Più o meno rapidamente si svolgono queste arrampicate;talvolta si perde molto tempo perché una piccola folla si formain vetta; le corde s’imbrogliano, e la manovra per la discesa indoppia non si può fare che per uno alla volta. Mi è capitato dirimanere l’ultima e di smistare dal chiodo della prima doppiaben diciassette persone: cinque minuti per individuo fate voi ilcalcolo a quanto somma, e stare un’ora in bilico su quell’aereaterrazza, e insegnare come si mette la corda, davvero che dopoun po’ si ha il diritto di essere “stufa”… E quando credevo diaver finito e mi accingevo a scendere a mia volta, vedo spuntarealtre teste vicino alla croce di vetta e mi sento invitare adaspettare un altro po’ per un supplemento di lavoro.Dove andare ancora? Siamo partiti presto dai Resinelli; eadesso saranno appena le undici. Possiamo mangiare unboccone, e poi dirigerci altrove. Le mani si sono snodate, el’immaginazione pure. Come è bello arrampicare dopo tantimesi di riposo; sentire la roccia sotto le nostre dita farsi calda apoco a poco per il sole che vi batte; il corpo ritrova la naturalezzadei movimenti che le prime volte ci sembravano così difficilie assurdi, e ogni problema di equilibrio ora è affrontato erisolto con un piacere, con un istinto che ci fanno nascere nelcuore una gioia irrefrenabile. Talvolta vien di cantare a mezzodell’arrampicata; sempre un gorgheggio di saluto e di vittoriaesce dal petto una volta raggiunta la vetta.I visi dei miei compagni rispecchiano la felicità d’ognuno, estringendo la loro mano forte e callosa ci diciamo più e megliodi dieci discorsi. Si provano a ripetere i miei “jodler”, e nonriuscendovi fingono d’arrabbiarsi; dal basso rispondono voci;altre riecheggiano dalle vette vicine alla Grignetta si fa tutto unvolo di richiami e di canti che s’intrecciano e si snodano nell’ariamattutina. Gente ci chiama per nome dalla Cresta Segantiniche è sopra le nostre teste. Vediamo le cordate profilarsi controil cielo. È questa cresta un altro dei piccoli capolavori dellaGrigna, rigida merlettatura che unisce il Colle Valsecchi allavetta della montagna con un susseguirsi di punte, di denti, digendarmi il cui superamento, e relative discese, offrono due oredi divertentissima arrampicata. È consigliabile percorrerla inprimavera o in autunno avanzato e non importa se c’è un po’ dineve, così si evitano gli imbottigliamenti, di trovarvi dozzinedi cordate che ritardano la marcia, o fanno cadere sassolinisulla testa, come sovente capita nelle domeniche di estate. Visi possono compiere varianti a piacere, da scoprire sui dueversanti a picco della Val Scarettone e della Val Tesa. Dalpunto di vista della difficoltà questa arrampicata rappresentaun tipico secondo grado, poi c’è il terzo e anche di più, bastaandarlo a cercare.A proposito di questi gradi bisogna dire che fino a quattro annifà nessuno ne faceva parola in Grignetta, non sapevano checosa fossero. Adesso, oltre ai passaggi in roccia vi si classificanoanche la maggiore e minore eccellenza della pastasciuttaservita nei vari rifugi o la venustà delle numerose signorineo signore che salgono quassù. Qualcuno inorridirà di questamescolanza del sacro col profano; una colpa c’è, e in parte sideve alla scrivente – che per la prima ne parlò ai suoi nuoviamici. Debbo aggiungere che non ne sono affatto pentita?Fra questi lecchesi e gli alpinisti cittadini vi era un tempo uncerto distacco: più evoluti e più colti, forse un tantino scettici,questi ultimi mostravano di non apprezzare i reali progressiche gli arrampicatori locali andavano facendo. Ora, però,l’equivoco è del tutto dissipato. Quando presi a frequentarli,subito mi accorsi delle loro grandi possibilità se trasferiti28 | Uomini&<strong>Sport</strong> | Maggio 2013a metterle in atto in un campo più vasto e più completoalpinisticamente. A quell’epoca io avevo una certa esperienzafino al quinto grado, e volentieri soddisfacevo alla curiosità deimiei amici, che mi chiedevano di quale grado era questo o quelpassaggio che facevamo assieme. Quando gli dicevo che ladifficoltà della parete “Ape” del Teresita poteva in certo modoequipararsi a quella della “parete Preuss” della Piccolissima diLavaredo, stentavano a credermi. Gli pareva troppo bello chefossero capaci di tanto, e vedevano le Dolomiti attraverso leamplificazioni di chi pur essendoci stato non le ha comprese,ma non vuole ammetterlo. Nessuno gli aveva mai parlato dellescalate che, oltre alle classiche, negli ultimi anni avevano tantoavanti portato il limite delle possibilità. Perciò la prima voltache i due futuri Accademici Cassin e “Boga”, l’uno con ErosBonaiti e l’altro con me, misero le mani sulle Dolomiti, gli sileggeva in faccia, oltre alla felicità, la certezza di non essereinferiori alla bisogna, qualunque essa fosse.Difficile resistere all’invito di questi stupendi torrioni della Grignetta:-pagina precedente - la Guglia Angelina e l’Ago Teresita. (foto: Robi Chiappa)-sopra - il gruppo del Fungo. (foto: Giorgio De Capitani)Quel giorno di fine settembre che con “Boga” andammo a“fare” la parete della Tofana di Rozes era freddo e pioveva: main poco meno di tre ore ce la sbrigammo, e quella che i classiciavevano definito “la più vertiginosa traversata delle Alpi” almio compagno risultò un passaggio come ne aveva superatotanti in Grignetta, solo un po’ più lungo.Con questa preparazione, che è anche spirituale e provienedal senso dell’agonismo e della lotta così diffuso ormainella gioventù sportiva col rivelarsi delle nuove forzedell’arrampicamento milanese qui domenicalmente presenti,è naturale che la frequentazione della Grignetta a scopodi scuola e di allenamento assuma ogni anno una sempremaggiore intensità. L’arrampicatore delle altre regioni chevorrà venirvi a passare qualche giorno troverà cordiale ecomprensiva accoglienza fra noi. Emilio Comici – che credose n’intenda – dalla prima volta che ci venne non manca ogniprimavera di ritornarci.Mary Varale
DOVE VIAGGIA<strong>IL</strong> LOGO <strong>DF</strong> SPORT SPECIALISTInviaci una tua fotografia dove compare illogo df <strong>Sport</strong> <strong>Specialist</strong>: sarà qui pubblicata,mentre a te faremo dono di un simpaticogadget. Le immagini più curiose e più bellesaranno premiate durante una delle serate“A tu per tu con i Grandi dello <strong>Sport</strong>”.Eleonora, promettente atleta, in corsa al Crossdi Cassano d’Adda (BG). (foto: Monica Pesente)Sergio Petracchi,dal deserto del Gobi in Mongolia.Dall’Aconcagua - Argentina - due interessanti ecuriosi scatti di Giancarlo Bonardi.Spedizione K2 -Karakorum- A sinistra: la piramide delMasherbrum; a destra: il Circo Concordia del Baltoro.(Foto di Valentino Bassi, inviate da Domenico)Uomini&<strong>Sport</strong> | Maggio 2013 | 29