il 4,2% perché non ha trovato posto;il J3% perché il costo <strong>del</strong>la r.::tta è troppo ekvato;il 30,8'% per motivazioni riconducibili sia il d.::menti di rigidità <strong>del</strong>l 'offerta, ritenuti inconciliabili coni tempi di vita <strong>del</strong> bambillo o familiari, sia alla qualità <strong>del</strong>le cure fomite.Vit1ì!n.:: _9.::11a violenza e clelia trattaTI supporto istituzionale - in temlÌni di servizi, strutture ed interv.::nti per l'ins.::rimento socio-lavorativoali.::vittime <strong>del</strong>la violenza risulta strutturalmente debole ed episodico, non aiula la presa in carico deibisogni e la sottrazione al contesto vloknto '6 La violenza contro le donne rappresenta un problema nonancora suffici.::ntemente riconosciutoli e denunziato, che crea vulnerahilità sociale e limitazioni strutturaliall'ingresso nel mercato <strong>del</strong>. lavoro e <strong>del</strong>la formazione professionale. In <strong>Calabria</strong>, si ri\eva '8 un contesto incui appare secolannenle sedimentata una asimmetria di potere tra uomini e donne, con un sommerso disofferenza fatto di fenomeni di vioknza psicologica, sessuale, fisica - e di ricatti economici - che nonemerge per problemi culturali, di cui vittime sono prevalentemente le donne ed i bambini e perpetrata nelmaggioranza dei casi in contesti domestici e nel.le relazioni sicure, familiari e amicali. Un recente studio<strong>del</strong>l'ONU '9 . pone l'attenzione sulla natura e l'estensione <strong>del</strong>la violenza sui bambini in contesti specifici(casa e fiuniglia, scuola e strutture educative, contesti istituzionali, posto di lavoro, comunità e strada), perognuno dei quali, inoltre, si raccomandano specifiche azioni, anche declinate al genere.Sul fenomeno <strong>del</strong>la tratta degli esseri umani (donne, uomini e minori), contro cui vivo è l'impegno dapmte <strong>del</strong>l' Italia, è difficile ottenere dati, per svariate ragioni 20 • Si stima che in Europa le vittime sianointorno alle] 50 mila all 'anno; l'Italia pare rivendicare un ruolo importante nel fenomeno tratta: le stimepiù caute indicano in 6 mila il numero <strong>del</strong>le vittime nel nostro paese. Le molteplici modalità disfruttamento, reclutamento e trasferimento rappresentano lmo degli elementi dinamici <strong>del</strong>la tratta dipersone che ne rende difficile il contrasto. Per quanto riguarda la <strong>Calabria</strong>, è da tenere in conto ilcollegamento dei fenomeni <strong>del</strong>la tratta alla questione <strong>del</strong>la legalità e <strong>del</strong>la criminal ità mafiosa. per irapporti <strong>del</strong>la 'ndrangheta con le conso11erie criminali degli altri paesi volti al traffico dei clandestiniverso l'Halia, ivi compreso il traftico allo scopo di sfruttamento sessuale, degli organi, accattonaggio etc.'6 Al fifl\~ di sliperarc tali criticità, ,~ stata realizzata la "Rete antivioknza tra le città Urban", progetto italiano coordinato dalDipartimento per le Pari Opportunità <strong>del</strong>la Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dci Ministri, nato nel 1998 nell'ambito <strong>del</strong> <strong>Programma</strong> diIniziativa Comunitaria Urban Italia 1994 - 1999 e finanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) a titolaritàdd Ministero <strong>del</strong>le lnfrastrmturt'. Nell'attuale Programllmzionc il progetto Rafforzamento <strong>del</strong>la Re.!e antivio1cnza tra le eitt!lUrban Italia è finanziato per le città <strong>del</strong>l'Ob. l cnn il Fondo Sociale Europeo (<strong>FSE</strong>) <strong>del</strong> PON "Sicurezza per lo sviluppo <strong>del</strong>Mezzogiorno d'Italia", a titolarità <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l'Interno. Ha previsto una rie\'rca-aziollC realiZ7..ata dal 1998 al 2005 in 26città ilaliane. tra cui quattro calabresi: Cosenza, Catanzaro, Crotone c Reggio <strong>Calabria</strong>. Il progetto è stato raftìlrzato attraversol'attivazione di una "rete nazionale antiviolenza", ehc coinvolge, oltre agli enti locali e ai Centri antiviolcnzq, i. Ministerilntemo .. ·Lavoro .. Solidarietà sociale .... Giustizia-Salute. l'Arma dci Carabinieri c <strong>del</strong>la Guardia di Fiananza, la ConferenzaStato Regioni, 1'lSTATe l'organizzazione c gestione di un servizio di eall centcr mediante attivazione <strong>del</strong> numero di pubblieautilità 1522 "Antiviolcnza Donna", attivo dal1'8marzo 2006, a sostegno <strong>del</strong>le donne vittime di violenza intra ed extra familiare.'" Anche in questo eamlJ(\ è da segnalare l'indagine lllultiscopo condotta dall'ISTAT. "La violenza ed i maltrattamenti contro ledonne dentro c fuori dalla làmiglia-Allno 2006", pubblicato a (
