresentatadalla spesa me<strong>di</strong>a mensile procapite, risulta,nel 2003, <strong>di</strong> 869,50 euro, il 5,6% in più rispettoall’anno precedente.Si sono svolte le Elezioni regionali e, in Italia, ilmalessere si sta manifestando in cambiamenti cheimpongono richiami seri sul modo <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> governare.Le <strong>di</strong>fficoltà a livello economico si sentonoogni giorno per cui <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>fficile mantenere lostile <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> qualche anno fa, anzi sta aumentano iltasso <strong>di</strong> povertà anche per i ceti me<strong>di</strong>.2
3. IL MONDO DEL LAVORO• Il mondo del lavoro vive con grande <strong>di</strong>fficoltà questotempo mentre va <strong>di</strong>ffondendosi un certo malesserenel Nord Ovest.Sono sempre <strong>di</strong> più le aziende che chiudono o si ristrutturanoo si delocalizzano. I motivi possono esserei più <strong>di</strong>versi. Certamente il costo del lavoro èeccessivamente basso nei paesi dell’Est o nei paesiasiatici o emergenti rispetto a quello che viene praticatoin Italia. Eppure, proprio in Italia non si può<strong>di</strong>re che ci sia sovrabbondanza <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong> rispetto alcosto della vita. Se si vuol competere a livello <strong>di</strong> salari,bisogna abbassarli fino a proposte impreve<strong>di</strong>bili<strong>di</strong> miseria. Oppure la competizione va affrontatacon la ricerca e il rinnovamento tecnologico che nonsi improvvisa e che ha bisogno <strong>di</strong> tempi lunghi e <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> sforzi congiunti delle istituzioni e dei privati.• Ricordo un breve elenco <strong>di</strong> aziende in <strong>di</strong>fficoltàche hanno preso contatti con la Pastorale del Lavoro:l’AlfaRomeo, INA SpA Agenzia <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>,Breter <strong>di</strong> Paderno Dugnano, lavoratori dell’ENI, laOMP <strong>di</strong> Proserpio (Como), la Whirpool <strong>di</strong> Cassinetta<strong>di</strong> Biandronno, la Torriani <strong>di</strong> Cologno Monzese.A queste occorre aggiungere la miriade <strong>di</strong> aziendepiccole che, purtroppo, non fanno notizia, e chespesso costituiscono l’indotto <strong>di</strong> aziende gran<strong>di</strong> chesi ristrutturano. Sono le prime che, nella revisionelavorativa, perdono lavoro. Ora anche il mondo artigiano,un tempo così robusto e creativo, soffrendoproprio per la sua frammentarietà in piccolissimeaziende, si trova in <strong>di</strong>fficoltà.• Le gran<strong>di</strong> industrie del settore metalmeccanico etessile, in particolare nell’Ovest milanese. Conl’annuncio della chiusura della «Multimoda», a-zienda <strong>di</strong> Bareggio, nella quale sono occupati 64 <strong>di</strong>pendenti,seguito dalla notizia che la «Piad» <strong>di</strong> Ozzero,con 103 <strong>di</strong>pendenti ha chiesto il concordatopreventivo, continua il calvario del fallimento dellaRimol<strong>di</strong> Necchi <strong>di</strong> Busto Garolfo. Anche la ristrutturazionedella «Abb» <strong>di</strong> Vittuone ha chiuso, magrazie alle responsabilità delle parti contraenti (<strong>di</strong>rigenti,sindacato e i lavoratori) è stata trovata una soluzione<strong>di</strong> collocazione per tutti. Inoltre, la «Manifattura<strong>di</strong> Legnano» e la «Bull» <strong>di</strong> Pregnana Milanesehanno chiesto la cassa integrazione straor<strong>di</strong>nariaper 233 lavoratori. Il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione inquesta parte dell'ovest milanese, nell'area tra Legnano,Magenta e Abbiategrasso, sfiora il 6%, controuna me<strong>di</strong>a provinciale del 4,5%.