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Il modello fenomenologico - A. Taverna

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dimensione terapeutica e mantenga nei pazienti una relazione dinamica ed evolutiva con il mondoesterno. In questa prospettiva, !a specificità terapeutica di qualsiasi forma artistica consiste nelprocesso in cui quella comunicazione interpersonale che è andata parzialmente o totalmente distruttaattraverso il linguaggio normale è resa possibile grazie al linguaggio simbolico e anche attraversoquelle forme di comunicazione simbolica translinguistica come pittura, danza, ecc.Per Borgna (l995) “se l’esperienza psicotica si costituisce nel contesto di una relazione autisticadivorata da orizzonti di senso irreali e astratti, cosa significativa ai fini terapeutici non può non esserequella di aiutare i pazienti in questo confronto con problemi reali e concreti, anche con esperienze diarte terapia”. Queste osservazioni rimandano alla necessità di costruire come precondizione perqualsiasi terapia della schizofrenia, un mondo comune di significati, emotivi, prima che cognitivi, con ipazienti.Inoltre la condivisione di un’esperienza emotiva, che ha anche contenuti pratici, rappresenta i duemomenti attraverso i quali si orienta l’intervento terapeutico: un “essere con” il paziente che diventa un“fare con” lui, man mano che la relazione si struttura e si rafforza. Nel nostro caso il vantaggio delleterapie che usano l’immagine (non solo pittorica, ma anche musicale, corporea) come medium dellacomunicazione, rispetto a quella verbale, è la possibilità di utilizzare contemporaneamente più codici epiù contenuti, anche in contraddizione tra loro, rispecchiando, in questo modo alcuni aspetti tipici delmondo comunicativo psicotico. Le terapie espressive-analogiche, infatti, agiscono sulla struttura dibase della personalità, sulle aree sane, arginando e accettando le emergenze sintomatiche. Del restoil produrre forme artistiche e condividerle richiede la presenza di un io minimamente strutturato e ilrapporto terapeutico, mediato dall’opera, agisce nell’incontro tra i diversi sé dei conduttori e deipazienti.Le Arti Terapie devono comunque mantenere viva la possibilità di favorire la permanenza degli aspettioriginali della storia individuale della persona. L’insieme delle inclinazioni dei caratteri, unite alleesperienze fatte nella vita possono determinare un’inclinazione verso una determinata formaespressiva e di conseguenza l’efficacia dell’incontro tra una tecnica e una persona.Le difese dei soggetti psicotici sono molto fragili e sono spesso l’unica risorsa di relazione con ilmondo esterno. La non-intrusività è un atteggiamento di lento e paziente avvicinamento al sensodell’esperienza del paziente (Palazzi e <strong>Taverna</strong> 1998). Pertanto il terapeuta non si propone dipenetrare il mondo interno del paziente attraverso l’interpretazione diretta, verbale, o quella analogica,anche se dopo una lunga frequentazione ai gruppi ciò accade.Minkowski (1993) afferma: “nelle interpretazioni deliranti il campo dei significati è esteso oltre misura.<strong>Il</strong> pensiero procede per similitudini ed identità e scopre analogie e somiglianze cui solitamente nonprestiamo attenzione”. Può accadere dunque che l’uso del colore rosso, la scelta di una musica, ilgesto affrettato di un altro paziente, una risata, giungano a simbolizzare qualcosa, attraverso unacatena di nessi arbitrari e del tutto personali. <strong>Il</strong> lavoro con le Arti Terapie può aiutare a risignificarequell’apparente simbolo, arbitrariamente scoperto dal paziente, restituire a quella risata la sua valenzadi suono allegro e non denso di occulti significati.

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