Ciltadini immigratiPer ciò che ha r.iguardato la consistenza <strong>del</strong> fenomeno migratorio, in base ai dati di fonte 1STAT glistranieri ufficialmente residenti in <strong>Calabria</strong> alla fine <strong>del</strong> 2005 ammontavano a 33.525 unità (di cui il 53%è costituito da donne), con un'incidenza sulla popolazione regionale pari all'l,7%. un valore pari a pocopiù di Utl terzo di qneUo rilevabile ili media a livello naz.ionale (4,5%). Il 17.2% <strong>del</strong>la popolazionestraniera era rappresentato da minori, quota i.TI linea con il valore medio meridionale, ma di oltre 4 puntipercentuali inferiore al dato italiano.In realtà si può presumere che il numero di stranieri che vivono stabilmente in <strong>Calabria</strong> sia ancora p.iùelevato, considerato che esiste un fisiologico sfasamento temporale tra l'acquisizione <strong>del</strong> pemlesso disoggiorno e l'iscrizione all'anagrafe.Secondo le stime contenute nell 'ultimo Dossier statistico sull'immigrazione curato da Caritas!(Migrantes,gli stranieri che soggiornavano regolarmente in <strong>Calabria</strong> alla fine <strong>del</strong> 2005 ammontavano a 42.599 unitàdi cui 5.990 minori.La popolazione immigrata regolare in <strong>Calabria</strong> presenta lUI tremi di crescita costante e, negli ultimi anni,un incremento <strong>del</strong>la presenza femminile correlato con il sensibile, incremento <strong>del</strong>la domanda di servizialla persona (nel 2002 la presenza femmi.nile ammontava a solo 6.277 unità e nel 2005 raggiunge le22.791 unità).Inoltre va considerato come le coste calabresi siano meta di rilevanti sbarchi di clandestini provenienti inpm1icolare dall' Africa. Nel corso <strong>del</strong> 2005 sono complessivamente transitati presso i due CPT (Centri diPermanenza Temporanea) presenti nella Regione 21 1.952 immigrati che sono stati in gran parterimpatriati.Per quanto riguarda la provenienza degli immigrati, notevole è la presenza <strong>del</strong>le donne <strong>del</strong>l'est Europache lavorano nei servizi alla persona o nel settore turistico. Gli immigrati provenienti dall' Afì'ica sononella stragrande maggioranza nordafricani e, in pal1icolare, Marocchini. Prevalgono le persone direligione islamica e, tra queste, quelle di cultura araba.Si sta <strong>del</strong>ineando, a livello regionale, un rapido allineamento, .in termini di stabilità <strong>del</strong>l 'insediamento,alle zOlle maggiormente assestate <strong>del</strong> territorio nazionale. TI più avanzato processo di radicamento sulten1torio è confermato da una più elevata quota di permessi rilasciati per motivi di lavoro.Tl fenomeno dei. richiedenti asilo riveste in <strong>Calabria</strong> un interesse notevole per la presenza <strong>del</strong> più grandecentro di identificazione d'Europa 22 e di una de.lle sette commissioni territoriali che, in Italia, esaminanole domande d'asilo. Dai dati <strong>del</strong> Dossier Caritas 2006 si evince che nel 2005 sono pervenute allaCommissione Territoriale di Crotone 1.644 domande d'asilo, di queste sono state esaminate 1.582 e sonostati riconosciuti rifugiati 30 richiedenti asilo, 429 persone hanno ottenuto la protezione umanitaria e1.123 domande hanno ottenuto il diniego.Sia il fenomeno immigratorio sia quello dei richiedenti asilo hanno messo in rili.evo alcune criticitàrelative all'accoglienza, all 'inserimento lavorativo, ali 'integrazione sociale, alle opportunità di accesso aiservizi territoriali.Quest'ultimo aspetto è dì particolare importanza in quanto la P.A. è spesso impreparata e rapportarsi aicittadini migranti e ciò determina incomprensioni, cont1itti e barriere all'accesso ai servizi, a cui si puòporre rimedio ricorrendo all'attività dei mediatori linguistici - culturali .La domanda di alloggio espressa sia da cittadini immigrati sia da rifugiati e persone con permesso disoggiorno per motivi umanitari, aumentata anche per il peso acquistato dai ricongiungimenti familiari,risulta ampiamente inevasa, costringendo i cittadini immigrati a rivolgersi al mercato abitativo corrente esubendo nella maggior parte dei casi situazioni di abuso e di discriminazione. Il disagio abitativo, solo perun numero piuttosto eSiè,'l.lO di richiedenti asilo, rifugiati e persone con permesso di soggiorno per motivi" I suddetti CPT risultano localizzati nelle città di Crotone c Catanzaro.,1 Si trova in località Sant' Anna comune di Isola di Capo Rizzulo. Le prime cinque nazioni dalle quali provengono i richiedenti asilosono Ghana (190) Bangladesh (I80) Congo (lgO) Pakistan (l54) Togo (137). mentre le nazionalilà dei richiedenti asiklriconosciuti sono, sono in massima parte Eritrea Etiopia e Sudano Le prime 5 nazioni di provenienza dci ciuadi\lli a cui è statariconosciuta la protezione umanitaria sono Eritrea (104), Sudan (65), Costa d'avorio (58), Etipia (52), Togo (29).18/150
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