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POR Calabria FSE 2007-2013. Presa d'atto del Programma ...

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,Ial lcnte sovradimensionamento dei settori di attività più tradizionali cbe risultano prevalentementeorientati alla domanda locale (il commercio, l'edilizia e l'agricoltura) - dove peraltro risulta moltoelevato il ricorso a forme di lavoro precario e sommerse - e più in generale <strong>del</strong>la PubblicaAmministrazione;allo scarsiss.imo sviluppo che assumono nell'ambito dei terl.iario i servizi e le attività a carattere piùinnovativo (intermediari finanziari, servizi alle imprese, ricerca & sviluppo, etc.) sempre piùneeessarie per sostenere i processi i modernizzazione <strong>del</strong> sistema economico;alle dimensioni estremamente ridotte che assumono le imprese cbe operano nel contesto regionale (ladimensione media <strong>del</strong>le imprese calabresi all'ultimo censi.mento risultava pari a 2,4 addetti per unitàlocale, rispetto a14, I medio nazionale.);alla strutt'ura proprietaria tipicamente familiare di moltissime imprese che si abbina inevitabilmentead una f:orte sottocap.italizzazione e ad uno sbilanciamento verso forme di indebitamento a brevetennine;collegata ai due aspetti precedenti, la cronica mancanza di sufticìenti risorse finanziarie per realizzaregli investimenti volti a favorire i processi di crescita, apprendimento, innovazione eammodernamento tecnologico;alla mancanza sia dì rilevanti economie di localizzazione. ehe tipicamente caratterizzano ad esempioi sistemi distrettuali, che di urbanìzzazione. considerata l'assenza di rilevanti processi diagglomerazione produttiva;infine, alla scarsa dotazione infrastrutturale, materiale ed immateriale, che tende a penalizzare leimprese locali rispetto a quelle operanti in altri contesti territoriali.L'andamento <strong>del</strong>la produttività <strong>del</strong> lavoro, anche in confì'onto a quello <strong>del</strong>le altre regioni italiane,conferma pienamente le difficoltà attraversate dal sistema economico calabrese nel corso degli ultimianni. Infatti, la produttività <strong>del</strong> lavoro, non solo è rimasta pressoché costante nell'ultimo quinquennio, mapresenta un divario di oltre 15 punti percentuali rispetto alla media nazionale. L'intensità diaccumulazione <strong>del</strong> capitale - misurata dal rapporto tra investimenti fissi lordi e PIL - pur risultata nel2003 superiore al dato medio nazionale (24% rispetto al 20,4%), ha d'altro canto registrato nell'ultimoquinquennio un calo di 1,3 punti percentuali.La fragilità <strong>del</strong> sistema produttivo regionale si l'it1ette nella scarsa capacità di attrarre investimentidall'estero (che in <strong>Calabria</strong> sono pressoché nulli), nonché nella bassa capacità competitiva <strong>del</strong> sistemaproduttivo regionale, evidenzi.ata anche da un grado di apertura regionale che risulta tra i più bassi d'Italiae da una ridottissima propensione all'export (pari al\'l,2% <strong>del</strong> PIL rispetto ad ulla media nazionale <strong>del</strong>21%).Andamenti demograficiLa popolazione calabrese al 31 dicembre 2005 ammontava a 2.004.415 residenti, con una densità paricirca a 133 abitanti per kmq, nettamente inferiore a quella che sì rilevava in media a livello nazionale(195). nmo<strong>del</strong>lo insediativo calabrese è inoltre caratterizzato da un'elevata dispersione <strong>del</strong>la popolazionesul territorio che, congiuntamente alla scarsa accessibilità di molti centri abitati minori - dovuta anche aduna l11orfologia essenzialmente montuosa deternlinano costi. localizzativi crescenti sianell 'organizzazione dei servizi alla popolazione che, in talune aree, nei servizi per il sistema produttivo.Nel quinquennio 2000-2005 la popolazione residente si è ridotta di circa 14 mila unità (-0,7%), segnandouna dinamica assai peggiore di quella che ha caratterizzato sia le regioni italiane <strong>del</strong>l'Obiettivo"Convergenza" (+0,9%), che l'Italia nel suo complesso (+3,1 %).Contrariamente a quanto accade in molte regioni italiane, in <strong>Calabria</strong> si registra un saldo naturaleleggermente positivo che risulta tuttavia più che controbilanciato da un saldo migratorio fortementenegativo. Quest'ultimo fenomeno appare pmticolarmente preoccupante, se si considera che la Regione<strong>Calabria</strong> è, insieme alla Basilicata, l'unica ad aver registrato nell'ultimo quadriennio un saldo migl'atorionegativo. Più in particolare, è la componente migratoria interna che registra un valore negativo; itrasferimenti <strong>del</strong>la popolazione residente verso le Regioni italiane <strong>del</strong> Centro-Nord sì sonoparticolarmente intensificati nel corso degli ultimi anni, tanto che questo fenomeno non riesce ad esserecontrabilandato né dalle dinamiche positive <strong>del</strong>la componente naturale, né dal saldo migratorio conl'estero, che pure risulta positivo.5/150

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