• In Italia sono 500mila i lavoratori che rischiano<strong>di</strong> perdere il posto <strong>di</strong> lavoro e 3.267 sono le aziendein crisi. A <strong>Milano</strong> e provincia, nel 2004, le assunzionisono cresciute del 31,6%, ma i contratti a-tipici sono passati dal 64,2% del 2002 al 70,4% del2004. Gli avviamenti a tempo indeterminato, invece,sono scesi dal 46,5% al 42,4%. La scivolata delleassunzioni standard è stata frenata solo perchésono raddoppiati i contratti part time, ripartiti equamentetra tempo indeterminato e tempo determinato.Ma, nell’elenco delle me<strong>di</strong>e imprese in <strong>di</strong>fficoltà,nel tessuto italiano sono interessate 1425 aziendecon 100.892 lavoratori a rischio. In Lombar<strong>di</strong>a sono50 con 9976 lavoratori a rischio.• La crisi, che ha investito i settori tessile e metalmeccanicodella Lombar<strong>di</strong>a, tocca ora anche le industriechimico farmaceutiche, della gomma edella plastica. A fine anno, rispetto al primo semestre2004, si registra un maggior ricorso alla mobilità.Cresce anche l’utilizzo della cassa integrazioneor<strong>di</strong>naria. Le cifre confermano il permanere <strong>di</strong> unagrave riduzione delle capacità produttive e <strong>di</strong>minuzionedegli addetti nel settore delle fibre tessili, concigs (cassa integrazione) e mobilità in Montefibre eNylstar (Snia), con rallentamenti produttivi anchenelle fibre cellulosiche ex Novaceta <strong>di</strong> Magenta,oggi Bemberg. In sofferenza anche alcuni compartidelle gomme e delle plastiche con mercati <strong>di</strong> sbocconell’auto, elettrodomestico e prodotti industriali.Dal punto <strong>di</strong> vista territoriale, le province più colpitesono <strong>Milano</strong>, con 22 aziende e 610 lavoratoricoinvolti, e Varese, con 11 aziende in crisi e 226 lavoratori.Seguono Monza e Brianza (10, 369), Legnano-Magenta(9, 522), Bergamo (6, 198), Como(6, 149) e via via gli altri territori, tutti in <strong>di</strong>versamisura colpiti dalla crisi. Dati che confermanol’attualità della questione industriale per la Lombar<strong>di</strong>ae per l’Italia intera. Si attendono provve<strong>di</strong>mentiadeguati.• Sono oltre 660 le aziende in crisi, con 21.301 lavoratoriin cassa integrazione e 6.279 licenziati. Questoil quadro delle pesanti <strong>di</strong>fficoltà delle impresemetalmeccaniche lombarde, <strong>di</strong> ogni tipo e <strong>di</strong>mensione,tracciato dai dati del 16° Rapporto sulle situazioni<strong>di</strong> crisi nel settore metalmeccanico presentatoa <strong>Milano</strong> dalla Fim Cisl Lombar<strong>di</strong>a. “La Lombar<strong>di</strong>asoffre da tempo l'assenza <strong>di</strong> politiche industriali<strong>di</strong> ampio respiro. Gli ammortizzatori socialisono vecchi e non funzionano più. Sempre più metalmeccanicirischiano <strong>di</strong> finire al collocamento senzaprospettive”.• Aumento dei posti <strong>di</strong> lavoro? Oltre alla frantumazionedei tempi <strong>di</strong> lavoro e alle assunzioni a tempiparziali, <strong>di</strong>minuiscono le persone che si <strong>di</strong>chiarano<strong>di</strong>soccupati per sfiducia nelle possibilità <strong>di</strong> un inserimento.Pagano comunque questa situazione ledonne, le persone oltre i 40 anni pur avendo qualitàe competenze e i giovani oltre i 25 che non vedonouna sistemazione. E come possono aumentare i posti<strong>di</strong> lavoro quando il tasso <strong>di</strong> sviluppo è uguale aquello dell’anno scorso se non <strong>di</strong>minuito?• La legge Biagi. Non siamo ancora arrivati a decideresulle prospettive che la riforma Biagi sosteneva.E’stato stralciato il Disegno <strong>di</strong> legge delega, n. 848bis: la legge per gli ammortizzatori sociali che si èresa in<strong>di</strong>spensabile per dare sicurezza sociale alle3