Il CALITRANON. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996DIALETTO E CULTURA POPOLAREA CURA DI RAFFAELE SALVANTEMODI DI DIREAcqua passa e sckera ven’ = è sempre la sol<strong>it</strong>a musicaAdda cr’pà ncuorp’ = deve crepareCu lu muss’ a lu s’rvizzij = attento al suo comp<strong>it</strong>oEia amar’ v’len’ = è amaro, come un velenoFatt’ assì l’uors’ = sputa l’ossoM’ so’ apparat’ = mi sono saziatoMo’ t’ rach’ la sett’ma! = ora ti do la settima… lezione!Nzorfa tu! = aizza tu !Sckupp’teia e c<strong>it</strong>t’ = mangia e stai z<strong>it</strong>toTen’ cust’manza e curt’sia = ha educazione e cortesiaPROVERBIS’eia sciut’ a f’ccà nsottaè andato a sottomettersiLa r’cotta r’ zi Saverijrinomata per la sua squis<strong>it</strong>ezzaU’ cchiù brutt’ aspiett’, a tav’la e a liett’l’aspetto meno presentabile a tavola e a lettoLa preta morta coc’ egghia egghiala preta morta cuoce da solaHamm’ì fatt’ a bbota cangiata!abbiamo fatto al contrarioSi lu ntuon’ t’ntonase po provochi ti rispondeS’ vaj lavann’ r’ vocquava sparlando in giroEia na vucculonaparla a vanveraSap’ r’peng’ lu sol’è un bravo p<strong>it</strong>toreChi rona, car’ venn’chi dona, vende a caro prezzoCal<strong>it</strong>ri 1960, la famiglia di Cianci Vincenzo (u’ mbagliasegg’), da sinistra :Francesca - Salvatore - Giovanni - Antonio, seduti : Caputo Maddalena - Giuseppee Cianci Vincenzo.Angelo Iannella, musicofilo, nella giornata del 1° settembre 1996 mettendodei fiori al Monumento ai Caduti di Cal<strong>it</strong>ri ha fatto suonare, dal Concertobandistico (in piccolo), inni patriottici in onore di tutti i Caduti.12
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 Il CALITRANODopo aver maturato una discretaesperienza stando per un quarto disecolo al servizio dello sport e in particolarmodo del calcio, posso oggi asserireche è stata una esperienza senz’altropos<strong>it</strong>iva, forse perché vissuta in un particolaremomento del nostro paese intesocome comun<strong>it</strong>à.Terminato questo rapporto nel 1993mi sono r<strong>it</strong>rovato in questi ultimi treanni, sempre per il mio spir<strong>it</strong>o di associazionismo,a dovere espletare altricomp<strong>it</strong>i per la comun<strong>it</strong>à, atti a migliorarei rapporti socio-culturali della nostraCal<strong>it</strong>ri; tutt’altro genere di organizzazione,comunque sempre a contatto con lapopolazione. In soli tre anni ho notatoun radicale mutamento e un nuovometro di comportamento della gente cheha lasciato in me un doloroso sconforto,e di questo il nostro paese ne risentiràchissà ancora per quanto tempo.Un primo mutamento si avverte inun mini esodo, ma che potrebbe risultareun vero e proprio fenomeno di emigrazioneda parte di persone o famiglie cheRIFLESSIONIVALORE DI UN SORRISOUn sorriso non costa nullae rende molto,riempie chi lo riceve,senza impoverire chi lo dona.Il tuo sorriso non dura che un secondoma quel sorriso è infin<strong>it</strong>o,rimane scolp<strong>it</strong>o nel cuore di chi lo riceve.Ricordati, inoltre, che nessuno è così poveroda non poterne donare.Ma sta bene attentoché il valore di un sorriso non ha prezzoné si può prestare, né si può comprare,poiché il suo valoreè solo nell’istante in cui si dona.Se qualcuno in strada non te lo dona,donalo Tupoiché nessuno ne ha così bisognodi chi non lo sa donareBonzanini Danielevanno in cerca di lavoro in altri luoghi;certamente non più l’emigrante con lavaligia di cartone, ma un vero modellocome si conviene a quattro anni dalnuovo secolo.Un secondo mutamento è il modo divivere la festiv<strong>it</strong>à della domenica deical<strong>it</strong>rani; mi ricordo di domeniche superaffollate lungo la passeggiata, ora invecec’è mutamento anche negli orari: la mattinadelle domeniche è una pena! a partequelle quattro anime che escono dallachiesa e animano per un po’ il corso, ilresto è abulìa totale.Le sere della domenica poi, ricordoche si usciva per lo “struscio” nel tardopomeriggio per rincasare all’ora di cena;adesso la cena è stata abol<strong>it</strong>a o sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>acon il fast-food e quando le tenebre sonocalate da un bel po’ il corso si rianima (oforse siamo tutti vampiri?).In ordine volutamente cronologicoho lasciato per ultimo le considerazioniche forse sono la “chicca” di queste mieriflessioni. In questi ultimi anni girandoper il paese e avvicinando gente per chiedereil contributo per la festa patronaleme ne sono sent<strong>it</strong>e di cotte e di crude: chisi lamenta che sono stati relegati nellariserva e non vedono niente; chi, i piùintransigenti, vorrebbero le feste davanticasa; i più magnanimi la vorrebbero nelloro quartiere; chi esclama “come sifanno ancora queste feste!!... e puntuali livedi in quei giorni in prima fila.Ci sono poi i nostri conc<strong>it</strong>tadini residentifuori Cal<strong>it</strong>ri i quali vorrebbero lefeste nel periodo delle loro ferie perchési sentono stranieri ed estranei nel loropaese natio dove nessuno pensa a renderepiacevole il loro soggiorno.LA CASA ABBANDONATAL’albero spoglio e le fogliecadentiaccanto a una casa coloratae abbandonata,il prato verde eil sole giallo.È un miscuglio di coloriche rendono ancor più bellala piccola casetta abbandonata.Fiordellisi Enza(V elementare)C’è poi una totale assenza per unaqualsiasi manifestazione socio-culturaleche è pane quotidiano nel resto deipaesi lim<strong>it</strong>rofi e di tutta la provincia.A parte qualche estemporane<strong>it</strong>à di alcunivolenterosi, che poi resta fine a sestessa, il resto è notte fonda. Invece difare la gara di resistenza ad eliminazionediretta dello “struscio”, perché non dedichiamoun po’ del nostro tempo ad unaqualsiasi manifestazione? invece direcarci nei paesi lim<strong>it</strong>rofi per assisteread ogni tipo di spettacolo?Tutti vorrebbero divertirsi, poi ci sonoi sol<strong>it</strong>i ignoti pronti a cr<strong>it</strong>icare tutto e tutti,e meno male che siamo un popolo diistru<strong>it</strong>i avendo da cinquant’anni le scuoledi ogni ordine e grado e se queste ist<strong>it</strong>uzioninon ci fossero sai che delizia!...In questo triste momento, senzavoler togliere niente a nessuno o faretermini di paragone, noi siamo soltantocinquemila anime in più dei nostri dirimpettaidi Cairano.Raffaele Tuozzolo13